giovedì 24 aprile 2014

Poche idee e confuse

Dopo aver ascoltato e guardato la famosa intervista del nostro nuovo ministro - è stata dura, più di venti minuti -, posso azzardare dei timidi giudizi.

Un colpo al cerchio e uno alla botte potrebbe essere lo slogan per definire la sua linea d'azione (e questo era prevedibile e previsto, perché nessuno può permettersi di prendere decisioni che sarebbero impopolari per una fetta o per l'altra della popolazione), però alcune cose mi hanno colpito. 

Ad esempio, non ho capito - sinceramente - la boutade delle chiamate da parte dei presidi. Cioè, ascoltandola, non si capiva cosa diavolo intendesse, perché è un po' difficile sostenere che bisognerebbe dare la possibilità ai presidi di chiamare delle persone e allo stesso tempo dire che non si è detto che i presidi possono assumere... delle due l'una. Certo, non potranno assumere a tempo indeterminato, ma se chiami una persona a lavorare nella tua scuola per un anno, sempre assunzione si chiama. 
Possiamo discutere sul fatto che sia giusto, legale, opportuno o no. Sono sicura che un 40% sarebbe d'accordo, 40% no e 20% non sa o non risponde. E da qui la necessità di non parlare chiaro.

Per quanto riguarda il reclutamento, l'argomento è troppo scottante per prendere posizione alcuna, però da un ministro mi aspetto che almeno abbia chiaro il quadro della situazione.

Alla domanda sulle proteste dei vincitori del concorsone che non hanno ottenuto l'assunzione e non sono inseriti in graduatoria, una persona informata dei fatti avrebbe detto che l'ultimo concorsone non era abilitante, era una pura e semplice lotteria: se arrivavi tra i primi 10, 20, 30 o quanti avevano deciso a seconda della materia, avevi il ruolo in tasca, altrimenti era come non aver fatto niente. Io mi sono informata bene, perché ci ho provato anch'io, e sapevo benissimo che dovevo arrivare tra i primi 29...non ci sono arrivata, arrivederci e grazie, amici come prima.
Di nuovo, sull'opportunità di fare un concorsone per assumere 29 persone quando ci sono migliaia di abilitati in attesa, di ogni categoria (concorsone precedente, concorso riservato, SSIS, TFA e adesso pure PAS) e di ogni età, caliamo un opportuno silenzio.

Sul fatto che gli abilitati tramite concorsone non "scadono" ha toppato ancora una volta, perché - si sa - il penultimo concorsone, per la prima volta nella storia, è scaduto e non si utilizza più quella graduatoria per l'immissione in ruolo.

Ma lasciamo l'argomento reclutamento, perché non se ne verrà mai a capo. Nulla di nulla è stato detto, invece, sulla montagna di soldi alle scuole private e alle famiglie che decidono di iscrivere i propri figli alle scuole private.

Sul grande numero di Università sul suolo italico, il ministro ha negato, lasciando da parte le Università on-line...ma come lasciando da parte, sono proprio quelle la pietra dello scandalo!!! Anche qui, meglio tacere per non scontentare quella fetta di popolazione che sta facendo grandi affari, non sarà grande, ma è potente.

