Oggi di polemiche ce ne sono parecchie.
La nostra realtà scolastica era (notare il passato) una nicchia che si distingueva per il fatto di dare la possibilità di fare l'inglese potenziato.
Una cosa osteggiata da tutti a livello istituzionale, ma molto apprezzata dai genitori, quindi concessa.
Concessa nel senso che anche a livello di cattedre al provveditorato la nostra sede aveva in organico l'inglese potenziato.
Fino ad oggi.
Perché dopo anni di libera e democratica scelta, dove di solito vinceva il potenziato con percentuali bulgare, c'è stato l'intervento di due genitori, che non accettando di vivere in democrazia e di far decidere alla maggioranza, sono andati a fare togliere l'opzione dal modulo d'iscrizione alla scuola media. E' bastato un colloquio con Amalia, la preside. Credo non abbiano neanche dovuto insistere troppo.
Così l'anno prossimo ci sarà obbligatoriamente inglese e francese a Mordor, inglese e tedesco a Gondor e a Granburrone.
Perché ai due genitori è stata data facoltà di scegliersi anche la lingua che preferivano.
Quindi ne risulta che l'anno prossimo avremo un posto orario di ben quattro ore su due sedi diverse di lingua tedesca. Arriveranno come le mosche gli insegnanti (se state pensando che possono completare con un'altra scuola, scordatevelo, qui siamo nella Terra di Mezzo e le scuole più vicine sono, tipo, a Valinor... not in the same day).
Ah, ma che stupida, che lavoro fa uno dei due genitori? L'insegnante. Ah, che bello, cosa insegna? Tedesco? Ma va? Guarda a volte il caso...
giovedì 30 gennaio 2014
La didattica del fare...pagare
Ora di pranzo. Calvin arriva con il diario in mano perché devo firmare una cosa e poi dire se sono d'accordo, ma lo devo fare entro venerdì, però non è obbligatoria, solo se vuoi. Vuoi?
Calvin, adesso mangiamo, dopo guardo il diario, c'è tempo fino a stasera....no?
Ok.
Finito di mangiare se ne va a giocare e dalla sala mi arriva la voce...puoi firmare il diario?
Vado a vedere di cosa si tratta, anche se ho già capito e sono già cominciati a girarmi i santissimi...
Cominciamo con la premessa che qualche settimana fa è arrivata la richiesta di un contributo per un laboratorio in orario curricolare fatto da un "esperto" di arte. Il laboratorio di arte si poteva fare solo se i genitori erano d'accordo a pagare...e se anche un solo genitore non voleva pagare, liberissimo eh, però il laboratorio non sarebbe stato attuato.
Cosa fai? Non paghi? Costringendo tutti gli altri a non farlo e lasciando un poveretto senza di che sfamare la sua famiglia? Nella terra della Brava Gente?
Non se ne parla neanche.
Chiusa la premessa.
Oggi arriva una bella letterina firmata dai rappresentanti di classe di tutta la Scuola Primaria (un colpo da maestre...) che spiega come i contributi da parte degli Enti locali si sia ridotto e di come i laboratori siano invece sempre più cari, e che visto l'enorme successo che hanno avuto nelle precedenti annate scolastiche, sarebbe un vero peccato se quest'anno i bambini non potessero usufruire del laboratorio musicale e del progetto di motoria.
Quindi si chiede un contributo, sempre volontario eh? per carità. Che si dà il caso che detti laboratori siano, tra l'altro già iniziati, e quale momento migliore per chiedere ad un genitore di decidere se staccare la spina praticando l'eutanasia su queste attività tanto amate dai bambini...
Ma certo Calvin che siamo d'accordo. Ci mancherebbe! Sei contento vero di fare musica? Si, contentissimo. Bravo!
*§ç°=£" @#[?/! à^/$££££
No, no, niente, tutto a posto, non ci fate caso...
Calvin, adesso mangiamo, dopo guardo il diario, c'è tempo fino a stasera....no?
Ok.
Finito di mangiare se ne va a giocare e dalla sala mi arriva la voce...puoi firmare il diario?
Vado a vedere di cosa si tratta, anche se ho già capito e sono già cominciati a girarmi i santissimi...
Cominciamo con la premessa che qualche settimana fa è arrivata la richiesta di un contributo per un laboratorio in orario curricolare fatto da un "esperto" di arte. Il laboratorio di arte si poteva fare solo se i genitori erano d'accordo a pagare...e se anche un solo genitore non voleva pagare, liberissimo eh, però il laboratorio non sarebbe stato attuato.
Cosa fai? Non paghi? Costringendo tutti gli altri a non farlo e lasciando un poveretto senza di che sfamare la sua famiglia? Nella terra della Brava Gente?
Non se ne parla neanche.
Chiusa la premessa.
