venerdì 24 gennaio 2014

Ainulindale - La Musica degli Ainur

L' Ainulìndale (con l'accento sulla i), è il racconto del principio.
Ancora prima della creazione del mondo, della Terra (chiamata Arda), c'era Ilùvatar - detto anche Eru - e c'erano gli Ainur, degli spiriti potentissimi.
Sotto la direzione di Ilùvatar, come un Maestro d'orchestra, gli Ainur compongono la loro canzone.
Nel primo tema gli Ainur non si sovrapponevano, ognuno cantava una parte; ma nel secondo tema Ilùvatar chiede che essi cantino in armonia:
Allora la voce degli Ainur...prese a plasmare il tema di Ilùvatar in una grande musica; e si levò un suono di melodie infinitamente avvicendantisi, conteste in armonia, che trascendevano l'udibile in profondità e altezza, e i luoghi della dimora di Ilùvatar ne erano riempiti a traboccarne, e la musica e l'eco della musica si spandevano nel Vuoto, ed esso non era vacuo

Assieme a tutte queste belle cose, però, arriva una voce discordante, la voce di Melkor, tra gli Ainur molto potente e dotato di immensi doni, che pensa di innalzarsi ulteriormente, cantando in questo modo la potenza di Ilùvatar stesso. Crea però il caos, l'armonia è rotta e la musica si ferma.
Ilùvatar sorride, perché sa che Melkor si ribellerà, perché lui sa e vede tutto.
Tutti gli Ainur sono liberi di esprimersi attraverso la loro musica, di contribuire o meno alla musica (libero arbitrio?), ma Ilùvatar ha il controllo (predestinazione?). A quanto pare la diatriba è tale solo se si intendono le due cose come una l'opposto dell'altro, come noi tendiamo a fare. Noi pensiamo così perché vediamo tutto in relazione al tempo, in maniera cronologica, quindi pensiamo che Dio (Ilùvatar) veda il futuro e sappia e preveda quello che succederà. Ma Ilùvatar/Dio è al di fuori del tempo. Non c'è previsione, c'è visione, comprensione di tutto e conoscenza.

Ha inizio il tempo, e i Valar (che sono sempre degli Ainur) hanno il compito di fare il mondo per preparare la dimora dei figli di Ilùvatar: gli Elfi e gli Uomini. I Valar sono sette, tra di essi Manwe (vento), Aule (sostanze) e Ulmo (acque) fanno la maggior parte dell'opera.
Comincia la discordia tra i Valar e Melkor, e tutto quello che i primi creano, Melkor lo distrugge.
E pure la loro fatica non era tutta invano; e sebbene mai, in nessuna opera, fossero la loro volontà e il loro proposito realizzato appieno, e tutte le cose fossero, per forma e per colore, diverse dall'intendimento primo dei Valar, lentamente la Terra ciononostante venne plasmata e resa ferma. E così la dimora dei Figli di Ilùvatar fu finalmente eretta nelle Profondità del Tempo e fra le stelle innumerevoli.




2 commenti:

  1. Penso proprio che sia arrivato io momento di una bella rilettura, per me. A bocconcini, però.
    La creazione (il Valaquenta, mi pare si chiami) è proprio bella, e con tanti aspetti interessanti. Per esempio l'idea di creare l'universo attraverso una musica. Iluvatar non è invadente come il creatore biblico: certo, gli Ainur vengono da lui, ma la musica che creeranno lui non la conosce. E le discordanze di Melkor, che ci sono sin dall'inizio, danno all'universo un tocco di imprevisto...

    RispondiElimina
  2. @murasaki: infatti è grazie a Melkor che scopriamo che bellezza e dolore possono coesistere. E Nienna, che conosce il dolore, è anche portatrice di speranza e guaritrice.

    RispondiElimina