Ultimo collegio dell'anno. Sempre quello. La Bugblatta, nella sezione comizi, porta alla nostra attenzione il documento sulla valutazione. Con aria da maestrina ci ricorda che la valutazione è di tipo formativo, che le competenze devono essere certificate*, e che - è l'Europa che ce lo chiede - si sta andando nella direzione dell'eliminazione delle bocciature.
All'unisono gli insegnanti della Secondaria di Primo Grado (a parte quelli che sono già nella seconda fase R.E.M. e quelli che stanno giocando alle caramelline) prorompono in un buuuuu, ooooo, aaaaa, ecccallà. Io che ero attenta - giuro - avevo appena finito di dire alla mia vicina "sta 'tenta che adesso dice che non si deve bocciare".
La Bugblatta si abbruttisce. Ricordate cosa succede quando si abbruttisce? Comincia ad alzare la voce e, parlando sopra chiunque voglia interloquire, continua a sproloquiare modello locomotiva-lanciata-a-tutta-velocità.
Infatti, puntuale, quando alzo la mano e dico: "Sì, ma preside, in Europa non si boccia ma..."
La Bugblatta urla: "MA MI FACCIA PARLARE!!!!"
E parla, allora.
E continua inalscoltata per qualche altro minuto.
Ovviamente alla fine si profonde in sinceri auguri e baci a tutti quelli che le passano vicino sulla via per l'uscita.
E allora?
Allora, io volevo dire che è vero che in Europa non ci sono le bocciature come qui da noi. Ma è anche vero che se non si ha un certo profitto non ci si può iscrivere alle università o anche solo alle scuole vagamente decenti. E' preclusa, allo studente con scarso profitto, la possibilità di continuare il suo percorso di studi, per essere invece indirizzato alla formazione professionale.
Vogliamo questo? Io, tutto sommato, preferisco perdere un anno ma arrivare a laurearmi. Anche perché a 12 o 13, ma anche 16 anni, ti può capitare un periodo di ribellione, crescita difficile, sbandamento, che poi si risolve.
Ma la Bugblatta, si sa, è affetta da profonda miopia selettiva, vuole la botte piena e la moglie ubriaca. Vuole semplicemente non avere problemi con i genitori, data la dilagante moda a fare ricorsi tra i genitori. Importa poco se questi ricorsi li perdono tutti, e se non è lei che si deve sbattere a preparare memorie difensive o a rifare esami.
* Questo è un altro suo vecchio tentativo di ingerenza nel lavoro degli insegnanti. Noi, quando un alunno non ottiene la sufficienza, nella certificazione delle competenze mettevamo un voto negativo. Alla Bugblatta non andava bene, e siamo arrivati al compromesso di non mettere niente, di modo che si capisse che in quella disciplina la competenza non c'era. Ma anche questo non va bene, la Bugblatta sostiene che sia obbligatorio mettere almeno sei, con buona pace di chi il sei ce l'ha meritatamente.
lunedì 12 gennaio 2015
giovedì 8 gennaio 2015
Schermaglie
Ci aveva già provato l'anno scorso, la Bugblatta, ma non contenta - o forse solo con la memoria corta - al penultimo collegio, sempre al punto dell'ordine del giorno "comunicazioni del dirigente" (minuscole volute), ci regala una delle sue perle.
Arieccoci.
Questo è quello che ho pensato quando con aria da "vi istruisco io, poveri stolti", ci diceva le regole della fruizione di permessi brevi, ferie, motivi familiari e aggiornamenti.
Un vecchio cavallo di battaglia della Bugblatta è far recuperare le ore a chi va a fare corsi di aggiornamento, perché secondo lei non ci deve essere onere a carico della scuola.
Come al solito il collegio tutto, incassa senza replicare, ed io preferisco ri-informarmi e ri-controllare prima di parlare.
Quindi, una volta accertato che il contratto non è cambiato nottetempo, vado a rileggermi la parte in questione.
Tanto per cambiare, i permessi brevi e per motivi familiari sono senza retribuzione per i soliti precari e con retribuzione per gli altri; ma per quanto riguarda l'aggiornamento e bello chiaro che è un diritto e dovere di ogni insegnante partecipare, e anche per i precari-paria (pensa te) è considerato un giorno di lavoro a tutti gli effetti. Non solo è retribuito, ma la scuola deve anche provvedere alle sostituzioni, esattamente il contrario di quello che dice la Bugblatta.
Al collegio successivo, molto ravvicinato perché bisognava approvare le nuove pagelle (altro merdone bugblattesco), al momento dell'approvazione del verbale, faccio presente.
La Bugblatta si abbruttisce, come si suol dire, e per non sapere che pesci pigliare utilizza un'altra tecnica a lei familiare e più volte rodata. Spostare l'attenzione su argomento affine, ma anche non affine, dicendo qualche ovvietà o portare esempi di vita vissuta in una delle sue cinquecento scuole dove è successo un caso...analogo, direte voi, ma il più delle volte né analogo e né vero.
