lunedì 17 marzo 2014

Tùrin Turambar

Ed eccoci alla più triste, lunga, complicata storia del Silmarillion.
Credevo che la storia di Beren e Lùthien meritasse questi aggettivi...ma non avevo ancora letto questa.
Sappiamo che Tolkien ha continuato a rimaneggiare le storie del Silmarillion per circa 60 anni, facendole più corte, più lunghe, più complicate, meno complicate. E su alcune storie è intervenuto più che su altre. Questa è una delle più tormentate da questo punto di vista, e oltre a questo, è una storia che narra le vicende di un Uomo, un uomo molto speciale, certo, ma comunque dà da pensare che la storia più lunga del Silmarillion, che è sostanzialmente la storia degli Elfi, sia dedicata ad uno dei Figli Minori di Ilùvatar.

I discendenti di Hador Lòrindol che partecipano alla Nirnaeth Arnoediad sono Huor e Hùrin.
Huor viene ucciso in battaglia, e Tuor, il figlio che ha con Rìan, della Casa di Beor, viene cresciuto dagli Elfi Grigi del Mithrim, perché la madre si uccide dalla disperazione.
Hùrin invece, l'abbiamo lasciato alla fine della battaglia in ceppi accanto a Morgoth, e suo figlio Tùrin, avuto con Morwen, sempre della Casa di Beor e cugina di Rìan, viene mandato da Re Thingol perché ne abbia cura, in quanto parente di Beren.*
La storia di Tùrin è condizionata dalla maledizione di Morgoth. Hùrin ha osato farsi beffe di lui, e la vendetta di Morgoth è terribile, è una tortura psicologica, sarà costretto a vedere e a sentire con le orecchie di Morgoth, la rovina della sua discendenza. Morgoth non sopporta di essere preso in giro perché lui si è il Signore dei Destini di Arda.
Poi Morwen partorisce un'altra figlia di Hùrin: Nìenor. Ma mentre Tùrin cresce nel Doriath, la madre e la sorella rimangono nel Dor-lòmin.
Le donne all'inizio di questa storia sono vedove o comunque sole (Rìan e  Morwen). La sorella di Tùrin, si chiama Nìenor, cioè lutto. Nome che richiama alla mente Nienna, entrambe sono associate alle lacrime. Prima della Nirnaeth Arnoediad, Tùrin aveva un'altra sorella che si chiamava Lailath, cioè Riso. Lailath muore a tre anni. Le due sorelle di Tùrin, Riso e Lutto rispecchiano le due fasi della vita di Tùrin, la prima fase felice ma molto breve, e la seconda più lunga e triste.
Un giorno Tùrin, non avendo più notizie dai messaggeri, chiede a Re Thingol cotta e spada, si mette l'Elmo di Drago - il cimelio della Casa di Hador - e va a cercare la madre e la sorella che non ha mai visto. Dopo tre anni di vita di battaglie nella selva come compagno di Beleg Cùthalion, si ripresenta a Menegroth scarmigliato e con le vesti logore. Saeros, un consigliere del Re, insulta lui e le donne dello Hithlum perché ne è geloso. Tùrin è anche vittima di un'imboscata, e mentre si difende e attacca, Saeros fugge, precipita in un dirupo e muore.
Questo è il primo fatto tragico della vita di Tùrin, ma è un'uccisione del tutto involontaria. Tuttavia Tùrin scappa, credendo che Re Thingol sia in collera con lui. Tùrin si dà il nome di Neithan, l'Offeso, e anche se in realtà non è stato condannato da nessuno, decide di vivere con una banda di fuorilegge. In questo periodo compie azioni crudeli contro Elfi e Uomini.
Beleg va a cercarlo, ma si imbatte nella sua compagnia di fuorilegge che lo catturano, lo legano e lo trattano assai crudelmente. A quel punto Tùrin, preso dal rimorso per le azioni dei suoi compagni, libera Beleg e rinuncia al saccheggio contro chiunque, salvo i servi di Angband.
Beleg lo invita a tornare nel Doriath, ma Tùrin non vuole. Quindi Beleg, dopo essere tornato da Re Thingol a riferire della decisione di Tùrin, chiede in dono una valida spada per tornare dal suo amico. Thingol gli fa scegliere la spada che preferisce, eccetto la sua personale, Aranrùth. Beleg sceglie Anglachel, fatta da Eol, l'Elfo Scuro.
Ma come Thingol tese l'impugnatura della spada a Beleg, Melian ne sogguardò la lama e disse: C'è malvagità in quest'arma. In essa sta ancora il cuore tenebroso del fabbro. Essa non amerà la mano che la impugna; né starà a lungo con te.
Hey, ma questa è Melian, giusto? C'è qualcuno in sala che le dà ascolto? No, eh? Vabbè. Passiamo oltre.
Melian vuole comunque fare un dono a Beleg, e gli dona il lembas, il maggior favore che Melian potesse fare a Tùrin, ché gli Eldar mai prima avevano permeso agli Uomini di usare di quel viatico, e ben di rado lo fecero in seguito.

