Che Mordor venga presa a modello per stabilire linee di comportamento e/o regole da imporre agli studenti è un'altra cosa che non sopporto.
Già che il modello Mordor venga esportato suona male di per sè, non si è mai visto che i cattivi facciano scuola. Ed anche in questa parodia il paragone funziona.
Metti caso che a Mordor qualcuno si lamenti perché gli insegnanti - i soliti piantagrane - fanno richieste assurde, ad esempio "Mi può fare 20 fotocopie fronte-retro di questa pagina?" senza neanche un preavviso, una richiesta scritta, chessò io, senza farsi tutto il corridoio in ginocchio...
Beh, tempo ventiquattr'ore la Bugblatta ha già firmato una circolare diretta a Mordor-Gondor-Granburrone che ordina agli insegnanti di fare richiesta di fotocopie con congruo anticipo e solo dalle nove alle dieci del mattino. Anche se a Gondor e Granburrone non è mai sorto il problema.
Tant'è che quando arriva una circolare con disposizioni bizzarre, noi tutti ci chiediamo: Cosa è successo a Mordor? E qualche collega che lavora anche su quel plesso ce lo spiega.
L'ultima riguarda disposizioni su telefoni cellulari. A Mordor una ragazzina filma col suo cellulare in classe. In una qualsiasi scuola normale del Regno, si sarebbe presa Michael Moore in gonnella e la si sarebbe punita ed esposta al pubblico ludibrio, invece a Mordor no. Parte la circolare che a Mordor, Gondor e Granburrone tutti devono consegnare il cellulare all'insegnante della prima ora, che li ripone in luogo sicuro, e l'insegnante dell'ultima ora li ridistribuisce cinque minuti prima dell'uscita.
Così il primino di Granburrone riassume la vicenda: "Però, prof., non è giusto che solo perché uno a Mordor non rispetta le regole ci dobbiamo andare di mezzo tutti!"
Esatto.
Potrei fare altri esempi, ingresso vietato ai genitori degli alunni a scuola anche se convocati da un insegnante, a meno che non ci sia formale richiesta a Mordor, ingresso vietato ai bambini fuori dell'orario scolastico (vedi: mamma, quando vai ai colloqui con i docenti, non portare il bambino con te), ingresso vietato alle aule destinate ai bambini da parte di adulti (vedi: non si possono fare corsi serali)...ma perché?!?
martedì 9 dicembre 2014
lunedì 8 dicembre 2014
Mi permetto di dissentire
Con questo post inauguro la lunga lista di decisioni, comunicazioni unilaterali, opinioni e esternazioni della Bugblatta dalle quali dissento, mi dissocio e...e...e non sono d'accordo.
Cominciamo dalla prima settimana di scuola. Primo settembre, collegio docenti unitario.
Prima delusione: la Bugblatta è lì, cioè non è andata in pensione come ripete dal giorno che è arrivata tre anni or sono (forse pensa di spaventarci, non sa che abbiamo - almeno ho - la bottiglia di DOM pronta).
Dopo aver fatto il collegio viene, o dovrebbe venire comunicato il calendario delle attività per la prima settimana di settembre.
Il personale decente è a ranghi ridotti, non sono ancora state coperte tutte le posizioni e mancano anche tutte le nomine del Preside, quindi non si fa niente. Niente consigli di classe o riunioni per materie perché i consigli di classe non sono completi. Vengono rimandati.
Ma sarò l'unica a pensare che sia una grandissima stronzata? Sarò l'unica a pensare che sono pagata dal primo settembre e non mi sembra giusto non lavorare? A quanto pare sì.
E questo, decisione apparentemente a noi favorevole, è secondo me un bel modo, uno dei tanti, per sfasciare la scuola.
Cominciamo dalla prima settimana di scuola. Primo settembre, collegio docenti unitario.
Prima delusione: la Bugblatta è lì, cioè non è andata in pensione come ripete dal giorno che è arrivata tre anni or sono (forse pensa di spaventarci, non sa che abbiamo - almeno ho - la bottiglia di DOM pronta).
Dopo aver fatto il collegio viene, o dovrebbe venire comunicato il calendario delle attività per la prima settimana di settembre.
Il personale decente è a ranghi ridotti, non sono ancora state coperte tutte le posizioni e mancano anche tutte le nomine del Preside, quindi non si fa niente. Niente consigli di classe o riunioni per materie perché i consigli di classe non sono completi. Vengono rimandati.
Ma sarò l'unica a pensare che sia una grandissima stronzata? Sarò l'unica a pensare che sono pagata dal primo settembre e non mi sembra giusto non lavorare? A quanto pare sì.
E questo, decisione apparentemente a noi favorevole, è secondo me un bel modo, uno dei tanti, per sfasciare la scuola.
mercoledì 5 novembre 2014
Saga degli Orchetti - Capitolo 4
L'Alba del Terzo Giorno
Ed ecco che con grande fatica (mia, per stare al passo col racconto) arriviamo alla riunione con i genitori. Mio malgrado la presiedo, essendo la coordinatrice degli Orchetti.
Non è mia intenzione tirare fuori l'argomento in maniera palese, ma dopo il primo Consiglio di Classe i colleghi hanno cominciato a tirare fuori le solite lamentele sugli orchetti e alcuni di loro mi hanno pregato di far presente ai genitori che la situazione è insostenibile, che si comportano male, che non studiano, ... io mi chiedo perché tutti questi signori abbiano dato delle valutazioni così alte alla fine dell'anno scorso, ma mi taccio perché la situazione mi fa gioco.
E così illustro la situazione ai genitori, sottolineando il fatto che non ci spieghiamo alcuni comportamenti se non con la convinzione che siano accettati, quando non incoraggiati, da casa. Faccio esempi concreti, senza dire chi ha detto cosa. I genitori, almeno alcuni, sembrano colpiti, e mi metto a disposizione per parlare privatamente dopo la riunione con chi vuole approfondire.
Durante i colloqui individuali vengono fuori alcune cosine interessanti, tipo che la mamma di Radbug conferma la mia versione sui compiti. Già a giugno lei ha fornito a chiunque volesse i compiti da me assegnati.
Mamma di Gorbag conferma, infatti loro due i compiti li avevano.
La mamma che mi ha telefonato e altre che hanno glissato, hanno glissato anche sul colloquio individuale, in pratica no compiti e no colloquio.
Il padre di Nar, al quale dico che Nar è uno di quelli che si comporta male, mi risponde che sì, lo sa, lui si fa trascinare (...no, scusa amico, ho detto che lui è uno di quelli che trascina...). E poi mi dice anche che gli altri lo aizzano, lui fa la cazzata e poi lo beccano, e gli altri la passano liscia (convinto te!). Comunque l'insegnamento paterno è: se fai le cazzate le devi fare bene e non farti beccare (ah, ecco. Ho sbagliato tutto nella vita).
Arrivo a casa stremata due ore dopo il previsto, contenta per aver detto finalmente quello che pensavo, ma anche persuasa che non ci sia molto da fare. Rimango dell'opinione che adesso passo alle maniere forti... tranquilli, significa solo che interrogherò a tappeto e segnalerò ogni "dimenticanza" con nota scritta sul diario.
E infatti, metto in pratica. E sono sorpresa, mooolto sorpresa.
Perché?
Perché si sono messi a studiare.
Nella verifica una sola insufficienza in tutta la classe, e nelle interrogazioni orali idem, tutti pronti!!!
Ora, a me sembra il caso di stappare la bottiglia di Ferrari che tengo nel frigor per le occasioni speciali... spero che duri, ma ho comunque dimostrato che si può!!!!
:-)
martedì 21 ottobre 2014
Saga degli Orchetti - Capitolo 3
La Resa dei Conti
Dopo aver passato circa due settimane di scuola a correggere - lentamente - i compiti, per dar modo alle pecorelle smarrite di ritrovarsi, arriva l'inevitabile.
A fine settembre ritiro i libri, un po' perché correggere compiti non è la mia attività preferita, un po' perché oltretutto non mi sembra in questo modo di ottenere risultati apprezzabili. In pratica, mi sembra di capire che gli argomenti affrontati l'anno scorso siano passati dai cervelli degli orchetti senza lasciare alcuna traccia.
Ad ogni modo, dopo aver aspettato ben un mese dalla fatidica telefonata, scopro che la metà che aveva dichiarato di non averli fatti ha continuato a non farli; dell'altra metà solo metà (che fa un quarto del totale) li ha fatti veramente.
A malincuore, perché sono sempre cose spiacevoli, scrivo sui diari degli orchetti "inadempienti" che nonostante abbia aspettato due settimane per ritirare i compiti, il loro figlio non li ha fatti.
Senza fare una piega, i genitori firmano.
to be continued, in case anything happens
venerdì 17 ottobre 2014
Saga degli Orchetti - Capitolo 2
Primi giorni di scuola
Il primo giorno di scuola finalmente arriva, ho un'ora con la mia collega di italiano dagli orchetti, siamo ancora in orario super provvisorio e ridotto e quindi ci sono anche delle compresenze (parola ormai dimenticata negli ultimi anni).
Ovviamente il primo giorno è all'insegna della burocrazia, consegna di avvisi, moduli da compilare per mensa, autorizzazioni varie, libretti, regolamento.
Non chiedo compiti e non faccio riferimento alla strana telefonata di agosto. Loro stessi tirano fuori l'argomento: "prof. cosa facciamo sabato che abbiamo un'ora di inglese?". Io dico che cominceremo a correggere i compiti delle vacanze...nessuno dice niente.
Mi dico che la faccenda è andata in modo estremamente liscio, e mi immagino che abbiano utilizzato le ultime due settimane per mettersi in pari.
Arriva il sabato, e invece scopro che metà classe non ha fatto i compiti, ma nessuno mi dice che non li ha fatti perché io non li ho dati, ma non forniscono alcuna spiegazione...dicono semplicemente che loro non li hanno fatti.
A differenza dell'altra seconda di Gondor, dove sono arrivata il primo giorno ed ho ritirato tutti i compiti, qui mi comporto in maniera diversa, sapendo la questione. Quindi non metto note, non mi altero, ma dico fermamente che i compiti vanno fatti. Li ripeto per tutti e dico che a partire dalla volta successiva si correggerà.
Fossero gli orchetti anche solo un po' svegli, si renderebbero conto che con un minimo sforzo potrebbero anche cavarsela...ma non sarebbero più orchetti! Pertanto quello che succede a questo punto è che chi non li ha fatti si bea di averla passata liscia in barba a professori, genitori (forse)*, compagni asini (nel senso che hanno lavorato come asini) e regole. E continua imperterrito per la sua strada.
to be continued
*il forse è riferito al fatto che io credo fermamente che quella metà classe sia supportata dai genitori, o per lo meno, che i genitori in questione non abbiano la minima influenza sui loro figli.
A differenza dell'altra seconda di Gondor, dove sono arrivata il primo giorno ed ho ritirato tutti i compiti, qui mi comporto in maniera diversa, sapendo la questione. Quindi non metto note, non mi altero, ma dico fermamente che i compiti vanno fatti. Li ripeto per tutti e dico che a partire dalla volta successiva si correggerà.
Fossero gli orchetti anche solo un po' svegli, si renderebbero conto che con un minimo sforzo potrebbero anche cavarsela...ma non sarebbero più orchetti! Pertanto quello che succede a questo punto è che chi non li ha fatti si bea di averla passata liscia in barba a professori, genitori (forse)*, compagni asini (nel senso che hanno lavorato come asini) e regole. E continua imperterrito per la sua strada.
to be continued
*il forse è riferito al fatto che io credo fermamente che quella metà classe sia supportata dai genitori, o per lo meno, che i genitori in questione non abbiano la minima influenza sui loro figli.
sabato 4 ottobre 2014
Saga degli Orchetti - Capitolo 1
La Decisione
Dopo le telefonate di mezza estate, io che aspettavo il giorno delle nomine di fine agosto con una certa tranquillità e anche senza troppi patemi, mi scopro dubbiosa.
Ma io -mi chiedo guardandomi allo specchio- sono proprio sicura di voler tornare a Granburrone?
L'alternativa ci sarebbe...è Mordor, c'è una cattedra anche lì, sono addirittura più ore...però è Mordor, l'ultima volta che ci sono stata mi ha preso una specie di ansia depressiva, ho perso 5 chili e andavo di bromazepan.
Faccio una lista di pro e contro, parlo con la mia collega di Granburrone per assicurarmi che non mi odierebbe se la "lasciassi" (non che lei abbia bisogno di me, ma si è sempre lavorato bene assieme), valuto se a Mordor è cambiato qualcosa, faccio, disfo, rifaccio e intanto arriva il giorno delle nomine, sabato 30 agosto.
E io non so cosa fare.
Arrivo alle undici, ora di convocazione, e naturalmente stanno ancora nominando altre classi di concorso e ne mancano ancora una decina prima della mia.
Attendo fiduciosa.
Passano le ore, e io non so cosa fare.
Tre ore dopo è il mio momento. Arrivo lì, guardo in faccia i "tipi da provveditorato", un attimo di smarrimento, e poi pronuncio la mia scelta...Granburrone! Un parto difficile. Non ce l'ho fatta a fare il salto nel buio, forse perché è un buio abbastanza noto.
Mi metto l'elmetto e vado ad affrontare gli orchetti.
to be continued
domenica 28 settembre 2014
Saga degli Orchetti - Prologo
La storia comincia a fine agosto, anche se riguarda la scuola, e anche se a fine agosto io sono ufficialmente disoccupata e in attesa/speranza di nomina.
Questa cosa non è ben chiara ai genitori, che - beati loro - non ci capiscono una mazza di come funzioni il nostro sistema di reclutamento, anche perché capirci qualcosa li porterebbe probabilmente sull'orlo della pazzia...e questo a parziale discolpa dei segni di squilibrio sempre più frequenti nella categoria insegnanti.
Ad ogni modo, dicevo, per i genitori, un insegnante che insegna ai loro figlioli da una decina d'anni è dato per scontato come un palo portante dell'edificio o un pezzo di mobilio, se volete.
Questo, nello specifico, ha comportato il fatto che il 26 agosto il mio telefono suonasse, e che all'altro capo ci fosse il papà di un orchetto. Niente di strano, viviamo in una realtà molto piccola dove tutti sanno dove tutti abitano, chi sono, di chi sono figli o mogli, etc. In più papà-orchetto è anche il presidente del consiglio d'istituto, e pertanto avevo già avuto il piacere di conoscerlo.
L'oggetto della chiamata è stato invece, almeno alle mie orecchie, abbastanza strano: papà-orchetto si chiedeva se io avessi dato i compiti delle vacanze...il 26 agosto? E perché mai questo dubbio amletico - che io ho provveduto prontamente a fugare?
Perché il figlio, Gorbag, e Lagduf (sono cugini) sostengono che la prof di inglese non ha dato compiti, ma c'è la voce che invece la prof questi compiti li abbia dati.
C'è la voce. Mi piace questa.
Spiego che la voce c'è forse perché ci sono anche i compiti. Bene allora. Dilemma chiarito.
Riflessioni mie: rimango un po' sorpresa da questa telefonata, perché da genitore non mi sarei comportata così. La figuraccia di chiedere ad un prof a fine vacanze se ci fossero o meno compiti non l'avrei mai fatta. In più, se ci fosse la voce, mio figlio sarebbe nei guai - you're in trouble kiddo! - senza alcun dubbio.
E figurarsi la mia sorpresa quando mezz'ora dopo la prima telefonata me ne arriva un'altra. Questa volta è la mamma di Gorbag. E la domanda è sempre la stessa: ci sono i compiti delle vacanze?
A questo punto la sorpresa muta in leggero giramento di cabasisi, e rispondo che non posso fare altro che ripetere le stesse cose che ho detto a suo marito (vivono assieme, non è che siano separati) mezz'ora prima. E lei, serafica, mi risponde che mi crede - grazie tante -, ma la telefonata l'ha fatta per provare a suo figlio che ci fossero i compiti. E lei, poveretta (dico io), per convincere suo figlio ha dovuto chiamare.
E poi aggiunge...comunque tutti tutti dicono che lei non ha dato i compiti, anche le femmine.
Come mai non sono sorpresa che questa questione sia venuta fuori proprio nella classe degli orchetti?
to be continued
Questa cosa non è ben chiara ai genitori, che - beati loro - non ci capiscono una mazza di come funzioni il nostro sistema di reclutamento, anche perché capirci qualcosa li porterebbe probabilmente sull'orlo della pazzia...e questo a parziale discolpa dei segni di squilibrio sempre più frequenti nella categoria insegnanti.
Ad ogni modo, dicevo, per i genitori, un insegnante che insegna ai loro figlioli da una decina d'anni è dato per scontato come un palo portante dell'edificio o un pezzo di mobilio, se volete.
