lunedì 3 marzo 2014

La Rovina del Beleriand e l'Uccisione di Fingolfin

A quattrocentocinquantacinque anni dall'arrivo di Fingolfin, e alla sesta generazione degli Uomini, Morgoth sferra un terribile attacco, la Battaglia della Fiamma Improvvisa.
Morgoth non valuta bene le forze dei suoi nemici, e in questo si può tracciare un parallelismo con Sauron ne Il Signore degli Anelli, dove viene definito un wise fool da Gandalf. Come tutti i cattivi in Tolkien, Morgoth non è un grande tattico. Come nella battaglia precedente utilizza il drago, Glaurung, anche se non è ancora pronto, qui ha un enorme potenziale ma non sembra essere in grado di sfruttarlo completamente. La sua arroganza e il suo sentirsi superiore non è totalmente sbagliata, in effetti è più forte. Il suo problema è la mancanza di immaginazione, cioè immaginare di quello che sono capaci gli Uomini e gli Elfi. Gli Elfi sono sottovalutati, e gli Uomini addirittura neanche considerati. 

Dall'altro lato gli Elfi avrebbero dovuto essere più accorti e realisti, ed aspettarsi un attacco, invece esitano, come i Valar. Rimandano perché vogliono prolungare il periodo di pace e non affrontare una guerra lunga, dura e che causerebbe molte morti.
La loro strategia sembra essere quella di nascondersi invece di combattere, e questo è proprio il consiglio che Ulmo da a Turgon e Finrod. Melian erige protezioni ancora prima dell'arrivo dei Noldor. Infatti questa strategia paga, perché questi tre regni - Gondolin, Nargathrond e il Doriath - non vengono distrutti.

Moltissime perdite tra le fila di Elfi e Uomini dunque in questa terribile battaglia, e la più grossa è quella di Fingolfin, che sfida Morgoth a duello
Allora a Fingolfin parve di antivedere la totale rovina dei Noldor e l'irrimediabile sconfitta di tutte le loro casate; e, in preda all'ira e alla disperazione, balzò sul suo grande cavallo Rochallor e partì tutto solo, che nessuno avrebbe potuto trattenerlo. Passò per  il Dor-nu-Fauglith come un vento tra la polvere, e chiunque lo vide sfrecciare fuggì sgomento, persuaso che si trattasse di Orome in persona: ché una spaventosa, folle rabbia lo aveva invaso, al punto che i suoi occhi splendevano come quelli dei Valar. E così giunse solo ai cancelli di Angband, e soffiò nel corno, e picchiò ancora e ancora alle porte di bronzo, sfidando Morgoth a uscire e ad affrontarlo a singolar tenzone. E Morgoth uscì.
Prima di venire ucciso, Morgoth viene colpito sette volte e Fingolfin riesce a tagliargli un piede con Ringil.

Moltissime perdite sia tra gli Uomini che tra gli Elfi. Finrod Felagund viene salvato da Barahir e prima di ritirarsi nella sua fortezza a Nargothrond giura di prestare aiuto e soccorso a Barahir e a quelli del suo sangue in ogni momento di bisogno, e in pegno di tale promessa diede il suo anello a Barahir.

Hurin e Huor, figli di Galdor, in una battaglia contro gli Orchi vengono salvati dall'intervento di Ulmo che fa salire la nebbia e da Thorondor, Re delle Aquile, che li scorge e li porta a Gondolin. Da qui se ne andranno come sono venuti, con il taxi Thorondor, e promettendo di tenere segreto tutto ciò che avevano visto a Gondolin.

2 commenti:

  1. I cattivi di Tolkien mancano sempre di immaginazione, probabilmente perché sono troppo accentrati su loro stessi e i loro scopi - come se il concentrarsi su certi obbiettivi ti togliesse la capacità di vedere oltre (o forse è la mancanza di immaginazione e l'incapacità di vedere oltre la propria prospettiva che li inclina verso il male?). Tutto ciò è molto profondo, oltre che molto utile per mandare avanti la trama. Quello che li spiazza sempre sono gesti non finalizzati a un profitto immediato. E questo potrebbe offrire molti interessanti agganci con la politica italiana degli ultimi 25 anni ma preferisco sorvolare perché ho appena fatto colazione.

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