Nel frattempo Tùrin incappa in Mim il Nano, e dopo un altro tragico "incidente", dove uccide il figlio di Mim, Tùrin va a vivere nella dimora di Mim, la casa nascosta su Amon Rudh. E bisogna dire che Mim il Nano, personaggio molto strano per il suo odio e diffidenza verso tutte le altre popolazioni, Orchi come Elfi, prende abbastanza bene la cosa, accogliendo in casa sua colui che ha ucciso suo figlio.
A differenza dell'omicidio di Saeros, dove effettivamente Tùrin non ha alcuna colpa - in fondo Saeros gli aveva fatto un'imboscata e aveva tutte le intenzioni di ucciderlo - qui c'è l'elemento avventatezza, Tùrin scaglia una freccia nel buio contro dei nani che scappano, senza sapere chi sono e che intenzioni hanno.
Sappiamo che su Tùrin grava la maledizione di Morgoth, ma a volte viene da chiedersi se anche le scelte di Tùrin siano particolarmente sbagliate, che ci metta del suo.

Dopo aver passato un certo periodo di tempo con Mim, ed aver ascoltato le sue storie, un giorno d'inverno al tramonto, una figura incappucciata si presenta tra loro, si tratta di Beleg Cùthalion, che finalmente ritrova il suo amico Tùrin.
In questo periodo le gesta di Tùrin, che si è rimesso l'Elmo di Hador, giungono fino a Morgoth, e Tùrin si nomina Gorthol, Il Terribile Elmo.
Purtroppo Mim viene catturato dagli Orchi, che lo costringono a rivelare dove si trova Tùrin. Attaccati dagli Orchi, Beleg è ridotto in fin di vita e Tùrin catturato.
In questo caso, Tùrin avrebbe potuto mantenere un profilo un po' più basso, perché è abbastanza ovvio che scorrazzare in giro uccidendo Orchi e chiamandosi Il Terribile Elmo avrebbe attirato l'attenzione di Morgoth.
Ad ogni modo, Beleg si mette all'inseguimento degli Orchi e incontra Gwindor, l'elfo che era stato catturato alla Nirnaeth Arnoediad, che era riuscito a scappare dalla prigione di Angband. I due ritrovano gli Orchi, e trovano Tùrin impastoiato mani e piedi e legato ad un albero secco. Tùrin è addormentato, Beleg lo libera, ma mentre sta tagliando le funi che lo legavano, la spada Anglachel scivola e lo ferisce ad un piede. Tùrin, risvegliato improvvisamente, credendo che fossero ancora gli Orchi che venivano a torturarlo, riesce ad impadronirsi della spada e uccide Beleg nel buio.
Questo è uno dei momenti più tragici, e ancora una volta Tùrin non ha nessuna colpa.
Tùrin è come impazzito dal dolore e Gwindor lo guida fino alla Eithel Ivrin, una sorgente magica che lo guarisce dalla follia, poi vanno assieme nel Nargothrond.

