venerdì 20 settembre 2013

Lo hobbit

Era tempo di rileggere questo grande classico, i segni sono stati ben due: è uscito il primo episodio della serie cinematografica (per la verità è in uscita il secondo) e ho scoperto delle lezioni su i-tunes del professor Corey Olsen.

Ho cominciato quindi a leggere il romanzo e di pari passo ascoltare le lezioni del professore, e cercherò di riassumere il tutto - brevemente. Ovviamente a chi conosce bene l'inglese ed è interessato consiglio di ascoltarsele, anche perché sono parecchie (mi pare trattino di due capitoli alla volta) e durano più di un'ora ciascuna, quindi la mia sintesi sarà mooolto parziale.

Lo hobbit è stato scritto 20 anni prima de Il Signore degli Anelli, ma la versione che conosciamo noi è un'edizione rivisitata del 1951. In questa edizione sono state fatte delle modifiche, essenzialmente per collegarlo alla vicenda del Signore degli Anelli.
L'edizione che ho letto io è quella dell'Adelphi del 1990

Dando per scontato che tutti conoscano la storia e che non ci siano problemi di spoileraggio, passo ai dettagli:

La vita di Bilbo Baggins, un membro della comunità hobbit, il popolo più pacifico e tranquillo delle Terre di Mezzo, sta per essere sconvolta dall'irruzione in casa sua di un gruppo di nani, che si presentano non invitati, svuotano la dispensa (le dispense degli hobbit sono molto fornite) e lo invitano ad andare con loro alla montagna solitaria per uccidere il drago Smog, diventato Smaug nel Signore degli Anelli e nel film, e liberare il tesoro che appartiene ai nani. Bilbo avrebbe il suo compito ben preciso: lo scassinatore.
Bilbo non è affatto contento. Scherziamo? Lasciare la sua comoda caverna hobbit (una delle più belle della Contea) per affrontare uno scomodo viaggio, magari saltando qualche pasto, e affrontare infine un drago?!?
In quanto alla sua abilità di scassinatore, sembra che solo Gandalf ne sia al corrente.
Tuttavia, il nostro Bilbo è combattuto. Perché Bilbo è sì uno hobbit, ma è uno hobbit un po' atipico. Infatti, la mamma di Bilbo era la famosa Belladonna Tuc, e si dice e si mormora che 
uno degli antenati dei Tuc doveva aver preso in moglie una fata. Naturalmente questo era assurdo, ma certo v'era ancora qualcosa di non tipicamente hobbit in loro, e di tanto in tanto qualche membro del clan Tuc partiva e aveva avventure.
Per farla breve, Bilbo parte per l'avventura. All'inizio del viaggio ci si chiede spesso che diavolo di utilità possa avere questo hobbit in una spedizione del genere. Sembra il classico pesce fuor d'acqua: non è forte, non è coraggioso, i nani non lo rispettano e non lo considerano degno di fiducia.
Una possibilità, secondo il professore, sta in questa meravigliosa parola: triscadacafobia, paura del numero 13. I nani sono appunto tredici (Dwalin, Balin, Kili, Fili, Dori, Nori, Ori, Oin, Gloin, Bifur, Bofur, Bombur, Thorin, in ordine di apparizione).
E poi c'è Gandalf lo stregone che lo raccomanda e continua a sostenere che è di lui che hanno bisogno i nani, anche se non sa spiegare il perché.
E quante volte Bilbo stesso ripensa alla sua comoda casetta durante tutta la durata del viaggio.
Tuttavia assistiamo ad una trasformazione di Bilbo: all'inizio dell'avventura la cosa peggiore che può capitare è fare tardi a cena, poi ci sarà l'incontro con i vagabondi (Troll), gli orchi e Gollum.

La prima tappa di questa improbabile compagnia è Forraspaccata (Granburrone), dove vive il mezz'elfo Elrond e c'è l'Ultima Casa Accogliente. I nani hanno bisogno di Elrond per leggere la mappa e capire come fare ad entrare nella montagna una volta arrivati.
Elrond scopre che la mappa contiene rune lunari, che possono essere lette solo quando la luna brilla dietro di esse, e solo se la luna è nella stessa fase e nella stessa stagione di quando le lettere furono scritte. Tutte condizioni che, casualmente, si verificano proprio quella notte. Quindi, con le istruzioni fornite da Elrond e la chiave fornita da Gandalf assieme alla mappa, la compagnia si lascia alle spalle l'Ultima casa Accogliente per raggiungere la montagna solitaria.