Questo, nello specifico, ha comportato il fatto che il 26 agosto il mio telefono suonasse, e che all'altro capo ci fosse il papà di un orchetto. Niente di strano, viviamo in una realtà molto piccola dove tutti sanno dove tutti abitano, chi sono, di chi sono figli o mogli, etc. In più papà-orchetto è anche il presidente del consiglio d'istituto, e pertanto avevo già avuto il piacere di conoscerlo.
L'oggetto della chiamata è stato invece, almeno alle mie orecchie, abbastanza strano: papà-orchetto si chiedeva se io avessi dato i compiti delle vacanze...il 26 agosto? E perché mai questo dubbio amletico - che io ho provveduto prontamente a fugare?
Perché il figlio, Gorbag, e Lagduf (sono cugini) sostengono che la prof di inglese non ha dato compiti, ma c'è la voce che invece la prof questi compiti li abbia dati.
C'è la voce. Mi piace questa.
Spiego che la voce c'è forse perché ci sono anche i compiti. Bene allora. Dilemma chiarito.
Riflessioni mie: rimango un po' sorpresa da questa telefonata, perché da genitore non mi sarei comportata così. La figuraccia di chiedere ad un prof a fine vacanze se ci fossero o meno compiti non l'avrei mai fatta. In più, se ci fosse la voce, mio figlio sarebbe nei guai - you're in trouble kiddo! - senza alcun dubbio.
E figurarsi la mia sorpresa quando mezz'ora dopo la prima telefonata me ne arriva un'altra. Questa volta è la mamma di Gorbag. E la domanda è sempre la stessa: ci sono i compiti delle vacanze?
A questo punto la sorpresa muta in leggero giramento di cabasisi, e rispondo che non posso fare altro che ripetere le stesse cose che ho detto a suo marito (vivono assieme, non è che siano separati) mezz'ora prima. E lei, serafica, mi risponde che mi crede - grazie tante -, ma la telefonata l'ha fatta per provare a suo figlio che ci fossero i compiti. E lei, poveretta (dico io), per convincere suo figlio ha dovuto chiamare.
E poi aggiunge...comunque tutti tutti dicono che lei non ha dato i compiti, anche le femmine.
Come mai non sono sorpresa che questa questione sia venuta fuori proprio nella classe degli orchetti?
to be continued
mercoledì 24 settembre 2014
Urge recupero
E' giunto il momento di tirare fuori il blog dalla naftalina, e se qualcuno si chiedesse se non mi vergogno neanche un po' ad averlo abbandonato, rispondo che sì, me ne vergogno tanto. Ma, come si suol dire, cosa fatta capo ha.
Inauguro la stagione autunnale con una ricetta, e per rimanere in tema, è una ricetta di recupero, per utilizzare gli avanzi che abbiamo in casa.
Io l'ho fatta ieri ed ha avuto un enorme successo, per questo ve la ripropongo così come l'ho fatta io, ma tenendo a mente che gli ingredienti si possono sostituire...
Torta salata con riso avanzato (anche se io l'ho fatto apposta perché volevo assolutamente fare questa torta)
250 gr di riso o risotto avanzato
formaggio emmentaler grattuggiato (50 gr)
1 salsiccia (o carne trita)
verdure (io ho usato carote e fagiolini, ma vanno bene anche zucchine). Le mie carote e fagliolini erano stati cotti a vapore, ho anche una vaporiera nuova a tre piani ;-)
2 uova
ho fatto rosolare la salsiccia e l'ho unita al riso, ho aggiunto gli altri ingredienti (verdure, uova, formaggio). Ho steso il tutto su una sfoglia e ho messo in forno i soliti 20 minuti a 180/200°.
Et voilà, molto semplice, veloce e gustosissima.
Cosa dite, ho recuperato?
Inauguro la stagione autunnale con una ricetta, e per rimanere in tema, è una ricetta di recupero, per utilizzare gli avanzi che abbiamo in casa.
Io l'ho fatta ieri ed ha avuto un enorme successo, per questo ve la ripropongo così come l'ho fatta io, ma tenendo a mente che gli ingredienti si possono sostituire...
Torta salata con riso avanzato (anche se io l'ho fatto apposta perché volevo assolutamente fare questa torta)
250 gr di riso o risotto avanzato
formaggio emmentaler grattuggiato (50 gr)
1 salsiccia (o carne trita)
verdure (io ho usato carote e fagiolini, ma vanno bene anche zucchine). Le mie carote e fagliolini erano stati cotti a vapore, ho anche una vaporiera nuova a tre piani ;-)
2 uova
ho fatto rosolare la salsiccia e l'ho unita al riso, ho aggiunto gli altri ingredienti (verdure, uova, formaggio). Ho steso il tutto su una sfoglia e ho messo in forno i soliti 20 minuti a 180/200°.
Et voilà, molto semplice, veloce e gustosissima.
Cosa dite, ho recuperato?
domenica 13 luglio 2014
Sipario
Un altro anno scolastico è finito, finita la scuola, finiti gli esami e concluso anche, appunto, l'anno con il consueto Collegio Docenti Unitario.
I più attenti di voi penseranno:"Però! Che riflessi questa Aliceland...sono almeno due settimane che è calato il sipario".
E' vero! Non ho scuse, se non il fatto che non riuscivo a mettermi lì, cioè qui, a scrivere. Perché ci sono voluti alcuni giorni per smaltire la rabbia, e poi perché ho perso l'ispirazione, e poi sono stata travolta dalle vicende famigliari (grandi novità a casa Aliceland, non brutte ma strane...forse un giorno ne parlerò), dalle pulizie casalinghe, dai figlioli da portare di qua e di là, e poi "ho finito la benzina, avevo una gomma a terra, qualcuno mi ha rubato la macchina, le cavallette...NON E' STATA COLPA MIA!"
Alla fine ho pensato di farmi coraggio e affrontare il blocco dello scrittore (haha), anche per solidarietà a LaVostraProf, che quando scrive queste cose mi sembra lavori nella mia scuola...
E poi ho trovato un nomignolo perfetto per la mia capa, che finora ho chiamato Amalia, o Amelia (non mi ricordo più) e adesso sarà invece la Vorace Bestia Bugblatta di Traal*
La Vorace Bestia Bugblatta di Traal non c'è mai, non si fa mai vedere, e i collegi sono scarsi, non dico tre, ma quattro sì, lo dico. Tutti rigorosamente alle 5.30 del pomeriggio di modo che finiscano non prima delle 7.00 di sera, con venticinque punti all'o.d.g., e ovviamente tutti unitari, cioè con le maestre, pardon, colleghe. E ci mancherebbe, quella è la claque.
Quello finale, poi, in contemporanea con una partita dell'Italia (e a me non può fregar di meno, perché io non posso vedere una partita per più di due minuti senza cadere in letargo), alle 5.30 del pomeriggio, dopo una giornata intera di colloqui orali e ben prima della fine del mese, perché Lei, la Bugblatta, aveva tempo solo quel giorno lì, che c'ha da fare Lei, insomma.
Come se tutte queste condizioni non fossero abbastanza per far passare senza votare o con il voto della claque qualsiasi porcata la Bugblatta avesse avuto voglia di metterci in gobbo, ha dato anche il permesso ai colleghi non impegnati con gli esami di tornarsene al paesello senza aspettare il Collegio finale...tutti prof delle medie, nessuna maestra, pardon, collega.
Quindi, gente pagata fino al 30 giugno che all'ultimo giorno di scuola ha concluso onorevolmente il suo servizio e se ne sta bel bella al mare, o a casa sua a mille chilometri dalla Terra di Mezzo. No, scusa, Bugblatta, non ti pare un po' eccessivo?
No, non le pare.
Le condizioni ideali c'erano tutte: stanchi (dalla giornata piena di colloqui), accaldati (era il periodo prima delle grandi piogge), incazzati perché come al solito non era stato rispettato il calendario consegnato a inizio anno con gli impegni scolastici, comunicato all'ultimo momento e a personale decimato.
Si arranca dunque tra i punti all'o.d.g., a qualsiasi domanda di chiarimento, obiezione o interventi la claque si spazientisce perché si perde tempo, la Vorace Bestia Bugblatta di Traal cita numeri di legge a cazzo per comprovare la sua ragione, le prime file si inalberano, le ultime stanno guardando la partita sullo smartphone e quelle in mezzo si fanno i cazzi loro alla grande.
E questa volta non ci ha neanche salutato come se l'anno prossimo non ci fosse più o andasse in pensione (l'ha già fatto tre volte, quindi non è che ci avrei creduto, ma così è proprio una certezza). Poi uno dice che non ci si deve scoraggiare...
*geniale nome che ho trovato leggendo un libro assurdo, la Guida Galattica per gli Autostoppisti di Douglas Adams, che non ho ancora capito se mi piace o no, ma ci sono alcune belle trovate, tipo questo nome, utilizzato per un animale definito "un animale abominevolmente stupido...è matto da legare, ma molto, molto vorace". Perfetto insomma.
I più attenti di voi penseranno:"Però! Che riflessi questa Aliceland...sono almeno due settimane che è calato il sipario".
E' vero! Non ho scuse, se non il fatto che non riuscivo a mettermi lì, cioè qui, a scrivere. Perché ci sono voluti alcuni giorni per smaltire la rabbia, e poi perché ho perso l'ispirazione, e poi sono stata travolta dalle vicende famigliari (grandi novità a casa Aliceland, non brutte ma strane...forse un giorno ne parlerò), dalle pulizie casalinghe, dai figlioli da portare di qua e di là, e poi "ho finito la benzina, avevo una gomma a terra, qualcuno mi ha rubato la macchina, le cavallette...NON E' STATA COLPA MIA!"
Alla fine ho pensato di farmi coraggio e affrontare il blocco dello scrittore (haha), anche per solidarietà a LaVostraProf, che quando scrive queste cose mi sembra lavori nella mia scuola...
E poi ho trovato un nomignolo perfetto per la mia capa, che finora ho chiamato Amalia, o Amelia (non mi ricordo più) e adesso sarà invece la Vorace Bestia Bugblatta di Traal*
La Vorace Bestia Bugblatta di Traal non c'è mai, non si fa mai vedere, e i collegi sono scarsi, non dico tre, ma quattro sì, lo dico. Tutti rigorosamente alle 5.30 del pomeriggio di modo che finiscano non prima delle 7.00 di sera, con venticinque punti all'o.d.g., e ovviamente tutti unitari, cioè con le maestre, pardon, colleghe. E ci mancherebbe, quella è la claque.
Quello finale, poi, in contemporanea con una partita dell'Italia (e a me non può fregar di meno, perché io non posso vedere una partita per più di due minuti senza cadere in letargo), alle 5.30 del pomeriggio, dopo una giornata intera di colloqui orali e ben prima della fine del mese, perché Lei, la Bugblatta, aveva tempo solo quel giorno lì, che c'ha da fare Lei, insomma.
Come se tutte queste condizioni non fossero abbastanza per far passare senza votare o con il voto della claque qualsiasi porcata la Bugblatta avesse avuto voglia di metterci in gobbo, ha dato anche il permesso ai colleghi non impegnati con gli esami di tornarsene al paesello senza aspettare il Collegio finale...tutti prof delle medie, nessuna maestra, pardon, collega.
Quindi, gente pagata fino al 30 giugno che all'ultimo giorno di scuola ha concluso onorevolmente il suo servizio e se ne sta bel bella al mare, o a casa sua a mille chilometri dalla Terra di Mezzo. No, scusa, Bugblatta, non ti pare un po' eccessivo?
No, non le pare.
Le condizioni ideali c'erano tutte: stanchi (dalla giornata piena di colloqui), accaldati (era il periodo prima delle grandi piogge), incazzati perché come al solito non era stato rispettato il calendario consegnato a inizio anno con gli impegni scolastici, comunicato all'ultimo momento e a personale decimato.
Si arranca dunque tra i punti all'o.d.g., a qualsiasi domanda di chiarimento, obiezione o interventi la claque si spazientisce perché si perde tempo, la Vorace Bestia Bugblatta di Traal cita numeri di legge a cazzo per comprovare la sua ragione, le prime file si inalberano, le ultime stanno guardando la partita sullo smartphone e quelle in mezzo si fanno i cazzi loro alla grande.
E questa volta non ci ha neanche salutato come se l'anno prossimo non ci fosse più o andasse in pensione (l'ha già fatto tre volte, quindi non è che ci avrei creduto, ma così è proprio una certezza). Poi uno dice che non ci si deve scoraggiare...
*geniale nome che ho trovato leggendo un libro assurdo, la Guida Galattica per gli Autostoppisti di Douglas Adams, che non ho ancora capito se mi piace o no, ma ci sono alcune belle trovate, tipo questo nome, utilizzato per un animale definito "un animale abominevolmente stupido...è matto da legare, ma molto, molto vorace". Perfetto insomma.
martedì 24 giugno 2014
La prova scritta
Alla prova scritta arrivano tutti pronti. Ho ripetuto fino alla nausea quali sono le regole: ognuno deve portare il proprio dizionario e ad alcuni è stato consigliato vivamente (leggi obbligato) di fare il questionario e non la lettera su traccia. Non mi sembra un numero tale di regole per cui te ne può sfuggire qualcuna.
Ovviamente Madonninainfilzata arriva senza dizionario e pretende di utilizzare quello della scuola. Come sempre. A niente sono serviti tre anni di raccomandazioni "almeno per l'esame, fattelo prestare 'sto benedetto dizionario, se proprio non vuoi spendere quei pochi euri per possederne uno".
Ho smesso anche di incazzarmi.
Dopo aver distribuito fogli protocolli e fotocopie, ricordo la complicatissima procedura (leggete il testo con attenzione, rispondete alle domande con risposte complete, attenzione ai pronomi e ai tempi dei verbi, and so on).
Dopo circa 15 minuti si presenta alla cattedra Ciop (il gemello di Cip): "Prof, lei per tutto l'anno mi ha detto di fare il questionario..."
"Giusto Ciop"
E lui: "Ma io adesso vorrei fare la lettera...posso?"
"Ciop, tu puoi fare quello che vuoi, ma se fossi in te ci penserei bene..."
Ciop fa la lettera. Non vedo l'ora di correggere questo testo che sembrerà tradotto da google translator.
Ovviamente Madonninainfilzata arriva senza dizionario e pretende di utilizzare quello della scuola. Come sempre. A niente sono serviti tre anni di raccomandazioni "almeno per l'esame, fattelo prestare 'sto benedetto dizionario, se proprio non vuoi spendere quei pochi euri per possederne uno".
Ho smesso anche di incazzarmi.
Dopo aver distribuito fogli protocolli e fotocopie, ricordo la complicatissima procedura (leggete il testo con attenzione, rispondete alle domande con risposte complete, attenzione ai pronomi e ai tempi dei verbi, and so on).
Dopo circa 15 minuti si presenta alla cattedra Ciop (il gemello di Cip): "Prof, lei per tutto l'anno mi ha detto di fare il questionario..."
"Giusto Ciop"
E lui: "Ma io adesso vorrei fare la lettera...posso?"
"Ciop, tu puoi fare quello che vuoi, ma se fossi in te ci penserei bene..."
Ciop fa la lettera. Non vedo l'ora di correggere questo testo che sembrerà tradotto da google translator.
sabato 21 giugno 2014
Il Patentino
Il primo giorno di prove scritte Fonzie scopre di avere l'esame orale lo stesso giorno dell'esame per il patentino. La priorità è presto decisa dalla sua mente semplice: patentino più importante di esame, quindi si sposta esame.
L'insegnante di sostegno, tipetto sul dimesso andante, incalzata dalla pressante richiesta, chiede direttamente alla Presidenta se è possibile cambiare giorno dell'orale per Fonzie. La Presidenta dice che se sono d'accordo i membri della commissione sì. Ma non aveva fatto i conti con Medusa aka essa aka Mastro delle Chiavi. Essa, non appena avvisata, comincia con una delle sue sfuriate (e io sono d'accordo con lei, e non solo perché tengo famiglia). E' talmente ovvio che il patentino si può rimandare, perché al massimo è il mese successivo, mentre la prossima sessione dell'esame di stato è l'anno successivo. Ed è anche abbastanza ovvio che bisogna avere un motivo valido e certificato per spostare un esame di stato...non basta un "non mi piace alzarmi presto, posso fare cambio con quello di mezzogiorno?", oppure "io ho la corriera alle dieci, posso fare il colloquio per primo, perché altrimenti devo aspettare fino a mezzogiorno".
Allora essa decreta che deve essere presentata domanda scritta con motivazioni valide e poi la commissione tutta riunita deve decidere, mica pizza e fichi.
Nello spazio di tre secondi e due decimi, la madre (di Fonzie) produce richiesta scritta. Nel frattempo Fonzie è talmente roso dall'ansia di sapere se potrà fare il suo esame per il patentino, fa di merda la prova di matematica e l'invalsi...
Arriva il momento della decisione, la sottocommissione di Granburrone al completo viene informata dei fatti. All'unanimità si respinge la richiesta, per non creare un precedente, per dare un segnale, perché perché perché...bene. Per una volta non c'è niente da discutere.
