martedì 14 maggio 2013

Prove ente inutile

Che bello! Oggi c'erano le prove ente inutile! Non vedevo l'ora di passare tutto il pomeriggio a tabulare risposte insulse a domande personali o strafalcioni di italiano e matematica.

Quando poi arriveranno i risultati sarà una vera sorpresa sapere che nella classe dei coccodrilli (prima Granburrone) c'è Campanellino che ha sbagliato il novanta per cento delle risposte di matematica...meno male che ci saranno i grafici che lo segnaleranno e noi dovremo chiederci: ma come mai? Non ce n'eravamo accorti!?!

Ma loro, furbi, incroceranno i dati con le risposte date nel questionario virgulti... e allora lì sì che si capiranno molte cose! Perché saranno pure anonimi (risata), ma intanto bisogna inserire la professione e nazionalità dei genitori, se il virgulto è H o solo DSA (solo?) o magari BES. 
Poi chiedono, così...indifferenti..."maaaa, in casa parli italiano, dialetto o una lingua straniera?" oppure "maaa, quanti libri hai in casa?" o ancora "maaaa, quanto tempo passi davanti alla tv o con i videogiochi?"
Perché loro, lì all'ente inutile non lo sanno. 
Vi dò una notizia: noi sì. Sappèmmolo! Senza questionario virgulti! Pensa che fighi! Che siam mica qui a pettinar le bambole, eh!
E, altra notizia, noi sappiamo anche quando rispondono ad minchiam al questionario virgulti, e voi no!

9 commenti:

  1. nella mia seconda scuola primaria 7 su 22 hanno sbagliato più della metà delle risposte nel test d'italiano.
    Forse perchè 9 sono stranieri e 2 bilingue? di questi 2 sono anche BES? e 1 è anche in via di controllo per caratteristiche autistiche?
    e tra gli italiani 1 è sospetto dislessico? 1 è in affidamento e in via di certificazione HC?
    Chissà..... maestra stufa

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  2. Chissà perché, invece i miei di seconda sono molto tranquilli, e tutti loro, anche i più scarsi, mi hanno candidamente confessato che le prove Invalsi delle medie han loro tirato su la media finale.
    Le prove INVALSI hanno molti difetti, ma, a mio avviso, presentarle come il male assoluto non aiuta minimamente a migliorarle. Sono prove europee, e alle medie abbastanza inevitabili, a mio avviso, come dice la Bionda nel suo post di oggi. E se, invece di continuare a dirne solo male, provassimo a fare un dialogo costruttivo di miglioramento, forse otterremmo dei risultati più interessanti.
    Peraltro, almeno da noi, alle superiori, sono previste prove differenziate per DSA, L2 e alunni con sostegno, basta segnalarle con anticipo, cosa che noi abbiamo provveduto a fare, nel caso.
    Poi, io non penso che le prove INVALSI siano il bene assoluto, anzi. Ma secondo me l'atteggiamento prevalente nella scuola italiana è, come al solito, parecchio provinciale (ci sono in tutta Europa) e molto poco costruttivo.

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    1. Complimenti ai tuoi alunni, anche ai più scarsi!
      Da noi alla primaria non sono previste prove differenziate per nessuno, sono tutti uguali (solo i bambini certificati HC hanno diritto ad uscire dalla classe o, se non "disturbano", restare con prova differenziata, senza la presenza dell'insegnante di sostegno).
      Forse era il caso di differenziare, anche e soprattutto, nella scuola dell'obbligo.
      Le prove Invalsi non sono il male assoluto, anzi.
      Il male assoluto è far finta che siano tutti uguali.
      Dopo aver lavorato tutto l'anno con percorsi personalizzati è assurdo celebrare l'uguaglianza con prove identiche.
      maestra più che stufa

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  3. Quoto 'povna. Il misoneismo è uno dei mali dell'Italia. Qui a Venezia, poi...