Oggi arriva una bella letterina firmata dai rappresentanti di classe di tutta la Scuola Primaria (un colpo da maestre...) che spiega come i contributi da parte degli Enti locali si sia ridotto e di come i laboratori siano invece sempre più cari, e che visto l'enorme successo che hanno avuto nelle precedenti annate scolastiche, sarebbe un vero peccato se quest'anno i bambini non potessero usufruire del laboratorio musicale e del progetto di motoria.
Quindi si chiede un contributo, sempre volontario eh? per carità. Che si dà il caso che detti laboratori siano, tra l'altro già iniziati, e quale momento migliore per chiedere ad un genitore di decidere se staccare la spina praticando l'eutanasia su queste attività tanto amate dai bambini...
Ma certo Calvin che siamo d'accordo. Ci mancherebbe! Sei contento vero di fare musica? Si, contentissimo. Bravo!
*§ç°=£" @#[?/! à^/$££££
No, no, niente, tutto a posto, non ci fate caso...
mercoledì 29 gennaio 2014
Aulë e Yavanna
Aulë, per il grande desiderio che nutriva per l'avvento dei Figli, in un eccesso di zelo, crea i Nani.
I Nani, creati nell'oscurità della Terra di Mezzo, devono essere forti e inflessibili, per potere contrastare Melkor.
Aulë, però, sapendo che Ilúvatar aveva deciso che gli Elfi fossero i Primogeniti, lavora in gran segreto. I maneggi di Aulë, ovviamente, non sfuggono a Ilúvatar, che lo affronta
Yavanna, la sposa di Aulë, non è affatto contenta dell'opera del marito. Essendo lei la signora della natura (dei Kelvar - animali e Olvar - piante), ha paura che i Nani deturperanno e distruggeranno la sua opera, per costruire e mangiare. Soprattutto gli Olvar saranno indifesi, perché non possono scappare. Creò allora i Pastori di Alberi, ma anche loro dovranno aspettare la nascita dei Primogeniti.
In questo capitolo abbiamo un'altra ribellione dei Valar, la prima è stata quella di Melkor, e adesso Aulë. Entrambi vogliono creare qualcosa, ma per scopi diversi. Melkor vuole dominare mentre Aulë vuole fare il lavoro del padre, per imitarlo come un discepolo. Tuttavia l'azione di Aulë ha delle conseguenze: ha introdotto il conflitto tra i Valar. Fino a questo momento erano tutti in armonia, sia nella creazione che nel combattere Melkor. Siccome Aulë ha agito di nascosto, e non in accordo con gli altri Valar, i suoi figli saranno in conflitto con in figli degli altri Valar (animali e piante) e i figli di Ilùvatar (Primogeniti).
I Nani, creati nell'oscurità della Terra di Mezzo, devono essere forti e inflessibili, per potere contrastare Melkor.
Aulë, però, sapendo che Ilúvatar aveva deciso che gli Elfi fossero i Primogeniti, lavora in gran segreto. I maneggi di Aulë, ovviamente, non sfuggono a Ilúvatar, che lo affronta
Perché hai fatto questo? Perché hai tentato ciò che sai trascendere il tuo potere e la tua autorità?Aulë risponde
Desideravo cose diverse da me, da amare e ammaestrare, sì che anch'esse potessero percepire la bellezza di Eä, da te prodotta. Mi è parso infatti che in Arda vi sia spazio sufficiente per molte creature. He in essa possano gioire, eppure Arda è per lo più ancora vuota e sordama non volendo ribellarsi al suo dio, Aulë è pronto a distruggere le sue creature, a compiere il sacrificio. Ilùvatar lo perdona ma decreta che le sue creature saranno sempre imperfette, così come lui le ha create, e che dovranno dormire nella tenebra fino al l'avvento dei Primogeniti.
Yavanna, la sposa di Aulë, non è affatto contenta dell'opera del marito. Essendo lei la signora della natura (dei Kelvar - animali e Olvar - piante), ha paura che i Nani deturperanno e distruggeranno la sua opera, per costruire e mangiare. Soprattutto gli Olvar saranno indifesi, perché non possono scappare. Creò allora i Pastori di Alberi, ma anche loro dovranno aspettare la nascita dei Primogeniti.
In questo capitolo abbiamo un'altra ribellione dei Valar, la prima è stata quella di Melkor, e adesso Aulë. Entrambi vogliono creare qualcosa, ma per scopi diversi. Melkor vuole dominare mentre Aulë vuole fare il lavoro del padre, per imitarlo come un discepolo. Tuttavia l'azione di Aulë ha delle conseguenze: ha introdotto il conflitto tra i Valar. Fino a questo momento erano tutti in armonia, sia nella creazione che nel combattere Melkor. Siccome Aulë ha agito di nascosto, e non in accordo con gli altri Valar, i suoi figli saranno in conflitto con in figli degli altri Valar (animali e piante) e i figli di Ilùvatar (Primogeniti).
lunedì 27 gennaio 2014
Quenta Silmarillion - La Storia dei Silmaril
Capitolo 1 - L'inizio dei giorni
Nella Prima Guerra, prima che Arda fosse pienamente formata, Melkor ebbe il sopravvento finché intervenne Tulkas che lo sconfisse.