La Presidenta comunica la decisione alla mamma, che risponde con "ma che cosa vi costava"...siamo proprio su un altro pianeta.
L'insegnante di sostegno, tipetto sul dimesso andante, incalzata dalla pressante richiesta, chiede direttamente alla Presidenta se è possibile cambiare giorno dell'orale per Fonzie. La Presidenta dice che se sono d'accordo i membri della commissione sì. Ma non aveva fatto i conti con Medusa aka essa aka Mastro delle Chiavi. Essa, non appena avvisata, comincia con una delle sue sfuriate (e io sono d'accordo con lei, e non solo perché tengo famiglia). E' talmente ovvio che il patentino si può rimandare, perché al massimo è il mese successivo, mentre la prossima sessione dell'esame di stato è l'anno successivo. Ed è anche abbastanza ovvio che bisogna avere un motivo valido e certificato per spostare un esame di stato...non basta un "non mi piace alzarmi presto, posso fare cambio con quello di mezzogiorno?", oppure "io ho la corriera alle dieci, posso fare il colloquio per primo, perché altrimenti devo aspettare fino a mezzogiorno".
Allora essa decreta che deve essere presentata domanda scritta con motivazioni valide e poi la commissione tutta riunita deve decidere, mica pizza e fichi.
Nello spazio di tre secondi e due decimi, la madre (di Fonzie) produce richiesta scritta. Nel frattempo Fonzie è talmente roso dall'ansia di sapere se potrà fare il suo esame per il patentino, fa di merda la prova di matematica e l'invalsi...
Arriva il momento della decisione, la sottocommissione di Granburrone al completo viene informata dei fatti. All'unanimità si respinge la richiesta, per non creare un precedente, per dare un segnale, perché perché perché...bene. Per una volta non c'è niente da discutere.
La Presidenta comunica la decisione alla mamma, che risponde con "ma che cosa vi costava"...siamo proprio su un altro pianeta.
giovedì 19 giugno 2014
Il Mastro delle Chiavi
Tutte le operazioni relative all'esame di stato (e qui il pubblico deve fare un reverenziale "ooooh") sono all'insegna della massima sicurezza. Giustamente.
Poi c'è sempre qualcuno che si assume l'onere in modo arbitrario, forse perché non toccherebbe ad esso o essa, ma devono provare il brivido del comando...e ce ne sono, oh, se ce ne sono di individui di tal genere.
Da noi essa è l'Applicata della Segreteria. Il primo giorno si presenta la Presidenta, anche quest'anno è una donna (bene), una prof e non una Preside (bene) ed estremamente carina e tranquilla (bene). Essa, nonostante fossero presenti in Segreteria vice presidi, referenti di plessi, referenti di scuola media, la accoglie con un "Buongiorno, sono Medusa, venga con me di là che le spiego la situazione".
Dopo uno sguardo stranito tra le referenti, anch'esse si alzano, le seguono, e una volta arrivati "di là" si presentano e assistono alla presentazione di Medusa con qualche ringhio di sottecchi alle "usurpatrici".
La referente della scuola media viene nominata ovviamente Vicepresidenta durante la Plenaria, dove essa, vivaddio, non è presente. Tuttavia, la cosa non la scalfisce minimamente, perché essa ha deciso di essere Mastro delle Chiavi, e decisa a difenderle con la sua stessa vita.
Questo comporta che essa è onnipresente nell'istituto fino a che l'ultima operazione relativa all'esame è in atto, quindi svolgimento, correzioni elaborati, riunioni, scrutini e compagnia cantando. Solo essa ha le chiavi dell'armadietto dove sono custodite le prove, solo essa personalmente lo apre e lo chiude, perché consegnare le chiavi, anche solo per il minuto e mezzo necessario al raggiungimento dell'armadietto e alla riconsegna nelle di lei mani alla presidenta, o addirittura alla vicepresidenta, non è proprio previsto dalle impostazioni del suo cervello.
Vabbé, contenta lei.
Quindi, il primo giorno di correzione ci presentiamo da Medusa, ci viene aperto l'armadietto, contenuto in una stanza chiusa a chiave. Sono le 14.30. Essa dice "oggi si corregge fino alle 17.00, che poi ho la fisioterapia". Va bene.
Il secondo giorno "oggi fino alle 17.30 che non ho la fisioterapia ma non voglio fare notte". E un gruppo di adulti apparentemente normali e in pieno possesso delle loro facoltà acconsente.
Vacci tu a litigare con Medusa, che io tengo famiglia.
Poi c'è sempre qualcuno che si assume l'onere in modo arbitrario, forse perché non toccherebbe ad esso o essa, ma devono provare il brivido del comando...e ce ne sono, oh, se ce ne sono di individui di tal genere.
Da noi essa è l'Applicata della Segreteria. Il primo giorno si presenta la Presidenta, anche quest'anno è una donna (bene), una prof e non una Preside (bene) ed estremamente carina e tranquilla (bene). Essa, nonostante fossero presenti in Segreteria vice presidi, referenti di plessi, referenti di scuola media, la accoglie con un "Buongiorno, sono Medusa, venga con me di là che le spiego la situazione".
Dopo uno sguardo stranito tra le referenti, anch'esse si alzano, le seguono, e una volta arrivati "di là" si presentano e assistono alla presentazione di Medusa con qualche ringhio di sottecchi alle "usurpatrici".
La referente della scuola media viene nominata ovviamente Vicepresidenta durante la Plenaria, dove essa, vivaddio, non è presente. Tuttavia, la cosa non la scalfisce minimamente, perché essa ha deciso di essere Mastro delle Chiavi, e decisa a difenderle con la sua stessa vita.
Questo comporta che essa è onnipresente nell'istituto fino a che l'ultima operazione relativa all'esame è in atto, quindi svolgimento, correzioni elaborati, riunioni, scrutini e compagnia cantando. Solo essa ha le chiavi dell'armadietto dove sono custodite le prove, solo essa personalmente lo apre e lo chiude, perché consegnare le chiavi, anche solo per il minuto e mezzo necessario al raggiungimento dell'armadietto e alla riconsegna nelle di lei mani alla presidenta, o addirittura alla vicepresidenta, non è proprio previsto dalle impostazioni del suo cervello.
Vabbé, contenta lei.
Quindi, il primo giorno di correzione ci presentiamo da Medusa, ci viene aperto l'armadietto, contenuto in una stanza chiusa a chiave. Sono le 14.30. Essa dice "oggi si corregge fino alle 17.00, che poi ho la fisioterapia". Va bene.
Il secondo giorno "oggi fino alle 17.30 che non ho la fisioterapia ma non voglio fare notte". E un gruppo di adulti apparentemente normali e in pieno possesso delle loro facoltà acconsente.
Vacci tu a litigare con Medusa, che io tengo famiglia.
mercoledì 28 maggio 2014
Disposable Items
Il nostro nuovo ministro, comunemente detto lei o essa, si è espressa di nuovo.
Si è espressa per dire che ci saranno delle nuove e molte immissioni in ruolo, ma non dalla Graduatoria Permanente, la quale essa ha dichiarato di voler esaurire in 10 anni (ottimista, essa, pensa di durare tanto), bensì per scorrimento dal concorsone che si era detto non abilitante.
A questo punto proporrei la seguente cosa: perché non chiamare la famosa GaE con il più appropriato "legna da ardere"?
O Disposable Items, per gli amanti dell'inglese?
Con lo stesso criterio di qualcosa che ti è servito per raggiungere uno scopo (in questo caso tenere in piedi la scuola), quando non ti serve più lo butti, no? Che problema c'é?
E infine - oggi sono piena di consigli e proposte - consiglio ai tieffini e passini di non insistere tanto per entrarci nella lista dei disposable items...che cazzo volete? Essere utilizzati una decina di anni per le supplenze e poi sentirvi dire che non andate più bene?
Si è espressa per dire che ci saranno delle nuove e molte immissioni in ruolo, ma non dalla Graduatoria Permanente, la quale essa ha dichiarato di voler esaurire in 10 anni (ottimista, essa, pensa di durare tanto), bensì per scorrimento dal concorsone che si era detto non abilitante.
A questo punto proporrei la seguente cosa: perché non chiamare la famosa GaE con il più appropriato "legna da ardere"?
O Disposable Items, per gli amanti dell'inglese?
Con lo stesso criterio di qualcosa che ti è servito per raggiungere uno scopo (in questo caso tenere in piedi la scuola), quando non ti serve più lo butti, no? Che problema c'é?
E infine - oggi sono piena di consigli e proposte - consiglio ai tieffini e passini di non insistere tanto per entrarci nella lista dei disposable items...che cazzo volete? Essere utilizzati una decina di anni per le supplenze e poi sentirvi dire che non andate più bene?
sabato 24 maggio 2014
Gita al faro
Dopo aver controllato che sia la giornata giusta, riguardo alle maree, si decide di andare al faro.
Il faro si trova su un'isoletta, raggiungibile con una strada di cemento nei momenti di bassa marea
E la lampadina è imponente
Di sotto, i bambini raccolgono granchi...io mi accontento di sassolini e conchiglie da portare a casa per ricordo
Il faro si trova su un'isoletta, raggiungibile con una strada di cemento nei momenti di bassa marea
La giornata di inizio maggio è splendida...considerando che il giorno prima it had rained cats and dogs...
I fari mi sono sempre piaciuti...questo si può visitare anche all'interno e salire di sopra, ma la scala fa un po' paura...
Facendo finta che non ci sia il "buco" e guardando solo dalla parte del muro, salgo velocemente...
La vista è bellissima...
Poi uno dice che bisogna avere speranza
Interno giorno: due settantenni, un lui e una lei ben conservata.
Lui: E così domenica bisogna andare a votare....
Lei: Sì, sì
Lui: Mi raccomando, vota per quelli giusti, eh?
(parlando delle comunali)
Lei: Sì, sì. E poi, le altre...
Lui: Ah, quelle...lascio fare a te...
Lei: Ma tu?...io...sarei per i vecchi...
Lui: (con entusiasmo) Ah, anch'io!!! Dicono che è finito, ma non è mica vero, stavolta prenderà ancora più voti...
Lei: L'hanno voluto condannare, ma lo facevano tutti...
Lui: Ma tanto, l'hanno mandato per punizione dai vecchietti, e lui, la prima cosa che ha fatto è stata far rifare a sue spese la dentiera a tutti!!!!
Lei: E poi...ce l'hanno con lui perché va con le donne, ma loro erano contente...
Lui: Prendevano mille euro a botta!!!!!
Lei: Io vorrei che venisse qui a fare il sindaco...magari darebbe una bottarella anche a me...
Lui: E così domenica bisogna andare a votare....
Lei: Sì, sì
Lui: Mi raccomando, vota per quelli giusti, eh?
(parlando delle comunali)
Lei: Sì, sì. E poi, le altre...
Lui: Ah, quelle...lascio fare a te...
Lei: Ma tu?...io...sarei per i vecchi...
Lui: (con entusiasmo) Ah, anch'io!!! Dicono che è finito, ma non è mica vero, stavolta prenderà ancora più voti...
Lei: L'hanno voluto condannare, ma lo facevano tutti...
Lui: Ma tanto, l'hanno mandato per punizione dai vecchietti, e lui, la prima cosa che ha fatto è stata far rifare a sue spese la dentiera a tutti!!!!
Lei: E poi...ce l'hanno con lui perché va con le donne, ma loro erano contente...
Lui: Prendevano mille euro a botta!!!!!
Lei: Io vorrei che venisse qui a fare il sindaco...magari darebbe una bottarella anche a me...
mercoledì 21 maggio 2014
Se sei brutto ti tirano le pietre, e se sei bello pure
Puntualmente e senza tema di smentita, i geni dell'invalsi hanno colpito ancora...
I risultati della più selettiva scuola superiore della città sono stati molto buoni, beh, c'era da aspettarselo no?
No.
I geni dell'invalsi hanno stabilito che i risultati sono talmente buoni che non è possibile che i ragazzi non abbiano copiato o siano stati aiutati dai professori.
Il disgusto è pari al sollievo per il fatto che almeno stavolta ci è stato risparmiato l'inutile compito alla Scuola Secondaria di Primo Grado...alto!
I risultati della più selettiva scuola superiore della città sono stati molto buoni, beh, c'era da aspettarselo no?
No.
I geni dell'invalsi hanno stabilito che i risultati sono talmente buoni che non è possibile che i ragazzi non abbiano copiato o siano stati aiutati dai professori.
Il disgusto è pari al sollievo per il fatto che almeno stavolta ci è stato risparmiato l'inutile compito alla Scuola Secondaria di Primo Grado...alto!
giovedì 24 aprile 2014
Poche idee e confuse
Dopo aver ascoltato e guardato la famosa intervista del nostro nuovo ministro - è stata dura, più di venti minuti -, posso azzardare dei timidi giudizi.
Un colpo al cerchio e uno alla botte potrebbe essere lo slogan per definire la sua linea d'azione (e questo era prevedibile e previsto, perché nessuno può permettersi di prendere decisioni che sarebbero impopolari per una fetta o per l'altra della popolazione), però alcune cose mi hanno colpito.
Ad esempio, non ho capito - sinceramente - la boutade delle chiamate da parte dei presidi. Cioè, ascoltandola, non si capiva cosa diavolo intendesse, perché è un po' difficile sostenere che bisognerebbe dare la possibilità ai presidi di chiamare delle persone e allo stesso tempo dire che non si è detto che i presidi possono assumere... delle due l'una. Certo, non potranno assumere a tempo indeterminato, ma se chiami una persona a lavorare nella tua scuola per un anno, sempre assunzione si chiama.
Possiamo discutere sul fatto che sia giusto, legale, opportuno o no. Sono sicura che un 40% sarebbe d'accordo, 40% no e 20% non sa o non risponde. E da qui la necessità di non parlare chiaro.
Per quanto riguarda il reclutamento, l'argomento è troppo scottante per prendere posizione alcuna, però da un ministro mi aspetto che almeno abbia chiaro il quadro della situazione.
Alla domanda sulle proteste dei vincitori del concorsone che non hanno ottenuto l'assunzione e non sono inseriti in graduatoria, una persona informata dei fatti avrebbe detto che l'ultimo concorsone non era abilitante, era una pura e semplice lotteria: se arrivavi tra i primi 10, 20, 30 o quanti avevano deciso a seconda della materia, avevi il ruolo in tasca, altrimenti era come non aver fatto niente. Io mi sono informata bene, perché ci ho provato anch'io, e sapevo benissimo che dovevo arrivare tra i primi 29...non ci sono arrivata, arrivederci e grazie, amici come prima.
Di nuovo, sull'opportunità di fare un concorsone per assumere 29 persone quando ci sono migliaia di abilitati in attesa, di ogni categoria (concorsone precedente, concorso riservato, SSIS, TFA e adesso pure PAS) e di ogni età, caliamo un opportuno silenzio.
Sul fatto che gli abilitati tramite concorsone non "scadono" ha toppato ancora una volta, perché - si sa - il penultimo concorsone, per la prima volta nella storia, è scaduto e non si utilizza più quella graduatoria per l'immissione in ruolo.
Ma lasciamo l'argomento reclutamento, perché non se ne verrà mai a capo. Nulla di nulla è stato detto, invece, sulla montagna di soldi alle scuole private e alle famiglie che decidono di iscrivere i propri figli alle scuole private.
Sul grande numero di Università sul suolo italico, il ministro ha negato, lasciando da parte le Università on-line...ma come lasciando da parte, sono proprio quelle la pietra dello scandalo!!! Anche qui, meglio tacere per non scontentare quella fetta di popolazione che sta facendo grandi affari, non sarà grande, ma è potente.
Un colpo al cerchio e uno alla botte potrebbe essere lo slogan per definire la sua linea d'azione (e questo era prevedibile e previsto, perché nessuno può permettersi di prendere decisioni che sarebbero impopolari per una fetta o per l'altra della popolazione), però alcune cose mi hanno colpito.
Ad esempio, non ho capito - sinceramente - la boutade delle chiamate da parte dei presidi. Cioè, ascoltandola, non si capiva cosa diavolo intendesse, perché è un po' difficile sostenere che bisognerebbe dare la possibilità ai presidi di chiamare delle persone e allo stesso tempo dire che non si è detto che i presidi possono assumere... delle due l'una. Certo, non potranno assumere a tempo indeterminato, ma se chiami una persona a lavorare nella tua scuola per un anno, sempre assunzione si chiama.
Possiamo discutere sul fatto che sia giusto, legale, opportuno o no. Sono sicura che un 40% sarebbe d'accordo, 40% no e 20% non sa o non risponde. E da qui la necessità di non parlare chiaro.
Per quanto riguarda il reclutamento, l'argomento è troppo scottante per prendere posizione alcuna, però da un ministro mi aspetto che almeno abbia chiaro il quadro della situazione.
