domenica 9 marzo 2014

Beren e Lùthien

La storia di Beren e Lùthien è molto lunga, complicata e densa di avvenimenti, proviamo a fare un riassunto...

Beren, unico sopravvissuto della sua compagnia ad un attacco degli Orchi, dopo aver seppellito le ossa di suo padre Barahir, pronuncia un giuramento di vendetta.
Scovati gli Orchi, uccide il capitano e recupera l'anello che Felagund aveva donato a Barahir. Dopo aver vagato per quattro anni superando innumerevoli ostacoli e tutti gli inganni che Melian aveva teso attorno al Regno di Thingol - come Melian aveva predetto - Beren entra nel Doriath.
Qui vede Lùthien nel bosco e cade preda di un incantesimo; anche Lùthien, quando lo vede, si innamora di lui. Re Thingol scopre che uno straniero è entrato nelle sue terre, Lùthien lo porta al suo cospetto e lo presenta come Beren, figlio di Barahir, Signore di Uomini, possente avversario di Morgoth, il racconto delle cui gesta è cantato persino tra gli Elfi.
Beren mette subito in chiaro che non ha alcuna intenzione di rinunciare a Lùthien, e Thingol - che non può ucciderlo per il giuramento che aveva fatto in precedenza - pensa bene di sbarazzarsene chiedendogli di compiere un'impresa disperata: recuperare un Silmaril dalla corona di Morgoth.
Melian fa notare a Thingol che la sua trovata sarà un male, che Beren fallisca o che porti a compimento l'impresa. Thingol è, come al solito, sordo ai moniti e alle premonizioni di sua moglie.
Beren, prima di andare ad Angband, va a cercare Re Finrod Felagund per chiedergli di ripagare il debito di assistenza che aveva con suo padre.
Partono quindi assieme con altri dieci compagni. Arrivati agli altopiani di Taur-nu-Fuin, Sauron li scorge, ed ha luogo la contesa tra Sauron e Felagund. Felagund ingaggia una tenzone di canti di potere, ma Sauron prevale e Beren e Felagund vengono imprigionati.
Nel momento in cui Sauron gettò Beren nella voragine, una morsa di orrore serrò il cuore di Lùthien; e, recatasi da Melian per chiederle consiglio, apprese che Beren giaceva nelle segrete di Tol-in-Gaurhoth senza speranza di salvezza.
Lùthien decide di fuggire dal Doriath per andare a salvarlo, ma Thingol scopre i suoi piani e la imprigiona in una casa di legno sull'albero più alto della foresta di Neldoreth: Hìrilorn.
Lùthien riesce a fuggire dalla casa su Hìrilorn facendosi crescere i capelli e tessendo un abito nero che conteneva un incantesimo di sonno. Con le ciocche rimaste intrecciò una corda che lasciò penzolare dalla finestra.
Le guardie piombano in un sonno profondo e Lùthien scappa avvolta nel mantello ombroso.
Casualmente Celegorm e Curufin sono a caccia col cane Huan, un cane proveniente dal Reame Beato che Orome ha donato a Celegorm. Su di esso pesa una sorte funesta: sarebbe morto scontrandosi con il più forte lupo che mai avesse scorso il mondo. Huan trova Lùthien e la porta al suo padrone. Lùthien, apprendendo che ha incontrato dei principi dei Noldor, si rivela togliendosi il mantello...e Celegorm se ne innamora immediatamente. Tuttavia Celegorm tradisce Lùthien perché vuole imprigionarla e costringere Thingol a concedergliela in sposa dopo la morte di Beren e Re Felagund, che egli considera cosa certa, e si proponevano di rimandare la riconquista dei Silmaril, con l'astuzia o con la forza, e di non permettere ad altri di farlo finché non tenessero nelle proprie mani le chiavi di tutti i regni degli Elfi.
E' Huan a togliere Lùthien dai guai, aiutandola a fuggire e dandole consigli, perché Huan ha la facoltà di parlare tre volte prima di morire.
Beren e Felagund sono ancora prigionieri, e Sauron ad uno ad uno uccide tutti i suoi prigionieri con i lupi mannari. Avendo deciso di tenere per ultimo Felagund, manda il mannaro a divorare Beren. A quel punto Felagund combatte contro il mannaro, salva Beren ma rimane ferito mortalmente. Proprio in quel momento arriva Lùthien e intona un canto che nessun muro di sasso poteva attutire, la sente Beren e la sente anche Sauron, il quale pensa di catturarla e consegnarla a Morgoth.
Sauron combatte contro Huan e contro Lùthien, ma viene sconfitto e Lùthien assunse la signoria dell'isola e di tutto quanto era in essa. Tutti i prigionieri vengono liberati e Lùthien e Beren seppelliscono il corpo di Felagund.
Beren e Lùthien, nuovamente liberi, vagano per i boschi e Huan torna dal suo padrone che nel frattempo è stato cacciato da Orodreth (fratello e successore di Felagund).
Celegorm e Curufin incontrano Beren e Lùthien e cercano di uccidere Beren. Grazie anche all'aiuto di Huan, che è fedele al suo padronema anche leale e giusto, si salvano e prendono il coltello Angrist da Celegorm.
Beren tenta di andare da solo a recuperare il Silmaril, ma Lùthien non è tipo da rimanere a casa a fare l'angelo del focolare e lo raggiunge
Beren allora si rese conto che Lùthien non poteva essere preservata dalla sorte che pesava su entrambi, e più non tentò di dissuaderla
Lùthien si presenta a Morgoth e intona un canto facendo cadere nel sonno tutta la corte, mentre Beren si intrufola sotto il suo seggio in forma di lupo. Quindi con Angrist toglie un Silmaril dalla corona di ferro. La radianza del gioiello sgorgò attraverso la sua viva carne, e la mano gli divenne quale una lampada accesa; ma il gioiello ne tollerò il contatto e non gli fece male.
Purtroppo Beren tenta di prendere anche gli altri due Silmaril, ma Angrist si spezza, un frammento della lama colpisce Morgoth sulla guancia e lo sveglia. Mentre scappano Carcharot, lo spirito divorante chiamato anche Fauci Rosse, Anfauglir e Mascelle Bramose divora la mano di Beren con il Silmaril.
Avere ingoiato il Silmaril lo rende pazzo di dolore, mentre Beren giace in fin di vita per il veleno delle sue zanne. Lùthien aspira il veleno con le poche forze che le rimangono, e in quel momento arrivano tre aquile che li portano via.
Lùthien riesce a curare Beren, da allora chiamato Erchamion, il Monco. Dopo aver vissuto nei boschi per un po', tornano da Re Thingol e raccontano tutte le loro avventure, così finalmente il Re dà il consenso al matrimonio.
Anche Carcharot, nella sua pazzia è arrivato nel Doriath. Beren, Thingol, Huan, Mablung e Beleg vanno a cacciarlo.Beren e Huan uccidono Carcharot ma vengono feriti mortalmente e poi Mablung gli apre la pancia e trova la mano di Beren ancora intatta e il Silmaril. Mablung mette il Silmaril nella mano rimasta di Beren: dal tocco del Silmaril Beren viene resuscitato
Ora sì che la Cerca è compiuta
Beren muore poco dopo e Lùthien promette di dargli l'ultimo saluto sulle sponde del Mare Esterno, dove vanno gli Uomini. Poi Lùthien va nelle aule di Mandos e intona un canto meraviglioso e triste.
Mandos è talmente commosso che convoca Beren ed essi si reincontrano al di là del Mare Occidentale. Dato che Mandos non ha il potere di trattenere gli spiriti degli Uomini, va da Manwe Signore dei Valar, a chiedere consiglio.
Lùthien ha così la facoltà di scegliere se andare a vivere tra i Valar senza Beren o tornare nella Terra di Mezzo con Beren diventando mortale. Naturalmente Lùthien sceglie la seconda alternativa, e grazie alla sua scelta le Due Stirpi si sono congiunte.

