venerdì 27 settembre 2013

Il Ciclo di Bartimeus

Tra le letture estive scelgo oggi una trilogia scritta da Jonathan Stroud. Veramente c'è anche un quarto volume, ma non l'ho letto e poi cambia l'epoca e alcuni protagonisti, quindi lo metterei da parte per ora.
Questi sono i tre volumi

L'Amuleto di Samarcanda
L'Occhio del Golem
La Porta di Tolomeo

Prima di leggerli, mi erano stati raccomandati da mio marito che li definiva "bellissimi, meglio di Harry Potter". Affermazione forte, ma mi ha incuriosito.
Dopo averli letti, posso dire con cognizione di causa che non sono meglio di Harry Potter, e spiego perché:
l'ambientazione è simile, siamo a Londra ai giorni nostri, i protagonisti sono sempre dei maghi, ma mentre i maghi della Rowling sono personaggi in generale positivi, e i cattivi ci sono anche lì, ma sono "dei maghi che sbagliano", in Stroud i maghi sono personaggi negativi di per sé. Descritti come personaggi assetati di potere ma privi di talenti, perché senza l'aiuto degli spiriti che loro schiavizzano non sarebbero di grado di fare niente, in più persecutori nei confronti dei non maghi (chiamati comuni).
E' vero che ci si può identificare con i comuni della Resistenza, che cercano di opporsi allo strapotere e all'oppressione dei maghi, ma in questo modo manca tutta la parte che con Harry Potter faceva volare la fantasia del lettore (chi non ha mai provato a fare l'incantesimo "accio-qualcosa" quando non trova l'oggetto o non ha voglia di alzarsi?).
Stroud inserisce personaggi reali nei suoi romanzi, e i più importanti, autorevoli e potenti personaggi storici del passato sono/erano maghi. I maghi controllano il Governo, sono i Ministri e i Premier, e a spese dei poveri comuni accumulano potere e ricchezza, trattandoli come legna da ardere. Non è mai successo che un comune sia riuscito a vincere una causa contro un mago, nonostante abbia ragione da vendere e ci siano prove inconfutabili.
Si potrebbe vedere una metafora del mondo moderno in tutto ciò, le ingiustizie, il popolo bue...ma personalmente quando leggo ho bisogno di sognare, altrimenti leggerei solo cronache e guarderei la Gabanelli tutti i giorni.
Una critica che ho sentito spesso fare alla Rowling, che però io non condivido, è che dopo la prima puntata, la storia si ripete troppo uguale, perché tutti gli anni Harry va a scuola. Beh, a parte il fatto che è la realtà, non è forse così per tutti fino a che non finisci il ciclo di studi? E poi Hogwarts è una scuola molto sui generis, direi.
Stroud invece costruisce i suoi tre capitoli ogni volta su un oggetto magico diverso: un amuleto, un golem e una porta verso un'altra dimensione.
Il punto di vista è quello di uno spirito, non del mago o della comune protagonisti della storia, e sebbene voglia  essere un personaggio acuto e brillante, la narrazione è troppo spesso spezzata dalle note, che sono parte integrante del testo perché sono degli aside a beneficio di noi lettori che non ci intendiamo di cose e creature magiche.
Nel mondo della Rowling entriamo invece in modo molto più naturale, senza bisogno di spiegazioni aggiuntive perché basta seguire le vicende e i dialoghi.

Tutto sommato potrebbe essere uno sconsiglio per le amiche del venerdì del libro, ma in realtà non lo è. Queste sono solo le mie impressioni, ma ad altri è piaciuto molto. Se qualcuno l'ha letto attendo le sue opinioni.

7 commenti:

  1. Non è il mio genere, non mi attirano, ma prima o poi mi ci affaccerò... ciao

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  2. Non conosco perché non è proprio il mio genere, ho però in casa un appassionato di Harry Potter.

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  3. Nonostante sia una 'potteriana' di ferro (ho anche scritto due o tre saggi, sulla Rowling, un paio in inglese), non è il mio genere. Harry Potter è scritto molto bene, e poi è una school-story, di base. Questo è molto più fantasy e dunque non troppo la mia cup of tea.

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  4. Io amo il fantasy ma questa trilogia non mi attira molto, non per un motivo in particolare.
    Tu non ne sei entusiasta, poi...quindi mi sa che per ora la lascio stare, poi un domani chi lo sa, potrebbe venirmi voglia di leggerla.

    PS: non ho dimenticato il tuo premio....ne scriverò prestissimo!!!

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  5. In effetti, come dite voi, questo tipo di fantasy non è neanche il mio genere, credo che sia Harry Potter l'eccezione.

    @maris: ok. Attendo tue nuove!!!

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  6. In assoluto e completo disaccordo. Non saprei dire se mi è piaciuto più o meno o altrettanto di Harry Potter (non mi ci sono mai trovata bene, con questo tipo di classifiche), però mi è piaciuto molto. Sì, è una storia di oppressione e di oppressi - che come tutti i temi fantasy è vecchio è molto usato, anche al di fuori della letteratura fantasy - di rivolte e di imbrogli, e c'è dentro molta rabbia perché il narratore odia i maghi (QUASI TUTTI i maghi, però. Il ricordo che ha di Tolomeo è struggente anche se ci vuole un po' perché il lettore se ne accorga), il protagonista, che è un mago, odia pure lui tutti i maghi e la protagonista pure. Non è consolatorio, oppure lo è ma a modo suo. Ha dei tocchi di realismo che lasciano un senso di amaro. Ma è una bella storia e adesso che è uscita in edizione economica penso che me la regalerò per Natale, così la rileggo. E il narratore è un gran bel personaggio.

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  7. @murasaki: grazie della tua testimonianza. Era proprio quello che volevo, l'opinione di qualcuno a cui è piaciuto e il perché. È per questo che non me la sono sentita di dire che era uno sconsiglio, ma solo che a me non aveva entusiasmato.

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