Yavanna piantò poi i semi degli alberi, e Aule costruì due grandi luminari per la Terra di Mezzo, che vennero posti in cima ad alti pilastri, chiamati Iluin e Ormal.
Durante la grande festa dei Valar decretata da Manwe, mentre si riposavano stanchi e soddisfatti, Melkor si ripresentò in segreto e cominciò gli scavi per costruire una grande fortezza sotto terra, detta Utumno
I Valar migrarono dalla Terra di Mezzo alla Terra di Aman, ai limiti del mondo (Valinor), e qui eressero delle alte mura per paura di Melkor.
Yavanna intonò un canto di potere e Nienna pianse sul tumulo Ezellohar (Corollaire) dinanzi alla porta occidentale della città di Valmar, e due snelli virgulti si levarono. Gli alberelli crebbero e divennero belli e alti e pieni di fiori. Così nacquero i due alberi di Valinor:
Telperion, il maschio, (anche Silpion e Ninquelote) dal quale spioveva una rugiada di argentea luce
Laurelin, la femmina (anche Marinalda e Culùrien) i cui bocci promanavano calore e una gran luce.
Dalla prima fioritura di Telperion, i Valar cominciarono a contare le ere del loro regno in Valinor.
Si avvicina la nascita dei Primogeniti, figli di Ilùvatar, gli Elfi (Quendi), e gli Uomini (Atavi), e la Terra di Mezzo è senza luce, ed è dimora di Melkor.
Gli Elfi sono più simili agli Ainur, anche se minori in potenza
Nella Prima Guerra, prima che Arda fosse pienamente formata, Melkor ebbe il sopravvento finché intervenne Tulkas che lo sconfisse.
Yavanna piantò poi i semi degli alberi, e Aule costruì due grandi luminari per la Terra di Mezzo, che vennero posti in cima ad alti pilastri, chiamati Iluin e Ormal.
Durante la grande festa dei Valar decretata da Manwe, mentre si riposavano stanchi e soddisfatti, Melkor si ripresentò in segreto e cominciò gli scavi per costruire una grande fortezza sotto terra, detta Utumno
Benché i Valar nulla ancora ne sapessero, la malvagità di Melkor e la perfida influenza del suo odio ne esalavano, sì che la Primavera di Arda ne fu guasta. Verdi cose s'ammalarono e marcirono, e fiumi restarono intasati da erbacce e limo e si formarono maremme, fetide e atossicanti...prima che i Valar lo trovassero, Melkor abbatté Illuin e Ormal, le lampade dei Valar, e deturpò la simmetria di Arda.
I Valar migrarono dalla Terra di Mezzo alla Terra di Aman, ai limiti del mondo (Valinor), e qui eressero delle alte mura per paura di Melkor.
Yavanna intonò un canto di potere e Nienna pianse sul tumulo Ezellohar (Corollaire) dinanzi alla porta occidentale della città di Valmar, e due snelli virgulti si levarono. Gli alberelli crebbero e divennero belli e alti e pieni di fiori. Così nacquero i due alberi di Valinor:
Telperion, il maschio, (anche Silpion e Ninquelote) dal quale spioveva una rugiada di argentea luce
Laurelin, la femmina (anche Marinalda e Culùrien) i cui bocci promanavano calore e una gran luce.
Dalla prima fioritura di Telperion, i Valar cominciarono a contare le ere del loro regno in Valinor.
Si avvicina la nascita dei Primogeniti, figli di Ilùvatar, gli Elfi (Quendi), e gli Uomini (Atavi), e la Terra di Mezzo è senza luce, ed è dimora di Melkor.
Gli Elfi sono più simili agli Ainur, anche se minori in potenza
i Quendi saranno le più leggiadre di tutte le creature terrene, e possiederanno e concepiranno e produrranno più bellezza di tutti i miei Figli; e avranno la maggior felicità di questo mondoagli Uomini Ilùvatar concede un altro dono
volle dunque che i cuori degli Uomini indagassero al di là del mondo, e in questo mai trovassero pace; ma che avessero la facoltà di plasmare la propria vita oltre la Musica degli Ainur
sabato 25 gennaio 2014
Valaquenta - Novero dei Valar
I tanti e particolari nomi di solito scoraggiano la lettura del Silmarillion, cerchiamo di fare un po' di chiarezza cominciando con i Valar, i loro nomi (a volte doppi) e la loro "specialità".
I Valar sono 7, e più precisamente:
Manwe (Súlimo), il vento, l'aria
Ulmo, le acque
Aulë, il fabbro, le sostanze
Oromë (Aldaron, Tauron), signore delle foreste, cacciatore di mostri e amante di tutti gli alberi
Mandos, custode della casa dei morti
Lórien, signore delle visioni e dei sogni
Tulkas (Astaldo), il valoroso.