    Anonimo SQ

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  4. Ognuno può pensarla come vuole, a me non piace tutto ciò che sa di schedatura e di controllo. Il punto è che non c'è bisogno di queste prove per vedere come sta la scuola (parole loro), per vedere che al nord i risultati sono migliori che al sud e che i ragazzi di prima media non sanno cosa vuol dire indigente. Oltretutto non sono per niente oggettivi perché c'è l'intervento degli insegnanti, e ho visto cose...
    Io da somministratrice e tabulatrice ho la coscienza a posto, nonostante sia contraria alla prova

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  5. Io capisco quel che tu dici, ma qui non si tratta né di schedatura e di controllo, e dire che non c'è bisogno delle prove per sapere come sta la scuola italiana equivale a dire che un amministratore di condominio non ha bisogno di una richiesta ufficiale per provvedere alla manutenzione straordinaria o che il censimento non è necessario perché a occhio si capisce come sta l'Italia. La statistica non è una scienza 'umana' (nel senso che le aberrazioni sono carne e sangue di un singolo, al quale poco importa di essere nello 0,0001 per mille), ma è una scienza. E come tale la devono usare le amministrazioni, alle quali non può e non deve interessare come sta Gigino, ma quanti Gigini ci sono, se sono in aumento tendenziale e/o in diminuzione. Che la scuola singola non abbia bisogno delle prove Invalsi fa parte del suo essere singola, esattamente come il singolo condomino non ha bisogno dell'autorizzazione per cambiare la tavoletta del suo cesso o il singolo cittadino non ha bisogno di compilare l'aggiornamento del censimento per fare un figliolo (quello sarebbe controllo, non il suo contrario).
    Che poi molti insegnanti si comportino male durante le prove INVALSI non fa, a mio avviso, che confermare quello che dicevo: se invece di criticarle con massimalismo in toto per il fatto che esistono provassimo a criticarle costruttivamente (e tanto) nel merito per come sono strutturate (e lo avessimo fatto dall'inizio) forse alcune cose non sarebbero come sono (a cominciare dalle tabulazioni). L'atteggiamento da "l'INVALSI è il male assoluto, oddio, vogliono giudicare scuole e insegnanti invece ha polarizzato il dibattito sul diritto di esistenza ontologica delle prove, e non sulla metodologia di preparazione e somministrazione". Al solito, chi ci rimette poi sono gli alunni. Tanto per cambiare.

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  6. L'Invalsi è arrivata come un ladro nella notte, sei anni fa, inserita nelle prove d'esame con comunicazione sotto Pasqua. A parte che far così non è educazione né verso gli insegnanti né, soprattutto, verso gli scolari che se la sono trovata tra capo e collo, a far così si rischia di far pensare male anche persone tutt'altro che sospettose. Un po' di dibattito, un po' di contraddittorio anche accettato per finta, un po' di pro e contro a qualche trasmissione televisiva e un bonus da due spiccioli per gli insegnanti che correggevano (si sa che gli insegnanti li contenti con poco) avrebbero molto oliato la questione. Tenersi per sé il questionario, anche. Controllare meglio le prove, magari facendo un po' di sperimentazione con qualche classe per un anno o due, anche.
    La scuola è conservatrice per natura, e sospetto che debba esserlo. Ma un buon dirigente, invece di calare le cose dall'alto come se chi lavora sul pezzo fosse sistematicamente l'ultimo dei deficienti, dovrebbe cercare di tenerne conto e ascoltare i pareri. Il muro contro muro non porta a grandi frutti in tempi brevi, mentre un po' di dialogo sortisce spesso buoni effetti. Specie se, in mezzo, ci stanno i ragazzi.

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  7. Io da mamma non amo le Invalsi, come te probabilmente anche perché -d'istinto- tutto ciò che sa di schedatura e appiattimento mi provoca repulsione. Però ho voluto parlarne con gli insegnanti di mio figlio, per capire cosa ne pensano e sono arrivata alla conclusione che neppure gli insegnanti sono d'accordo tra loro. :)

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