venerdì 8 marzo 2013

Il miglio verde

Questo libro nasce dalle notti insonni del Re - ho pescato un altro volume dalla borsa abbandonata in biblioteca -, ma non è il solito (se si può usare questo aggettivo per un libro di King) thriller. Questa volta King si cimenta in un genere leggermente diverso. Fermo restando l'elemento paura, si tratta di un tipo diverso di paura, questa è quella che se ci pensi non ti fa dormire la notte, non quella "oddio ho sentito un rumore, sarà il gatto che ha rovesciato un vaso o un serial killer che viene per me?"

Si tratta di "Il Miglio Verde", del quale esiste anche una versione cinematografica del 1999 che molti avranno visto. Io stessa ne vidi un pezzo anni fa, durante un'ora di supplenza in una classe dove ne stavano guardando l'ultima parte. Non sapevo fosse tratto da un libro di Stephen King, e non sapevo neanche che fosse stato pubblicato a puntate su un giornale britannico nel 1993.

Nell'introduzione l'autore spiega all'affezionato lettore - Constant Reader - la genesi di questo romanzo. Come dicevo, all'inizio era una "bedtime story", cioè una di quelle storie a cui pensa l'autore nelle notti in cui non riesce a dormire, sono tante queste notti.
Qui c'è la prima nota: noi comuni mortali abbiamo un concetto completamente diverso, abbiamo forse il libro da comodino, quello che leggiamo prima di addormentarci, poche pagine alla volta, che dura parecchio perché di solito lo leggiamo pochi minuti alla volta. King, invece, si racconta mentalmente delle storie, come se fosse al computer: tornando indietro per aggiungere parole, pensieri, cancellare frasi e costruire i dialoghi. Ogni notte ricomincia da capo e smette un po' più in là di dove aveva lasciato la notte prima. Dopo cinque o sei notti ha interi pezzi memorizzati.

L'occasione per trasformare questa bedtime story in una vera e propria story, arriva da un fax del suo agente che gli parla di una proposta ricevuta da un editore britannico di fare un romanzo da pubblicare a puntate sul modello di Charles Dickens. L'editore glielo propone sottovoce, aspettandosi una risposta negativa, e invece a King l'idea piace e comincia questa nuova avventura.

Della trama non vi voglio, come al solito, raccontare troppo. Vi basti sapere che il miglio verde si riferisce al corridoio pavimentato con linoleum verde di una prigione. Alla fine di questo corridoio c'è "Old Sparky", la sedia elettrica. 
Il racconto è in prima persona dal punto di vista di una guardia carceraria, che si decide a scrivere la sua storia quando è ormai molto anziano e si trova in una casa di riposo. Mai viene fatto esplicito riferimento o critica alla pena di morte, si raccontano solo i fatti, normali, eccezionali, strani e inspiegabili che sono avvenuti. Tuttavia penso di poter dire che i sentimenti traspaiono.

Un consiglio di lettura intenso, triste ma molto bello per le amiche del venerdì del libro, dalle quali ritorno con grande piacere questo fine settimana.

5 commenti:

  1. Caspita, mi hai fatto tornare indietro nel tempo a quando divoravo i libri di King... troppo tempo che non lo leggo! Questo libro giace nella libreria da troppo tempo... mi hai fatto venire voglia di andare a rileggerlo!

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  2. @daria: eh, già! Anch'io divoravo i suoi libri vent'anni fa e poi l'ho abbandonato. Lo ritrovo adesso con immenso piacere

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  3. ...credo che più che il libro sia molto famoso il film... io l'ho visto tanto tempo fa ma non sono riuscita ad arrivare alla fine. Il libro, però, lo leggerei volentieri. Prendo nota.

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  4. Il Re è sempre il re. Questo mi manca, per ora.

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  5. C'è stato un periodo in cui leggevo solo libri di King...poi avevo degli incubi pazzeschi e ho deciso di smettere!!! Nonostante tutto credo che King scriva dei libri bellissimi, questo è tra quelli.

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