Melkor non è più annoverato tra i Valar, e il suo nome non viene pronunciato sulla Terra.
Poi ci sono le Regine dei Valar, le Valier:
Varda (Elbereth), la luce, signora delle stelle e sposa di Manwë
Yavanna, dispensatrice di frutti, sposa di Aulë
Nienna, il dolore
Vaire, la tessitrice, sposa di Mandos
Nessa, sposa di Tulkas, trae diletto dalla danza
Vana, la sempregiovane, sposa di Orome
Este, la gentile, che medica ferite e stanchezza, sposa di Lòrien
Tra i Valar ci sono mariti e mogli e fratelli e sorelle, ma non ci sono genitori e figli. I fratelli sono Manwe e Melkor, Mandos, Lòrien e Nienna, Nessa e Orome, Vàna e Yavanna.
I Maiar sono degli altri spiriti di grado minore, quindi loro servi e ausiliari, non se ne conosce il numero, e i principali sono:
Ilmare, l'ancella di Varda
Eonwe, l'alfiere e araldo di Manwe
Osse, vassallo di Ulmo
Uinen, signora dei mari
Melian, serve sia Vana che Este
Olòrin, saggio sovra tutti i Maiar
Infine ci sono i Nemici, il primo e principale è ovviamente
Melkor (Morgoth), lo Scuro Nemico del Mondo, un Valar caduto
I Valaraukar (Balrog), demoni di terrore, dei Maiar caduti
Gorthaur il Crudele (Sauron), un Maiar caduto
I Valar sono 7, e più precisamente:
Manwe (Súlimo), il vento, l'aria
Ulmo, le acque
Aulë, il fabbro, le sostanze
Oromë (Aldaron, Tauron), signore delle foreste, cacciatore di mostri e amante di tutti gli alberi
Mandos, custode della casa dei morti
Lórien, signore delle visioni e dei sogni
Tulkas (Astaldo), il valoroso.
Melkor non è più annoverato tra i Valar, e il suo nome non viene pronunciato sulla Terra.
Poi ci sono le Regine dei Valar, le Valier:
Varda (Elbereth), la luce, signora delle stelle e sposa di Manwë
Yavanna, dispensatrice di frutti, sposa di Aulë
Nienna, il dolore
Vaire, la tessitrice, sposa di Mandos
Nessa, sposa di Tulkas, trae diletto dalla danza
Vana, la sempregiovane, sposa di Orome
Este, la gentile, che medica ferite e stanchezza, sposa di Lòrien
Tra i Valar ci sono mariti e mogli e fratelli e sorelle, ma non ci sono genitori e figli. I fratelli sono Manwe e Melkor, Mandos, Lòrien e Nienna, Nessa e Orome, Vàna e Yavanna.
I Maiar sono degli altri spiriti di grado minore, quindi loro servi e ausiliari, non se ne conosce il numero, e i principali sono:
Ilmare, l'ancella di Varda
Eonwe, l'alfiere e araldo di Manwe
Osse, vassallo di Ulmo
Uinen, signora dei mari
Melian, serve sia Vana che Este
Olòrin, saggio sovra tutti i Maiar
Infine ci sono i Nemici, il primo e principale è ovviamente
Melkor (Morgoth), lo Scuro Nemico del Mondo, un Valar caduto
I Valaraukar (Balrog), demoni di terrore, dei Maiar caduti
Gorthaur il Crudele (Sauron), un Maiar caduto
venerdì 24 gennaio 2014
Ainulindale - La Musica degli Ainur
L' Ainulìndale (con l'accento sulla i), è il racconto del principio.
Ancora prima della creazione del mondo, della Terra (chiamata Arda), c'era Ilùvatar - detto anche Eru - e c'erano gli Ainur, degli spiriti potentissimi.
Sotto la direzione di Ilùvatar, come un Maestro d'orchestra, gli Ainur compongono la loro canzone.
Nel primo tema gli Ainur non si sovrapponevano, ognuno cantava una parte; ma nel secondo tema Ilùvatar chiede che essi cantino in armonia:
Assieme a tutte queste belle cose, però, arriva una voce discordante, la voce di Melkor, tra gli Ainur molto potente e dotato di immensi doni, che pensa di innalzarsi ulteriormente, cantando in questo modo la potenza di Ilùvatar stesso. Crea però il caos, l'armonia è rotta e la musica si ferma.
Ilùvatar sorride, perché sa che Melkor si ribellerà, perché lui sa e vede tutto.
Tutti gli Ainur sono liberi di esprimersi attraverso la loro musica, di contribuire o meno alla musica (libero arbitrio?), ma Ilùvatar ha il controllo (predestinazione?). A quanto pare la diatriba è tale solo se si intendono le due cose come una l'opposto dell'altro, come noi tendiamo a fare. Noi pensiamo così perché vediamo tutto in relazione al tempo, in maniera cronologica, quindi pensiamo che Dio (Ilùvatar) veda il futuro e sappia e preveda quello che succederà. Ma Ilùvatar/Dio è al di fuori del tempo. Non c'è previsione, c'è visione, comprensione di tutto e conoscenza.
