mercoledì 31 ottobre 2012

Quelli che non lavorano mai

Quale altra categoria lavorativa si spara 12 ore di corso sulla sicurezza, fuori dall'orario di servizio, obbligatorio e non retribuito?

domenica 21 ottobre 2012

Eppur si muove

E se ci impegnassimo perché non rimanga un'
Iniziativa isolata?

L'insegnante di sostegno

Sarà colpa della crisi, dei tagli, o della sfiga, quest'anno Aliceland si è dovuta accontentare di un part-time (3 classi in meno a livello di istituto cominciano a fare le prime vittime).

Si dà il caso che lo stipendio a metà non basti, quindi si è offerta di prendere anche quello spezzone di sostegno per arrivare ad un numero congruo di ore; quindi, dopo aver verificato che non ci sia proprio nessun altro a cui spetta quello spezzone, fino all'avente diritto, veste i panni di insegnante di inglese in tre classi, e sostegno in una quarta in un'altra sede.

Ciò ha comportato che non ha il giorno libero, ed è stato stabilito ed accettato con chi deve far quadrare l'orario su tre sedi con prof che hanno classi su una, o due, o tre; e non ultimo, con le esigenze del sostenuto, Linus, che non poteva avere il sostegno in ginnastica o artistica, ma ne aveva bisogno in italiano, inglese e matematica.

"In questo periodo" le è capitato di osservare che esistono due tipologie di insegnanti di sostegno non specializzato:

tipo A

Insegnante di sostegno non specializzato 1

Viene contattato dalla segreteria della scuola sabato con presa di servizio al lunedì seguente.
Il lunedì, approfittando di due ore buche, va a prendere servizio e chiede di esaminare il fascicolo di Linus con diagnosi, interventi fatti, terapie, piano di lavoro individualizzato. Perché si immagina che dovrà preparare la programmazione differenziata, contattare lo psicologo per prendere i primi accordi per la compilazione del piano di lavoro individualizzato e fissare un appuntamento prima di dicembre.
Torna nella sua sede attuale di lavoro per fare l'ultima ora della giornata.
Durante la prima settimana prende accordi con le insegnanti delle varie discipline e prepara una bozza di programmazione (mancano pochi giorni alla data stabilita per la consegna delle programmazioni al coordinatore di classe) e decide il tipo di lavoro da fare con Linus.
Alla fine della prima settimana, dopo aver partecipato al primo consiglio di classe al venerdì, bisogna preparare la verifica di scienze differenziata. Quindi sabato, durante l'ora buca, prende il libro di scienze e prepara la verifica. Tornata a casa, dopo aver pranzato, si mette al computer e scrive la verifica con word, utilizzando bolle con dentro definizioni da abbinare, tabelle con elementi da completare o riordinare, freccette per unire, alcune domande aperte.
A metà del lavoro va via la corrente perchè Mastro Birraio ha fatto partire la lavatrice e poi ha acceso il forno (qualcuno dovrà pure fare qualcosa in casa), ma questo non c'entra.
Poi prepara anche due cosette per la settimana successiva per le altre classi, perchè sta facendo un po' di CLIL e deve preparare il materiale graduato.
La seconda settimana, giovedì mattina le viene detto che deve preparare la verifica differenziata di aritmetica per il giorno dopo, e dato che il giorno dopo sarà nell'altra sede, decide di approfittare di un'ora buca per andare in laboratorio informatico e farla.
Neanche a parlarne, la stampante non funziona, il pc è lento, non resta altro da fare che aspettare il pomeriggio. Con i potenti mezzi a casa propria (un pc), prepara la verifica e alle 3 del pomeriggio la invia via mail all'insegnante di matematica che la stamperà a casa sua con i suoi potenti mezzi (un pc e una stampante) e la somministrerà l'indomani.
Intanto, già che c'è, cerca anche del materiale per fare la Reading Comprehension lunedì in terza, una prova d'esame, con domande di comprensione e personali sul tema affrontato nell'ultima unit.
Tra una verifica differenziata, una programmazione annuale e le lezioni varie, approfittando di essere sempre davanti al pc, trova finalmente tempo di iscriversi al quizzone che precede il concorsone...non si sa mai!

