venerdì 27 dicembre 2013

Il Signore degli Anelli - Il Ritorno del Re

Il viaggio cominciato con le lettrici del Venerdì del libro tre settimane fa, e per me quattro mesi fa (pant, pant, pant) con il professor Olsen, è finalmente giunto al termine, assieme alla terza era della Terra di Mezzo.
Questo venerdì parlo del Ritorno del Re, ultimo volume della trilogia del Signore degli Anelli.

Il Ritorno del Re va dalla folle cavalcata di Pipino e Gandalf su Ombromanto verso la città di Minas Tirith governata da Denethor (dopo che l'irrequieto Pipino ne ha combinata un'altra delle sue...una sbirciatina al Palantìr), ai molteplici dénouement della storia, perché come vedremo il finale non è uno solo. Dopo la distruzione dell'anello ci sono ancora un centinaio di pagine (senza contare le appendici).

In questa parte della storia abbiamo un cambiamento di tono e di stile, si potrebbe dire che il tono diventa epico. Il linguaggio dei personaggi è più formale
That is the road I shall take (Aragorn)
The hour is here at last (Aragorn) 
la malinconia pervade il racconto, le immagini sono più gravi, l'albero bianco è piangente.
Pipino è spesso chiamato Peregrino. Gandalf non è più lo stregone che fa i fuochi d'artificio nella contea, ora è uno stregone di livello superiore, più potente. E Aragorn ricorda a Gimli che lui è una figura leggendaria, che ha il titolo ed è il legittimo erede di Isildur.

Mentre Aragorn si prende le sue responsabilità e Denethor si dispera, Sam diventa l'eroe della situazione.
Sam il fedele, Sam il giusto, diventa protagonista e si prende il fardello dell'anello. Non sono molti coloro che riescono a resistere al potere dell'anello come fa Sam. Tom Bombadil è uno, e l'altro è 
Faramir, che ha il vantaggio tuttavia di non averlo addosso.
La forza di Sam sta in due fattori: l'amore per il suo padrone e l'umiltà. Sam dice che il suo viaggio è arrivato al termine, potrebbe anche essere la fine per lui, ma "oltre il monte, il sole si è alzato e le stelle brillano in cielo". Quello che fa l'anello alle persone è farle orientare verso se stesse, e in questo modo diminuire l'importanza e la rilevanza degli altri. Pensi di essere invincibile e importante. Le qualità di Sam lo rendono "immune". Secondo lui il male non può vincere, non c'è niente che può sconfiggere il sole e le stelle. Resistere all'anello è una tipica espressione di buon senso hobbit.
Sam ha finalmente l'occasione di uccidere Gollum, ma non lo fa, adesso che ha portato l'anello, anche se per poche ore, capisce meglio Gollum e anche lui ne ha pietà.

La distruzione dell'anello non è, quindi, la fine e la risoluzione della storia. 
C'è l'incoronazione di Aragorn, e c'è Eowyn che soffre e che guarisce.

Eowyn è una sorta di proto-femminista, vuole combattere, non stare a casa a fare la calza e aspettare l'uomo che ritorna. Aragorn le ricorda che deve stare a casa non perché è una donna, ma perché anche lei fa parte di un sistema, di un ordine, ed ha un ruolo da rispettare. Tutti obbediscono, anche i più grandi, e quindi anche lei. Il ruolo di Eowyn è di guaritrice, non di colei che uccide in battaglia.

Ci sono una serie di saluti, di separazioni da cose che sono finite. Questo mondo che abbiamo conosciuto è finito per il lettore oltre che per i protagonisti, e quindi il lettore viene portato in un tour ideale di tutti i luoghi visitati, e alla fine torna al punto di partenza, alla Contea. L'ultima frase del libro è di Sam che dice "Sono tornato".
Ma questo non è un lieto fine totale, non è un viaggio come quello di Bilbo che comprende un ritorno a come era prima. Qui niente può essere come prima "ci sono ferite che non guariscono mai", e 
Frodo non può far parte di questo lieto fine.

Un altro aspetto dei finali di Tolkien riguarda la sua tecnica di "risoluzione dei problemi". A volte Tolkien viene accusato di utilizzare la tecnica del deus ex machina per fornire una soluzione ad una situazione difficile. E questo è considerato in modo negativo dai critici. Ma si tratta veramente di deus ex machina? Di solito questa tecnica è usata alla fine della storia e prevede l'intervento di una divinità, di un personaggio che non fa parte della storia. E' un intervento del tutto imprevedibile. Tolkien definisce i suoi piccoli miracoli come eucatastrofi, cioè una grazia miracolosa, un inaspettato rivolgimento di situazioni. Questo sono le aquile o il ritorno di Gandalf dopo aver combattuto contro il Balrog.

l'Allegoria è un altro tema affrontato da Tolkien a commento del suo romanzo, infatti egli rifiutava di vedere la storia come un'allegoria della Seconda Guerra Mondiale. Se fosse un'allegoria, ogni singolo elemento della storia del Signore degli Anelli dovrebbe combaciare con un elemento della storia vera, e non è così. Potremmo vedere Sauron come Hitler e l'anello come la bomba atomica (forse), la Contea rappresenterebbe l'Inghilterra, ma ci sono molte altre cose che non trovano corrispondenza. Quindi potremmo dire che la storia è applicabile alla realtà, ma non è un'allegoria.

Ho detto che il nostro viaggio è giunto al termine? Mentivo, la settimana prossima dirò qualche parola sulle appendici :-)
A bientot!

4 commenti:

  1. Visto il legame con l'epica, direi che un lato concetto di deus-ex-machina (che ogni tanto i cicli usano) ci sta. Del resto, come è noto, questa è la parte della storia nella quale più si vedono i legami con l'Odissea.
    Ben arrivata a fine impresa, cara!

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  2. Deus ex machina o eucatastrofe? Questa è la domanda...ma poi, sono così diversi?
    Sono d'accordo con te.

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  3. Ho sempre adorato quel bel finale lungo lungo che sfuma nelle Appendici e ci rende conto di (quasi) tutto. Aiuta un po' a staccarsi.
    Però con questa storia dell'allegoria la gente secondo me ha fatto un po' di confusione: la guerra, o meglio il periodo storico nel suo insieme, ha senz'altro influenzato il libro ma il tema è molto, molto più antico e capisco benissimo l'esasperazione del Professore quando ripeteva per la 72a volta che no, Mordor era ad est ma era un caso, non c'erano riferimenti al comunismo.
    Che poi se allegorizzi tutto gli USA dovrebbero essere Gondor, e a parte tutto non mi sembra affatto carino paragonare Roosvelt o Eisenhower a Denethor...
    Aspetto la parte sulle Appendici con molta curiosità. Ci farò anch'io un paio di post... l'anno prossimo.
    Intanto auguri!

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  4. Recensione molto interessante e per nulla banale.

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