venerdì 29 giugno 2012

Madame Bovary

Approfitto di questo venerdì di fine mese per partecipare con un solo post a ben due iniziative, la prima è quella consueta con le amiche del venerdì del libro, che da mesi mi dà la spinta per non abbandonare a se stesso questo blog, e la seconda è una novità per me, cioè il gruppo di lettura bryce house, che questo mese aveva proposto Madame Bovary.


Avevo in casa questa vecchia edizione 




Biblioteca Ideale Tascabile, edizione del 1996, lire 5.000. Vi ricordate quel periodo in cui c'erano i libri a 1.000 lire? Quelli grigi e piccolini? Bene, questo è un prodotto di quel periodo. Nel 1996 ero appena laureata, "affamata di cultura" e senza lavoro fisso (beh, quello neanche adesso!) e feci incetta di questi libri in versione economica. Molte di queste opere probabilmente non le ho nemmeno lette, ma sono lì, verranno buone... io sono dell'idea che non si butta via niente.


Tornando a Madame Bovary, ad un certo punto credo di averlo letto, ma talmente tanto tempo fa che è stato come leggere un romanzo per la prima volta, considerando i vent'anni o poco più di allora e i quarant'anni o poco più di adesso.


La trama
Ci vuole solo un capitolo, il primo, per parlare  di infanzia, periodo degli studi e primo matrimonio di Carlo, o Charles, Bovary. Charles è una creatura della signora Bovary madre, che decide per lui carriera: ufficiale sanitario; sistemazione: Tostes, piccolo paesino di campagna dove c'era solo un vecchio medico che da molto tempo la signora Bovary aspettava che morisse; e matrimonio: la vedova di un usciere quarantacinquenne, "brutta, magra come uno stecco e piena di bitorzoli come una fioritura primaverile". Charles passa quindi, senza soluzione di continuità, dalle cure della madre alle cure della moglie
doveva parlare in un modo piuttosto che in un altro davanti alla gente, mangiare di magro tutti i venerdì, vestirsi come accomodava a lei, pungolare, dietro suo ordine, i clienti che non pagavano. Gli apriva lei le sue lettere, spiava tutti i suoi passi, e stava ad ascoltare dietro la parete quel che diceva durante le visite, quando venivano donne nel suo studio

Nei capitoli due, tre, quattro, abbiamo l'incontro con Emma Rouault, la morte della prima moglie e il secondo matrimonio di Charles. Nel quinto capitolo comincia la vita di coppia a Tostes, con la doppia visione di Charles
Egli era proprio felice e senza un pensiero al mondo. Un pranzo a tu per tu, una passeggiata sulla strada maestra, di sera una carezza sui capelli lisci di lei, la vista del suo cappello di paglia appeso alla maniglia di una finestra, e tante altre cose nelle quali Carlo non avrebbe mai supposto di trovare il minimo piacere, assicuravano ora la continuità della sua gioia.
E di Emma
Prima di sposarsi, Emma aveva creduto di avere in sé l'amore; ma poiché la felicità, cioè la conseguenza di tale amore, non era venuta, riteneva di essersi ingannata. Cercava di capire ciò che precisamente significassero nella vita le parole felicità, passione, ebbrezza, che tanto belle le erano parse nei libri. 
I capitoli sei, sette, otto e nove concludono la prima parte del romanzo e contengono la noia di Emma, il suo rifugiarsi in un mondo di fantasia, l'invito ad un ballo del Marchese di Andervilliers, che solleva il morale di Emma ma solo momentaneamente, infatti dopo la situazione precipita e Charles, fraintendendo completamente la situazione, non trova niente di meglio che trasferirsi in un altro paesino di campagna, Yonville-l'Abbaye, pressoché identico a Tostes. 


Nella seconda parte del romanzo, quindici capitoli, la coppia si trasferisce a Yonville-l'Abbaye, Emma partorisce una bambina, ma 
non potendo fare gli acquisti che desiderava, cioè una culla a forma di barchetta con tendine di seta rosa e qualche cuffietta ricamata, in un accesso di rabbia rinunciò al corredo, e lo ordinò tutt'intero ad un'operaia del paese, senza scegliere nulla e senza discutere.

 conosce Léon Dupuis, nasce una simpatia ma Léon parte per Parigi. Incontra Rodolphe, col quale invece inizia una relazione e progetta una fuga. Emma si indebita sempre di più per fare regali stravaganti e costosi al suo amante, ma quando Léon si dilegua la notte prima della fuga pianificata, Emma cade in una profonda depressione.
Alla fine della seconda parte anche Charles è oberato di debiti, ma cerca di sollevare il morale di Emma portandola a teatro, dove incontra di nuovo Léon.