Gwindor, che era partito giovane e forte, non viene riconosciuto a Nargothrond dal suo popolo. Solo Finduilas, figlia di Orodreth, che l'aveva amato, lo riconosce. Tùrin chiede a Gwindor di non rivelare il suo nome, e si presenta come Agarwaen figlio di Umarth, che significa L'Insanguinato, figlio di Malasorte. Anche in questo caso il nome che si dà Tùrin è piuttosto significativo, in più di un aspetto. Primo, decidere di chiamarsi l'Insanguinato - riferimento al sangue versato di Beren - anche dopo aver bevuto alla fonte del riso perenne, denota una certa caparbietà. Avrebbe potuto considerarsi purificato, ad esempio. Secondo, l'orgoglio di Tùrin gli impedisce ancora di tenere un basso profilo...se avesse voluto veramente nascondersi avrebbe potuto scegliere un nome meno rivelatore, una Silmarillionaire ha giustamente detto "e magari chiamarsi Sam figlio di John?". Sembra quasi che Tùrin voglia autocelebrarsi e sottolineare che è maledetto dal destino.
Tra gli Elfi, Tùrin si guadagna rispetto e amore, e viene chiamato Ardanedhel, cioè Elfo-Uomo, perché fisicamente è molto simile a loro: alto, bello, con i capelli scuri e gli occhi grigi. E viene chiamato anche Mormegil, cioè Spada Nera, perché possedeva la spada Anglachel che viene riforgiata per lui e chiamata Gurthang, cioè Ferro di Morte.
Finduilas, intanto, si innamora di Tùrin, e Gwindor la mette in guardia
attenta! Non si confà ai figli Maggiori di Ilùvatar contrarre matrimonio con i Minori

e le rivela la sua vera identità. Finduilas risponde: Tùrin figlio di Hùrin non mi ama. Né mi amerà. Tùrin in effetti è troppo preso da se stesso, e non si accorge neanche di lei.
Saputo chi è, Orodreth lo fa oggetto di grandi onori e lo tiene in grande considerazione.

Gli Elfi del Nargothrond affrontano la guerra e, su consiglio di Tùrin, costruiscono un enorme ponte davanti alle Porte di Felagund per far passare velocemente l'esercito.
Morwen e Nìenor intanto lasciano il Dor-lòmin per cercare Tùrin, ma non lo trovano nel Doriath. Tuttavia lì rimangono ospiti di Melian e Thingol.
Arrivano due messaggeri nel Nargothrond, Gelmir e Arminas, due Elfi che vivono con Cìrdan il carpentiere, con un messaggio da parte di Ulmo: un grande pericolo minaccia il Nargothrond. Chiudete le porte della fortezza e distruggete il ponte per impedire che il male entri. 
Tùrin non vuole a nessun costo dare retta ai loro consigli, mostrando ancora il suo orgoglio e la sua caparbietà. Così Morgoth manda il suo esercito con il drago Glaurung, e Nargothrond viene distrutta e saccheggiata.
Tùrin va a sfidare il drago, ma questi lo paralizza con lo sguardo e gli rivolge parole di scherno
Perverse sono state tutte le tue azioni, rampollo di Hùrin. Ingrato figlio adottivo, bandito, uccisore del tuo amico, ladro d'amore, usurpatore di Nargothrond, capitano imprudente, traditore del tuo sangue. Quali schiave, tua madre e tua sorella vivono nel Dor-lòmin, in miseria e angustie. Tu sei abbigliato come un principe, loro vestono di stracci. E bramano te, ma tu non te ne curi...
Una bella sfilza di improperi al nostro povero Tùrin, che sotto l'effetto ottenebrante dell'incantesimo, va a cercare la madre e la sorella - anche se aveva appena promesso ad un Gwindor morente di salvare Finduilas - nel Dor-lòmin. Ovviamente non le trova, ma scopre che si sono rifugiate nel Doriath, e reputandole al sicuro torna sui suoi passi per andare finalmente a recuperare Finduilas. Arriva stremato e scopre che è troppo tardi: Finduilas è morta. Tùrin si fa portare alla sua tomba e lì piomba ancora in una tenebra di dolore. Viene soccorso dai boscaioli, e assume il nome di Turambar, Padrone della Sorte. Questo è l'ultimo nome che si dà, ed è significativo perché anche Morgoth dice di essere il Signore dei Destini di Arda.