Ha inizio il tempo, e i Valar (che sono sempre degli Ainur) hanno il compito di fare il mondo per preparare la dimora dei figli di Ilùvatar: gli Elfi e gli Uomini. I Valar sono sette, tra di essi Manwe (vento), Aule (sostanze) e Ulmo (acque) fanno la maggior parte dell'opera.
Comincia la discordia tra i Valar e Melkor, e tutto quello che i primi creano, Melkor lo distrugge.
Ancora prima della creazione del mondo, della Terra (chiamata Arda), c'era Ilùvatar - detto anche Eru - e c'erano gli Ainur, degli spiriti potentissimi.
Sotto la direzione di Ilùvatar, come un Maestro d'orchestra, gli Ainur compongono la loro canzone.
Nel primo tema gli Ainur non si sovrapponevano, ognuno cantava una parte; ma nel secondo tema Ilùvatar chiede che essi cantino in armonia:
Allora la voce degli Ainur...prese a plasmare il tema di Ilùvatar in una grande musica; e si levò un suono di melodie infinitamente avvicendantisi, conteste in armonia, che trascendevano l'udibile in profondità e altezza, e i luoghi della dimora di Ilùvatar ne erano riempiti a traboccarne, e la musica e l'eco della musica si spandevano nel Vuoto, ed esso non era vacuo
Assieme a tutte queste belle cose, però, arriva una voce discordante, la voce di Melkor, tra gli Ainur molto potente e dotato di immensi doni, che pensa di innalzarsi ulteriormente, cantando in questo modo la potenza di Ilùvatar stesso. Crea però il caos, l'armonia è rotta e la musica si ferma.
Ilùvatar sorride, perché sa che Melkor si ribellerà, perché lui sa e vede tutto.
Tutti gli Ainur sono liberi di esprimersi attraverso la loro musica, di contribuire o meno alla musica (libero arbitrio?), ma Ilùvatar ha il controllo (predestinazione?). A quanto pare la diatriba è tale solo se si intendono le due cose come una l'opposto dell'altro, come noi tendiamo a fare. Noi pensiamo così perché vediamo tutto in relazione al tempo, in maniera cronologica, quindi pensiamo che Dio (Ilùvatar) veda il futuro e sappia e preveda quello che succederà. Ma Ilùvatar/Dio è al di fuori del tempo. Non c'è previsione, c'è visione, comprensione di tutto e conoscenza.
Ha inizio il tempo, e i Valar (che sono sempre degli Ainur) hanno il compito di fare il mondo per preparare la dimora dei figli di Ilùvatar: gli Elfi e gli Uomini. I Valar sono sette, tra di essi Manwe (vento), Aule (sostanze) e Ulmo (acque) fanno la maggior parte dell'opera.
Comincia la discordia tra i Valar e Melkor, e tutto quello che i primi creano, Melkor lo distrugge.
E pure la loro fatica non era tutta invano; e sebbene mai, in nessuna opera, fossero la loro volontà e il loro proposito realizzato appieno, e tutte le cose fossero, per forma e per colore, diverse dall'intendimento primo dei Valar, lentamente la Terra ciononostante venne plasmata e resa ferma. E così la dimora dei Figli di Ilùvatar fu finalmente eretta nelle Profondità del Tempo e fra le stelle innumerevoli.
mercoledì 22 gennaio 2014
Del Silmarillion
Il Silmarillion è il resoconto della Prima Era della Terra di Mezzo, è la mitologia elfica, è un libro scritto dagli Elfi, quindi con la loro prospettiva e il loro modo di vedere le cose, e ci è stato trasmesso da Bilbo, che l'ha tradotto per noi.
La lettura di questo libro, che non è particolarmente lungo, ma è universalmente riconosciuto (universally acknowledged, direbbe Jane Austen) come ostico, non sarebbe stata possibile - per me - senza l'aiuto del Tolkien Professor e dei Silmarillionaires.
Del Professore ho già parlato altre volte, e non mi stancherò mai di ripetere quanto mi senta fortunata ad essermi imbattuta, ancorché solo virtualmente, in lui. I Silmarillionaires, sono coloro che hanno seguito il seminario sul Silmarillion, appunto, in diretta. Quindi, assieme al Professore commentano e si chiedono cose, e approfondiscono, e si divertono molto a chiacchierare su ogni particolare, fare ipotesi e anche scoprire e far scoprire cose che una lettura singolare non avrebbe mai portato alla luce.
Ed è quindi con la testa piena di storie di Elfi (principalmente), e mondi mitici, e nomi su nomi e avvenimenti belli e brutti, che mi accingo a scrivere di questa grandiosa opera, che Tolkien non è riuscito a completare, ma che suo figlio Christopher ha revisionato e pubblicato per noi.