lunedì 21 aprile 2014

Update effettuato: Teacher 2.0

Dovere e diritto di ogni insegnante è aggiornarsi. Ogni anno mi scelgo degli aggiornamenti mirati, seguendo i miei interessi - no, non vuol dire che seguo un corso di cucina giapponese o di decoupage e lo considero aggiornamento -, parlo di interessi scolastici. Di solito riguardano due argomenti: l'inglese (per ovvi motivi) e la tecnologia.
L'ultimo seminario/incontro/corso trattava entrambi gli argomenti, cioè era in inglese e parlava di tecnologia, intesa come nuovi strumenti per insegnare, motivare etc. i nostri ragazzi del 2014.
Io  mi sono divertita moltissimo e ho trovato inspirazione per alcune attività da proporre in classe.
Il concetto più importante che ho colto è: non state a pensare a quello che NON avete a disposizione, ma lavorate con quello che avete, quello che passa il convento, che a volte è più di quello che pensiamo.
Sarebbe bellissimo avere una classe con i banchi non disposti in modo tradizionale (o addirittura niente banchi), collegamento wi-fi, LIM e tablet per ogni alunno; ma non prendiamo questa scusa per non provarci neanche e continuare col nostro vecchio metodo della lezione frontale.
E - da tenere in considerazione - i ragazzi del 2014 non ci stanno senza internet. Magari non hanno il computer fisso a disposizione, ma di sicuro hanno un tablet o un telefono...
Poi, una collega-amica mi ha segnalato un sito pieno zeppo di attività on-line.
Mettendo insieme le due cose, il giorno dopo - lo so, sono tremendamente impaziente quando qualcosa mi ispira la devo provare subito - vado a scuola e mi informo sulla "dotazione" dei miei alunni di terza, tenendo conto del fatto che c'è una LIM e anche un collegamento wi-fi, ma che sarebbe meglio non diffondere la password tra gli studenti.
In effetti, si può fare. Tutti hanno, male che vada, un simil-smartphone, e anche se non tutti hanno l'abbonamento per internet, ce l'hanno almeno 1 su 2 e si possono passare la linea - cosa che mi suggeriscono loro stessi: ...prof, io porto il tablet e il telefono, così mi passo la linea... prof, io posso dare la linea a qualcuno che non ce l'ha...
Perfetto! Con un piccolissimo strappo a quell'antiquato regolamento scolastico che dice che è vietato portare cellulari a scuola, chiedo a tutti di venire armati di dispositivi atti alla navigazione per la lezione successiva.
E così, tutti contenti e ricettivi, la volta dopo cominciamo l'avventura: alla LIM illustro dove devono andare, spiego il funzionamento del sito, faccio vedere gli esercizi e le attività, puntualizzo che ognuno può vedere se ha fatto bene, cosa ha sbagliato, il numero di tentativi e il tempo impiegati; si può addirittura scegliere il livello della stessa lezione così ognuno può lavorare secondo le proprie capacità.
Devo dire che per un'ora c'è stato un religioso silenzio e nessuno ha alzato la testa se non per chiedere assistenza tecnica.
La prima parte del piano va a meraviglia. Assegno un'attività per casa per concludere il lavoro e per avere il feedback sul lavoro svolto.
La lezione successiva, dove ho cercato di stabilire se era rimasto qualcosa, è stata un tantino più deludente.
Non mi è sembrato che avessero appreso granché. Ho pensato che non potevo giudicare dopo una sola volta; così ho assegnato per compito una lezione.
La volta successiva il compito in gran parte non era stato svolto, con le solite scuse. Calato anche l'entusiasmo per l'attività in classe...no, prof, io non posso perché consumo troppo e poi stasera non posso più usare internet...
Tirando le somme, rimane qualche perplessità. Non è la prima volta che tento di rendere le lezioni più accattivanti utilizzando la tecnologia, e come sempre mi rimane il dubbio che sia veramente efficace. E' facile attirare l'attenzione e farli lavorare (o forse giocare) ma quando si tratta di apprendimento o acquisizione le cose cambiamo.

mercoledì 16 aprile 2014

Gli anelli di Potere e la Terza Età

in cui questi racconti giungono alla loro conclusione

Ed eccoci all'ultimo capitolo della storia degli Elfi, e quindi anche di questo libro. Questa parte è stata scritta a posteriori, cioè dopo Il Signore degli Anelli, e ne è pertanto influenzato.
Il tema principale è infatti l'origine degli Anelli del Potere e dell'Unico.
Si comincia quindi con Sauron il Maia, sedotto da Melkor nel Principio di Arda
e se lo rese fedele, ed egli divenne il massimo e il più fido dei servi dell'Avversario, nonché il più pericoloso, potendo egli assumere molte forme e quando gli aggradasse apparir nobile e bello, sì da ingannare tutti che non fossero i più avvertiti.
Ci sono delle somiglianze tra Sauron e Melkor (o Morgoth), infatti molto simile è la strategia di usare l'inganno e le menzogne con Elfi e Uomini, per sobillargli il desiderio di ribellarsi ai Valar.