tipo B

insegnante di sostegno non specializzato 2

Viene contattato il sabato per presa di servizio il lunedì della settimana seguente. Fa presente alla segreteria che durante il week-end deve andare al paesello a prendere la macchina, perchè la scuola è in posizione scomoda e lontana rispetto a dove alloggia attualmente.
Al lunedì mattina si presenta per la presa di servizio in tempo utile, ma compare nella sede assegnata due ore dopo.
Mette subito in chiaro che lui non è specializzato, e che quindi avrà bisogno di un tempo per capire cosa deve fare.
Va bene. Allora noi, gli insegnanti di classe, spieghiamo la situazione dei due rampolli, perché li conosciamo, e spieghiamo anche il percorso che hanno avuto lo scorso anno con l'altro insegnante di sostegno.
Lo informiamo che deve prendere visione della documentazione in sede centrale, e che poi bisognerà decidere la programmazione delle varie materie.
Bisogna poi mettersi in contatto con gli psicologi, perchè soprattutto una mamma è parecchio in fibrillazione e tutti i giorni viene a chiedere se è arrivato l'insegnante per la sua Susannatuttapanna.
Fa presente che non ha ancora ricevuto il registro, e che quindi avrà bisogno di un po' di tempo (?)
Fa presente che non ha mai fatto sostegno e che ha bisogno di un po' di tempo
E' attentissimo a mettere la firma sul registro di classe, occupando tutta la striscia per la firma quando dovrebbero starcene due, e nella striscia della materia ne occupa 3/4 per scrivere SOSTEGNO, alla materia rimane 1cm quadrato (la mamma gli ha insegnato che l'unica cosa importante è compilare registri e firmare presenze).
Fa presente che lui ha due anni di esperienza in ***, quindi l'inglese non se lo ricorda, non lo fa dal liceo, la matematica la deve riprendere in mano, non c'era matematica alla sua facoltà... e quindi ha bisogno di un po' di tempo.
Gli spieghiamo che assieme a Susanatuttapanna e Fonzie, i due sostenuti, ce ne sono anche altri che avrebbero bisogno di una mano, gente che non ha diritto al sostegno ma che ha problemi dichiarati e certificati. L'anno scorso, infatti, l'insegnante dava un occhio un po' a tutti.
Fa presente che a lui hanno detto che ha due alunni.
Si informa sull'abilitazione posseduta dalla sottoscritta, e poi commenta che non può fare il concorso, troppo giovane. Alla domanda se non avesse fatto il TFA risponde con -risatina- ma si sa come funzionano quelle cose -risatina.
Comunque fa presente che lui lavora già da due anni, e nel resto d'Europa sarebbe già stato abilitato automaticamente, e se siamo in Europa dovrebbero valere le stesse regole.
Faccio presente che nel resto d'Europa se vuoi lavorare in una scuola ti vai a fare il tuo bel colloquio e se ti ritengono adatto ti assumono, altrimenti no, niente liste da cui bisogna pescare obbligatoriamente cani e porci.
Tempo una settimana e il corpo docente che ha a che fare con questo essere - si accettano suggerimenti per un nick - fa il segno di spararsi in bocca quando è girato e gli sguardi che dicono più di mille parole non si contano...

Applichiamo ora indifferentemente a Tipo A e Tipo B un orario di 24 ore settimanali e stiamo a vedere cosa succede.
Beh, uno probabilmente ha un crollo di nervi dopo il primo quadrimestre (non senza prima aver abbandonato a se stessi casa, figli, marito); l'altro continua ad ammorbare con la sua inutile presenza il corpo docente e gli alunni che se lo devono sorbire, blaterando dei suoi diritti acquisiti che questo stato così poco attento non gli vuole proprio riconoscere. Alla prima occasione (perché prima o poi ci sarà), approfittando di uno dei soliti cambiamenti delle regole in corso di gioco che piacciono tanto al Ministero della Distruzione, prenderà abilitazione e ruolo, magari approfittando di quello zio disabile opportunamente messo a risiedere presso il suo domicilio o di un pollice valgo.


venerdì 19 ottobre 2012

Dreamcatcher

Un giorno alla biblioteca del paesello, la bibliotecaria, conoscendo la mia passione per i gialli, mi dirigeva verso alcuni scatoloni tutti impolverati (avevano appena finito di ristrutturare).
"Tutti quei libri non ci interessano più, non sappiamo dove metterli. Se trovi qualcosa che ti interessa..."
Mi avvicino come una bambina ad una barretta di cioccolato incautamente dimenticata dalla mamma in bella mostra sul tavolo di cucina. Trovo alcuni gialli mondadori (che hanno il loro perché) e ne scelgo alcuni, poi vedo un sacchetto di carta gigante pieno di libri in lingua originale del Re, Steven King!!!
Chiedo "Ma anche questi non ti interessano?"
"No, figurati, portali a casa anche tutti"
La donna più felice del mondo, neanche un solitario nel bichiere dello champagne avrebbe sortito lo stesso effetto :-D

Grande lettrice di King parecchi anni fa (ai tempi di It e Precious Things), l'avevo abbandonato. Quale occasione migliore per rimettermi in pari?