Alla domanda sulle proteste dei vincitori del concorsone che non hanno ottenuto l'assunzione e non sono inseriti in graduatoria, una persona informata dei fatti avrebbe detto che l'ultimo concorsone non era abilitante, era una pura e semplice lotteria: se arrivavi tra i primi 10, 20, 30 o quanti avevano deciso a seconda della materia, avevi il ruolo in tasca, altrimenti era come non aver fatto niente. Io mi sono informata bene, perché ci ho provato anch'io, e sapevo benissimo che dovevo arrivare tra i primi 29...non ci sono arrivata, arrivederci e grazie, amici come prima.
Di nuovo, sull'opportunità di fare un concorsone per assumere 29 persone quando ci sono migliaia di abilitati in attesa, di ogni categoria (concorsone precedente, concorso riservato, SSIS, TFA e adesso pure PAS) e di ogni età, caliamo un opportuno silenzio.
Sul fatto che gli abilitati tramite concorsone non "scadono" ha toppato ancora una volta, perché - si sa - il penultimo concorsone, per la prima volta nella storia, è scaduto e non si utilizza più quella graduatoria per l'immissione in ruolo.
Ma lasciamo l'argomento reclutamento, perché non se ne verrà mai a capo. Nulla di nulla è stato detto, invece, sulla montagna di soldi alle scuole private e alle famiglie che decidono di iscrivere i propri figli alle scuole private.
Sul grande numero di Università sul suolo italico, il ministro ha negato, lasciando da parte le Università on-line...ma come lasciando da parte, sono proprio quelle la pietra dello scandalo!!! Anche qui, meglio tacere per non scontentare quella fetta di popolazione che sta facendo grandi affari, non sarà grande, ma è potente.
lunedì 21 aprile 2014
Update effettuato: Teacher 2.0
Dovere e diritto di ogni insegnante è aggiornarsi. Ogni anno mi scelgo degli aggiornamenti mirati, seguendo i miei interessi - no, non vuol dire che seguo un corso di cucina giapponese o di decoupage e lo considero aggiornamento -, parlo di interessi scolastici. Di solito riguardano due argomenti: l'inglese (per ovvi motivi) e la tecnologia.
L'ultimo seminario/incontro/corso trattava entrambi gli argomenti, cioè era in inglese e parlava di tecnologia, intesa come nuovi strumenti per insegnare, motivare etc. i nostri ragazzi del 2014.
Io mi sono divertita moltissimo e ho trovato inspirazione per alcune attività da proporre in classe.
Il concetto più importante che ho colto è: non state a pensare a quello che NON avete a disposizione, ma lavorate con quello che avete, quello che passa il convento, che a volte è più di quello che pensiamo.
Sarebbe bellissimo avere una classe con i banchi non disposti in modo tradizionale (o addirittura niente banchi), collegamento wi-fi, LIM e tablet per ogni alunno; ma non prendiamo questa scusa per non provarci neanche e continuare col nostro vecchio metodo della lezione frontale.
E - da tenere in considerazione - i ragazzi del 2014 non ci stanno senza internet. Magari non hanno il computer fisso a disposizione, ma di sicuro hanno un tablet o un telefono...
Poi, una collega-amica mi ha segnalato un sito pieno zeppo di attività on-line.
Mettendo insieme le due cose, il giorno dopo - lo so, sono tremendamente impaziente quando qualcosa mi ispira la devo provare subito - vado a scuola e mi informo sulla "dotazione" dei miei alunni di terza, tenendo conto del fatto che c'è una LIM e anche un collegamento wi-fi, ma che sarebbe meglio non diffondere la password tra gli studenti.
In effetti, si può fare. Tutti hanno, male che vada, un simil-smartphone, e anche se non tutti hanno l'abbonamento per internet, ce l'hanno almeno 1 su 2 e si possono passare la linea - cosa che mi suggeriscono loro stessi: ...prof, io porto il tablet e il telefono, così mi passo la linea... prof, io posso dare la linea a qualcuno che non ce l'ha...
Perfetto! Con un piccolissimo strappo a quell'antiquato regolamento scolastico che dice che è vietato portare cellulari a scuola, chiedo a tutti di venire armati di dispositivi atti alla navigazione per la lezione successiva.
E così, tutti contenti e ricettivi, la volta dopo cominciamo l'avventura: alla LIM illustro dove devono andare, spiego il funzionamento del sito, faccio vedere gli esercizi e le attività, puntualizzo che ognuno può vedere se ha fatto bene, cosa ha sbagliato, il numero di tentativi e il tempo impiegati; si può addirittura scegliere il livello della stessa lezione così ognuno può lavorare secondo le proprie capacità.
Devo dire che per un'ora c'è stato un religioso silenzio e nessuno ha alzato la testa se non per chiedere assistenza tecnica.
La prima parte del piano va a meraviglia. Assegno un'attività per casa per concludere il lavoro e per avere il feedback sul lavoro svolto.
La lezione successiva, dove ho cercato di stabilire se era rimasto qualcosa, è stata un tantino più deludente.
Non mi è sembrato che avessero appreso granché. Ho pensato che non potevo giudicare dopo una sola volta; così ho assegnato per compito una lezione.
La volta successiva il compito in gran parte non era stato svolto, con le solite scuse. Calato anche l'entusiasmo per l'attività in classe...no, prof, io non posso perché consumo troppo e poi stasera non posso più usare internet...
Tirando le somme, rimane qualche perplessità. Non è la prima volta che tento di rendere le lezioni più accattivanti utilizzando la tecnologia, e come sempre mi rimane il dubbio che sia veramente efficace. E' facile attirare l'attenzione e farli lavorare (o forse giocare) ma quando si tratta di apprendimento o acquisizione le cose cambiamo.
L'ultimo seminario/incontro/corso trattava entrambi gli argomenti, cioè era in inglese e parlava di tecnologia, intesa come nuovi strumenti per insegnare, motivare etc. i nostri ragazzi del 2014.
Io mi sono divertita moltissimo e ho trovato inspirazione per alcune attività da proporre in classe.
Il concetto più importante che ho colto è: non state a pensare a quello che NON avete a disposizione, ma lavorate con quello che avete, quello che passa il convento, che a volte è più di quello che pensiamo.
Sarebbe bellissimo avere una classe con i banchi non disposti in modo tradizionale (o addirittura niente banchi), collegamento wi-fi, LIM e tablet per ogni alunno; ma non prendiamo questa scusa per non provarci neanche e continuare col nostro vecchio metodo della lezione frontale.
E - da tenere in considerazione - i ragazzi del 2014 non ci stanno senza internet. Magari non hanno il computer fisso a disposizione, ma di sicuro hanno un tablet o un telefono...
Poi, una collega-amica mi ha segnalato un sito pieno zeppo di attività on-line.
Mettendo insieme le due cose, il giorno dopo - lo so, sono tremendamente impaziente quando qualcosa mi ispira la devo provare subito - vado a scuola e mi informo sulla "dotazione" dei miei alunni di terza, tenendo conto del fatto che c'è una LIM e anche un collegamento wi-fi, ma che sarebbe meglio non diffondere la password tra gli studenti.
In effetti, si può fare. Tutti hanno, male che vada, un simil-smartphone, e anche se non tutti hanno l'abbonamento per internet, ce l'hanno almeno 1 su 2 e si possono passare la linea - cosa che mi suggeriscono loro stessi: ...prof, io porto il tablet e il telefono, così mi passo la linea... prof, io posso dare la linea a qualcuno che non ce l'ha...
Perfetto! Con un piccolissimo strappo a quell'antiquato regolamento scolastico che dice che è vietato portare cellulari a scuola, chiedo a tutti di venire armati di dispositivi atti alla navigazione per la lezione successiva.
E così, tutti contenti e ricettivi, la volta dopo cominciamo l'avventura: alla LIM illustro dove devono andare, spiego il funzionamento del sito, faccio vedere gli esercizi e le attività, puntualizzo che ognuno può vedere se ha fatto bene, cosa ha sbagliato, il numero di tentativi e il tempo impiegati; si può addirittura scegliere il livello della stessa lezione così ognuno può lavorare secondo le proprie capacità.
Devo dire che per un'ora c'è stato un religioso silenzio e nessuno ha alzato la testa se non per chiedere assistenza tecnica.
La prima parte del piano va a meraviglia. Assegno un'attività per casa per concludere il lavoro e per avere il feedback sul lavoro svolto.
La lezione successiva, dove ho cercato di stabilire se era rimasto qualcosa, è stata un tantino più deludente.
Non mi è sembrato che avessero appreso granché. Ho pensato che non potevo giudicare dopo una sola volta; così ho assegnato per compito una lezione.
La volta successiva il compito in gran parte non era stato svolto, con le solite scuse. Calato anche l'entusiasmo per l'attività in classe...no, prof, io non posso perché consumo troppo e poi stasera non posso più usare internet...
Tirando le somme, rimane qualche perplessità. Non è la prima volta che tento di rendere le lezioni più accattivanti utilizzando la tecnologia, e come sempre mi rimane il dubbio che sia veramente efficace. E' facile attirare l'attenzione e farli lavorare (o forse giocare) ma quando si tratta di apprendimento o acquisizione le cose cambiamo.
mercoledì 16 aprile 2014
Gli anelli di Potere e la Terza Età
in cui questi racconti giungono alla loro conclusione
Ed eccoci all'ultimo capitolo della storia degli Elfi, e quindi anche di questo libro. Questa parte è stata scritta a posteriori, cioè dopo Il Signore degli Anelli, e ne è pertanto influenzato.
Il tema principale è infatti l'origine degli Anelli del Potere e dell'Unico.
Si comincia quindi con Sauron il Maia, sedotto da Melkor nel Principio di Arda
e se lo rese fedele, ed egli divenne il massimo e il più fido dei servi dell'Avversario, nonché il più pericoloso, potendo egli assumere molte forme e quando gli aggradasse apparir nobile e bello, sì da ingannare tutti che non fossero i più avvertiti.Ci sono delle somiglianze tra Sauron e Melkor (o Morgoth), infatti molto simile è la strategia di usare l'inganno e le menzogne con Elfi e Uomini, per sobillargli il desiderio di ribellarsi ai Valar.
Dopo la Grande Battaglia e la caduta di Morgoth, in Sauron cresce l'orgoglio, prova odio per gli Elfi e paura per i Nùmenoreani.
Gil-galad, figlio di Fingon, con Elrond Mezzelfo, figlio di Earendil e fratello di Elros, primo Re di Nùmenor (che dimorano nel Beleriand), non danno retta a Sauron, e anzi lo allontanano e lo trattano con diffidenza. Quindi si rivolge agli Elfi che dimorano nell'Eregion, Celebrimbor, figlio di Curufin. Sauron gli porta gli stessi argomenti che Melkor portò ai Noldor quando voleva si ribellassero ai Valar
Possibile che [Gil-galad e Elrond] non desiderino vedere altre contrade ornarsi di felicità come la loro? Ma perché dunque la Terra-di-mezzo dovrebbe restare per sempre desolata e buia, laddove gli Elfi potrebbero renderla altrettanto bella di Eressea, che dico, persino di Valinor?in modo indiretto e mostrando falsa umiltà e falso altruismo, gli dice quello che in fondo vogliono sentirsi dire. Invece di incitarli a usare la violenza gli dice di pensare al bene che potrebbero fare anche agli altri.
E le sue parole vengono recepite. A Celebrimbor, abile fabbro, viene l'idea di fabbricare Anelli di Potere. Essendo definiti in questo modo è difficile pensare che siano una cosa buona, sapendo poi che
era Sauron a guidarne le fatiche, perfettamente consapevole di ciò che quelli facevano, essendo suo desiderio di impastoiare gli Elfi e di tenerli sotto controllo.Allo stesso tempo, in segreto, Sauron forgia un Unico Anello con cui dominare tutti gli altri, nella Montagna di Fuoco della Terra d'Ombra, e a patto che l'avesse con sé, era al corrente di tutto ciò che si faceva per mezzo degli anelli minori, e poteva vedere e governare gli stessi pensieri di coloro che li portavano su di sé.
Ma gli Elfi non sono così tonti, e si accorgono del trucco. Si sfilano immediatamente gli anelli. Sauron urla e strepita, ed esige che gli vengano consegnati tutti gli anelli.
Gli Elfi sfuggono e ne salvano tre. Narya, Anello di Fuoco, ornato di rubino; Nenya, Anello d'Acqua, ornato di diamante; Vilya, Anello d'Aria, ornato di zaffiro. I tre vennero nascosti fino a che Sauron possedette l'Anello di Dominio, e quindi rimasero immacolati, anche se assoggettati all'Unico.
Da quel momento la guerra tra Sauron e gli Elfi non finì mai più.
Celebrimbor rimase ucciso nella guerra, e Elrond Mezzelfo fonda la roccaforte di Imladris, o Rivendell.
Sauron distribuisce gli altri anelli: sette vengono dati ai Nani, nove agli Uomini. Si dice che i Nani risultarono difficili da domare per Sauron, e si servirono degli anelli solo per accumulare ricchezze.
I nove Uomini che si servirono degli anelli divennero potentissimi in vita (che diventa imperitura), ma la vita divenne per loro intollerabile, e ad uno ad uno caddero sotto il dominio dell'Unico e entrarono nel reame delle ombre. Erano i Nazgul, i Fantasmi dell'Anello.
In questo periodo Sauron riunisce tutte le creature corrotte e cerca di ottenere il regno della Terra-di-mezzo. Non riesce a sconfiggere i Nùmenoreani e, come abbiamo visto, si "allea" a loro sperando di ottenere con l'astuzia ciò che non poteva con la forza.
Dopo lo sconvolgimento della Terra-di-mezzo ad opera dei Valar, i Nùmenoreani che si sono salvati (i figli di Elendil, quelli che erano sulle navi), fondano il regno di Gondor. Minas Ithil è la residenza di Isildur e minas Anor la residenza di Anàrion. Con loro avevano molti tesori portati da Nùmenor, i più famosi sono le Sette Pietre e l'Albero Bianco.
L'Albero Bianco viene piantato davanti alla dimora di Isuldur, le sette pietre vengono così divise: tre a Elendil e due a ciascuno dei suoi figli. Le pietre non sono altro che i Palantìri.
Sauron si rimette in forze e sferra un altro attacco e distrugge l'Albero (ma Isildur ne salva un frutto). Viene costituita la Lega detta Ultima Alleanza, tra Elfi e Uomini, e Sauron viene sconfitto: Gil-galad e Elendil rimangono uccisi, ma Isildur, con il mozzicone della spada di Elendil (Narsil) taglia il dito di Sauron che portava l'Anello del Dominio.
Isildur non vuole distruggere l'Anello, vuole tenerlo come guidrigildo per la morte del padre e del fratello, si sente il legittimo proprietario perché lui ha inferto il colpo mortale al nemico, e non può tollerare che venga distrutto perché lo trova estremamente bello.
Ha inizio la Terza Era. Isildur pianta il seme dell'Albero Bianco in memoria del fratello a Gondor. E' il periodo in cui Elfi e Uomini si estraniano, dell'Anello non se ne sa più niente, gli Elfi si ritirano nelle loro roccaforti e si isolano dal mondo esterno.
Sappiamo che la lama infranta di Narsil viene conservata da Elrond e non viene riforgiata...finché non venga ritrovato l'Anello, mentre l'Anello viene perso nel fiume da Isildur mentre tenta di scappare dagli Orchi che lo inseguono.
L'Anello di Zaffiro è in mano a Elrond, e l'Anello di Diamante è in mano a Galadriel. L'Anello Rosso rimane nascosto fino alla fine e nessuno tranne Elrond, Galadriel e Cìrdan sa a chi è affidato.
E' questa un'epoca di decadenza, dove qualcosa di oscuro corrompe la foresta di Mirkwood, Bosco Atro. E proprio allora appaiono gli Istari, che gli Uomini chiamavano Maghi. Mandati dai Signori dell'Occidente per sconfiggere Sauron, gli Istari hanno l'aspetto di uomini anziani ma vigorosi. I principali sono Mithrandir e Curunìr, che gli Uomini chiamano Gandalf e Saruman. Mithrandir è amico soprattutto degli Elfi, mentre Curunìr degli Uomini, e poi c'è Radagast, amico di tutte le bestie della terra e dell'aria.
E il resto è storia, come si suol dire, cioè la Storia del Signore degli Anelli, con Saruman che viene corrotto dal potere dell'Anello, Gandalf che si rivela il più potente, e tutta la situazione salvata dai più umili, i Mezzuomini.
Vorrei mettere una musichetta per sancire la fine di questa impresa, la lettura del Silmarillion, che io paragonerei a quella di Frodo e Sam...o forse Gollum.
Ringrazio ancora i Silmarillionaires e The Tolkien Professor per avermi accompagnato. Io mi sono divertita molto e spero di "convertire" nel mio piccolo un paio di lettori ;-)
giovedì 10 aprile 2014
Akallabeth, La Caduta di Nùmenor
Il penultimo capitolo di questo libro racconta della storia degli Uomini.