Lo farò in pillole, che questa è la forma che più mi aggrada, prendendo in considerazione solo un capitolo alla volta. Stay tuned and God Speed!
La lettura di questo libro, che non è particolarmente lungo, ma è universalmente riconosciuto (universally acknowledged, direbbe Jane Austen) come ostico, non sarebbe stata possibile - per me - senza l'aiuto del Tolkien Professor e dei Silmarillionaires.
Del Professore ho già parlato altre volte, e non mi stancherò mai di ripetere quanto mi senta fortunata ad essermi imbattuta, ancorché solo virtualmente, in lui. I Silmarillionaires, sono coloro che hanno seguito il seminario sul Silmarillion, appunto, in diretta. Quindi, assieme al Professore commentano e si chiedono cose, e approfondiscono, e si divertono molto a chiacchierare su ogni particolare, fare ipotesi e anche scoprire e far scoprire cose che una lettura singolare non avrebbe mai portato alla luce.
Ed è quindi con la testa piena di storie di Elfi (principalmente), e mondi mitici, e nomi su nomi e avvenimenti belli e brutti, che mi accingo a scrivere di questa grandiosa opera, che Tolkien non è riuscito a completare, ma che suo figlio Christopher ha revisionato e pubblicato per noi.
Lo farò in pillole, che questa è la forma che più mi aggrada, prendendo in considerazione solo un capitolo alla volta. Stay tuned and God Speed!
mercoledì 15 gennaio 2014
Il film tanto atteso
Le vacanze di Natale, ma ancora stiamo qui a parlarne? Ebbene sì!
Dicevo appunto che le vacanze di Natale hanno portato anche l'annuale cinema (annuale adesso che c'è Peter Jackson), e finalmente abbiamo avuto la nostra dose di hobbit indispensabile a rallegrare le nostre altrimenti squallide esistenze (ma và là).
Dato che l'amica tolkeniana latita, mi tocca parlarne per prima.
Il film Lo hobbit, la desolazione di Smaug, rigorosamente in 3D, non è stato proprio come mi auspicavo, ma è stato come in fondo mi aspettavo. Cioè, è logico che se vuoi tirare fuori tre film da uno smilzo romanzo, devi metterci qualcosa di tuo.
Ma questo in sé e per sé, non è che sia sempre un male. Sono la prima ad avere apprezzato l'aggiunta di Legolas, Orlando Bloom ha un suo perché (ma l'elfa che si innamora del nano proprio non si può accettare).
E non si può neanche sostenere, secondo me, come fa il prof in questo articolo, che ne lo hobbit ci sono comunque delle parti non scritte, tipo dove va Gandalf quando sparisce, che possono essere la scusa per aggiunte e aggiuntine.
Ci sono comunque nel film delle parti completamente diverse che è difficile spiegare in questo modo, particolarmente verso la fine, con i nani che entrano nella montagna e combattono con Smaug. Ma in questo modo si vanifica tutta la ragione per portarsi dietro uno scassinatore fin dall'inizio!
Non mi è proprio piaciuta la parte dell'enorme nano d'oro per placcare d'oro il drago-pollo (qualcuno ha detto che assomiglia più a un pollo che a un drago, una questione di ali e zampe, non chiedetemi di più che non mi ricordo neanche dove l'ho letto).
Insomma, sicuramente di questo film mi ricorderò la confezione magnum (una cosa che non ha alcun senso, ma è una di quelle cose esagerate che si fanno ogni tanto) di pop corn
Dicevo appunto che le vacanze di Natale hanno portato anche l'annuale cinema (annuale adesso che c'è Peter Jackson), e finalmente abbiamo avuto la nostra dose di hobbit indispensabile a rallegrare le nostre altrimenti squallide esistenze (ma và là).
Dato che l'amica tolkeniana latita, mi tocca parlarne per prima.
Il film Lo hobbit, la desolazione di Smaug, rigorosamente in 3D, non è stato proprio come mi auspicavo, ma è stato come in fondo mi aspettavo. Cioè, è logico che se vuoi tirare fuori tre film da uno smilzo romanzo, devi metterci qualcosa di tuo.
Ma questo in sé e per sé, non è che sia sempre un male. Sono la prima ad avere apprezzato l'aggiunta di Legolas, Orlando Bloom ha un suo perché (ma l'elfa che si innamora del nano proprio non si può accettare).
E non si può neanche sostenere, secondo me, come fa il prof in questo articolo, che ne lo hobbit ci sono comunque delle parti non scritte, tipo dove va Gandalf quando sparisce, che possono essere la scusa per aggiunte e aggiuntine.
Ci sono comunque nel film delle parti completamente diverse che è difficile spiegare in questo modo, particolarmente verso la fine, con i nani che entrano nella montagna e combattono con Smaug. Ma in questo modo si vanifica tutta la ragione per portarsi dietro uno scassinatore fin dall'inizio!