Morwen, saputo della sorte di Nargothrond, va alla ricerca di Tùrin, e Nìenor la segue. Incontrato Glaurung, che le aspettava sul colle Amon Ethir, Morwen è dispersa e in seguito mai più giunse notizia attendibile, mentre Nìenor ne incontra gli occhi e viene ammaliata con un incantesimo di oblio. Non solo Nìenor non ricorda tutto ciò che è avvenuto, ma non ricorda neanche il suo nome e il nome delle cose, e non riesce a muoversi di propria volontà. Viene trovata da Mablung, l'Elfo che faceva loro da scorta, e assieme cercano di tornare nel Doriath. Proprio quando stanno per arrivare vengono assaliti da una banda di Orchi. Nìenor recupera vista e udito e fugge nel bosco...resa folle dalla paura, più ratta di un daino, e correndo si stracciò le vesti fino a rimanere nuda...Mablung non la trova più, e torna da Re Thingol sconfitto, la trova però Turambar.
Non sapendo il suo nome, e lei non essendo in grado di dirglielo, la chiama Nìniel, Fanciulla in Lacrime.
Dopo tre anni Turambar e Nìniel si sposano, ma la loro felicità non dura molto, perché giunge la notizia che Glaurung è di nuovo in movimento. Turambar parte con Dorlas e Hunthor, e Nìniel lo segue.
Trovato il drago, Turambar riesce a conficcargli la spada nel ventre. Mentre tenta di recuperare la spada, il sangue velenoso di Glaurung gli brucia la mano, e proprio in quel momento Glaurung riapre gli occhi e guarda Turambar, che piombò in un buio deliquio e giacque come morto.
Così lo trova Nìniel, e con l'ultimo respiro Glaurung le si rivolge dicendole che Turambar è Tùrin, suo fratello:
Salute, Nìenor figlia di Hùrin. Ecco che ci si rivede prima della fine. Ti dò la bella notizia che hai finalmente trovato tuo fratello...
 Nìniel si getta nelle acque furiose della Cabed-en-Aras dalla disperazione
Addio, due volte amato! A Tùrin Turambar turun ambartanen: dominatore della sorte dominato dalla sorte! Felice tu che sei morto!
Ma Tùrin si risveglia, ed appresa la notizia di Nìniel che in realtà era Nienor, e della sorte di Morwen dispersa, si rivolge alla sua spada, Gurthang - che inaspettatamente gli parla - e gli chiede di ucciderlo
Tùrin piantò l'impugnatura nel terreno e si gettò sopra la punta di Gurthang, e la lama nera gli sottrasse la vita.
e così finisce la triste storia di Tùrin figlio di Hùrin.


* Beren è figlio di Barahir, che è il fratello di Bregolas, il nonno di Morwen (vedi albero genealogico)

2 commenti:

  1. Questa invece me la ricordo benissimo, e ha illustri precedenti letterari - per esempio lo sfortunatissimo Edipo,ma anche e soprattutto il Cavaliere delle Due Spade della Tavola Rotonda di Malory - una storia tristissima perché questo cavaliere sarebbe un bravissimo figliolo, ma ha un destino maledetto che lo porta ad uccidere più volte le persone che gli sono più care senza saperlo (anche se non mi sembra che si sposi una sorella). E siamo d'accordo che Turin avrebbe potuto scegliersi dei nomi un po' meno appariscenti, ma a quell'epoca e nel Silmarillion usa così... Da notate che se anche Tolkien riscrisse più volte questa tragica storia (che è stata anche pubblicata a parte dal figlio) nel Signore degli Anelli Turin non mi sembra sia mai nemmeno nominato, al contrario di Beren e Luthien e di altre storie.

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  2. Io purtroppo, avendo letto prima il Signore degli Anelli e poi il Silmarillion, mi sono persa tutti i riferimenti a quest'ultimo, non comprendendoli e non registrandoli...mi sa che devo RI-leggere per l'ennesima volta il Signore degli Anelli...è un lavoro duro, ma qualcuno deve pur farlo ^_^

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