Premetto che non sono sicura di chiamare gli esami col loro nome giusto, perchè fa così figo cambiare i nomi, le definizioni, le intestazoni che alla fine non solo il cittadino/utente medio non si raccapezza più, ma persino chi lavora nella scuola ha problemi.
L'asilo è diventato Scuola materna e poi Scuola dell'Infanzia.
Il Provveditorato agli Studi è diventato CSA e poi Ambito Territoriale...
quindi io li chiamo esami di terza media. As simple as that.
Ecco che ci siamo, arrivano gli esami di terza media. Noi docenti abbiamo fatto un bel CD (Collegio Docenti) per parlare di esami, prove scritte, colloquio orale, VOTO DI AMMISSIONE.
Eh già, perchè dato per scontato (dal Dirigente, ma non solo dal mio) che chi viene ammesso DEVE essere promosso, ci siamo trovati a discutere sul voto di ammissione, che badate bene, vale solo un settimo del voto finale, perchè concorrono:
voto di ammissione
voto dello scritto di italiano
voto dello scritto di francese
voto dello scritto di inglese
voto dello scritto di matematica
voto delle prove invalsi (italiano e matematica)
voto del colloquio
detto voto di ammissione deve essere una media aritmetica dei voti del triennio, e il voto finale deve essere una media aritmetica dei già citati sette voti.
Ora, a me saltano subito all'occhio almeno due problemi seguendo questa logica:
primo problema - è chiaro che anche gli studenti più meritevoli non potranno mai avere un voto di ammissione pari a 10, perchè difficilmente per tre anni lo studente meritevole in questione ha 10 in tutte le materie in pagella. Quindi difficlimente potrà uscire con 10.
Il rovescio della medaglia è che gli studenti categoria "capre" avranno invece un voto di ammissione "gonfiato", in quanto si sa, religione non scende mai sotto l'otto, così come ginnastica, artistica e musica.
Ma teniamo a mente che comunque vale un settimo, quindi vengono penalizzati davvero solo i bravi.
secondo problema - se lo studente "capra", quello che per tre anni è andato avanti a calci nel culo, non studiando mai la storia, la geografia, le scienze, la grammatica, le lingue straniere, decide di fare una secchiata di una settimana pre-esame e prende sette/otto in tutte le prove scritte e fa un colloquio brillante, perchè lui non è scemo, è solo che non ci sta dentro... esce con sette/otto dalla scuola media.
D'altra parte, se lo studente serio e preparato la settimana dell'esame va in crisi, non dorme bene perchè preoccupato per l'esame, fa un colloquio da schifo perchè è emotivo... esce con sei/sette dalla scuola media.
Lo so che avevo detto due, ma fatemene aggiungere un altro:
terzo problema - lo studente "capra" della seconda tipologia, quello che proprio non ce la fa, che viene ammesso magati con sette o otto, fa tutte le prove scritte da schifo e all'orale dimostra la sua completa e totale ignoranza/inconsapevolezza di sè stesso nello spazio e nel tempo.... come si fa (cari dirigenti) a pronuoverlo?
Vi ricordo che avete detto che bisogna fare la media aritmetica.
Vi ricordo altresì che NON si può bocciare.
Bisogna fare il miracolo.
Morale:
essere studenti meritevoli non paga
essere intelligenti ma completamente menefreghisti è la soluzione migliore (e qui torna il tema della quintessenza dell'essere italiani)
essere tonti non è esattamente er mejo, ma sempre meglio che bravi e diligenti
se avessi voluto fare i miracoli di mestiere avrei studiato per diventare messia
Se ti può consolare, questo: "detto voto di ammissione deve essere una media aritmetica dei voti del triennio " non è scritto da nessunissima parte (le famosi circolari esplicative di Gelmini che non spiegano una bella merda (scusa scusa)).
RispondiEliminaCosì che in una scuola del Piemonte il voto di ammissione-idoneità è la media artitmetica di tutti i voti del triennio; in un'altra della Lombardia è la media artimetica dei voti dell'ultimo anno; in un'altra ancora dell'Emilia è la media artimetica dei voti dell'ultimo quadrimestre dell'ultimo anno, e via così.
Nella nostra scuola il voto di ammissione Non è la media artimetica di nulla, ma ci siamo fatti una griglia dove a un certo voto corrisponde un certo giudizio che corrisponde a un certo profilo dove mettiamo: rendimento, impegno, interesse, partecipazione, comportamento e via così.
In tal modo, riusciamo abbastanza ad arginare le capre, benché, ammettiamolo, la questione di chi si merita 10 e non ce la fa a prenderlo (magari perché alla fine ha una media di 9,49) rimane questione aperta...
Brutta situazione... però scusa, chi vi impedisce di bocciare?
RispondiEliminaComunque scusa, un paio di cose: il professore che ha seguito lo studente durante l'anno sa bene com'è andato quindi, sia in caso di studente modello preso dal panico, che di studente intelligente ma nullafacente, i voti dovrebbero tenereconto non solo della prova ma anche dell'andamento precedenti. E se questo non è possibile in prove oggettive come le scritte, è invece fattibile all'orale, no?
In secondo luogo, mi duole dirlo ma purtroppo, quegli studenti intelligenti ma svogliati non sono sempre frutto della mentalità italiana. Talvolta fioriscono durante l'università dove invece i secchioni impareranno tutto a memoria. Crescendo è l'interesse che conta ed essere selettivi ed applicarsi solo quadno seriamente coinvolti spesso è molto meglio. Poi certo, non si può generalizzare, però...