domenica 28 settembre 2014

Saga degli Orchetti - Prologo

La storia comincia a fine agosto, anche se riguarda la scuola, e anche se a fine agosto io sono ufficialmente disoccupata e in attesa/speranza di nomina.
Questa cosa non è ben chiara ai genitori, che - beati loro - non ci capiscono una mazza di come funzioni il nostro sistema di reclutamento, anche perché capirci qualcosa li porterebbe probabilmente sull'orlo della pazzia...e questo a parziale discolpa dei segni di squilibrio sempre più frequenti nella categoria insegnanti.
Ad ogni modo, dicevo, per i genitori, un insegnante che insegna ai loro figlioli da una decina d'anni è dato per scontato come un palo portante dell'edificio o un pezzo di mobilio, se volete.
Questo, nello specifico, ha comportato il fatto che il 26 agosto il mio telefono suonasse, e che all'altro capo ci fosse il papà di un orchetto. Niente di strano, viviamo in una realtà molto piccola dove tutti sanno dove tutti abitano, chi sono, di chi sono figli o mogli, etc. In più papà-orchetto è anche il presidente del consiglio d'istituto, e pertanto avevo già avuto il piacere di conoscerlo.
L'oggetto della chiamata è stato invece, almeno alle mie orecchie, abbastanza strano: papà-orchetto si chiedeva se io avessi dato i compiti delle vacanze...il 26 agosto? E perché mai questo dubbio amletico - che io ho provveduto prontamente a fugare?
Perché il figlio, Gorbag, e Lagduf (sono cugini) sostengono che la prof di inglese non ha dato compiti, ma c'è la voce che invece la prof questi compiti li abbia dati.
C'è la voce. Mi piace questa.
Spiego che la voce c'è forse perché ci sono anche i compiti. Bene allora. Dilemma chiarito.

Riflessioni mie: rimango un po' sorpresa da questa telefonata, perché da genitore non mi sarei comportata così. La figuraccia di chiedere ad un prof a fine vacanze se ci fossero o meno compiti non l'avrei mai fatta. In più, se ci fosse la voce, mio figlio sarebbe nei guai - you're in trouble kiddo! - senza alcun dubbio.

E figurarsi la mia sorpresa quando mezz'ora dopo la prima telefonata me ne arriva un'altra. Questa volta è la mamma di Gorbag. E la domanda è sempre la stessa: ci sono i compiti delle vacanze?
A questo punto la sorpresa muta in leggero giramento di cabasisi, e rispondo che non posso fare altro che ripetere le stesse cose che ho detto a suo marito (vivono assieme, non è che siano separati) mezz'ora prima. E lei, serafica, mi risponde che mi crede - grazie tante -, ma la telefonata l'ha fatta per provare a suo figlio che ci fossero i compiti. E lei, poveretta (dico io), per convincere suo figlio ha dovuto chiamare.
E poi aggiunge...comunque tutti tutti dicono che lei non ha dato i compiti, anche le femmine.

Come mai non sono sorpresa che questa questione sia venuta fuori proprio nella classe degli orchetti?

to be continued

4 commenti:

  1. Da noi, preside Barbie forever, si è creato un virtuoso doppio vincolo: i compiti delle vacanze assegnati vanno mandati entro una certa data tassativa (fine giugno) al sito della scuola. Agli alunni viene detto prima della fine come trovarli lì. Al nuovo anno, banalmente, se gli alunni non hanno fatto i compiti e i compiti erano correttamente sul sito, è colpa loro, se invece i compiti non sono stati mandati al sito come richiesto, la colpa è dei docenti. Semplice, pulito, responsabile, efficace.

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  2. @povna: "un preside Barbie forever" anche per me, grazie!!!
    :-)

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  3. Storia affascinante, che mi riporta indietro ai bei tempi di Hogsmeade, quando i genitori al ricevimento mi chiedevano angelici "Ma è vero che lei da due mesi non dà compiti di storia?" "Ehm, no, ho giusto qui il registro di classe se vuole controllare..." "Nono, mi fido. Certo, anche a me sembrava un po' strano..." "OK, l'importante è chiarirsi. Come le stavo spiegando, sua figlia in questo periodo non studia molto, e non soltanto storia..."

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  4. @murasaki: "I genitori...ti regalano una vita meravigliosa" (cit. adattata da L'era glaciale)

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