Ovviamente è molto meno dettagliata delle storie precedenti - in effetti vengono coperti 2000 anni di storia - ci sono dei richiami a quello che abbiamo già letto quando le vicende di Elfi e Uomini si incrociano, e abbiamo anche un resoconto degli avvenimenti dopo la Guerra d'Ira.
Ma procediamo con ordine. Gli Uomini nascono al tempo dell'Ombra di Morgoth, nascono nell'oscurità, e la temono e la venerano allo stesso tempo. Poi abbiamo la migrazione verso Ovest degli Edain. L'apice viene raggiunto con Earendil il lucente; Morgoth è sconfitto ma gli Uomini - per lo meno quelli che tornano ad est, alleati di Morgoth - tornano all'oscurità.
Si potrebbe dire che due elementi importanti nella storia degli Uomini sono la relazione con l'oscurità e il movimento verso ovest.
Dopo la Guerra d'Ira Manwe relega Morgoth di là dal Mondo, nel Vuoto; gli Eldar - perdonati - sono invitati a fare ritorno all'Ovest e stabiliscono la loro dimora in una contrada che sta a metà tra la Terra di Mezzo e Valinor: Andor; gli Edain ricevono dei doni, la sapienza e una vita di maggior durata, vivono a Ovesturia, o Nùmenor; ai figli di Earendil (mezzelfi) viene concessa facoltà di giudizio. Elros diventa il primo re dei Dùnedain e Elrond rimane coi Primogeniti.
I Dùnedain sono dei grandi navigatori, ma non potendo andare ad Ovest per espresso divieto dei Valar, si spingono verso Est e verso la Terra di Mezzo...fino a che, indovina un po', fino a che non resistono più e cominciano a mettere in discussione il divieto, che non comprendevano.
Cominciano a dirsi l'un l'altro
Nonostante tutte le spiegazioni di Manwe, - tramite dei messaggeri - gli Uomini non sono affatto convinti, e trovano scuse e giustificazioni alle loro pretese ed aspirazioni.
Questo è un passaggio fondamentale, il punto centrale della Storia. Ilùvatar concede come premio ai Nùmenoreani di avere una vita più lunga, ma non l'immortalità, perché l'Ovest e l'immortalità non sono la loro meta finale. E' la morte il compimento di quello che cercano per tutta la vita.
E allora perché, verrebbe da chiedersi, la vita più lunga è definito un dono? E' un bene o un male?
Non c'è da sorprendersi se gli Uomini fraintendono o non capiscono cosa devono fare, ciò che è giusto ed è bene.
Mentre c'è maretta tra gli Uomini, e alcuni addirittura si estraniarono dagli Eldar e dai Valar, Sauron ricompare e punta al dominio della Terra di Mezzo. Quando Sauron dichiara apertamente le sue intenzioni il re dei Nùmenoreani, Ar-Pharazon, si prepara alla guerra. Poi comanda a Sauron di andare al suo cospetto e giurargli fedeltà. Sauron si sottomette, ma solo perché ciò coincide con i suoi piani. Nel giro di tre anni diventa uno dei più intimi consiglieri del re.
L'unico che non si lascia incantare dai suoi modi adulatori è Amandil. Ma Sauron riesce a convincere gli Uomini che la Tenebra è degna di adorazione...e il Signore della Tenebra è Melkor.
Convince Ar-Pharazon ad abbattere l'Albero Bianco - Nimloth il Bello -, anche se prima Isildur ne prende un frutto e lo pianta in segreto.
In questo periodo gli Uomini si indeboliscono, invecchiano e muoiono prima, e si ammalano. E arriva l'ora che Sauron ha tanto atteso: gli uomini sfidano il divieto dei Valar.
Amandil decide di mettersi in viaggio in segreto per andare a intercedere per gli Uomini presso i Valar, diventando in effetti il primo Numenoreano a infrangere il divieto e andare a Valinor. Di lui non sapremo più niente, a differenza di Earendil, che abbiamo seguito "in diretta" e sappiamo esattamente cos'è successo, qui la prospettiva si ferma nella Terra di Mezzo.
Quando anche Ar-Pharazon giunge ad Aman, Ilùvatar sfoderò il proprio potere, mutando la faccia del mondo. Aman e Andor (dimora degli Elfi) vengono sradicate e portate fuori dalla portata degli uomini e Nùmenor cade nella tenebra.
Solo Elendil - figlio di Amandil - e le sue navi vengono risparmiati dalla rovina ed in seguito fondano i regni della Terra di Mezzo.
Sauron precipita nell'abisso, viene spogliato della sua forma e mai più può apparire bello agli occhi degli Uomini.
Ovviamente è molto meno dettagliata delle storie precedenti - in effetti vengono coperti 2000 anni di storia - ci sono dei richiami a quello che abbiamo già letto quando le vicende di Elfi e Uomini si incrociano, e abbiamo anche un resoconto degli avvenimenti dopo la Guerra d'Ira.
Ma procediamo con ordine. Gli Uomini nascono al tempo dell'Ombra di Morgoth, nascono nell'oscurità, e la temono e la venerano allo stesso tempo. Poi abbiamo la migrazione verso Ovest degli Edain. L'apice viene raggiunto con Earendil il lucente; Morgoth è sconfitto ma gli Uomini - per lo meno quelli che tornano ad est, alleati di Morgoth - tornano all'oscurità.
Si potrebbe dire che due elementi importanti nella storia degli Uomini sono la relazione con l'oscurità e il movimento verso ovest.
Dopo la Guerra d'Ira Manwe relega Morgoth di là dal Mondo, nel Vuoto; gli Eldar - perdonati - sono invitati a fare ritorno all'Ovest e stabiliscono la loro dimora in una contrada che sta a metà tra la Terra di Mezzo e Valinor: Andor; gli Edain ricevono dei doni, la sapienza e una vita di maggior durata, vivono a Ovesturia, o Nùmenor; ai figli di Earendil (mezzelfi) viene concessa facoltà di giudizio. Elros diventa il primo re dei Dùnedain e Elrond rimane coi Primogeniti.
I Dùnedain sono dei grandi navigatori, ma non potendo andare ad Ovest per espresso divieto dei Valar, si spingono verso Est e verso la Terra di Mezzo...fino a che, indovina un po', fino a che non resistono più e cominciano a mettere in discussione il divieto, che non comprendevano.
Cominciano a dirsi l'un l'altro
Perché i Signori dell'Ovest se ne stanno lì in pace sempiterna, mentre noi dobbiamo morire e andare non sappiamo dove, lasciando le nostre case e tutto ciò che abbiamo fatto?
Perché non dovremmo andare ad Avallòne (dagli Elfi) a salutare i nostri amici?
Perché non dovremmo andare addirittura fino ad Aman e gustarvi, fosse pure per un giorno solo, la felicità delle Potenze?
Nonostante tutte le spiegazioni di Manwe, - tramite dei messaggeri - gli Uomini non sono affatto convinti, e trovano scuse e giustificazioni alle loro pretese ed aspirazioni.
Questo è un passaggio fondamentale, il punto centrale della Storia. Ilùvatar concede come premio ai Nùmenoreani di avere una vita più lunga, ma non l'immortalità, perché l'Ovest e l'immortalità non sono la loro meta finale. E' la morte il compimento di quello che cercano per tutta la vita.
E allora perché, verrebbe da chiedersi, la vita più lunga è definito un dono? E' un bene o un male?
Non c'è da sorprendersi se gli Uomini fraintendono o non capiscono cosa devono fare, ciò che è giusto ed è bene.
Mentre c'è maretta tra gli Uomini, e alcuni addirittura si estraniarono dagli Eldar e dai Valar, Sauron ricompare e punta al dominio della Terra di Mezzo. Quando Sauron dichiara apertamente le sue intenzioni il re dei Nùmenoreani, Ar-Pharazon, si prepara alla guerra. Poi comanda a Sauron di andare al suo cospetto e giurargli fedeltà. Sauron si sottomette, ma solo perché ciò coincide con i suoi piani. Nel giro di tre anni diventa uno dei più intimi consiglieri del re.
L'unico che non si lascia incantare dai suoi modi adulatori è Amandil. Ma Sauron riesce a convincere gli Uomini che la Tenebra è degna di adorazione...e il Signore della Tenebra è Melkor.
Convince Ar-Pharazon ad abbattere l'Albero Bianco - Nimloth il Bello -, anche se prima Isildur ne prende un frutto e lo pianta in segreto.
In questo periodo gli Uomini si indeboliscono, invecchiano e muoiono prima, e si ammalano. E arriva l'ora che Sauron ha tanto atteso: gli uomini sfidano il divieto dei Valar.
Amandil decide di mettersi in viaggio in segreto per andare a intercedere per gli Uomini presso i Valar, diventando in effetti il primo Numenoreano a infrangere il divieto e andare a Valinor. Di lui non sapremo più niente, a differenza di Earendil, che abbiamo seguito "in diretta" e sappiamo esattamente cos'è successo, qui la prospettiva si ferma nella Terra di Mezzo.
Quando anche Ar-Pharazon giunge ad Aman, Ilùvatar sfoderò il proprio potere, mutando la faccia del mondo. Aman e Andor (dimora degli Elfi) vengono sradicate e portate fuori dalla portata degli uomini e Nùmenor cade nella tenebra.
Solo Elendil - figlio di Amandil - e le sue navi vengono risparmiati dalla rovina ed in seguito fondano i regni della Terra di Mezzo.
Sauron precipita nell'abisso, viene spogliato della sua forma e mai più può apparire bello agli occhi degli Uomini.
venerdì 28 marzo 2014
Il Viaggio di Earendil e la Guerra d'Ira
Earendil è il distillato di tutti gli Elfi e gli Uomini che abbiamo visto, rappresenta ed è imparentato con Teleri (Thingol), Noldor (Idril), Maiar (Melian), Casa di Hador (Tuor), Casa di Beor (Beren). E' amico di Cìrdan il Carpentiere ed è sempre associato al Mare. Per lui Cìrdan costruisce Vingilot, la più bella delle navi mai cantate.
E' quindi naturale che Earendil sia il personaggio più importante della mitologia di Tolkien, quello destinato a salvare Elfi e Uomini.
Anche questa volta Tolkien fa riferimento ad una versione molto più lunga e particolareggiata della storia: il Lai di Earendil, ma questo Lai non è mai stato scritto, perciò tutto quello che sappiamo di questo personaggio è qui nel Silmarillion.
La storia di Earendil è il punto centrale, è da dove è partito Tolkien, quello che è successo prima - che noi abbiamo appena letto - è stato scritto successivamente per fare da background a questo momento topico.
Earendil non sapeva stare fermo, e con la sua nave viaggiava in cerca di Tuor e Idril, mentre Elwing lo aspettava a casa.
Mentre era via, i figli di Feanor vengono a sapere che Elwing dimora alle bocche del fiume Sirion ed è ancora in possesso del Silmaril. Il giuramento li tormenta, quindi attaccano i loro fratelli ed ha luogo l'ultimo e il più crudele massacro di Elfi a opera di Elfi; e fu quello il terzo dei grandi mali frutto del maledetto giuramento.
Dei figli di Feanor, Amrod e Amras rimangono uccisi, rimangono solo Maedhros e Maglor. Elros ed Elrond vengono fatti prigionieri, ed Elwing, con il Silmaril che le ornava il petto, si getta in mare.
Ulmo trae Elwing dalle onde, le dà l'aspetto di un grande uccello, e lei vola fino alla nave di Earendil con il Silmaril.
I due proseguono il loro viaggio insieme, pensando che i loro figli Elros ed Elrond siano perduti, e fanno rotta per Valinor.
Arrivati sulle spiagge immortali, Earendil prosegue da solo.
Quando arriva nel Reame Beato trova tutto deserto, proprio come Morgoth e Ungoliant tanto tempo prima, era arrivato in un momento di celebrazioni.
Proprio quando sta per tornare indietro la voce di Eonwe lo apostrofa
Earendil non tornò mai più nelle terre degli Uomini, ma ottenne il perdono per Elfi e Uomini. I Mezzelfi ottengono la facoltà di scegliere il loro destino, cioè se essere giudicati come i Primogeniti o come gli Uomini.
Fu così che il Silmaril rimase a Valinor, volando con Elwing nel cielo.
Nel frattempo Morgoth se ne stava rintanato e tranquillo, non immaginando che avrebbero osato attaccarlo.
Morgoth non riesce a comprendere i Valar e il loro perdono, perché non ne è capace.
In questo aspetto Morgoth ricorda un altro grande cattivo moderno: Voldemort. La debolezza di questi personaggi è non riuscire a comprendere il potere dell'amore e quindi sottovalutarlo. Entrambi sono personaggi molto dotati e forti, ma in Tolkien sono gli umili che salvano il mondo.
Questa ultima battaglia della Prima Era è detta Grande Battaglia o Guerra dell'Ira. Tutta la potenza delle creature asservite a Morgoth non può niente contro la potenza dei Valar. La corona ferrea diventa un collare, per sottolineare che Morgoth è prigioniero delle sue azioni.
Eonwe prende i Silmaril e la Terra di Mezzo viene devastata. Morgoth viene scaraventato fuori dalle Mura del mondo, nel vuoto atemporale.
Maedhros e Maglor tornano alla carica e chiedono di avere i due Silmaril rimasti. Eonwe risponde che il loro diritto è decaduto a causa delle molte e spietate malefatte che avevano commesso perché accecati dal loro giuramento.
Ovviamente non se ne danno per inteso e li rubano, dopo aver trucidato i guardiani, per aggiungere misfatto a misfatto, ma la gemma bruciò la mano di Meadhros con dolore insopportabile, tanto che si getta in una voragine infuocata e il Silmaril fu accolto nel seno della terra.
Neanche Maglor riesce a sopportare il dolore, e alla fine lo gettò nel mare.
Ed ecco la fine dei Silmaril: uno in cielo, uno nelle profondità della terra e uno nelle profondità del mare.
I Vanyar tornarono a Valinor, gli Elfi del Beleriand andarono in Tol Eressea, l'Isola che guarda sia a Occidente che a Oriente.
Cìrdan il Carpentiere e Celeborne Galadriel rimasero nella Terra-di-Mezzo, come Gil-galad e Elrond Mezzelfo. Suo fratello Elros invece preferì dimorare con gli Uomini.
E' quindi naturale che Earendil sia il personaggio più importante della mitologia di Tolkien, quello destinato a salvare Elfi e Uomini.
Anche questa volta Tolkien fa riferimento ad una versione molto più lunga e particolareggiata della storia: il Lai di Earendil, ma questo Lai non è mai stato scritto, perciò tutto quello che sappiamo di questo personaggio è qui nel Silmarillion.
La storia di Earendil è il punto centrale, è da dove è partito Tolkien, quello che è successo prima - che noi abbiamo appena letto - è stato scritto successivamente per fare da background a questo momento topico.
Earendil non sapeva stare fermo, e con la sua nave viaggiava in cerca di Tuor e Idril, mentre Elwing lo aspettava a casa.
Mentre era via, i figli di Feanor vengono a sapere che Elwing dimora alle bocche del fiume Sirion ed è ancora in possesso del Silmaril. Il giuramento li tormenta, quindi attaccano i loro fratelli ed ha luogo l'ultimo e il più crudele massacro di Elfi a opera di Elfi; e fu quello il terzo dei grandi mali frutto del maledetto giuramento.
Dei figli di Feanor, Amrod e Amras rimangono uccisi, rimangono solo Maedhros e Maglor. Elros ed Elrond vengono fatti prigionieri, ed Elwing, con il Silmaril che le ornava il petto, si getta in mare.
Ulmo trae Elwing dalle onde, le dà l'aspetto di un grande uccello, e lei vola fino alla nave di Earendil con il Silmaril.
I due proseguono il loro viaggio insieme, pensando che i loro figli Elros ed Elrond siano perduti, e fanno rotta per Valinor.
Arrivati sulle spiagge immortali, Earendil prosegue da solo.
Quando arriva nel Reame Beato trova tutto deserto, proprio come Morgoth e Ungoliant tanto tempo prima, era arrivato in un momento di celebrazioni.
Proprio quando sta per tornare indietro la voce di Eonwe lo apostrofa
Salute, Earendil, il più famoso di tutti i marinai, l'atteso che giunge inaspettatamente, il desiderato che arriva al di là di ogni speranza! Earendil, portatore di luce più antica del Sole e della Luna! Splendore dei Figli della Terra, stella nelle tenebre, gemma nel tramonto, radianza del mattino!
Earendil non tornò mai più nelle terre degli Uomini, ma ottenne il perdono per Elfi e Uomini. I Mezzelfi ottengono la facoltà di scegliere il loro destino, cioè se essere giudicati come i Primogeniti o come gli Uomini.
Fu così che il Silmaril rimase a Valinor, volando con Elwing nel cielo.
Nel frattempo Morgoth se ne stava rintanato e tranquillo, non immaginando che avrebbero osato attaccarlo.
Morgoth non riesce a comprendere i Valar e il loro perdono, perché non ne è capace.