La Bugblatta non sa che le informazioni passano e gli insegnanti si conoscono e addirittura parlano tra di loro e scoprono gli altarini.
Fatto sta che, nel caso specifico, finge di indignarsi perché Lei non ha mai negato a nessuno - anche senza certificati o dicumenti ufficiali - un permesso per motivi familiari.
Embè?
A parte il fatto che il permesso per motivi familiari si può ottenere anche con autocertificazione, perché se ti muore il nonno non è che porti il certificato...allora la Bugblatta ribatte che c'è il grado di parentela.
Ma chissenefrega.
Stavamo parlando dei corsi di aggiornamento...niente da fare, dopo aver detto che solo alcuni corsi di aggiornamento, quelli riconosciuti con un certo articolo, si possono fare (e certo, mica per fare il corso di decoupage), e comunque tanto ormai li fanno tutti di pomeriggio perché lo sanno, loro, che la situazione è questa...la Bugblatta passa al punto successivo senza dare l'opportunità di interloquire che neanche la famosa locomotiva lanciata a tutta velocità.
Ma la prossima volta che vorrò partecipare ad un corso di aggiornamento in orario di servizio, ci sarà ancora la solita pantomima?
E la domanda di riserva è: dato che la Bugblatta ha più o meno l'età di "Napo", che ci facesse la grazia di levarsi dalle palle in questo nuovo anno?
Sì, perché è da quando ha messo piede a Mordor che blatera di pensione.
Arieccoci.
Questo è quello che ho pensato quando con aria da "vi istruisco io, poveri stolti", ci diceva le regole della fruizione di permessi brevi, ferie, motivi familiari e aggiornamenti.
Un vecchio cavallo di battaglia della Bugblatta è far recuperare le ore a chi va a fare corsi di aggiornamento, perché secondo lei non ci deve essere onere a carico della scuola.
Come al solito il collegio tutto, incassa senza replicare, ed io preferisco ri-informarmi e ri-controllare prima di parlare.
Quindi, una volta accertato che il contratto non è cambiato nottetempo, vado a rileggermi la parte in questione.
Tanto per cambiare, i permessi brevi e per motivi familiari sono senza retribuzione per i soliti precari e con retribuzione per gli altri; ma per quanto riguarda l'aggiornamento e bello chiaro che è un diritto e dovere di ogni insegnante partecipare, e anche per i precari-paria (pensa te) è considerato un giorno di lavoro a tutti gli effetti. Non solo è retribuito, ma la scuola deve anche provvedere alle sostituzioni, esattamente il contrario di quello che dice la Bugblatta.
Al collegio successivo, molto ravvicinato perché bisognava approvare le nuove pagelle (altro merdone bugblattesco), al momento dell'approvazione del verbale, faccio presente.
La Bugblatta si abbruttisce, come si suol dire, e per non sapere che pesci pigliare utilizza un'altra tecnica a lei familiare e più volte rodata. Spostare l'attenzione su argomento affine, ma anche non affine, dicendo qualche ovvietà o portare esempi di vita vissuta in una delle sue cinquecento scuole dove è successo un caso...analogo, direte voi, ma il più delle volte né analogo e né vero.
La Bugblatta non sa che le informazioni passano e gli insegnanti si conoscono e addirittura parlano tra di loro e scoprono gli altarini.
Fatto sta che, nel caso specifico, finge di indignarsi perché Lei non ha mai negato a nessuno - anche senza certificati o dicumenti ufficiali - un permesso per motivi familiari.
Embè?
A parte il fatto che il permesso per motivi familiari si può ottenere anche con autocertificazione, perché se ti muore il nonno non è che porti il certificato...allora la Bugblatta ribatte che c'è il grado di parentela.
Ma chissenefrega.
Stavamo parlando dei corsi di aggiornamento...niente da fare, dopo aver detto che solo alcuni corsi di aggiornamento, quelli riconosciuti con un certo articolo, si possono fare (e certo, mica per fare il corso di decoupage), e comunque tanto ormai li fanno tutti di pomeriggio perché lo sanno, loro, che la situazione è questa...la Bugblatta passa al punto successivo senza dare l'opportunità di interloquire che neanche la famosa locomotiva lanciata a tutta velocità.
Ma la prossima volta che vorrò partecipare ad un corso di aggiornamento in orario di servizio, ci sarà ancora la solita pantomima?
E la domanda di riserva è: dato che la Bugblatta ha più o meno l'età di "Napo", che ci facesse la grazia di levarsi dalle palle in questo nuovo anno?
Sì, perché è da quando ha messo piede a Mordor che blatera di pensione.
lunedì 5 gennaio 2015
Anno nuovo, polemiche vecchie
Dalla Segreteria arriva una circolare per tutti gli insegnanti precari che dice che "secondo la normativa vigente", gli assunti a tempo determinato devono richiedere le ferie nei giorni di sospensione dell'attività scolastica. Siamo pertanto invitati a compilare il modulo allegato e farlo pervenire a Mordor tassativamente entro due giorni.