* * *

Impossibile non riconoscere alcuni elementi da favola e leggenda in questa storia: all'inizio la compagnia di Barahir che vive nei boschi da fuorilegge con i suoi dodici compagni, perseguitato da Morgoth, ricorda molto Robin Hood e i Merry Men; Lùthien che si fa crescere i capelli per scappare dalla casa sull'albero ricorda Raperonzolo. Le differenze stanno, nel primo caso, nel fatto che la compagnia braccata da Morgoth non è affatto merry, ma fa una vita piuttosto dura e alla fine vengono uccisi dagli Orchi; e nel secondo caso, Lùthien non è, come Raperonzolo, la principessa che aspetta di essere salvata dal principe, ma usa la sua treccia per scappare e va a sfidare Sauron.

Ci viene detto che questa storia è tratta dal Lai di Leithian, cioè Liberazione dal Servaggio, ci sono in effetti moltissimi imprigionamenti ed evasioni. Lùthien viene imprigionata due volte, Beren, Felagund, Gorlim (uno della compagnia degli Uomini all'inizio). Tutti vogliono essere liberati, e anche il finale, con Lùthien che sceglie la mortalità può essere interpretato come liberazione. Che l'immortalità sia considerata una condanna, una catena?

L'incontro tra Beren e Lùthien ricorda prima di tutto quello tra Melian e Thingol, e guardando avanti Arwen e Aragorn. Incantamento, amore a prima vista.


L'incontro tra Beren e Thingol è invece molto diverso: Thingol sembra avere completamente dimenticato che a lui stesso è successa la stessa cosa quando ha incontrato Melian, e che essendo lei una Maia e lui un Elfo, si potrebbe obiettare che anche lui era inferiore alla sua sposa. Quindi quando incontra Beren si rivolge a lui con disprezzo, usa la parola mortale in senso dispregiativo: Che vai cercando tu qui, infelice mortale...
Melian, che ha il dono della preveggenza, viene totalmente ignorata da Thingol. Anche se lei prova a metterlo in guardia e a suggerire un timido "te l'avevo detto" lui ribadisce che non ha alcuna intenzione di rinunciare a Lùthien.