In questo aspetto Morgoth ricorda un altro grande cattivo moderno: Voldemort. La debolezza di questi personaggi è non riuscire a comprendere il potere dell'amore e quindi sottovalutarlo. Entrambi sono personaggi molto dotati e forti, ma in Tolkien sono gli umili che salvano il mondo.
Questa ultima battaglia della Prima Era è detta Grande Battaglia o Guerra dell'Ira. Tutta la potenza delle creature asservite a Morgoth non può niente contro la potenza dei Valar. La corona ferrea diventa un collare, per sottolineare che Morgoth è prigioniero delle sue azioni.
Eonwe prende i Silmaril e la Terra di Mezzo viene devastata. Morgoth viene scaraventato fuori dalle Mura del mondo, nel vuoto atemporale.
Maedhros e Maglor tornano alla carica e chiedono di avere i due Silmaril rimasti. Eonwe risponde che il loro diritto è decaduto a causa delle molte e spietate malefatte che avevano commesso perché accecati dal loro giuramento.
Ovviamente non se ne danno per inteso e li rubano, dopo aver trucidato i guardiani, per aggiungere misfatto a misfatto, ma la gemma bruciò la mano di Meadhros con dolore insopportabile, tanto che si getta in una voragine infuocata e il Silmaril fu accolto nel seno della terra.
Neanche Maglor riesce a sopportare il dolore, e alla fine lo gettò nel mare.
Ed ecco la fine dei Silmaril: uno in cielo, uno nelle profondità della terra e uno nelle profondità del mare.
I Vanyar tornarono a Valinor, gli Elfi del Beleriand andarono in Tol Eressea, l'Isola che guarda sia a Occidente che a Oriente.
Cìrdan il Carpentiere e Celeborne Galadriel rimasero nella Terra-di-Mezzo, come Gil-galad e Elrond Mezzelfo. Suo fratello Elros invece preferì dimorare con gli Uomini.
lunedì 24 marzo 2014
Tuor e la caduta di Gondolin
Anche Tuor, come suo cugino Tùrin, viene cresciuto dagli Elfi Grigi. Ma ci sono delle importanti differenze tra i due: mentre Tùrin viene tenuto in grande considerazione presso Re Thingol, Tuor viene preso come schiavo da Lorgan, un Elfo che non è conosciuto del quale non sentiamo più parlare.
I destini dei due cugini sono simili, sono entrambi predestinati, ma si può dire che hanno esito completamente diverso.
Tùrin cresce orgoglioso e arriva a pensare di poter sfidare persino Morgoth, portando alla rovina tutto ciò che tocca; Tuor cresce umile e arriva molto in alto.
Tuor è infatti il predestinato, o il Prescelto da Ulmo come strumento dei propri disegni.
Dopo varie avventure, Tuor giunge infatti nelle aule abbandonate di Vinyamar, dove trova lo scudo e la cotta, la spada e l'elmo che che Turgon aveva lasciato tempo prima per ordine di Ulmo.
Tuor indossa la cotta e Ulmo stesso gli dà un mantello per nascondersi dai suoi nemici e gli ordina di andare a Gondolin. Voronwe gli fa da guida.
Strada facendo incontrano un uomo alto, vestito di nero, armato di una nera spada che andava di fretta. Questo è l'incontro con Tùrin. I loro cammini si incrociano, inconsapevolmente, mentre abbracciano il proprio destino: Tùrin sta andando verso nord, ed è quindi il momento in cui, invece di salvare Finduilas, decide di dar retta a Glaurung e cercare madre e sorella; Tuor sta seguendo gli ordini di Ulmo e si sta recando a Gondolin.
Arrivato al cospetto di Turgon (Maeglin e Idril), lo avverte che la maledizione di Mandos si sta compiendo e lo prega di partire e abbandonare tutto quello che ha costruito.
Turgon si ricorda le parole di Ulmo, ma si è fatto superbo, e in più non vuole lasciare Gondolin.
Nonostante le notizie della caduta di Nargothrond e del Doriath, Turgon si tappa le orecchie e decide di non intervenire, cercando di nascondersi ancora di più.
Tuor rimane a Gondolin e il cuore di Idril si volse a lui, e il cuore di Tuor a lei. Maeglin, sempre contro Tuor, lo odia sempre di più, perché sopra ogni cosa desidera possedere Idril, erede di Gondolin.
Il secondo matrimonio tra Uomini e Elfi viene celebrato con una gioiosa festa, perché Turgon tiene in alta considerazione Tuor, e poi intuisce che il destino dei Noldor è legato a colui che Ulmo aveva inviato.
L'anno successivo nasce Earendil Mezzelfo, figlio di Tuor e Idril.
Salta subito all'occhio la differenza tra questo matrimonio e quello di Beren e Lùthien, ma - guardando avanti - anche con la terza unione Uomini e Elfi, cioè Aragorn e Arwen. Sia Beren che Aragorn hanno dovuto penare parecchio, soprattutto Beren che ha dovuto prendere il Silmaril dalla corona di Morgoth, ma anche Aragorn che ha dovuto sconfiggere Sauron e unire i regni degli Uomini.
A differenza di Lùthien e Arwen che hanno dovuto rinunciare all'immortalità, Idril non è costretta a scegliere, e Tuor è il solo tra gli Uomini mortali che si unisce ai Noldor.
E questa è la parabola ascendente del destino di Tuor contrapposta a quella discendente di Tùrin.
Ma prima di ciò abbiamo la caduta di Gondolin.
Idril, saggia e previdente, fa costruire una via segreta.
Maeglin si fa catturare dagli Orchi, perché lui è solito ignorare l'ordine del Re di non uscire da Gondolin, e portato ad Angband ne svela l'esatta localizzazione a Morgoth in cambio della signoria e di Idril...ma come al solito le promesse per Morgoth non sono vincolanti!
L'anno in cui Earendil compie sette anni, Morgoth sferra l'attacco con i suoi Balrog, Orchi, lupi e draghi.
Maeglin si impadronisce di Idril e Earendil e Tuor lotta contro di lui sulle mura, scagliandolo di sotto. Anche lui incontra il suo destino, come suo padre Eol aveva predetto. Muore nello stesso precipizio dove era morto Eol, dopo essere rimbalzato tre volte e poi essere finito nelle fiamme sottostanti.
Turgon muore asserragliato nella sua torre quando la torre crolla. Incapace di lasciarsi alle spalle le sue cose e le sue creazioni, e in modo decisamente poco glorioso per il Supremo Re dei Noldor.
Tuor, Idril e i superstiti usano il passaggio segreto per scappare. Incappano in un'imboscata di Orchi e ben difficilmente si sarebbero salvati, nonostante il valore di Glorfindel dai capelli gialli...se Thorondor non fosse volato al momento opportuno in loro soccorso.
Così, guidati da Tuor, i superstiti si riuniscono con i superstiti del Doriath, tra cui Elwing, figlia di Dior. Quando si seppe che Turgon era morto, Ereinion Gil-galad, figlio di Fingon, viene nominato Re Supremo dei Noldor nella Terra-di-mezzo. A loro si uniscono anche i marinai di Cìrdan.
Morgoth è trionfante, non tiene per niente conto dei figli di Feanor, perché fino ad allora hanno solo aiutato i suoi progetti, e non si preoccupa dei superstiti.
Ulmo se ne va a Valinor a parlare ai Valar delle disgrazie degli Elfi e a pregare di perdonarli e di recuperare i Silmaril. Manwe non si commuove. L'ora non è ancora suonata, e solo uno, patrocinando di persona la causa sia degli Elfi che degli Uomini, implorando perdono per le loro malefatte e pietà, avrebbe potuto smuovere le Potenze.
I destini dei due cugini sono simili, sono entrambi predestinati, ma si può dire che hanno esito completamente diverso.
Tùrin cresce orgoglioso e arriva a pensare di poter sfidare persino Morgoth, portando alla rovina tutto ciò che tocca; Tuor cresce umile e arriva molto in alto.
Tuor è infatti il predestinato, o il Prescelto da Ulmo come strumento dei propri disegni.
Dopo varie avventure, Tuor giunge infatti nelle aule abbandonate di Vinyamar, dove trova lo scudo e la cotta, la spada e l'elmo che che Turgon aveva lasciato tempo prima per ordine di Ulmo.
Tuor indossa la cotta e Ulmo stesso gli dà un mantello per nascondersi dai suoi nemici e gli ordina di andare a Gondolin. Voronwe gli fa da guida.
Strada facendo incontrano un uomo alto, vestito di nero, armato di una nera spada che andava di fretta. Questo è l'incontro con Tùrin. I loro cammini si incrociano, inconsapevolmente, mentre abbracciano il proprio destino: Tùrin sta andando verso nord, ed è quindi il momento in cui, invece di salvare Finduilas, decide di dar retta a Glaurung e cercare madre e sorella; Tuor sta seguendo gli ordini di Ulmo e si sta recando a Gondolin.
Arrivato al cospetto di Turgon (Maeglin e Idril), lo avverte che la maledizione di Mandos si sta compiendo e lo prega di partire e abbandonare tutto quello che ha costruito.
Turgon si ricorda le parole di Ulmo, ma si è fatto superbo, e in più non vuole lasciare Gondolin.
Nonostante le notizie della caduta di Nargothrond e del Doriath, Turgon si tappa le orecchie e decide di non intervenire, cercando di nascondersi ancora di più.
Tuor rimane a Gondolin e il cuore di Idril si volse a lui, e il cuore di Tuor a lei. Maeglin, sempre contro Tuor, lo odia sempre di più, perché sopra ogni cosa desidera possedere Idril, erede di Gondolin.
Il secondo matrimonio tra Uomini e Elfi viene celebrato con una gioiosa festa, perché Turgon tiene in alta considerazione Tuor, e poi intuisce che il destino dei Noldor è legato a colui che Ulmo aveva inviato.
L'anno successivo nasce Earendil Mezzelfo, figlio di Tuor e Idril.
Salta subito all'occhio la differenza tra questo matrimonio e quello di Beren e Lùthien, ma - guardando avanti - anche con la terza unione Uomini e Elfi, cioè Aragorn e Arwen. Sia Beren che Aragorn hanno dovuto penare parecchio, soprattutto Beren che ha dovuto prendere il Silmaril dalla corona di Morgoth, ma anche Aragorn che ha dovuto sconfiggere Sauron e unire i regni degli Uomini.
A differenza di Lùthien e Arwen che hanno dovuto rinunciare all'immortalità, Idril non è costretta a scegliere, e Tuor è il solo tra gli Uomini mortali che si unisce ai Noldor.
E questa è la parabola ascendente del destino di Tuor contrapposta a quella discendente di Tùrin.
Ma prima di ciò abbiamo la caduta di Gondolin.
Idril, saggia e previdente, fa costruire una via segreta.
Maeglin si fa catturare dagli Orchi, perché lui è solito ignorare l'ordine del Re di non uscire da Gondolin, e portato ad Angband ne svela l'esatta localizzazione a Morgoth in cambio della signoria e di Idril...ma come al solito le promesse per Morgoth non sono vincolanti!
L'anno in cui Earendil compie sette anni, Morgoth sferra l'attacco con i suoi Balrog, Orchi, lupi e draghi.
Maeglin si impadronisce di Idril e Earendil e Tuor lotta contro di lui sulle mura, scagliandolo di sotto. Anche lui incontra il suo destino, come suo padre Eol aveva predetto. Muore nello stesso precipizio dove era morto Eol, dopo essere rimbalzato tre volte e poi essere finito nelle fiamme sottostanti.
Turgon muore asserragliato nella sua torre quando la torre crolla. Incapace di lasciarsi alle spalle le sue cose e le sue creazioni, e in modo decisamente poco glorioso per il Supremo Re dei Noldor.
Tuor, Idril e i superstiti usano il passaggio segreto per scappare. Incappano in un'imboscata di Orchi e ben difficilmente si sarebbero salvati, nonostante il valore di Glorfindel dai capelli gialli...se Thorondor non fosse volato al momento opportuno in loro soccorso.
Così, guidati da Tuor, i superstiti si riuniscono con i superstiti del Doriath, tra cui Elwing, figlia di Dior. Quando si seppe che Turgon era morto, Ereinion Gil-galad, figlio di Fingon, viene nominato Re Supremo dei Noldor nella Terra-di-mezzo. A loro si uniscono anche i marinai di Cìrdan.
Morgoth è trionfante, non tiene per niente conto dei figli di Feanor, perché fino ad allora hanno solo aiutato i suoi progetti, e non si preoccupa dei superstiti.
Ulmo se ne va a Valinor a parlare ai Valar delle disgrazie degli Elfi e a pregare di perdonarli e di recuperare i Silmaril. Manwe non si commuove. L'ora non è ancora suonata, e solo uno, patrocinando di persona la causa sia degli Elfi che degli Uomini, implorando perdono per le loro malefatte e pietà, avrebbe potuto smuovere le Potenze.
domenica 23 marzo 2014
La Rovina del Doriath
Siamo arrivati ad un punto in cui, se non ci siamo fatti scoraggiare dalla grande quantità di nomi, sia di persone che di luoghi, potremmo provare un certo scoramento per l'estrema tristezza degli avvenimenti della Terra di Mezzo.
Difficile immaginare una storia più triste di quella di Tùrin Turambar che abbiamo appena finito di leggere, e tuttavia anche La Rovina del Doriath - come è facile intuire - narra di vicende alquanto catastrofiche.
All'inizio si parla ancora di Hùrin, che dopo aver visto con gli occhi di Morgoth - che tutto vedono e che tutto distorcono, perché la bugia era mischiata con la verità - la distruzione della sua discendenza nelle più tragiche delle circostanze, viene lasciato libero da Morgoth.
Quello che potrebbe sembrare un atto di pietà, in realtà non lo è affatto, perché Morgoth libera Hùrin con il preciso intento di danneggiare Thingol e Melian che odiava e temeva insieme.
Dopo 28 anni di prigionia, quindi, Hùrin vaga nella terra di mezzo, con capelli e barba lunghi e bianchi, e appoggiato ad un bastone nero. Nessuno osa fermarlo perché tutti lo temono, e pensano che sia un servo di Morgoth, nessuno quindi lo aiuta o lo ospita.
Fallisce anche il tentativo di recarsi a Gondolin, perché non trova la via d'accesso e le aquile non vengono in suo soccorso, non perché non lo vedano, ma perché Turgon è pieno di dubbi, e quando finalmente decide di farlo entrare, Hùrin se ne è già andato, non prima di aver involontariamente svelato a Morgoth la posizione di Gondolin.
Così si reca nel luogo dove Glaurung è stato ucciso, e sulla pietra tombale di Tùrin e Nienor, incontra Morwen.
L'incontro con Morwen, che era semplicemente sparita senza lasciare traccia e nessuno l'aveva più vista, avviene in modo del tutto naturale. Non c'è sorpresa, anzi, lei gli dice semplicemente che è da molto che lo aspetta.
Morwen chiede a Hùrin come ha fatto Nienor a trovare Tùrin, ma la domanda non ottiene risposta. Questo è un atto di pietà nei confronti di Morwen, evidentemente Hùrin vuole risparmiarle un grande dolore, anche più grande del fatto che i suoi figli sono morti.
Infine Morwen muore, e Hùrin dice che non è stata vinta. Questo perché lei non è stata sconfitta da Morgoth, la sua morte è più onorevole di quella dei suoi figli. Lei non è impazzita e non si è suicidata.
Hùrin si reca poi nel Nargothrond, dove trova Mim il Nano che si è impossessato delle aule in rovina e del tesoro. Non dimentichiamo che Mim è convinto di essere il legittimo proprietario di Nargothrond. Ma Hùrin non è disposto a sentire le sue ragioni, e lo accusa invece di aver tradito Tùrin - quando ha rivelato a Morgoth dove si trovava - e lo uccide seduta stante. Hùrin prende con sé solo una cosa... e poi si reca nel Doriath.
Arrivato al cospetto di Re Thingol, Hùrin gli getta ai piedi la Nauglamir, la collana dei Nani fatta per Finrod Felagund, e con parole di rabbia lo ringrazia per aver protetto così bene i suoi famigliari.
Allora Melian spiega a Hùrin come sono andate veramente le cose, e che vedere attraverso gli occhi di Morgoth gli ha fatto travisare la realtà.
La disperazione di Hùrin è a questo punto insostenibile, e dopo aver lasciato la collana a Thingol, questa volta come dono, se ne va e si dice si sia anche lui suicidato.
E così finisce la storia di Hùrin e della sua sfortunata stirpe, a questo punto la storia ritorna focalizzata sugli elfi.
Thingol pensa di far incastonare il Silmaril nella collana, in modo da poterla sempre indossare. Va quindi dai Nani a farsi fare il lavoro, ma una volta completato scoppia una lite, e Thingol viene ucciso. I Nani tentano di fuggire con la collana, ma vengono presi e il tesoro consegnato a Melian.