La prima considerazione che mi viene in mente è: e sennò, cosa mi succede? Tipo che non mi pagano le ferie?
Poi, immediatamente riconoscibile il Mordor-style: viene citata la "normativa vigente" senza alcun riferimento a leggi, decreti, circolari attuative o qualsiasi documento ufficiale. Ci sono abituata.
Alcune colleghe si prendono la briga di fare un giro di telefonate ai vari sindacati e il risultato è che alcuni dicono "compilare sì" e altri "compilare no".
Perfetto.
Può darsi che la legge sia stata approvata per sanare una situazione di fatto che dura già da qualche anno. E può anche darsi che non sia sbagliata. In effetti noi non si lavora, quindi si è in ferie. Quello che non trovo giusto è che siano solo i precari a doverlo fare. L'ennesimo provvedimento teso a sminuire persone che, in molti casi da tanti anni, svolgono un lavoro con gli stessi compiti, responsabilità e doveri dei colleghi di ruolo.
Come fare? Un paio di idee: non sta scritto da nessuna parte che se non ci sono i ragazzi a scuola non ci devono essere neanche i professori. Nel resto del mondo è già così.
Questo vorrebbe dire avere un ufficio, un'aula, qualcosa con una scrivania e magari un computer per ogni insegnante, in modo da poter svolgere tutti i nostri compiti a scuola. Correggere, programmare, fare ricerca, ricevere genitori e alunni. Poi chiuso. Una volta a casa si è a casa. Ma soprattutto questo vorrebbe dire dare uno stipendio adeguato. E allora qui finisce tutto, molto meglio continuare così: non investire, non formare adeguatamente, selezionare in modo torbido cambiando le regole a gioco in corso, creando disparità e dipendenti di serie A e serie B.
E ancora, molto più comodo creare l'immagine dell'insegnante fannullone che ha tre mesi di ferie all'anno. Che viene pagato poco perché fa anche poco. Con buona pace della scuola, buona anziché no.
Per la regola del tanto peggio tanto meglio (che io di solito aborro), il pacco di verifiche che ho portato a casa non le correggerò durante le vacanze, e neanche andrò a selezionare, scannerizzare e caricare sulla classe virtuale il materiale per la terza di Granburrone. D'altra parte, sono in ferie.
La prima considerazione che mi viene in mente è: e sennò, cosa mi succede? Tipo che non mi pagano le ferie?
Poi, immediatamente riconoscibile il Mordor-style: viene citata la "normativa vigente" senza alcun riferimento a leggi, decreti, circolari attuative o qualsiasi documento ufficiale. Ci sono abituata.
Alcune colleghe si prendono la briga di fare un giro di telefonate ai vari sindacati e il risultato è che alcuni dicono "compilare sì" e altri "compilare no".
Perfetto.
Può darsi che la legge sia stata approvata per sanare una situazione di fatto che dura già da qualche anno. E può anche darsi che non sia sbagliata. In effetti noi non si lavora, quindi si è in ferie. Quello che non trovo giusto è che siano solo i precari a doverlo fare. L'ennesimo provvedimento teso a sminuire persone che, in molti casi da tanti anni, svolgono un lavoro con gli stessi compiti, responsabilità e doveri dei colleghi di ruolo.
Come fare? Un paio di idee: non sta scritto da nessuna parte che se non ci sono i ragazzi a scuola non ci devono essere neanche i professori. Nel resto del mondo è già così.
Questo vorrebbe dire avere un ufficio, un'aula, qualcosa con una scrivania e magari un computer per ogni insegnante, in modo da poter svolgere tutti i nostri compiti a scuola. Correggere, programmare, fare ricerca, ricevere genitori e alunni. Poi chiuso. Una volta a casa si è a casa. Ma soprattutto questo vorrebbe dire dare uno stipendio adeguato. E allora qui finisce tutto, molto meglio continuare così: non investire, non formare adeguatamente, selezionare in modo torbido cambiando le regole a gioco in corso, creando disparità e dipendenti di serie A e serie B.
E ancora, molto più comodo creare l'immagine dell'insegnante fannullone che ha tre mesi di ferie all'anno. Che viene pagato poco perché fa anche poco. Con buona pace della scuola, buona anziché no.
Per la regola del tanto peggio tanto meglio (che io di solito aborro), il pacco di verifiche che ho portato a casa non le correggerò durante le vacanze, e neanche andrò a selezionare, scannerizzare e caricare sulla classe virtuale il materiale per la terza di Granburrone. D'altra parte, sono in ferie.
venerdì 2 gennaio 2015
Natale a Siviglia
Tra patios, aranci,
mausoleo di Cristoforo Colombo nella Cattedrale
Cattedrali e innumerevoli chiese Barocche
ballerini di flamenco
plaza de toros
palazzi moreschi
soffitti a cassettoni
e tapas, cervecitas, mucha gente por la calle y alegrìa.
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