Dopo la Grande Battaglia e la caduta di Morgoth, in Sauron cresce l'orgoglio, prova odio per gli Elfi e paura per i Nùmenoreani.

Gil-galad, figlio di Fingon, con Elrond Mezzelfo, figlio di Earendil e fratello di Elros, primo Re di Nùmenor (che dimorano nel Beleriand), non danno retta a Sauron, e anzi lo allontanano e lo trattano con diffidenza. Quindi si rivolge agli Elfi che dimorano nell'Eregion, Celebrimbor, figlio di Curufin. Sauron gli porta gli stessi argomenti che Melkor portò ai Noldor quando voleva si ribellassero ai Valar
Possibile che [Gil-galad e Elrond] non desiderino vedere altre contrade ornarsi di felicità come la loro? Ma perché dunque la Terra-di-mezzo dovrebbe restare per sempre desolata e buia, laddove gli Elfi potrebbero renderla altrettanto bella di Eressea, che dico, persino di Valinor?
in modo indiretto e mostrando falsa umiltà e falso altruismo, gli dice quello che in fondo vogliono sentirsi dire. Invece di incitarli a usare la violenza gli dice di pensare al bene che potrebbero fare anche agli altri.
E le sue parole vengono recepite. A Celebrimbor, abile fabbro, viene l'idea di fabbricare Anelli di Potere. Essendo definiti in questo modo è difficile pensare che siano una cosa buona, sapendo poi che
era Sauron a guidarne le fatiche, perfettamente consapevole di ciò che quelli facevano, essendo suo desiderio di impastoiare gli Elfi e di tenerli sotto controllo.
Allo stesso tempo, in segreto, Sauron forgia un Unico Anello con cui dominare tutti gli altri, nella Montagna di Fuoco della Terra d'Ombra, e a patto che l'avesse con sé, era al corrente di tutto ciò che si faceva per mezzo degli anelli minori, e poteva vedere e governare gli stessi pensieri di coloro che li portavano su di sé.

Ma gli Elfi non sono così tonti, e si accorgono del trucco. Si sfilano immediatamente gli anelli. Sauron urla e strepita, ed esige che gli vengano consegnati tutti gli anelli.
Gli Elfi sfuggono e ne salvano tre. Narya, Anello di Fuoco, ornato di rubino; Nenya, Anello d'Acqua, ornato di diamante; Vilya, Anello d'Aria, ornato di zaffiro. I tre vennero nascosti fino a che Sauron possedette l'Anello di Dominio, e quindi rimasero immacolati, anche se assoggettati all'Unico.
Da quel momento la guerra tra Sauron e gli Elfi non finì mai più.
Celebrimbor rimase ucciso nella guerra, e Elrond Mezzelfo fonda la roccaforte di Imladris, o Rivendell.

Sauron distribuisce gli altri anelli: sette vengono dati ai Nani, nove agli Uomini. Si dice che i Nani risultarono difficili da domare per Sauron, e si servirono degli anelli solo per accumulare ricchezze.
I nove Uomini che si servirono degli anelli divennero potentissimi in vita (che diventa imperitura), ma la vita divenne per loro intollerabile, e ad uno ad uno caddero sotto il dominio dell'Unico e entrarono nel reame delle ombre. Erano i Nazgul, i Fantasmi dell'Anello.

In questo periodo Sauron riunisce tutte le creature corrotte e cerca di ottenere il regno della Terra-di-mezzo. Non riesce a sconfiggere i Nùmenoreani e, come abbiamo visto, si "allea" a loro sperando di ottenere con l'astuzia ciò che non poteva con la forza.

Dopo lo sconvolgimento della Terra-di-mezzo ad opera dei Valar, i Nùmenoreani che si sono salvati (i figli di Elendil, quelli che erano sulle navi), fondano il regno di Gondor. Minas Ithil è la residenza di Isildur e minas Anor la residenza di Anàrion. Con loro avevano molti tesori portati da Nùmenor, i più famosi sono le Sette Pietre e l'Albero Bianco.
L'Albero Bianco viene piantato davanti alla dimora di Isuldur, le sette pietre vengono così divise: tre a Elendil e due a ciascuno dei suoi figli. Le pietre non sono altro che i Palantìri.