E' qui ne lo hobbit che scopriamo come Bilbo è venuto in possesso dell'anello, l'elemento che collega questo romanzo con Il Signore degli Anelli. Anche qui, niente di eroico, ma entra in gioco il caso, che poi caso non è mai, o la fortuna del nostro piccolo personaggio. Dopo essere stati attaccati dagli orchi, ed essere finiti in una grotta, Bilbo prende una botta in testa nella lotta e si risveglia da solo al buio. Bilbo, strisciando e mettendo le mani avanti per sapere dove andare, trova l'anello per terra e senza pensarci se lo infila in tasca, senza sapere che cos'è e che poteri ha. 
Importante il fatto che ne lo hobbit l'anello ha il potere di rendere invisibili e nient'altro, non si parla affatto di Sauron, il male e tutto ciò che sarà oggetto nel sequel.
Una delle modifiche di questa edizione è il personaggio di Gollum: qui diventa più cattivo, vuole uccidere Bilbo, è un personaggio più tragico e pietoso, infatti Bilbo che è nella posizione di ucciderlo, non lo fa per pietà. 
Per quanto riguarda le differenze tra il libro e la versione cinematografica invece, Gollum nel libro parla da solo, ma è sempre lo stesso, è solo la visione ottimista (Bilbo non riuscirà a scappare dai Goblin) e pessimista (Bilbo è un imbroglione, sa cosa fa l'anello e fa finta di essersi perso). Nel film Gollum litiga con se stesso, lato buono e lato cattivo.
Il duello di indovinelli di Gollum e Bilbo rispecchia il loro mondo. Gollum fa indovinelli che riguardano l'oscurità, il male, la morte, mentre quelli di Bilbo rappresentano la luce, il bene e la vita. Gollum riesce a rispondere agli indovinelli di Bilbo perché ha ancora delle vaghe reminiscenze del mondo alla luce del sole, e Bilbo riesce a rispondere a quelli di Gollum perché ha "assaggiato" un po' di questo mondo oscuro. La posta in gioco è la salvezza di Bilbo o la sua fine: se vince Gollum se lo mangia, e se vince Bilbo, Gollum deve indicargli l'uscita.
Bilbo vince, non senza imbrogliare un pochino, riesce a scappare e a tenersi l'anello.

Prosegue il viaggio avventuroso dei nostri personaggi, attraverso il Bosco Atro e un'altra serie di incontri fortunati (Beorn, elfi, aquile) e meno fortunati (ragni giganti, mannari) fino alla montagna solitaria e al drago, e a questo punto c'è un impasse
Discussero a lungo su ciò che bisognava fare, ma non riuscirono a trovare nessun sistema per sbarazzarsi di Smog, e proprio questo era sempre stato un punto debole dei loro piani, come Bilbo si sentiva propenso a far notare.
Insomma, sfidando la sorte e correndo gravi pericoli per la loro incolumità i nostri 14 giungono finalmente alla montagna. E adesso?!?
Cosa potranno mai fare 13 nani e uno hobbit contro un feroce drago?
E a cosa serve uno scassinatore per portare via un tesoro immenso e difficilmente trasportabile? Cosa pensavano questi nani? Che Bilbo tirasse fuori dalla montagna il tesoro pezzo per pezzo? Ma ci sarebbero voluti secoli!
E naturalmente anche qui entra in gioco il caso: l'armatura di Smog ha un buco sulla sinistra del petto, e proprio in quel buco verrà scagliata una freccia da Bard, un abitante di Pontelagolungo, la città più vicina alla montagna.

Orbene, in tutto l'immenso tesoro custodito dal drago, c'è un pezzo che da solo vale tanto quanto tutto il tesoro messo assieme: l'archepietra (archengemma). E Thorin, non appena riesce ad avvicinarsi al tesoro comincia a cercarla furiosamente e dà ordine ai suoi nani di cercarla e portargliela immediatamente. Secondo voi, l'archepietra dov'è? Ma ce l'ha Bilbo, of course, è la prima cosa che vede, sempre casualmente, e senza pensarci se la mette in tasca. Difficile non notare il parallelismo con il ritrovamento dell'anello. Per quanto riguarda l'archepietra, però, avrà un suo ruolo prima della fine del romanzo.
Quando i nani asserragliati nella montagna si rifiutano di cedere anche solo parte del tesoro che considerano loro di diritto (come anche gli uomini, gli elfi, etc), Bilbo riesce a sgattaiolare via, consegnare l'archepietra agli uomini per usarla come trattativa con Thorin, e salvare abilmente la situazione che stava diventando veramente pesante!