Melian, dopo essere rimasta a lungo a vegliare Thingol, consegna il Silmaril a Mablung, incaricandolo di portarlo a Lùthien. Dopodiché sparisce dalla Terra di Mezzo per passare nella contrada dei Valar, nei giardini di Lòrien. La cintura di Melian scompare e il Doriath non è più protetto dagli incantesimi.
Gli Elfi si trovano a combattere contro i Nani, in molti vengono uccisi, e i Nani si impadroniscono del Silmaril. Ma Beren e suo figlio Dior vanno in battaglia e recuperano la collana dal signore di Nogrod, che morendo lancia una maledizione su tutti i suoi tesori. In questa battaglia gli Elfi vengono aiutati dai Pastori degli Alberi i quali spinsero i Nani nei boschi tenebrosi degli Ered Lindon: donde, così si dice, non uno sortì per ascendere agli alti passi che conducevano alle loro dimore.
Per un breve periodo Lùthien è la padrona della collana e Dior se ne va con sua moglie Nimloth e i figli Elured, Elurìn e Elwing a Menegroth. Alla morte di Lùthien la collana passa a Dior, che la indossa.
Saputo questo, i figli di Feanor si rimettono in marcia per recuperare il Silmaril. C'è uno scontro tra Elfi, molti muoiono, tra cui Celegorm, Curufin e Caranthir, ma anche Dior e Nimloth. Elured ed Elurìn vengono abbandonati nella foresta a morire di fame, mentre Elwing, la figlia di Dior, riesce a fuggire portando con sé il Silmaril.
Questa è sicuramente la cosa peggiore che abbiano mai fatto gli Elfi figli di Feanor, anche peggiore dell'uccisione dei Teleri, perché questa è proprio una carneficina premeditata aggravata dalla crudeltà dell'abbandono dei bambini nella foresta per farli morire di fame.
Difficile immaginare una storia più triste di quella di Tùrin Turambar che abbiamo appena finito di leggere, e tuttavia anche La Rovina del Doriath - come è facile intuire - narra di vicende alquanto catastrofiche.
All'inizio si parla ancora di Hùrin, che dopo aver visto con gli occhi di Morgoth - che tutto vedono e che tutto distorcono, perché la bugia era mischiata con la verità - la distruzione della sua discendenza nelle più tragiche delle circostanze, viene lasciato libero da Morgoth.
Quello che potrebbe sembrare un atto di pietà, in realtà non lo è affatto, perché Morgoth libera Hùrin con il preciso intento di danneggiare Thingol e Melian che odiava e temeva insieme.
Dopo 28 anni di prigionia, quindi, Hùrin vaga nella terra di mezzo, con capelli e barba lunghi e bianchi, e appoggiato ad un bastone nero. Nessuno osa fermarlo perché tutti lo temono, e pensano che sia un servo di Morgoth, nessuno quindi lo aiuta o lo ospita.
Fallisce anche il tentativo di recarsi a Gondolin, perché non trova la via d'accesso e le aquile non vengono in suo soccorso, non perché non lo vedano, ma perché Turgon è pieno di dubbi, e quando finalmente decide di farlo entrare, Hùrin se ne è già andato, non prima di aver involontariamente svelato a Morgoth la posizione di Gondolin.
Così si reca nel luogo dove Glaurung è stato ucciso, e sulla pietra tombale di Tùrin e Nienor, incontra Morwen.
L'incontro con Morwen, che era semplicemente sparita senza lasciare traccia e nessuno l'aveva più vista, avviene in modo del tutto naturale. Non c'è sorpresa, anzi, lei gli dice semplicemente che è da molto che lo aspetta.
Morwen chiede a Hùrin come ha fatto Nienor a trovare Tùrin, ma la domanda non ottiene risposta. Questo è un atto di pietà nei confronti di Morwen, evidentemente Hùrin vuole risparmiarle un grande dolore, anche più grande del fatto che i suoi figli sono morti.
Infine Morwen muore, e Hùrin dice che non è stata vinta. Questo perché lei non è stata sconfitta da Morgoth, la sua morte è più onorevole di quella dei suoi figli. Lei non è impazzita e non si è suicidata.
Hùrin si reca poi nel Nargothrond, dove trova Mim il Nano che si è impossessato delle aule in rovina e del tesoro. Non dimentichiamo che Mim è convinto di essere il legittimo proprietario di Nargothrond. Ma Hùrin non è disposto a sentire le sue ragioni, e lo accusa invece di aver tradito Tùrin - quando ha rivelato a Morgoth dove si trovava - e lo uccide seduta stante. Hùrin prende con sé solo una cosa... e poi si reca nel Doriath.
Arrivato al cospetto di Re Thingol, Hùrin gli getta ai piedi la Nauglamir, la collana dei Nani fatta per Finrod Felagund, e con parole di rabbia lo ringrazia per aver protetto così bene i suoi famigliari.
Allora Melian spiega a Hùrin come sono andate veramente le cose, e che vedere attraverso gli occhi di Morgoth gli ha fatto travisare la realtà.
La disperazione di Hùrin è a questo punto insostenibile, e dopo aver lasciato la collana a Thingol, questa volta come dono, se ne va e si dice si sia anche lui suicidato.
E così finisce la storia di Hùrin e della sua sfortunata stirpe, a questo punto la storia ritorna focalizzata sugli elfi.
Thingol pensa di far incastonare il Silmaril nella collana, in modo da poterla sempre indossare. Va quindi dai Nani a farsi fare il lavoro, ma una volta completato scoppia una lite, e Thingol viene ucciso. I Nani tentano di fuggire con la collana, ma vengono presi e il tesoro consegnato a Melian.
Melian, dopo essere rimasta a lungo a vegliare Thingol, consegna il Silmaril a Mablung, incaricandolo di portarlo a Lùthien. Dopodiché sparisce dalla Terra di Mezzo per passare nella contrada dei Valar, nei giardini di Lòrien. La cintura di Melian scompare e il Doriath non è più protetto dagli incantesimi.
Gli Elfi si trovano a combattere contro i Nani, in molti vengono uccisi, e i Nani si impadroniscono del Silmaril. Ma Beren e suo figlio Dior vanno in battaglia e recuperano la collana dal signore di Nogrod, che morendo lancia una maledizione su tutti i suoi tesori. In questa battaglia gli Elfi vengono aiutati dai Pastori degli Alberi i quali spinsero i Nani nei boschi tenebrosi degli Ered Lindon: donde, così si dice, non uno sortì per ascendere agli alti passi che conducevano alle loro dimore.
Per un breve periodo Lùthien è la padrona della collana e Dior se ne va con sua moglie Nimloth e i figli Elured, Elurìn e Elwing a Menegroth. Alla morte di Lùthien la collana passa a Dior, che la indossa.
Saputo questo, i figli di Feanor si rimettono in marcia per recuperare il Silmaril. C'è uno scontro tra Elfi, molti muoiono, tra cui Celegorm, Curufin e Caranthir, ma anche Dior e Nimloth. Elured ed Elurìn vengono abbandonati nella foresta a morire di fame, mentre Elwing, la figlia di Dior, riesce a fuggire portando con sé il Silmaril.
Questa è sicuramente la cosa peggiore che abbiano mai fatto gli Elfi figli di Feanor, anche peggiore dell'uccisione dei Teleri, perché questa è proprio una carneficina premeditata aggravata dalla crudeltà dell'abbandono dei bambini nella foresta per farli morire di fame.
lunedì 17 marzo 2014
Tùrin Turambar
Ed eccoci alla più triste, lunga, complicata storia del Silmarillion.
Credevo che la storia di Beren e Lùthien meritasse questi aggettivi...ma non avevo ancora letto questa.
Sappiamo che Tolkien ha continuato a rimaneggiare le storie del Silmarillion per circa 60 anni, facendole più corte, più lunghe, più complicate, meno complicate. E su alcune storie è intervenuto più che su altre. Questa è una delle più tormentate da questo punto di vista, e oltre a questo, è una storia che narra le vicende di un Uomo, un uomo molto speciale, certo, ma comunque dà da pensare che la storia più lunga del Silmarillion, che è sostanzialmente la storia degli Elfi, sia dedicata ad uno dei Figli Minori di Ilùvatar.
I discendenti di Hador Lòrindol che partecipano alla Nirnaeth Arnoediad sono Huor e Hùrin.
Huor viene ucciso in battaglia, e Tuor, il figlio che ha con Rìan, della Casa di Beor, viene cresciuto dagli Elfi Grigi del Mithrim, perché la madre si uccide dalla disperazione.
Hùrin invece, l'abbiamo lasciato alla fine della battaglia in ceppi accanto a Morgoth, e suo figlio Tùrin, avuto con Morwen, sempre della Casa di Beor e cugina di Rìan, viene mandato da Re Thingol perché ne abbia cura, in quanto parente di Beren.*
La storia di Tùrin è condizionata dalla maledizione di Morgoth. Hùrin ha osato farsi beffe di lui, e la vendetta di Morgoth è terribile, è una tortura psicologica, sarà costretto a vedere e a sentire con le orecchie di Morgoth, la rovina della sua discendenza. Morgoth non sopporta di essere preso in giro perché lui si è il Signore dei Destini di Arda.
Poi Morwen partorisce un'altra figlia di Hùrin: Nìenor. Ma mentre Tùrin cresce nel Doriath, la madre e la sorella rimangono nel Dor-lòmin.
Le donne all'inizio di questa storia sono vedove o comunque sole (Rìan e Morwen). La sorella di Tùrin, si chiama Nìenor, cioè lutto. Nome che richiama alla mente Nienna, entrambe sono associate alle lacrime. Prima della Nirnaeth Arnoediad, Tùrin aveva un'altra sorella che si chiamava Lailath, cioè Riso. Lailath muore a tre anni. Le due sorelle di Tùrin, Riso e Lutto rispecchiano le due fasi della vita di Tùrin, la prima fase felice ma molto breve, e la seconda più lunga e triste.
Un giorno Tùrin, non avendo più notizie dai messaggeri, chiede a Re Thingol cotta e spada, si mette l'Elmo di Drago - il cimelio della Casa di Hador - e va a cercare la madre e la sorella che non ha mai visto. Dopo tre anni di vita di battaglie nella selva come compagno di Beleg Cùthalion, si ripresenta a Menegroth scarmigliato e con le vesti logore. Saeros, un consigliere del Re, insulta lui e le donne dello Hithlum perché ne è geloso. Tùrin è anche vittima di un'imboscata, e mentre si difende e attacca, Saeros fugge, precipita in un dirupo e muore.
Questo è il primo fatto tragico della vita di Tùrin, ma è un'uccisione del tutto involontaria. Tuttavia Tùrin scappa, credendo che Re Thingol sia in collera con lui. Tùrin si dà il nome di Neithan, l'Offeso, e anche se in realtà non è stato condannato da nessuno, decide di vivere con una banda di fuorilegge. In questo periodo compie azioni crudeli contro Elfi e Uomini.
Beleg va a cercarlo, ma si imbatte nella sua compagnia di fuorilegge che lo catturano, lo legano e lo trattano assai crudelmente. A quel punto Tùrin, preso dal rimorso per le azioni dei suoi compagni, libera Beleg e rinuncia al saccheggio contro chiunque, salvo i servi di Angband.
Beleg lo invita a tornare nel Doriath, ma Tùrin non vuole. Quindi Beleg, dopo essere tornato da Re Thingol a riferire della decisione di Tùrin, chiede in dono una valida spada per tornare dal suo amico. Thingol gli fa scegliere la spada che preferisce, eccetto la sua personale, Aranrùth. Beleg sceglie Anglachel, fatta da Eol, l'Elfo Scuro.
Melian vuole comunque fare un dono a Beleg, e gli dona il lembas, il maggior favore che Melian potesse fare a Tùrin, ché gli Eldar mai prima avevano permeso agli Uomini di usare di quel viatico, e ben di rado lo fecero in seguito.
Nel frattempo Tùrin incappa in Mim il Nano, e dopo un altro tragico "incidente", dove uccide il figlio di Mim, Tùrin va a vivere nella dimora di Mim, la casa nascosta su Amon Rudh. E bisogna dire che Mim il Nano, personaggio molto strano per il suo odio e diffidenza verso tutte le altre popolazioni, Orchi come Elfi, prende abbastanza bene la cosa, accogliendo in casa sua colui che ha ucciso suo figlio.
A differenza dell'omicidio di Saeros, dove effettivamente Tùrin non ha alcuna colpa - in fondo Saeros gli aveva fatto un'imboscata e aveva tutte le intenzioni di ucciderlo - qui c'è l'elemento avventatezza, Tùrin scaglia una freccia nel buio contro dei nani che scappano, senza sapere chi sono e che intenzioni hanno.
Sappiamo che su Tùrin grava la maledizione di Morgoth, ma a volte viene da chiedersi se anche le scelte di Tùrin siano particolarmente sbagliate, che ci metta del suo.
Dopo aver passato un certo periodo di tempo con Mim, ed aver ascoltato le sue storie, un giorno d'inverno al tramonto, una figura incappucciata si presenta tra loro, si tratta di Beleg Cùthalion, che finalmente ritrova il suo amico Tùrin.
In questo periodo le gesta di Tùrin, che si è rimesso l'Elmo di Hador, giungono fino a Morgoth, e Tùrin si nomina Gorthol, Il Terribile Elmo.
Purtroppo Mim viene catturato dagli Orchi, che lo costringono a rivelare dove si trova Tùrin. Attaccati dagli Orchi, Beleg è ridotto in fin di vita e Tùrin catturato.
In questo caso, Tùrin avrebbe potuto mantenere un profilo un po' più basso, perché è abbastanza ovvio che scorrazzare in giro uccidendo Orchi e chiamandosi Il Terribile Elmo avrebbe attirato l'attenzione di Morgoth.
Ad ogni modo, Beleg si mette all'inseguimento degli Orchi e incontra Gwindor, l'elfo che era stato catturato alla Nirnaeth Arnoediad, che era riuscito a scappare dalla prigione di Angband. I due ritrovano gli Orchi, e trovano Tùrin impastoiato mani e piedi e legato ad un albero secco. Tùrin è addormentato, Beleg lo libera, ma mentre sta tagliando le funi che lo legavano, la spada Anglachel scivola e lo ferisce ad un piede. Tùrin, risvegliato improvvisamente, credendo che fossero ancora gli Orchi che venivano a torturarlo, riesce ad impadronirsi della spada e uccide Beleg nel buio.
Questo è uno dei momenti più tragici, e ancora una volta Tùrin non ha nessuna colpa.
Tùrin è come impazzito dal dolore e Gwindor lo guida fino alla Eithel Ivrin, una sorgente magica che lo guarisce dalla follia, poi vanno assieme nel Nargothrond.
Gwindor, che era partito giovane e forte, non viene riconosciuto a Nargothrond dal suo popolo. Solo Finduilas, figlia di Orodreth, che l'aveva amato, lo riconosce. Tùrin chiede a Gwindor di non rivelare il suo nome, e si presenta come Agarwaen figlio di Umarth, che significa L'Insanguinato, figlio di Malasorte. Anche in questo caso il nome che si dà Tùrin è piuttosto significativo, in più di un aspetto. Primo, decidere di chiamarsi l'Insanguinato - riferimento al sangue versato di Beren - anche dopo aver bevuto alla fonte del riso perenne, denota una certa caparbietà. Avrebbe potuto considerarsi purificato, ad esempio. Secondo, l'orgoglio di Tùrin gli impedisce ancora di tenere un basso profilo...se avesse voluto veramente nascondersi avrebbe potuto scegliere un nome meno rivelatore, una Silmarillionaire ha giustamente detto "e magari chiamarsi Sam figlio di John?". Sembra quasi che Tùrin voglia autocelebrarsi e sottolineare che è maledetto dal destino.
Tra gli Elfi, Tùrin si guadagna rispetto e amore, e viene chiamato Ardanedhel, cioè Elfo-Uomo, perché fisicamente è molto simile a loro: alto, bello, con i capelli scuri e gli occhi grigi. E viene chiamato anche Mormegil, cioè Spada Nera, perché possedeva la spada Anglachel che viene riforgiata per lui e chiamata Gurthang, cioè Ferro di Morte.
Finduilas, intanto, si innamora di Tùrin, e Gwindor la mette in guardia
e le rivela la sua vera identità. Finduilas risponde: Tùrin figlio di Hùrin non mi ama. Né mi amerà. Tùrin in effetti è troppo preso da se stesso, e non si accorge neanche di lei.
Saputo chi è, Orodreth lo fa oggetto di grandi onori e lo tiene in grande considerazione.
Gli Elfi del Nargothrond affrontano la guerra e, su consiglio di Tùrin, costruiscono un enorme ponte davanti alle Porte di Felagund per far passare velocemente l'esercito.
Morwen e Nìenor intanto lasciano il Dor-lòmin per cercare Tùrin, ma non lo trovano nel Doriath. Tuttavia lì rimangono ospiti di Melian e Thingol.
