venerdì 20 luglio 2012

Sognando Jane Austen a Baghdad


Per questo venerdì di luglio, propongo alle amiche del venerdì del libro questo "romanzo epistolare". 




                                                   Sognando Jane Austen a Baghdad


Si tratta in realtà di uno scambio di email realmente avvenuto tra due donne: una inglese e una iraquena.
Bee Rowlatt è una mamma lavoratrice inglese, giornalista con tre figlie piccole; mentre May Witwit è una docente universitaria, sposata ma senza figli, che vive e lavora a Baghdad.
Io sono fan di Jane Austen e quindi il titolo mi ha invogliato a portarmi a  casa questo libro. In realtà di Jane Austen si parla poco, attraverso le mail si seguono le vite e la quotidianità delle due donne, ovviamente molto diverse. May si trova in un paese dilaniato dalla guerra, non è libera di muoversi senza correre rischi, deve stare attenta a cosa insegna alle sue studentesse, inoltre è sposata ad un sunnita, e questo rende la coppia a rischio in qualunque situazione.
Quello che a me ha colpito di più è l'opinione di May su Saddam Hussein. May, e il popolo iraqueno, non sono affatto contenti dell'intervento americano nel loro paese. Saddam era un dittatore, ma riusciva a tenere sotto controllo le frange estremiste che hanno provocato tanti problemi alla popolazione, quindi gli americani non sono affatto visti come i salvatori o i buoni, ma come degli invasori che, in modo molto superficiale, vogliono portare in un paese complesso e che non capiscono il loro modello di governo, facendo solo danni.
Il discorso è ovviamente complesso, potrebbe ricordare quello che dicono anche i "nostri" nostalgici, tuttavia tendo ad essere d'accordo con l'opinione non positiva della politica estera statunitense.
Ad ogni modo, nonostante le differenze, nasce una profonda amicizia tra le due donne. Ovviamente Bee cercherà di aiutare May mandandole denaro quando può e informandosi sulle pratiche occorrenti per fare uscire lei e il marito dal paese. Non è per niente facile, innumerevoli ostacoli, a livello burocratico, economico e pratico metteranno questo progetto alla prova.
Non vi dico se ce la faranno per coloro che non hanno mai sentito parlare del libro e non leggeranno riassunti e recensioni... a me piace così, scoprire da sola come va a finire!

6 commenti:

  1. GRazie per non svelarci il finale, non sai quanto mi sarei arrabbiata! Lo cercherò perché mi piace confrontarmi con culture diverse dalla nostra.

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  2. Che libro originale! Deve essere intenso, mi incuriosice.
    Sarà che poi io amo gli scambi epistolari...al di là dell'argomento specifico di cui si tratta.
    Buon fine settimana, ciao!

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  3. Sembra davvero interessante: terrò presente.

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  4. @kemate: giammai! Anche dei libri più famosi, c'è sempre qualcuno che deve ancora leggerlo.

    @maris: in effetti è solo verso la fine che viene l'idea di pubblicare le mail per farne un libro, e per uno scopo ben preciso che scoprirete leggendo ;-)

    @'povna: i racconti della quotidianità in un paese in guerra colpiscono molto

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  5. L'ho visto più volte in libreria. Le considerazioni che suscita sono piuttosto complesse e delicate, ma è interessante anche conoscere il punto di vista di chi in quella realtà ci vive calato. Magari stavolta mi decido ad acquistarlo.
    Buon week end
    Michela

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  6. Lo corteggio da un po' ed è nella WL di uno dei bookshop da cui mi rifornisco: amo JA ma soprattutto mi interesso di donne Afghane e del loro modo di pensare e vivere. Se ti interessa approfondire da me ho recensito alcuni libri sull'argomento (cerca "Afghanistan"), certo che non vedono bene l'intervento americano, ma va considerato che le ONLUS purtroppo senza presenza militare a supporto non possono lavorare (o avremmo costantemente cooperanti rapiti o uccisi). La situazione purtroppo non è semplice, e non accenna a migliorare e via le truppe molte onlus seguiranno e piccole libertà riconquistate (scuole e palestre femminili, per dirne due che raccontano di quanto sia difficile esser donne in quel mondo oggi e di come sia lontano il ritorno al periodo pre-taleban)

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