Siamo alla terza parte, undici capitoli. Rinasce la passione tra Emma e Léon, e questa volta cominciano una relazione. Emma diventa possessiva e ossessiva nei confronti dell'amante. I debiti sono sempre più incontrollabili fino a che prende l'arsenico e muore.
Charles è disperato, nonostante la situazione economica disastrosa ordina una cerimonia sontuosa e costosissima, ma dopo la sua morte trova le lettere di Rodolphe e capisce che i due avevano avuto una relazione. Charles è distrutto. Alla fine del romanzo Charles muore e la signorina Bovary va a vivere dalla nonna, la Signora Bovary madre.


commento
E' importante conoscere le informazioni di contesto: 
Flaubert prende spunto da un fatto realmente accaduto a Delphine Delamare, una giovane donna di provincia; si tratta di una critica alla società borghese e al romanticismo, infatti Emma Bovary è troppo influenzata dalle letture dei romanzi romantici, che le fanno perdere il contatto con la realtà e la rendono perennemente insoddisfatta.
Lo stile è volutamente impersonale e realista. L'autore non condanna il comportamento immorale di Emma, e per questo fu accusato e processato per "oltraggio alla morale pubblica e religiosa e al buon costume".


Di questo romanzo posso dire che la lettura scorre velocemente, cosa non scontata per un romanzo scritto quasi 200 anni fa. Si percepisce chiaramente la critica alla società borghese e alla doppia morale. Emma è una vittima di questa società, anche se non è giustificata completamente dall'autore.
Dovrebbe fare pena questa donna che sogna l'amore romantico e trova invece un mediocre marito che non la comprende, tuttavia il personaggio non è simpatico: Emma è superficiale, pur di soddisfare le sue esigenze passa sopra qualsiasi cosa, per esempio la figlia, per la quale non prova il minimo sentimento affettuoso, mentre si umilia di fronte ai suoi amanti che palesemente la usano e poi la disprezzano.

lunedì 25 giugno 2012

poteva andare meglio

Non sono una di quelle mamme che giustificano i loro figli sempre e comunque, e non sono una di quelle che da quando è diventata mamma parla solo dei figli e "che peso per le amiche che invece figli non ne hanno e non ne vogliono avere". 
Ma quel che è giusto è giusto.
Sono la fortunata mamma di due bambini bravi, sarà perché abbiamo fatto bene il nostro mestiere, sarà anche un po' di culo, ma tant'è, questa è la situazione.
Ecco perché quando ritiro le pagelle vado a casa sempre contenta, perché obiettivamente sono sempre delle belle pagelle, ma anche un po' delusa, in particolar modo per Calvin, che è in seconda elementare, in una classe dove sono in due o tre che riescono a stare seduti al banco, c'è una situazione a livello comportamentale spaventosa, e altrettanto a livello di rendimento.
Ma questo non è un problema, non sto pensando di cambiare scuola al bambino prodigio, vorrei solo che venisse riconosciuto a livello di voti che c'è un bambino che, mentre la maggioranza della classe dice parolacce, sputa alla maestra o le tira addosso le penne (non esagero), mantiene un comportamento umano, non sporca volontariamente per terra e non fa niente delle cose di cui sopra, però, se un compagno lo picchia lui "reagisce", quindi il comportamento è "generalmente corretto"... forse dovrebbe lasciarsi battere come un tamburo?
Dare dieci in pagella per le maestre di questa scuola è un tabù, quindi mi sono messa il cuore in pace, ma quando leggo che da altre parti non è così mi viene lo sconforto.
E vai di nove in italiano: non teniamo conto che è un bambino che legge Eragon mentre i suoi compagni non leggono neanche Geronimo Stilton.
Nove in storia e otto in geografia (addirittura peggiorato rispetto al primo quadrimestre)... mai firmato nessun voto in queste materie, di solito la maestra dice "non è che non è bravo, è che abbiamo fatto pochi argomenti di questa materia".
Nove in matematica e nove in scienze (come regalo di compleanno ha voluto una pianta carnivora, gli esperimenti ce li facciamo a casa).
Nove in tecnologia (mistero cosa faccia di tecnologia in seconda elementare)
Nove in musica, otto in arte e immagine e otto in corpo e movimento. Apro una parentesi su corpo e movimento, dovrebbero fare ginnastica (non è che dando i nomi fighi alle cose la sostanza cambi) al venerdì da mezzogiorno alle dodici e mezza ma saranno andati in palestra o fuori quattro volte in tutto l'anno perché sempre in castigo... bella scusa per fare una cosa che non ti piace, maestra!
Continuiamo con le voci, Livello di acquisizione conoscenze e abilità, ottimo; Progressi registrati, rilevanti; Autonomia, notevole; Interesse, costante; Impegno, costante.
Un applauso al maestro di inglese con dieci (finalmente) e alla maestra di religione con ottimo.