Sauron si rimette in forze e sferra un altro attacco e distrugge l'Albero (ma Isildur ne salva un frutto). Viene costituita la Lega detta Ultima Alleanza, tra Elfi e Uomini, e Sauron viene sconfitto: Gil-galad e Elendil rimangono uccisi, ma Isildur, con il mozzicone della spada di Elendil (Narsil) taglia il dito di Sauron che portava l'Anello del Dominio.
Isildur non vuole distruggere l'Anello, vuole tenerlo come guidrigildo per la morte del padre e del fratello, si sente il legittimo proprietario perché lui ha inferto il colpo mortale al nemico, e non può tollerare che venga distrutto perché lo trova estremamente bello.

Ha inizio la Terza Era. Isildur pianta il seme dell'Albero Bianco in memoria del fratello a Gondor. E' il periodo in cui Elfi e Uomini si estraniano, dell'Anello non se ne sa più niente, gli Elfi si ritirano nelle loro roccaforti e si isolano dal mondo esterno.
Sappiamo che la lama infranta di Narsil viene conservata da Elrond e non viene riforgiata...finché non venga ritrovato l'Anello, mentre l'Anello viene perso nel fiume da Isildur mentre tenta di scappare dagli Orchi che lo inseguono.
L'Anello di Zaffiro è in mano a Elrond, e l'Anello di Diamante è in mano a Galadriel. L'Anello Rosso rimane nascosto fino alla fine e nessuno tranne Elrond, Galadriel e Cìrdan sa a chi è affidato.

E' questa un'epoca di decadenza, dove qualcosa di oscuro corrompe la foresta di Mirkwood, Bosco Atro. E proprio allora appaiono gli Istari, che gli Uomini chiamavano Maghi. Mandati dai Signori dell'Occidente per sconfiggere Sauron, gli Istari hanno l'aspetto di uomini anziani ma vigorosi. I principali sono Mithrandir e Curunìr, che gli Uomini chiamano Gandalf e Saruman. Mithrandir è amico soprattutto degli Elfi, mentre Curunìr degli Uomini, e poi c'è Radagast, amico di tutte le bestie della terra e dell'aria.

E il resto è storia, come si suol dire, cioè la Storia del Signore degli Anelli, con Saruman che viene corrotto dal potere dell'Anello, Gandalf che si rivela il più potente, e tutta la situazione salvata dai più umili, i Mezzuomini.

Vorrei mettere una musichetta per sancire la fine di questa impresa, la lettura del Silmarillion, che io paragonerei a quella di Frodo e Sam...o forse Gollum. 
Ringrazio ancora i Silmarillionaires e The Tolkien Professor per avermi accompagnato. Io mi sono divertita molto e spero di "convertire" nel mio piccolo un paio di lettori ;-)

giovedì 10 aprile 2014

Akallabeth, La Caduta di Nùmenor

Il penultimo capitolo di questo libro racconta della storia degli Uomini.
Ovviamente è molto meno dettagliata delle storie precedenti - in effetti vengono coperti 2000 anni di storia -  ci sono dei richiami a quello che abbiamo già letto quando le vicende di Elfi e Uomini si incrociano, e abbiamo anche un resoconto degli avvenimenti dopo la Guerra d'Ira. 

Ma procediamo con ordine. Gli Uomini nascono al tempo dell'Ombra di Morgoth, nascono nell'oscurità, e la temono e la venerano allo stesso tempo. Poi abbiamo la migrazione verso Ovest degli Edain. L'apice viene raggiunto con Earendil il lucente; Morgoth è sconfitto ma gli Uomini - per lo meno quelli che tornano ad est, alleati di Morgoth - tornano all'oscurità.
Si potrebbe dire che due elementi importanti nella storia degli Uomini sono la relazione con l'oscurità e il movimento verso ovest.