Altro tema ricorrente è quello dei giuramenti. Tutte le azioni dei protagonisti sono dettate da giuramenti e promesse, e non sempre questi giuramenti portano a cose buone, anzi, a partire dal giuramento di Feanor che abbiamo visto tempo fa, una serie di sventure e catastrofi ne sono diretta conseguenza. In effetti nel Signore degli Anelli, Re Elrond dirà alla compagnia dei nove di non giurare...adesso sappiamo perché gli Elfi non amano i giuramenti!

In questa storia abbiamo il giuramento di Felagund di prestare assistenza a Barahir e alla sua stirpe; il Giuramento di Beren di vendicare suo padre; il giuramento di Thingol di non fare del male a Beren (fatto prima che Beren fosse effettivamente arrivato).

Abbiamo visto che ad un certo punto Beren si rende conto che Lùthien non può essere fermata, anche se solo per proteggerla, e questo si vede anche nella fuga di Lùthien dalla casa sull'albero per andare a salvare Beren. Lùthien semplicemente non può essere tenuta prigioniera, è la figlia di Melian dopotutto, e Thingol che pensa di poterla fermare e tenere sottochiave è un altro segno della sua poca comprensione. Lùthien è decisamente il personaggio femminile più forte, bello, complesso e a tutto tondo di Tolkien.

Celegorm e Curufin, i figli di Feanor, sono dei personaggi negativi e ambigui, forse anche dei codardi. Sembra non abbiano alcuna intenzione di andare a recuperare i Silmaril, tutto quello che fanno è cercare di impedire agli altri di recuperarli.

Il rapporto tra Beren e Lùthien è fatto di Amore, sacrificio e devozione, le stesse caratteristiche del rapporto tra Sam e Frodo (con le dovute differenze), anche Frodo, come Beren, si rende conto che non può fermare Sam quando decide di seguirlo e proteggerlo.

3 commenti:

  1. Al confronto tra le coppie Beren/Luthien e Frodo/Sam non avevo mai pensato, e invece funziona - anche Tolkien, come tutti gli autori, ha un gruppo di storie che continua a narrare in forme diverse cambiando ogni volta qualcosa, e un gruppo di personaggi che riadatta variamente.
    La storia di Beren e Luthien, che Tolkien raccontò in diverse forme e versioni, mantenendo intatti i temi principali, mi ha sempre irritato per la presenza di Thingol: un Padre Rompiballe, né più né meno, che fa una serie di stupidaggini che non sono nemmeno indispensabili per mandare avanti la trama. Eppure, verrebbe da pensare, un elfo di lungo corso dovrebbe essere capace di fare qualcosa di meglio che tenere la figlia - assai ampiamente maggiorenne - sotto sorveglianza, come fosse un pacchetto di azioni pregiate. Cioè, in un mondo del genere è un tipo di struttura che proprio non dovrebbe esserci, a meno di non presupporre una totale idiozia da parte del padre e un'eccessiva sottomissione da parte della moglie, che essendo quella che è dovrebbe pur essere in grado di tenergli testa e impedire che la figlia venga imprigionata o costretta a rinunciare a un matrimonio che vuole. Ecco, la sottomissione di Melian mi sembra stonata. La struttura della fiaba è troppo presente, e metterla in un mondo di elfi stona - tanto più che la trama poteva funzionare anche senza.
    La mia impressione è che qui Tolkien non sia riuscito a superare il dato autobiografico (il padre importuno che cerca di tenere lontana la figlia da un aspirante genero che non gli piace, che è stata la storia del suo matrimonio) in mezzo a una vicenda dove sono in gioco elementi molto più forti, come la scelta di Luthien di rinunciare all'immortalità. Una scelta che avrà un grande futuro, e che sul momento produrrà un figlio di cui hai scordato di dire il nome (o forse nel Silmarillion non c'è? Non ricordo) e questo nome è... Dior! Che mi ha sempre divertito moltissimo. Immagino che, quando il nome fu scelto, il celebre stilista non avesse ancora raggiunto la fama di cui ha goduto in seguito ^__^

    RispondiElimina
  2. Ma dai! Non sapevo del suocero rompiballe...dovrei leggere le lettere del vecchio Tolkien.
    In effetti lo stiloso figlio di Lùthien è nomimato all'inizio del prossimo capitolo, ma così, abbastanza en passant, te lo potresti perdere se non sapessi che da lui discende Elrond e tutti i Re di Nùmenor

    RispondiElimina
  3. Mi sembra che l'unica lettera in cui Tolkien ne parli sia la 43 (6-8 Marzo 1941), credo che una biografia ti servirebbe meglio. Probabilmente c'è qualcosa anche in rete.
    Comunque quando leggi la storia della sua Luthien personale la somiglianza salta agli occhi, soprattutto per come si comporta il padre di lei.

    RispondiElimina