Nonostante le battutine caustiche, ormai sono inacidita, non voglio dire che la maestra di mio figlio non è una brava maestra, solo che vorrei che ci fosse una differenziazione nella valutazione, mentre la scuola appiattisce. Nessuno fa riflessioni su questo, basta non bocciare nessuno e tutti sono contenti. Io vorrei invece che venisse riconosciuto il merito - e ritorna quella parolina, il merito. Perché bisogna trovare tutte le giustificazioni per chi non rende, che non è colpa sua, che ha problemi, e dall'altra parte i cosiddetti bravi non li "guarda" nessuno?


Altra piccola considerazione: se esistono i voti dall'uno al dieci, e usiamoli questi voti.... perché usare solo dall'otto al nove? Sono pronta a scommettere che nessuno ha preso voti inferiori al sette, tutti promossi e tutti bravi, con grande disappunto di Calvin che qualche incongruenza la vede. Perché è piccolo, mica scemo, giusto?

venerdì 22 giugno 2012

Brucoverde

Questa settimana, per il venerdì del libro, voglio proporre un libro storico per i miei figli, soprattutto del primo, che adesso ha 13 anni, ma quando ne aveva uno adorava questo libricino


che come si vede dalla foto ha dovuto subire qualche restauro...


Il brucoverde sta cercando qualcosa da mangiare, prima ci prova con una mela


Hai visto per caso
un bruco affamato?
Sì, sopra una MELA
si è arrampicato.


Lo guarda stupita 
la chiocciola Adele:
"Ehi, guarda che i bruchi
non mangiano mele!"


Allora ci prova con una pera,



una fragola,


un limone,




una melanzana,




un fungo,




un peperone,




una castagna,



una ciliegia,


e finalmente Rina la rana gli dice che i bruchi mangiano foglie

Il bruco ora corre 
a cercarsi una FOGLIA
così può mangiare
fin quando ne ha voglia!

Ma è stanco e assonnato
dal lungo viaggiare,
così fila un bozzolo
in cui riposare.



E alla fine (pagina più martoriata delle altre):




E un giorno dal bozzolo
chi salta fuori?
Una FARFALLA
di mille colori!


Che fine avrà fatto 
il bruchino affamato?
E' lui la farfalla
si è trasformato!


E' un libro edizioni Coccinella della serie Libri coi buchi con illustrazioni di Giorgio Vanetti e testo di Giovanna Mantegazza.

venerdì 15 giugno 2012

La Sposa Normanna

                                              La sposa Normanna

Suor Maria Veronica si alzò dal giaciglio e aprì la piccola imposta della cella. L'alba tingeva di rosa un cielo limpido e terso che annunciava un'altra giornata tiepida, sebbene fosse novembre inoltrato. Sorrise, grata a Dio per averla fatta nascere a Palermo.
Comincia così La Sposa Normanna, un bel romanzo storico, consigliatomi da Palmy, che parla di Costanza d'Altavilla, madre di Federico II di Svevia.
Siamo in Sicilia, nel 1185 e Costanza si trova in convento, dove vive serenamente e felicemente nella sua terra. Purtroppo, essendo l'unica donna della famiglia ancora in grado di procreare, anche se non più giovanissima - per quei tempi -, viene venduta ad Enrico, figlio dell'Imperatore Federico Barbarossa. Uso il temine "venduta" volutamente, per sottolineare la barbarie di queste usanze, che comunque erano considerate perfettamente normali :-/
Enrico era un ragazzo di 19 anni che considerava la sua sposa una vecchia, che sapeva a malapena leggere e scrivere ed era considerato "rozzo, arrogante e refrattario alle cure del corpo come a quelle della mente".
Di tutt'altro genere, invece, la figura di Costanza, che conquista subito le simpatie del lettore.
Gualtieri di Palearia ricorda molto il Cardinale Wolsey di Enrico VIII, il cattivo della situazione.