E giungiamo così al ritorno a casa di Bilbo, dove era stato dichiarato morto dai suoi odiati parenti, i Sackville-Baggins, che si stavano impossessando della sua bella casa, e oltre alle noie legali che si trascinarono per anni Bilbo scoprì di aver perso...la reputazione, era amico di elfi, nani e stregoni che ogni tanto passavano a trovarlo,
in effetti veniva considerato da tutti gli hobbit del circondario come un essere "stravagante", coll'eccezione dei suoi nipoti e nipotine dalla parte Tuc
Naturalmente si potrebbero scrivere ancora parecchie cose su questo fenomenale libro, che all'inizio fu scritto come un libro per bambini, ma la mia recensione è già troppo lunga. Spero solo di non aver voluto mettere troppe cose e di essere riuscita a non saltare troppo da palo in frasca, e soprattutto di avere fatto venire voglia alle amiche del venerdì del libro di rileggerlo!

14 commenti:

  1. E' la stessa versione che ho io e che ho provato a passare al primogenito ma con scarsi risultati, non la trova accativante, complice le pagine ingiallite e il font antiquato!

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  2. @kemate: un vero peccato! Magari tra un po'...

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  3. Noi lo abbiamo letto ai bambini durante un viaggio di circa 4 ore, e abbiamo continuato fino alla parte che per loro era...troppo fortina..lo riprenderemo, come tutti i classici di cui ora abbiamo letto solo qualche capitolo!

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  4. Mi vergogno a confessarlo ma io non sono mai riuscita a leggerlo!
    Recupererò magari insieme a mia figlia, ma il genere mi appassiona poco e ho una coda di libri da leggere inquietante...
    mi tengo da parte il tuo post, le lezioni in inglese invece mi intrigano parecchio, cerco sempre modi per allenarlo. grazie!

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  5. Avendo letto e amato Il Signore degli Anelli, prima o poi dovrò leggere anche questo qui, non credi? E magari vedere anche il film, che mi sono persa quando è uscito al cinema.
    Un bacio, buon weekend :-)

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  6. @maris: devi assolutissimamente devi! Un buon weekend anche a te.

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  7. Riletto l'anno scorso insieme agli Anatri, che ne hanno apprezzato caratteri e differenze tra codici, nonché le differenze con la prima versione.

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  8. Bellissima recensione, e ancor più bello il soggetto ^__^
    Ho aspettato a rispondere oggi perché il 22 Settembre è il compleanno di Bilbo, nonché di Frodo - ed è perfino il 76esimo anniversario della pubblicazione del romanzo (ma non so se i due eventi sono collegati).
    Lo Hobbit è davvero un bel libro, con tanti livelli di lettura dietro un'apparenza leggera e persino frivola. E ascolterei molto volentieri le conferenze, se avessi speranza di capirci qualcosa o se fossero sottotitolate...

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  9. @murasaki: mi fa piacere che ti sia piaciuto quello che ho scritto (sei considerata da me un luminare in proposito). È vero! Quando ho scritto questo post era agosto e la decisione di pubblicarlo questo venerdì quasi in concomitanza col compleanno è totalmente casuale...sempre se vogliamo credere alla casualità...

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  10. Mi sembra giusto; del resto sia lo Hobbit che il Signore degli Anelli sono pieni di casualissime casualità che casualmente danno una certa svolta alle vicende :)

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  11. E! nel commentare sono perfino riuscita a sloggarmi!

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  12. Il genere fantasy non l'ho mai "frequentato", penso di iniziare a breve con saga di Harry e poi passare agli elfi vari

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  13. penso proprio che dovrò finirlo di leggere ed i vostri commenti mi inducono ancor di più
    buona settimana e complimenti per il tuo bel blog
    Simonetta

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  14. @simonetta: una lettrice appassionata come te deve averlo nei suoi ricordi. Tra l'altro si legge molto velocemente.

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