giovedì 10 aprile 2014

Akallabeth, La Caduta di Nùmenor

Il penultimo capitolo di questo libro racconta della storia degli Uomini.
Ovviamente è molto meno dettagliata delle storie precedenti - in effetti vengono coperti 2000 anni di storia -  ci sono dei richiami a quello che abbiamo già letto quando le vicende di Elfi e Uomini si incrociano, e abbiamo anche un resoconto degli avvenimenti dopo la Guerra d'Ira. 

Ma procediamo con ordine. Gli Uomini nascono al tempo dell'Ombra di Morgoth, nascono nell'oscurità, e la temono e la venerano allo stesso tempo. Poi abbiamo la migrazione verso Ovest degli Edain. L'apice viene raggiunto con Earendil il lucente; Morgoth è sconfitto ma gli Uomini - per lo meno quelli che tornano ad est, alleati di Morgoth - tornano all'oscurità.
Si potrebbe dire che due elementi importanti nella storia degli Uomini sono la relazione con l'oscurità e il movimento verso ovest.

Dopo la Guerra d'Ira Manwe relega  Morgoth di là dal Mondo, nel Vuoto; gli Eldar - perdonati - sono invitati a fare ritorno all'Ovest e stabiliscono la loro dimora in una contrada che sta a metà tra la Terra di Mezzo e Valinor: Andor; gli Edain ricevono dei doni, la sapienza e una vita di maggior durata, vivono a Ovesturia, o Nùmenor; ai figli di Earendil (mezzelfi) viene concessa facoltà di giudizio. Elros diventa il primo re dei Dùnedain e Elrond rimane coi Primogeniti.

I Dùnedain sono dei grandi navigatori, ma non potendo andare ad Ovest per espresso divieto dei Valar, si spingono verso Est e verso la Terra di Mezzo...fino a che, indovina un po', fino a che non resistono più e cominciano a mettere in discussione il divieto, che non comprendevano.

Cominciano a dirsi l'un l'altro
Perché i Signori dell'Ovest se ne stanno lì in pace sempiterna, mentre noi dobbiamo morire e andare non sappiamo dove, lasciando le nostre case e tutto ciò che abbiamo fatto?
Perché non dovremmo andare ad Avallòne (dagli Elfi) a salutare i nostri amici?
Perché non dovremmo andare addirittura fino ad Aman e gustarvi, fosse pure per un giorno solo, la felicità delle Potenze?

Nonostante tutte le spiegazioni di Manwe, - tramite dei messaggeri - gli Uomini non sono affatto convinti, e trovano scuse e giustificazioni alle loro pretese ed aspirazioni.

Questo è un passaggio fondamentale, il punto centrale della Storia. Ilùvatar concede come premio ai Nùmenoreani di avere una vita più lunga, ma non l'immortalità, perché l'Ovest e l'immortalità non sono la loro meta finale. E' la morte il compimento di quello che cercano per tutta la vita.
E allora perché, verrebbe da chiedersi, la vita più lunga è definito un dono? E' un bene o un male?
Non c'è da sorprendersi se gli Uomini fraintendono o non capiscono cosa devono fare, ciò che è giusto ed è bene.

Mentre c'è maretta tra gli Uomini, e alcuni addirittura si estraniarono dagli Eldar e dai Valar, Sauron ricompare e punta al dominio della Terra di Mezzo. Quando Sauron dichiara apertamente le sue intenzioni il re dei Nùmenoreani, Ar-Pharazon, si prepara alla guerra. Poi comanda a Sauron di andare al suo cospetto e giurargli fedeltà. Sauron si sottomette, ma solo perché ciò coincide con i suoi piani. Nel giro di tre anni diventa uno dei più intimi consiglieri del re.
L'unico che non si lascia incantare dai suoi modi adulatori è Amandil. Ma Sauron riesce a convincere gli Uomini che la Tenebra è degna di adorazione...e il Signore della Tenebra è Melkor.
Convince Ar-Pharazon ad abbattere l'Albero Bianco - Nimloth il Bello -, anche se prima Isildur ne prende un frutto e lo pianta in segreto.
In questo periodo gli Uomini si indeboliscono, invecchiano e muoiono prima, e si ammalano. E arriva l'ora che Sauron ha tanto atteso: gli uomini sfidano il divieto dei Valar.
Amandil decide di mettersi in viaggio in segreto per andare a intercedere per gli Uomini presso i  Valar, diventando in effetti il primo Numenoreano a infrangere il divieto e andare a Valinor. Di lui non sapremo più niente, a differenza di Earendil, che abbiamo seguito "in diretta" e sappiamo esattamente cos'è successo, qui la prospettiva si ferma nella Terra di Mezzo.
Quando anche Ar-Pharazon giunge ad Aman, Ilùvatar sfoderò il proprio potere, mutando la faccia del mondo. Aman e Andor (dimora degli Elfi) vengono sradicate e portate fuori dalla portata degli uomini e Nùmenor cade nella tenebra.
Solo Elendil - figlio di Amandil - e le sue navi vengono risparmiati dalla rovina ed in seguito fondano i regni della Terra di Mezzo.
Sauron precipita nell'abisso, viene spogliato della sua forma e mai più può apparire bello agli occhi degli Uomini.

5 commenti:

  1. Ma... per le vacanze? Così, una variazione piccola piccola dal main stream, per i tuoi lettori?! ;-)

    RispondiElimina
  2. Abbi fede 'povna...adesso il Silmarillion è finito....

    RispondiElimina
  3. Capitolo inquietante, ricco di suggestioni (tutte queste isole che si inabissano o scompaiono, tra Atlantide e il Triangolo delle Bermuda...) epperò d'istinto viene da stare dalla parte degli uomini. Ma insomma, che razza di trattamento ci han fatto? Agli elfi viene perdonato tutto e a noi niente? E questi grandissimi e saggissimi re di Numenor che, nonostante o forse a causa del sangue elfico, fanno sciocchezze quante se ne possono fare, e non rinsaviscono nemmeno arrivando alla Terra di Mezzo (come dimostrerà Isildur nel prossimo capitolo)...
    Oh beh, in fondo il bello degli dei è che non devono spiegazioni a nessuno :)

    RispondiElimina
  4. L'omo è omo, questo se sà...mai contenti! Ma a me stanno più simpatici i numenoreani, sarà che visualizzo Aragorn ^_^

    RispondiElimina
  5. Ma infatti Aragorn è molto meglio di tutti loro (non a caso discende dal ramo femminile di Silmarien, che a un certo punto venne esautorato. Pure maschilisti, 'sti impiastri...)

    RispondiElimina