Io non conoscevo la storia di Costanza, quindi ho letto con interesse questo romanzo, perché comunque mi piace fantasticare sui personaggi del passato, soprattutto se si tratta di persone speciali e che hanno lasciato un segno, e nonostante le parti romanzate, si coglie che Costanza era una donna, diciamo così, di un certo spessore!


Un libro che si legge in fretta, perché non è molto lungo ma soprattutto perché non si fa mettere giù fino a che non si è finito. 

giovedì 14 giugno 2012

Parliamo d'altro

Per mitigare le incazzature, previste, ma che ti colgono sempre "di sorpresa"... capisco che suoni come un controsenso... per dire che la realtà supera sempre la fantasia e le aspettative, per quanto le aspettative stesse siano basse-bassissime, non parlerò di scrutini.


Invece parlerò della festa di fine anno, quest'anno organizzata in grande stile, di sera, con tanto di musica e balli, dove era previsto anche il famoso buffet - che Calvin si ostina a chiamare bùffet, con l'accento sulla "u" e la "t" pronunciata ben bene, d'altra parte è scritto così.


Aliceland ha prodotto due dolci, che hanno avuto entrambi discreto successo e recensioni positive. Quindi vi fornisco le ricette testate, come scrivono sui libri di cucina e sui siti internet:


MUFFIN CON YOGURT E CACAO
(dosi per 18 muffin)


270 gr farina
225 gr zucchero di canna
60 gr cacao amaro
sale
lievito
vanillina
150 gr burro
3 uova
3 vasetti di yogurt intero 


unire tutti gli ingredienti secchi (farina, zucchero, cacao, lievito, vanillina e sale. Aggiungere uova, burro fuso, yogurt. Mescolare bene, mettere negli stampi e infornare 180°, 25/30'


TORTA DI MELE CON CANNELLA


100 gr burro
1 cucchiaino di cannella
200 gr farina
200 ml latte
lievito
1 limone (succo e scorza)
700 gr mele
sale
2 uova
vanillina
200 gr zucchero
cannella e zucchero a velo da mettere sopra


sbucciare e tagliare le mele e metterle in contenitore con succo di limone (prima grattare via la buccia).
Miscelare uova e zucchero e poi burro sciolto a bagnomaria. Unire scorza limone, lievito, cannella, latte, vanillina, sale e per ultima la farina.
Poi aggiungere le mele sgocciolate.
Imburrare la teglia, versare il composto, spolverizzare di zucchero a velo e cannella.
Infornare 180° 50/60'
Dopo averla lasciata raffreddare rispolverizzare con zucchero a velo e cannella.


Purtroppo niente foto questa volta.


venerdì 8 giugno 2012

Tre tazze di tè

                                                    Tre tazze di te

un libro scritto a quattro mani da Greg Mortenson, il protagonista, e David Oliver Relin, il narratore. Greg è un alpinista che ha come obiettivo scalare il K2; dopo un tentativo fallito nel 1993 giunge "sfinito e malandato" in un paesino del Pakistan, e da quel momento la sua vita cambia corso:
La sera era andato a dormire vicino a un fuoco di sterco di yak come qualsiasi alpinista che si fosse smarrito e la mattina dopo, mentre condivideva una tazza di tè con burro di yak insieme ai suoi ospiti e si allacciava gli scarponi, aveva scoperto di essere diventato un filantropo con un nobile scopo da perseguire per il resto della vita.
Comincia così la straordinaria avventura di questo ragazzo: un americano a dir poco atipico, che sfugge alle generalizzazioni e ai cliché ai quali siamo abituati - se non vogliamo approfondire o non ne abbiamo gli strumenti - che vedono l'americano come lo stereotipo dell'egoista, avido e poco sensibile alle culture diverse o lontane. Greg, invece, è determinato a fare qualcosa di concreto per aiutare queste popolazioni, e quale miglior modo per aiutare un popolo se non dandogli l'istruzione? 
Comincia quindi il suo impegno per costruire delle scuole nei paesini più impervi del Pakistan.
La storia di Greg è talmente bella e avvincente da sembrare un romanzo, e invece è una storia vera, una bella storia che si lascia leggere ed appassiona.
Io l'ho trovato una piacevole sorpresa, l'ho preso assolutamente a caso, cioè senza sapere di cosa parlasse e senza averne sentito parlare prima, e lo voglio consigliare alle amiche del Venerdì del Libro. Buon we!

