domenica 23 marzo 2014

La Rovina del Doriath

Siamo arrivati ad un punto in cui, se non ci siamo fatti scoraggiare dalla grande quantità di nomi, sia di persone che di luoghi, potremmo provare un certo scoramento per l'estrema tristezza degli avvenimenti della Terra di Mezzo.
Difficile immaginare una storia più triste di quella di Tùrin Turambar che abbiamo appena finito di leggere, e tuttavia anche La Rovina del Doriath - come è facile intuire - narra di vicende alquanto catastrofiche.

All'inizio si parla ancora di Hùrin, che dopo aver visto con gli occhi di Morgoth - che tutto vedono e che tutto distorcono, perché la bugia era mischiata con la verità - la distruzione della sua discendenza nelle più tragiche delle circostanze, viene lasciato libero da Morgoth.
Quello che potrebbe sembrare un atto di pietà, in realtà non lo è affatto, perché Morgoth libera Hùrin con il preciso intento di danneggiare Thingol e Melian che odiava e temeva insieme.

Dopo 28 anni di prigionia, quindi, Hùrin vaga nella terra di mezzo, con capelli e barba lunghi e bianchi, e appoggiato ad un bastone nero. Nessuno osa fermarlo perché tutti lo temono, e pensano che sia un servo di Morgoth, nessuno quindi lo aiuta o lo ospita.
Fallisce anche il tentativo di recarsi a Gondolin, perché non trova la via d'accesso e le aquile non vengono in suo soccorso, non perché non lo vedano, ma perché Turgon è pieno di dubbi, e quando finalmente decide di farlo entrare, Hùrin se ne è già andato, non prima di aver involontariamente svelato a Morgoth la posizione di Gondolin.

Così si reca nel luogo dove Glaurung è stato ucciso, e sulla pietra tombale di Tùrin e Nienor, incontra Morwen.
L'incontro con Morwen, che era semplicemente sparita senza lasciare traccia e nessuno l'aveva più vista, avviene in modo del tutto naturale. Non c'è sorpresa, anzi, lei gli dice semplicemente che è da molto che lo aspetta.
Morwen chiede a Hùrin come ha fatto Nienor a trovare Tùrin, ma la domanda non ottiene risposta. Questo è un atto di pietà nei confronti di Morwen, evidentemente Hùrin vuole risparmiarle un grande dolore, anche più grande del fatto che i suoi figli sono morti.
Infine Morwen muore, e Hùrin dice che non è stata vinta. Questo perché lei non è stata sconfitta da Morgoth, la sua morte è più onorevole di quella dei suoi figli. Lei non è impazzita e non si è suicidata.

Hùrin si reca poi nel Nargothrond, dove trova Mim il Nano che si è impossessato delle aule in rovina e del tesoro. Non dimentichiamo che Mim è convinto di essere il legittimo proprietario di Nargothrond. Ma Hùrin non è disposto a sentire le sue ragioni, e lo accusa invece di aver tradito Tùrin - quando ha rivelato a Morgoth dove si trovava - e lo uccide seduta stante. Hùrin prende con sé solo una cosa... e poi si reca nel Doriath.

Arrivato al cospetto di Re Thingol, Hùrin gli getta ai piedi la Nauglamir, la collana dei Nani fatta per Finrod Felagund, e con parole di rabbia lo ringrazia per aver protetto così bene i suoi famigliari.
Allora Melian spiega a Hùrin come sono andate veramente le cose, e che vedere attraverso gli occhi di Morgoth gli ha fatto travisare la realtà.
La disperazione di Hùrin è a questo punto insostenibile, e dopo aver lasciato la collana a Thingol, questa volta come dono, se ne va e si dice si sia anche lui suicidato.

E così finisce la storia di Hùrin e della sua sfortunata stirpe, a questo punto la storia ritorna focalizzata sugli elfi.

Thingol pensa di far incastonare il Silmaril nella collana, in modo da poterla sempre indossare. Va quindi dai Nani a farsi fare il lavoro, ma una volta completato scoppia una lite, e Thingol viene ucciso. I Nani tentano di fuggire con la collana, ma vengono presi e il tesoro consegnato a Melian.

Melian, dopo essere rimasta a lungo a vegliare Thingol, consegna il Silmaril a Mablung, incaricandolo di portarlo a Lùthien. Dopodiché sparisce dalla Terra di Mezzo per passare nella contrada dei Valar, nei giardini di Lòrien. La cintura di Melian scompare e il Doriath non è più protetto dagli incantesimi.
Gli Elfi si trovano a combattere contro i Nani, in molti vengono uccisi, e i Nani si impadroniscono del Silmaril. Ma Beren e suo figlio Dior vanno in battaglia e recuperano la collana dal signore di Nogrod, che morendo lancia una maledizione su tutti i suoi tesori. In questa battaglia gli Elfi vengono aiutati dai Pastori degli Alberi i quali spinsero i Nani nei boschi tenebrosi degli Ered Lindon: donde, così si dice, non uno sortì per ascendere agli alti passi che conducevano alle loro dimore.

Per un breve periodo Lùthien è la padrona della collana e Dior se ne va con sua moglie Nimloth e i figli Elured, Elurìn e Elwing a Menegroth. Alla morte di Lùthien la collana passa a Dior, che la indossa.

Saputo questo, i figli di Feanor si rimettono in marcia per recuperare il Silmaril. C'è uno scontro tra Elfi, molti muoiono, tra cui Celegorm, Curufin e Caranthir, ma anche Dior e Nimloth. Elured ed Elurìn vengono abbandonati nella foresta a morire di fame, mentre Elwing, la figlia di Dior, riesce a fuggire portando con sé il Silmaril.

Questa è sicuramente la cosa peggiore che abbiano mai fatto gli Elfi figli di Feanor, anche peggiore dell'uccisione dei Teleri, perché questa è proprio una carneficina premeditata aggravata dalla crudeltà dell'abbandono dei bambini nella foresta per farli morire di fame.



3 commenti:

  1. Avevo rimosso anche questa parte, compresa la ricomparsa di Luthien e Beren e la morte di Dior per mano di altri elfi. E sì, abbandonare i bambini nella foresta è orrendo, e anche questo l'avevo rimosso.

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  2. Difficile credere che degli Elfi si comportino così da Orchi, vero?

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  3. Ma, veramente credo che gli Orchi li avrebbero ammazzati senza tirarla molto per le lunghe. Loro sono cattivi. Certe cose le fanno solo i Buoni, i Puri e gli Illuminati...

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