Arrivano due messaggeri nel Nargothrond, Gelmir e Arminas, due Elfi che vivono con Cìrdan il carpentiere, con un messaggio da parte di Ulmo: un grande pericolo minaccia il Nargothrond. Chiudete le porte della fortezza e distruggete il ponte per impedire che il male entri.
Tùrin non vuole a nessun costo dare retta ai loro consigli, mostrando ancora il suo orgoglio e la sua caparbietà. Così Morgoth manda il suo esercito con il drago Glaurung, e Nargothrond viene distrutta e saccheggiata.
Tùrin va a sfidare il drago, ma questi lo paralizza con lo sguardo e gli rivolge parole di scherno
Morwen, saputo della sorte di Nargothrond, va alla ricerca di Tùrin, e Nìenor la segue. Incontrato Glaurung, che le aspettava sul colle Amon Ethir, Morwen è dispersa e in seguito mai più giunse notizia attendibile, mentre Nìenor ne incontra gli occhi e viene ammaliata con un incantesimo di oblio. Non solo Nìenor non ricorda tutto ciò che è avvenuto, ma non ricorda neanche il suo nome e il nome delle cose, e non riesce a muoversi di propria volontà. Viene trovata da Mablung, l'Elfo che faceva loro da scorta, e assieme cercano di tornare nel Doriath. Proprio quando stanno per arrivare vengono assaliti da una banda di Orchi. Nìenor recupera vista e udito e fugge nel bosco...resa folle dalla paura, più ratta di un daino, e correndo si stracciò le vesti fino a rimanere nuda...Mablung non la trova più, e torna da Re Thingol sconfitto, la trova però Turambar.
Non sapendo il suo nome, e lei non essendo in grado di dirglielo, la chiama Nìniel, Fanciulla in Lacrime.
Dopo tre anni Turambar e Nìniel si sposano, ma la loro felicità non dura molto, perché giunge la notizia che Glaurung è di nuovo in movimento. Turambar parte con Dorlas e Hunthor, e Nìniel lo segue.
Trovato il drago, Turambar riesce a conficcargli la spada nel ventre. Mentre tenta di recuperare la spada, il sangue velenoso di Glaurung gli brucia la mano, e proprio in quel momento Glaurung riapre gli occhi e guarda Turambar, che piombò in un buio deliquio e giacque come morto.
Così lo trova Nìniel, e con l'ultimo respiro Glaurung le si rivolge dicendole che Turambar è Tùrin, suo fratello:
* Beren è figlio di Barahir, che è il fratello di Bregolas, il nonno di Morwen (vedi albero genealogico)
Credevo che la storia di Beren e Lùthien meritasse questi aggettivi...ma non avevo ancora letto questa.
Sappiamo che Tolkien ha continuato a rimaneggiare le storie del Silmarillion per circa 60 anni, facendole più corte, più lunghe, più complicate, meno complicate. E su alcune storie è intervenuto più che su altre. Questa è una delle più tormentate da questo punto di vista, e oltre a questo, è una storia che narra le vicende di un Uomo, un uomo molto speciale, certo, ma comunque dà da pensare che la storia più lunga del Silmarillion, che è sostanzialmente la storia degli Elfi, sia dedicata ad uno dei Figli Minori di Ilùvatar.
I discendenti di Hador Lòrindol che partecipano alla Nirnaeth Arnoediad sono Huor e Hùrin.
Huor viene ucciso in battaglia, e Tuor, il figlio che ha con Rìan, della Casa di Beor, viene cresciuto dagli Elfi Grigi del Mithrim, perché la madre si uccide dalla disperazione.
Hùrin invece, l'abbiamo lasciato alla fine della battaglia in ceppi accanto a Morgoth, e suo figlio Tùrin, avuto con Morwen, sempre della Casa di Beor e cugina di Rìan, viene mandato da Re Thingol perché ne abbia cura, in quanto parente di Beren.*
La storia di Tùrin è condizionata dalla maledizione di Morgoth. Hùrin ha osato farsi beffe di lui, e la vendetta di Morgoth è terribile, è una tortura psicologica, sarà costretto a vedere e a sentire con le orecchie di Morgoth, la rovina della sua discendenza. Morgoth non sopporta di essere preso in giro perché lui si è il Signore dei Destini di Arda.
Poi Morwen partorisce un'altra figlia di Hùrin: Nìenor. Ma mentre Tùrin cresce nel Doriath, la madre e la sorella rimangono nel Dor-lòmin.
Le donne all'inizio di questa storia sono vedove o comunque sole (Rìan e Morwen). La sorella di Tùrin, si chiama Nìenor, cioè lutto. Nome che richiama alla mente Nienna, entrambe sono associate alle lacrime. Prima della Nirnaeth Arnoediad, Tùrin aveva un'altra sorella che si chiamava Lailath, cioè Riso. Lailath muore a tre anni. Le due sorelle di Tùrin, Riso e Lutto rispecchiano le due fasi della vita di Tùrin, la prima fase felice ma molto breve, e la seconda più lunga e triste.
Un giorno Tùrin, non avendo più notizie dai messaggeri, chiede a Re Thingol cotta e spada, si mette l'Elmo di Drago - il cimelio della Casa di Hador - e va a cercare la madre e la sorella che non ha mai visto. Dopo tre anni di vita di battaglie nella selva come compagno di Beleg Cùthalion, si ripresenta a Menegroth scarmigliato e con le vesti logore. Saeros, un consigliere del Re, insulta lui e le donne dello Hithlum perché ne è geloso. Tùrin è anche vittima di un'imboscata, e mentre si difende e attacca, Saeros fugge, precipita in un dirupo e muore.
Questo è il primo fatto tragico della vita di Tùrin, ma è un'uccisione del tutto involontaria. Tuttavia Tùrin scappa, credendo che Re Thingol sia in collera con lui. Tùrin si dà il nome di Neithan, l'Offeso, e anche se in realtà non è stato condannato da nessuno, decide di vivere con una banda di fuorilegge. In questo periodo compie azioni crudeli contro Elfi e Uomini.
Beleg va a cercarlo, ma si imbatte nella sua compagnia di fuorilegge che lo catturano, lo legano e lo trattano assai crudelmente. A quel punto Tùrin, preso dal rimorso per le azioni dei suoi compagni, libera Beleg e rinuncia al saccheggio contro chiunque, salvo i servi di Angband.
Beleg lo invita a tornare nel Doriath, ma Tùrin non vuole. Quindi Beleg, dopo essere tornato da Re Thingol a riferire della decisione di Tùrin, chiede in dono una valida spada per tornare dal suo amico. Thingol gli fa scegliere la spada che preferisce, eccetto la sua personale, Aranrùth. Beleg sceglie Anglachel, fatta da Eol, l'Elfo Scuro.
Ma come Thingol tese l'impugnatura della spada a Beleg, Melian ne sogguardò la lama e disse: C'è malvagità in quest'arma. In essa sta ancora il cuore tenebroso del fabbro. Essa non amerà la mano che la impugna; né starà a lungo con te.Hey, ma questa è Melian, giusto? C'è qualcuno in sala che le dà ascolto? No, eh? Vabbè. Passiamo oltre.
Melian vuole comunque fare un dono a Beleg, e gli dona il lembas, il maggior favore che Melian potesse fare a Tùrin, ché gli Eldar mai prima avevano permeso agli Uomini di usare di quel viatico, e ben di rado lo fecero in seguito.
Nel frattempo Tùrin incappa in Mim il Nano, e dopo un altro tragico "incidente", dove uccide il figlio di Mim, Tùrin va a vivere nella dimora di Mim, la casa nascosta su Amon Rudh. E bisogna dire che Mim il Nano, personaggio molto strano per il suo odio e diffidenza verso tutte le altre popolazioni, Orchi come Elfi, prende abbastanza bene la cosa, accogliendo in casa sua colui che ha ucciso suo figlio.
A differenza dell'omicidio di Saeros, dove effettivamente Tùrin non ha alcuna colpa - in fondo Saeros gli aveva fatto un'imboscata e aveva tutte le intenzioni di ucciderlo - qui c'è l'elemento avventatezza, Tùrin scaglia una freccia nel buio contro dei nani che scappano, senza sapere chi sono e che intenzioni hanno.
Sappiamo che su Tùrin grava la maledizione di Morgoth, ma a volte viene da chiedersi se anche le scelte di Tùrin siano particolarmente sbagliate, che ci metta del suo.
Dopo aver passato un certo periodo di tempo con Mim, ed aver ascoltato le sue storie, un giorno d'inverno al tramonto, una figura incappucciata si presenta tra loro, si tratta di Beleg Cùthalion, che finalmente ritrova il suo amico Tùrin.
In questo periodo le gesta di Tùrin, che si è rimesso l'Elmo di Hador, giungono fino a Morgoth, e Tùrin si nomina Gorthol, Il Terribile Elmo.
Purtroppo Mim viene catturato dagli Orchi, che lo costringono a rivelare dove si trova Tùrin. Attaccati dagli Orchi, Beleg è ridotto in fin di vita e Tùrin catturato.
In questo caso, Tùrin avrebbe potuto mantenere un profilo un po' più basso, perché è abbastanza ovvio che scorrazzare in giro uccidendo Orchi e chiamandosi Il Terribile Elmo avrebbe attirato l'attenzione di Morgoth.
Ad ogni modo, Beleg si mette all'inseguimento degli Orchi e incontra Gwindor, l'elfo che era stato catturato alla Nirnaeth Arnoediad, che era riuscito a scappare dalla prigione di Angband. I due ritrovano gli Orchi, e trovano Tùrin impastoiato mani e piedi e legato ad un albero secco. Tùrin è addormentato, Beleg lo libera, ma mentre sta tagliando le funi che lo legavano, la spada Anglachel scivola e lo ferisce ad un piede. Tùrin, risvegliato improvvisamente, credendo che fossero ancora gli Orchi che venivano a torturarlo, riesce ad impadronirsi della spada e uccide Beleg nel buio.
Questo è uno dei momenti più tragici, e ancora una volta Tùrin non ha nessuna colpa.
Tùrin è come impazzito dal dolore e Gwindor lo guida fino alla Eithel Ivrin, una sorgente magica che lo guarisce dalla follia, poi vanno assieme nel Nargothrond.
Gwindor, che era partito giovane e forte, non viene riconosciuto a Nargothrond dal suo popolo. Solo Finduilas, figlia di Orodreth, che l'aveva amato, lo riconosce. Tùrin chiede a Gwindor di non rivelare il suo nome, e si presenta come Agarwaen figlio di Umarth, che significa L'Insanguinato, figlio di Malasorte. Anche in questo caso il nome che si dà Tùrin è piuttosto significativo, in più di un aspetto. Primo, decidere di chiamarsi l'Insanguinato - riferimento al sangue versato di Beren - anche dopo aver bevuto alla fonte del riso perenne, denota una certa caparbietà. Avrebbe potuto considerarsi purificato, ad esempio. Secondo, l'orgoglio di Tùrin gli impedisce ancora di tenere un basso profilo...se avesse voluto veramente nascondersi avrebbe potuto scegliere un nome meno rivelatore, una Silmarillionaire ha giustamente detto "e magari chiamarsi Sam figlio di John?". Sembra quasi che Tùrin voglia autocelebrarsi e sottolineare che è maledetto dal destino.
Tra gli Elfi, Tùrin si guadagna rispetto e amore, e viene chiamato Ardanedhel, cioè Elfo-Uomo, perché fisicamente è molto simile a loro: alto, bello, con i capelli scuri e gli occhi grigi. E viene chiamato anche Mormegil, cioè Spada Nera, perché possedeva la spada Anglachel che viene riforgiata per lui e chiamata Gurthang, cioè Ferro di Morte.
Finduilas, intanto, si innamora di Tùrin, e Gwindor la mette in guardia
attenta! Non si confà ai figli Maggiori di Ilùvatar contrarre matrimonio con i Minori
e le rivela la sua vera identità. Finduilas risponde: Tùrin figlio di Hùrin non mi ama. Né mi amerà. Tùrin in effetti è troppo preso da se stesso, e non si accorge neanche di lei.
Saputo chi è, Orodreth lo fa oggetto di grandi onori e lo tiene in grande considerazione.
Gli Elfi del Nargothrond affrontano la guerra e, su consiglio di Tùrin, costruiscono un enorme ponte davanti alle Porte di Felagund per far passare velocemente l'esercito.
Morwen e Nìenor intanto lasciano il Dor-lòmin per cercare Tùrin, ma non lo trovano nel Doriath. Tuttavia lì rimangono ospiti di Melian e Thingol.
Arrivano due messaggeri nel Nargothrond, Gelmir e Arminas, due Elfi che vivono con Cìrdan il carpentiere, con un messaggio da parte di Ulmo: un grande pericolo minaccia il Nargothrond. Chiudete le porte della fortezza e distruggete il ponte per impedire che il male entri.
Tùrin non vuole a nessun costo dare retta ai loro consigli, mostrando ancora il suo orgoglio e la sua caparbietà. Così Morgoth manda il suo esercito con il drago Glaurung, e Nargothrond viene distrutta e saccheggiata.
Tùrin va a sfidare il drago, ma questi lo paralizza con lo sguardo e gli rivolge parole di scherno
Perverse sono state tutte le tue azioni, rampollo di Hùrin. Ingrato figlio adottivo, bandito, uccisore del tuo amico, ladro d'amore, usurpatore di Nargothrond, capitano imprudente, traditore del tuo sangue. Quali schiave, tua madre e tua sorella vivono nel Dor-lòmin, in miseria e angustie. Tu sei abbigliato come un principe, loro vestono di stracci. E bramano te, ma tu non te ne curi...Una bella sfilza di improperi al nostro povero Tùrin, che sotto l'effetto ottenebrante dell'incantesimo, va a cercare la madre e la sorella - anche se aveva appena promesso ad un Gwindor morente di salvare Finduilas - nel Dor-lòmin. Ovviamente non le trova, ma scopre che si sono rifugiate nel Doriath, e reputandole al sicuro torna sui suoi passi per andare finalmente a recuperare Finduilas. Arriva stremato e scopre che è troppo tardi: Finduilas è morta. Tùrin si fa portare alla sua tomba e lì piomba ancora in una tenebra di dolore. Viene soccorso dai boscaioli, e assume il nome di Turambar, Padrone della Sorte. Questo è l'ultimo nome che si dà, ed è significativo perché anche Morgoth dice di essere il Signore dei Destini di Arda.
Morwen, saputo della sorte di Nargothrond, va alla ricerca di Tùrin, e Nìenor la segue. Incontrato Glaurung, che le aspettava sul colle Amon Ethir, Morwen è dispersa e in seguito mai più giunse notizia attendibile, mentre Nìenor ne incontra gli occhi e viene ammaliata con un incantesimo di oblio. Non solo Nìenor non ricorda tutto ciò che è avvenuto, ma non ricorda neanche il suo nome e il nome delle cose, e non riesce a muoversi di propria volontà. Viene trovata da Mablung, l'Elfo che faceva loro da scorta, e assieme cercano di tornare nel Doriath. Proprio quando stanno per arrivare vengono assaliti da una banda di Orchi. Nìenor recupera vista e udito e fugge nel bosco...resa folle dalla paura, più ratta di un daino, e correndo si stracciò le vesti fino a rimanere nuda...Mablung non la trova più, e torna da Re Thingol sconfitto, la trova però Turambar.
Non sapendo il suo nome, e lei non essendo in grado di dirglielo, la chiama Nìniel, Fanciulla in Lacrime.
Dopo tre anni Turambar e Nìniel si sposano, ma la loro felicità non dura molto, perché giunge la notizia che Glaurung è di nuovo in movimento. Turambar parte con Dorlas e Hunthor, e Nìniel lo segue.
Trovato il drago, Turambar riesce a conficcargli la spada nel ventre. Mentre tenta di recuperare la spada, il sangue velenoso di Glaurung gli brucia la mano, e proprio in quel momento Glaurung riapre gli occhi e guarda Turambar, che piombò in un buio deliquio e giacque come morto.
Così lo trova Nìniel, e con l'ultimo respiro Glaurung le si rivolge dicendole che Turambar è Tùrin, suo fratello:
Salute, Nìenor figlia di Hùrin. Ecco che ci si rivede prima della fine. Ti dò la bella notizia che hai finalmente trovato tuo fratello...Nìniel si getta nelle acque furiose della Cabed-en-Aras dalla disperazione
Addio, due volte amato! A Tùrin Turambar turun ambartanen: dominatore della sorte dominato dalla sorte! Felice tu che sei morto!Ma Tùrin si risveglia, ed appresa la notizia di Nìniel che in realtà era Nienor, e della sorte di Morwen dispersa, si rivolge alla sua spada, Gurthang - che inaspettatamente gli parla - e gli chiede di ucciderlo
Tùrin piantò l'impugnatura nel terreno e si gettò sopra la punta di Gurthang, e la lama nera gli sottrasse la vita.e così finisce la triste storia di Tùrin figlio di Hùrin.
* Beren è figlio di Barahir, che è il fratello di Bregolas, il nonno di Morwen (vedi albero genealogico)