martedì 5 giugno 2012

Imprevisti e Probabilità

              

                                           
Ma se, come si evince dal regolamento sulla Valutazione emesso negli ultimi giorni, non bisogna bocciare in prima media - perché prima e seconda fanno parte di un ciclo, e quindi si deve al limite (ma proprio al limite), bocciare in seconda... insomma, io mi chiedo: se bocciamo in seconda, si ripete anche la prima?


Se fanno parte di un blocco unico...


Beh, poi, più sotto c'è anche scritto che comunque non è che non si può bocciare in prima... con "motivate motivazioni" si può... infatti fino ad ora si bocciava così, tiravamo a sorte!

domenica 3 giugno 2012

Magic moments

La domenica mattina mi piace alzarmi presto, per fare colazione da sola mentre tutti gli altri dormono. Allora mi alzo prima delle 7 e scendo in cucina. Preparo la tavola con le tazze di tutti e metto sul tavolo biscotti, cereali, fette biscottate, pane, frutta,... ognuno ha la "sua" colazione.
L'ideale per me, è la torta fatta in casa. In particolare questa



Poi preparo il caffè e mentre aspetto che sia pronto, svuoto lo scolapiatti, scaldo il latte e preparo un frutto sbucciato da mangiare dopo il latte e caffè.

Finalmente è tutto pronto, ed arriva il momento magico, assaporo la torta che ho preparato. Questa è la torta con la fecola:

3 uova
200 gr zucchero
250 gr fecola
1 bicchiere olio di semi
1/2 bustina di lievito
la buccia di un limone grattugiata

sbattere bene le uova con lo zucchero, aggiungere fecola, olio, lievito e limone. Io uso lo sbattitore elettrico, è velocissima la preparazione di questo impasto, e poi così si incorpora più aria e la torta diventa soffice e alta. La cottura tradizionale prevede di usare una pentola apposta e farla sul fornello, ma per chi non ha la pentola speciale va bene anche il forno, i soliti 40' a 180°.

Devo però avvisare che questa torta è di quelle che "stoppano", e quindi non a tutti piace. L'ideale da inzuppare nel latte. Sono particolarmente attratta da questa torta, che non ha niente di particolare, perché mi ricorda tantissimo la mia infanzia. Da piccola andavo in vacanza in campagna a casa di mia nonna, e lei la faceva sempre (con dosi addirittura doppie rispetto alle mie). Mi ricordo benissimo la sensazione di quando la mangiavo da piccola e secondo me è per questo che continua a piacermi.

Di solito quando sono lì seduta a godermi la prima colazione, arriva Calvin, che ha le antenne, e facciamo colazione assieme chiacchierando. Quando si alza Calvin ha le idee più assurde... di solito mi comunica una decisione che ha preso - la notte porta consiglio - tipo che lavoro farà da grande:
-Ho deciso che farò l'arciere!
-Ma quello non è un lavoro, è un hobby, uno sport.
-E il calciatore, allora? 
Come spiegargli che gli sport sono tutti uguali, ma alcuni sono più uguali di altri! 
...mi rende partecipe di un suo ragionamento:
-Se ti tagliano la testa in un giorno di vento, non muori...
- Perché no?
- Perché il vento soffia nella gola tagliata e respiri lo stesso...
 ...oppure c'è l'angolo "l'Isa ha detto" (Isa è Isabella, la sua coetanea modello di saggezza :-D)
-L'Isa ha detto che il biglietto per andate in Australia (pronuncia "Ostralia", perché Isa è mezza "ostraliana" e mezza italiana) costa al massimo 500 euro. 250 fino a Singapore e altri 250 fino in Ostralia
però quando la Isa ha compiuto gli anni e non ha invitato Calvin alla sua festa perchè c'era già troppa gente ne abbiamo risentito:
-Beh, poteva non invitare la Gloria, tipo, non ME!