Non mi è proprio piaciuta la parte dell'enorme nano d'oro per placcare d'oro il drago-pollo (qualcuno ha detto che assomiglia più a un pollo che a un drago, una questione di ali e zampe, non chiedetemi di più che non mi ricordo neanche dove l'ho letto).
Insomma, sicuramente di questo film mi ricorderò la confezione magnum (una cosa che non ha alcun senso, ma è una di quelle cose esagerate che si fanno ogni tanto) di pop corn
...e comunque l'anno prossimo saremo ancora lì coi nostri occhialini, i nostri pop corn (magari la confezione più piccola) e le nostre critiche.
mercoledì 8 gennaio 2014
Le recensioni di Calvin
Le vacanze natalizie appena trascorse sono state all'insegna della visione del famoso ciclo di fantascienza trasmesso a ripetizione da un canale apposito (comunque noi possediamo il cofanetto e ogni tanto facciamo la maratona anche senza i suggerimenti del magnate australiano).
Una semi-novità sono stati e tre film prequel, soprattutto per Calvin, che alla scena tra Anakin e la futura madre di Luke e Leia, quando lui dice che da quando ti ho conosciuta non faccio altro che pensare a te e tutto questo tempo in cui siamo stati separati ho sofferto tantissimo e che anche adesso che siamo vicini (ma non tanto quanto vorrebbe lui) soffro...
...questa sarebbe la versione allungata di (virgolette con le mani) ti amo?
Una semi-novità sono stati e tre film prequel, soprattutto per Calvin, che alla scena tra Anakin e la futura madre di Luke e Leia, quando lui dice che da quando ti ho conosciuta non faccio altro che pensare a te e tutto questo tempo in cui siamo stati separati ho sofferto tantissimo e che anche adesso che siamo vicini (ma non tanto quanto vorrebbe lui) soffro...
...questa sarebbe la versione allungata di (virgolette con le mani) ti amo?
sabato 4 gennaio 2014
S-commesse
In una famosa catena di negozi di intimo e abbigliamento, che per non fare nomi inizia con la t e finisce con zenis, entro a comprare delle magliette.
Ne scelgo di diversi colori, poi vedo un maglioncino nero lungo, e decido di prendere anche quello.
Vado alla cassa e il totale è € 51,50.
Prendo € 50 e poi guardo se ho della moneta. Non ce l'ho. Ho solo un'altra banconota da € 50, e la tiro fuori dicendo, mi dispiace ma devo darle questa.
La cassiera perfettamente vestita e truccata e completamente ggiovane mi dice non ha due euro?
No, mi spiace.
Cinque?
Eh, no cara.
Dieci? Venti?
Te li avrei dati se li avessi avuti...
Allora comincia a imprecare sulla sua sfiga (?) e ad andare in giro a cercare il resto con fare decisamente scocciato.
Per fortuna dopo sono andata anche in un'altra famosa catena di negozi di prodotti per il make-up, che sempre per non fare nomi è quella che comincia con k e finisce con ko.
Guardo gli smalti, di tutti i colori, a specchio, lucidi, opachi, con la calamita per fare i disegnini...le calamite esposte sono tutte con un disegnino che ho già, mentre c'è quello a spirale molto carino che mi manca.
La commessa si avvicina (lei, senza essere chiamata) e chiede se ho bisogno d'aiuto, allora io le chiedo della calamita. Lei mi dice, se vuole posso vedere se me la mandano...io rispondo, no guardi, sono qui di passaggio, non importa.
Potrebbe finire qui, ma la commessa perfettamente abbigliata e truccata e completamente ggiovane mi dice, ma certo che per una cosa che costa 1 euro e mezzo non faccio l'ordine!!!!
Ma allora, pensa la molto meno glamour, molto meno perfettamente abbigliata e truccata e molto meno ggiovane (sì, esatto, me stessa medesima), che €@¥¥# vuoi?
Ne scelgo di diversi colori, poi vedo un maglioncino nero lungo, e decido di prendere anche quello.
Vado alla cassa e il totale è € 51,50.
Prendo € 50 e poi guardo se ho della moneta. Non ce l'ho. Ho solo un'altra banconota da € 50, e la tiro fuori dicendo, mi dispiace ma devo darle questa.
La cassiera perfettamente vestita e truccata e completamente ggiovane mi dice non ha due euro?
No, mi spiace.
Cinque?
Eh, no cara.
Dieci? Venti?
Te li avrei dati se li avessi avuti...
Allora comincia a imprecare sulla sua sfiga (?) e ad andare in giro a cercare il resto con fare decisamente scocciato.
Per fortuna dopo sono andata anche in un'altra famosa catena di negozi di prodotti per il make-up, che sempre per non fare nomi è quella che comincia con k e finisce con ko.
Guardo gli smalti, di tutti i colori, a specchio, lucidi, opachi, con la calamita per fare i disegnini...le calamite esposte sono tutte con un disegnino che ho già, mentre c'è quello a spirale molto carino che mi manca.