Dopo la Guerra d'Ira Manwe relega  Morgoth di là dal Mondo, nel Vuoto; gli Eldar - perdonati - sono invitati a fare ritorno all'Ovest e stabiliscono la loro dimora in una contrada che sta a metà tra la Terra di Mezzo e Valinor: Andor; gli Edain ricevono dei doni, la sapienza e una vita di maggior durata, vivono a Ovesturia, o Nùmenor; ai figli di Earendil (mezzelfi) viene concessa facoltà di giudizio. Elros diventa il primo re dei Dùnedain e Elrond rimane coi Primogeniti.

I Dùnedain sono dei grandi navigatori, ma non potendo andare ad Ovest per espresso divieto dei Valar, si spingono verso Est e verso la Terra di Mezzo...fino a che, indovina un po', fino a che non resistono più e cominciano a mettere in discussione il divieto, che non comprendevano.

Cominciano a dirsi l'un l'altro
Perché i Signori dell'Ovest se ne stanno lì in pace sempiterna, mentre noi dobbiamo morire e andare non sappiamo dove, lasciando le nostre case e tutto ciò che abbiamo fatto?
Perché non dovremmo andare ad Avallòne (dagli Elfi) a salutare i nostri amici?
Perché non dovremmo andare addirittura fino ad Aman e gustarvi, fosse pure per un giorno solo, la felicità delle Potenze?

Nonostante tutte le spiegazioni di Manwe, - tramite dei messaggeri - gli Uomini non sono affatto convinti, e trovano scuse e giustificazioni alle loro pretese ed aspirazioni.

Questo è un passaggio fondamentale, il punto centrale della Storia. Ilùvatar concede come premio ai Nùmenoreani di avere una vita più lunga, ma non l'immortalità, perché l'Ovest e l'immortalità non sono la loro meta finale. E' la morte il compimento di quello che cercano per tutta la vita.
E allora perché, verrebbe da chiedersi, la vita più lunga è definito un dono? E' un bene o un male?
Non c'è da sorprendersi se gli Uomini fraintendono o non capiscono cosa devono fare, ciò che è giusto ed è bene.

Mentre c'è maretta tra gli Uomini, e alcuni addirittura si estraniarono dagli Eldar e dai Valar, Sauron ricompare e punta al dominio della Terra di Mezzo. Quando Sauron dichiara apertamente le sue intenzioni il re dei Nùmenoreani, Ar-Pharazon, si prepara alla guerra. Poi comanda a Sauron di andare al suo cospetto e giurargli fedeltà. Sauron si sottomette, ma solo perché ciò coincide con i suoi piani. Nel giro di tre anni diventa uno dei più intimi consiglieri del re.
L'unico che non si lascia incantare dai suoi modi adulatori è Amandil. Ma Sauron riesce a convincere gli Uomini che la Tenebra è degna di adorazione...e il Signore della Tenebra è Melkor.
Convince Ar-Pharazon ad abbattere l'Albero Bianco - Nimloth il Bello -, anche se prima Isildur ne prende un frutto e lo pianta in segreto.
In questo periodo gli Uomini si indeboliscono, invecchiano e muoiono prima, e si ammalano. E arriva l'ora che Sauron ha tanto atteso: gli uomini sfidano il divieto dei Valar.
Amandil decide di mettersi in viaggio in segreto per andare a intercedere per gli Uomini presso i  Valar, diventando in effetti il primo Numenoreano a infrangere il divieto e andare a Valinor. Di lui non sapremo più niente, a differenza di Earendil, che abbiamo seguito "in diretta" e sappiamo esattamente cos'è successo, qui la prospettiva si ferma nella Terra di Mezzo.
Quando anche Ar-Pharazon giunge ad Aman, Ilùvatar sfoderò il proprio potere, mutando la faccia del mondo. Aman e Andor (dimora degli Elfi) vengono sradicate e portate fuori dalla portata degli uomini e Nùmenor cade nella tenebra.
Solo Elendil - figlio di Amandil - e le sue navi vengono risparmiati dalla rovina ed in seguito fondano i regni della Terra di Mezzo.
Sauron precipita nell'abisso, viene spogliato della sua forma e mai più può apparire bello agli occhi degli Uomini.