Quindi ho cominciato la full immersion con Dreamcatcher, in questo romanzo c'è un po' tutto, l'elemento autobiografico: il protagonista è vittima di uno spaventoso incidente, viene investito da una macchina mentre attraversa la strada, proprio come l'autore. E la sofferenza fa parte della genesi del libro e traspira nel racconto. Il libro è stato scritto proprio durante la lunga convalescenza.
L'elemento visionario: sogno e realtà si mischiano. Mi è capitato di pensare che se fossi "entrata" nel racconto a metà avrei pensato che erano tutti pazzi, protagonisti e scrittore, ma dall'interno tutto era perfettamente logico.
La tensione: non ti molla mai durante tutto il racconto, non c'è una singola pagina, come dire, non essenziale allo scopo.
Il finale: apparentemente lieto, ma con ombre che si addensano all'orizzonte e fantasmi, tanti fantasmi.

Per quanto riguarda la trama, preferisco sempre lasciarla scoprire ai lettori, ma comunque si può dire che è ambientato nel Maine, e parla di cinque ragazzi che formano un gruppo molto particolare, e non solo per l'affiatamento e perché si incontrano alla scuola media e rimarranno amici fino all'età adulta.
Ci sono di mezzo inoltre sogni che non sono sogni, telepatia, esseri provenienti da altri pianeti e paura, nel migliore stile King.

E con questo post partecipo come sempre al Venerdì del Libro


giovedì 18 ottobre 2012

Mini-break a Venezia

Si ripete la fuga a Venezia, per il secondo anno di seguito, per il ponte dei morti.
L'anno scorso siamo andati un po' così, tanto era la prima volta ed era tutto nuovo.
Abbiamo camminato sempre (tranne un giorno, quando siamo andati alle isole Murano, Burano e Torcello), ci siamo persi nei campi, campetti, viuzze, ponticelli. Quando arrivavamo in un posto guardavamo la guida per vedere cosa diceva. Insomma, abbiamo usato il metodo induttivo.

Questa volta, invece, la cosa si presenta come decisamente più organizzata.
Dal sito Venice Connected, ho prenotato il pass per i mezzi di trasporto per 48 ore (€30 a testa), ho anche prenotato la connessione a internet (72 ore a €15) e con un comodo PIN, che si chiama PNR, ritirerò i miei biglietti da una qualsiasi macchinetta automatica. Tempo due minuti ho ricevuto via mail lo username e la password per la connessione wifi una volta arrivata a Venezia (prima controllare quali sono le zone coperte della città).

Ora che siamo tutti belli pronti, ovviamente si accettano suggerimenti su mete papabili, ma soprattutto chiedo ai veneziani e/o frequentatori di Venezia, dove cenare ad un prezzo modico, che sennò noi ci siamo informati e ci sono ben due McDonald's, che non si può lasciare tutti i giorni 150€ solo per mangiare!

venerdì 12 ottobre 2012

Pecoranera

Questa settimana ho letto un libricino che vorrei proporre alle amiche del venerdì del libro, si tratta di "Il cibo frugale di pecora nera"

                                                            

un e-book che potete scaricare gratuitamente nel sito di Devis Bonanni, l'autore.
E' un ragazzo che vive in provincia di Udine. A vent'anni prende la decisione di cambiare stile di vita, quindi ristruttura una casetta di legno in campagna e comincia a fare il contadino.
Questo libro parla dei piatti che si prepara con i frutti del suo orto, seguendo il ritmo delle stagioni e le tradizioni della sua terra.
Diventa anche vegetariano, una scelta che gli permette di vivere più a contatto con la terra e la natura, ma, cosa apprezzabile per me, non diventa un "integralista", non lo fa per moda, ma semplicemente per vivere una vita semplice e sensata (senza comprare le zucchine in inverno e lamentarsi del prezzo della verdura, per esempio).
Dopo tre anni decide di fare un passo importante: lascia il suo lavoro da tecnico informatico e cerca di vivere solo del suo lavoro da agricoltore. Come fare? All'inizio si fa bastare i risparmi accumulati col suo lavoro da tecnico informatico, e poi comincia ad escogitare sistemi per guadagnare quel poco che gli basta.
A questo punto, lo trovate nel suo sito, è combattuto tra l'idea di trovarsi lavoretti extra o creare una piccola azienda agricola. Per il momento, in alcuni periodi dell'anno, ospita persone che hanno voglia, in cambio di vitto e alloggio, di aiutarlo a fare alcuni lavori (anche questo lo trovate sul sito).
Quindi, se avete voglia di andarlo a trovare potete contattarlo, ma intanto potete sicuramente leggere questo libro per farvi un'idea.
Buona lettura e buon we a tutte!