La commessa si avvicina (lei, senza essere chiamata) e chiede se ho bisogno d'aiuto, allora io le chiedo della calamita. Lei mi dice, se vuole posso vedere se me la mandano...io rispondo, no guardi, sono qui di passaggio, non importa.
Potrebbe finire qui, ma la commessa perfettamente abbigliata e truccata e completamente ggiovane mi dice, ma certo che per una cosa che costa 1 euro e mezzo non faccio l'ordine!!!!
Ma allora, pensa la molto meno glamour, molto meno perfettamente abbigliata e truccata e molto meno ggiovane (sì, esatto, me stessa medesima), che €@¥¥# vuoi?
venerdì 3 gennaio 2014
Il Signore degli Anelli - Le appendici
Avevo promesso al Venerdì del libro un ultimo post sulle Appendici del Signore degli Anelli.
Le appendici sono ben sei, e sono tutte dedicate ad approfondire la storia con ulteriori spiegazioni, integrazioni, alberi genealogici e cronache dettagliate della prima, seconda e terza era. In più ci sono quelle dedicate alle lingue e alle pronunce. Sono ciò che Tolkien definisce "the necessary background of history".
Viene un po' da chiedersi perché Tolkien si sia dato così tanto da fare per compilare queste appendici, non sembrano informazioni fondamentali per la comprensione della storia. Ma allora, perché sono secondo lui necessarie?
Partiamo da quelle sulle lingue. La questione della lingua è fondamentale per Tolkien, infatti è l'unico scrittore che si pone il problema della traduzione, perché pensa che i personaggi non parlino inglese originariamente. Altri autori non si preoccupano di questo aspetto, pensiamo ad esempio a Martin, anche lui ha inventato la lingua dei Dothraki, ma gli altri personaggi parlano inglese come se fosse la lingua effettivamente utilizzata in originale.
Da qui l'importanza delle appendici filologiche.
L'altro aspetto è quello della cornice letteraria. Come facevano gli autori dei primi romanzi del 1700, che si preoccupavano di fornire informazioni su come erano venuti a conoscenza della storia assieme ad una serie di autentici falsi documenti per supportare e dare l'impressione di veridicità, così fa Tolkien.
Robinson Crusoe, Moll Flanders, Pamela, per tutte queste storie ci viene assicurato che si tratta di storie vere e ci vengono fornite le fonti (un diario ritrovato, delle lettere). Questa convenzione è andata perduta ai giorni nostri, ma veniva usata per dare la
percezione di profondità.
Le appendici danno consistenza alla storia, sottolineano che si parla di un tempo mitico, non allegorico.
Sul tema allegoria contro mito abbiamo già discusso. Tolkien va oltre, infatti la sua mitologia la troviamo nel Silmarillion, una lettura impegnativa che ho deciso di intraprendere e che condividerò con chiunque sia interessato. A presto! :-)
Le appendici sono ben sei, e sono tutte dedicate ad approfondire la storia con ulteriori spiegazioni, integrazioni, alberi genealogici e cronache dettagliate della prima, seconda e terza era. In più ci sono quelle dedicate alle lingue e alle pronunce. Sono ciò che Tolkien definisce "the necessary background of history".
Viene un po' da chiedersi perché Tolkien si sia dato così tanto da fare per compilare queste appendici, non sembrano informazioni fondamentali per la comprensione della storia. Ma allora, perché sono secondo lui necessarie?
Partiamo da quelle sulle lingue. La questione della lingua è fondamentale per Tolkien, infatti è l'unico scrittore che si pone il problema della traduzione, perché pensa che i personaggi non parlino inglese originariamente. Altri autori non si preoccupano di questo aspetto, pensiamo ad esempio a Martin, anche lui ha inventato la lingua dei Dothraki, ma gli altri personaggi parlano inglese come se fosse la lingua effettivamente utilizzata in originale.
Da qui l'importanza delle appendici filologiche.
L'altro aspetto è quello della cornice letteraria. Come facevano gli autori dei primi romanzi del 1700, che si preoccupavano di fornire informazioni su come erano venuti a conoscenza della storia assieme ad una serie di autentici falsi documenti per supportare e dare l'impressione di veridicità, così fa Tolkien.
Robinson Crusoe, Moll Flanders, Pamela, per tutte queste storie ci viene assicurato che si tratta di storie vere e ci vengono fornite le fonti (un diario ritrovato, delle lettere). Questa convenzione è andata perduta ai giorni nostri, ma veniva usata per dare la
percezione di profondità.
Le appendici danno consistenza alla storia, sottolineano che si parla di un tempo mitico, non allegorico.
Sul tema allegoria contro mito abbiamo già discusso. Tolkien va oltre, infatti la sua mitologia la troviamo nel Silmarillion, una lettura impegnativa che ho deciso di intraprendere e che condividerò con chiunque sia interessato. A presto! :-)