domenica 13 settembre 2015

La saga più trendy

Dopo aver letto tutti e dodici i volumi del Trono di Spade posso azzardarmi a dire quello che penso.
Considerando il fatto che anni fa, in tempi non sospetti* ho avuto un primo approccio, e questo primo approccio è risultato fallimentare, partivo già un po' prevenuta. Ma non totalmente. Pensavo che meritasse un altro tentativo, tanto da aver investito buona parte dei mesi di luglio e agosto in questa impresa. 
Sono felice di esserci riuscita, ma il mio giudizio è ancora un "ni".
La scena copre diversi luoghi nello stesso arco temporale, quindi ogni capitolo è intitolato con il nome del personaggio di cui si racconta il punto di vista. La scelta è giusta, perché così si ha una visione su tutto quello che succede. Il problema è che alcuni personaggi e le loro vicende risultano estremamente noiosi. La mia impressione è che l'autore si dilunghi eccessivamente su particolari e luoghi che magari risulteranno fondamentali più avanti, ma questo "più avanti" non arriva mai. 
E qui si va al cuore del problema, secondo me. L'opera non è finita. Quindi non vengono tirate le fila e gli elementi rimangono così, un po' sospesi.
Questo è il tema più ricorrente tra le lamentele dei lettori: "Oh Martin, quando ti decidi a scrivere il finale?".
Si è parlato di mancanza di idee, di ispirazione. Ma non potrebbe essere invece un'altra la ragione? Io me la sono spiegata così: Martin ha iniziato a scrivere, e a pubblicare, una cosa che ha avuto un certo successo. Tanto da attirare anche le produzioni televisive. Ma le produzioni televisive hanno delle "regole" diverse rispetto all'opera letteraria.
Il target, il bisogno di tenere lo spettatore sulla corda, la necessità di colpi di scena.
La sensazione è che Martin sia rimasto vittima di questo meccanismo infernale e che non voglia più uscirne, perché tutto sommato piuttosto remunerativo.
Quest'ultimo aspetto si collega anche al dibattito Martin contro Tolkien divampato sul web recentemente.
Dando per assodato che Martin ammira Tolkien e si ispira anche alla sua opera, e che il suo commento sulle "mancanze" di Tolkien per quanto riguarda i governi dei regni della Terra di Mezzo non voleva assolutamente essere polemico, trovo che le sue mancanze siano tante e tali per cui poteva evitare. Anche perché, mentre Tolkien semplicemente sceglie di parlare di alcuni aspetti e tralasciarne altri che magari non considerava interessanti, Martin non arriva a tirare le somme e a dare un significato ad un tot di vicende...e sarà che non è finita, ma non bisogna dimenticare che sono 12 volumi e non si vede l'ombra di una soluzione.

* prima che l'opera fosse sulla bocca di tutti, cioè prima che ne venisse tratta una serie TV

2 commenti:

  1. Letto il tuo post con molto interesse.
    Come sai io ancora Martin non l'ho letto perché aspetto la fine, ma se continuo ad aspettare il finale rischio di non leggerlo mai e di non poter avere un opinione personale sull'argomento...

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  2. @murasaki: il dubbio è lecito! Per onestà devo anche dire che non conosco nessun altro che, come me, è rimasto deluso dalla saga. Tutti l'adorano, e parlo di gente che l'ha letta prima della nascita della serie tv. Quindi secondo me devi leggerla.

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