martedì 11 giugno 2013

Esegesi del Cartellone

La tragedia si consuma tutti gli anni. Puntuale.
E' la pubblicazione dei risultati scolastici, volgarmente detti "i cartelloni".

Questa mattina alle 8.30, prima della riunione plenaria per gli esami,  davanti ai cartelloni dell'intero istituto (Granburrone, Gondor e Mordor), una coppia di genitori incazzati mi apostrofava con "che cazzo di professori siete" (scusate il francese), noncurante del fatto che la sua pargoletta frequentasse Mordor ed io fossi insegnante a Granburrone...ma va bè, ce l'aveva con la categoria (ciàpa su e porta a cà).

Ma tanto, quasi contemporaneamente, a Granburrone si ripeteva lo stesso copione. Qui non hanno potuto lamentarsi dei bocciati (ce n'è stato solo uno largamente annunciato), ma l'oggetto dello sdegno e dell'incazzatura generale sono stati i voti di ammissione all'esame di terza media. Inutile dire che lo sciagurato operato di noi insegnanti è stato eviscerato e discusso in tutti i luoghi deputati: la bottega, il bar e la piazza del paese.

Parliamone. E' vero che noi insegnanti siamo spesso logorroici e ripetiamo oltretutto molto spesso le stesse cose, anche perché la prima volta ti ascoltano in due, poi altri cinque o sei ti ripetono la stessa domanda ad intervalli di trenta/quaranta secondi, fino a che alzi il livello di voce abituale e, facendo notare che è la sesta volta che dici che - esempi random - sì, bisogna fare risposte complete, o no, non è necessario ricopiare sul quaderno anche la domanda, oppure sì bisogna coniugare al simple past i verbi prima di inserirli nelle frasi; forse, ma forse, l'informazione è arrivata al 90% dei ragazzi.

Quindi, tornando al voto di ammissione, noi si dice che trattasi di media aritmetica, e come tale arida e che non lascia spazio a manovre e a valutazioni che esulano dal puro calcolo - come invece si può fare, e si fa, nella valutazione delle singole discipline, dei tre anni di corso.

Ne consegue che può capitare, e capita, che i voti di ammissione siano a volte sorprendenti:
Gigetto, che non ha alcuna attitudine allo studio ed ha sempre tirato a campare nelle materie di studio, ma che ha dieci in ginnastica, o che ha un talento naturale per il disegno o parimenti un talento naturale per la musica, rischia di avere lo stesso voto di ammissione di Gigino, che si è sempre impegnato nello studio pur evidenziando qualche difficoltà, ma che si è sempre portato a casa il suo sei o sette meritatissimi e sudatissimi.
Gigetta, ragazza non troppo brillante ma che ha un voto di comportamento molto alto perché i pesci lessi non disturbano, può avere lo stesso voto di Gigina, che ha avuto una bella evoluzione nel corso del triennio, riuscendo in terza ad avere un'ottima pagella, perché peseranno i primi due anni così così.

Ma alla fine, hai voglia a spiegare, ponderare, valutare, passare le ore a pensare se dare sei o sette a Paolino, sette o otto a Paoletto, tenere in conto di questo, quello e quell'altro... tanto alla fine c'è sempre qualcuno che si incazza. Con buona pace di tutti i tuoi scrupoli e mal di testa.

Eppure io ci sto sempre male, non imparerò mai.

2 commenti:

  1. In effetti alla fine chi legge i cartelloni tende solo a pensare agli ultimi mesi, perdendo di vista il quadro generale degli anni e delle materie...

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  2. @mamma avvocato: sai qual è la cosa peggiore? Il confronto. Non si valuta la propria valutazione giusta o sbagliata in sé, ma piuttosto a confronto con l'altro che, secondo qualcuno, doveva prendere un voto più basso.

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