Un caro augurio a tutti gli amici della rete.
Qui da me si fa il pranzo natalizio, e voi? Pranzo del 25 o cena del 24?
In ogni caso, Buon Natale!
martedì 25 dicembre 2012
giovedì 20 dicembre 2012
My side of the quiz
Ritorno sull'argomento dopo una pausa di qualche giorno per lasciare sedimentare una serie di emozioni, non tutte positive, e sull'inevitabile vespaio che ha provocato la prova preselettiva, per raccontare il mio percorso, personalissimo e (mi rendo conto) non da tutti condivisibile.
Ho già fatto un concorsone, ma con risultati appena passabili. Sul perché dovrei scrivere un post a parte, e poi è andata così, non posso tornare indietro e non posso cambiare le cose.
Tuttavia ho cominciato in questo modo a lavorare nella scuola, ed oggi, dopo dodici anni di servizio, mi sento un'insegnante. Ho sempre lavorato anno per anno ma non come se fossi lì per caso, di passaggio, in attesa di trovare il mio posto fisso. Ho fatto la coordinatrice, la funzione strumentale (anche se non avrei voluto), ho fatto la mia parte. E soprattutto, questo è quello che so fare e su cui ho investito tante e tante energie.
Quando si è cominciato a parlare di un nuovo concorso, per me non c'è stato bisogno di riflettere sul da farsi, andava tentato e basta. Ma tentato non rende l'idea, andava fatto. Anche Ioda direbbe con me "Non c'è provare! C'è fare o non fare".
È semplice, per me è troppo importante ed è prioritario. Quindi, se questo richiede rispondere a delle stupide domande, ok, lo,faccio.
Da quando sono uscite le famose 3500 domande, ho passato il mio tempo libero a provare i test, rinunciando anche ad alcune attività (palestra, blog, lettura), erano 20 giorni, non una vita intera!
Fin dal primo giorno le domande del test si sono rivelate fattibili, e comunque le ho fatte tutte, ho ragionato su alcune che a prima vista sembravano assurde...una era la famosa di Fiona, Pamela e Gina (la prima volta che l'ho letta mi sono chiesta che cosa avessero fumato quelli che l'avevano fatta, ma on second thought mi è apparsa in tutta la sua banalità).
Ho deciso a tavolino che non avrei risposto ad un certo tipo di domande, e infatti il signor X che davanti al giudice ha negato di aver rifiutato di aver affermato il falso (vado a memoria), ancora adesso non so se ha detto la verità o no, oppure non so ancora se prendendo un numero a caso di due cifre e facendo una serie di operazioni (moltiplicare per due, poi dividere e poi boh), alla fine ottengo un numero pari, dispari, di una, due o tre cifre.
Anyways (come dice la mia amica americana), questo non ha inciso particolarmente, anzi, avrei potuto fare a meno di rispondere anche a 10 domande.
Quindi questo fatto indebolisce un po' le teorie di quelli che si lamentano per non aver saputo di Fiona, Pamela e Gina e PER QUESTO non sono stati giudicati idonei.
In un altro blog ho commentato che a me non sembra così scandaloso che ad uno che vuole fare l'insegnante sia richiesto di sapere la lingua italiana, quindi i plurali, i tempi verbali corretti da usare nelle frasi e il significato delle parole E che sia dotato di logica, perché la logica sta alla base di tutto. Sono stata criticata da una persona che mi ha detto che non è la logica, è la lingua (mi sembrava di aver detto la stessa cosa, se vogliamo sottilizzare su cosa viene prima e cosa dopo tra due cose importanti, facciamo pure).
Concludo con una nota a margine, che tanto a margine non è:
Il SenzaVergogna, ha preparato una verifica di storia per Susannatuttapanna e Fonzie. La prima domanda era : quando ci fu' la guerra ..... (per i puristi degli accenti, con l'i-coso non riesco a mettere le lettere accentate, soprattutto se non sono previste nella lingua italiana)
E quando gli ho chiesto come mai nella sua programmazione mancassero degli argomenti che avevamo concordato, più volte, di mettere, la risposta è stata : non ci stavano nel foglio.
Non aggiungo altro.
Ho già fatto un concorsone, ma con risultati appena passabili. Sul perché dovrei scrivere un post a parte, e poi è andata così, non posso tornare indietro e non posso cambiare le cose.
Tuttavia ho cominciato in questo modo a lavorare nella scuola, ed oggi, dopo dodici anni di servizio, mi sento un'insegnante. Ho sempre lavorato anno per anno ma non come se fossi lì per caso, di passaggio, in attesa di trovare il mio posto fisso. Ho fatto la coordinatrice, la funzione strumentale (anche se non avrei voluto), ho fatto la mia parte. E soprattutto, questo è quello che so fare e su cui ho investito tante e tante energie.
Quando si è cominciato a parlare di un nuovo concorso, per me non c'è stato bisogno di riflettere sul da farsi, andava tentato e basta. Ma tentato non rende l'idea, andava fatto. Anche Ioda direbbe con me "Non c'è provare! C'è fare o non fare".
È semplice, per me è troppo importante ed è prioritario. Quindi, se questo richiede rispondere a delle stupide domande, ok, lo,faccio.
Da quando sono uscite le famose 3500 domande, ho passato il mio tempo libero a provare i test, rinunciando anche ad alcune attività (palestra, blog, lettura), erano 20 giorni, non una vita intera!
Fin dal primo giorno le domande del test si sono rivelate fattibili, e comunque le ho fatte tutte, ho ragionato su alcune che a prima vista sembravano assurde...una era la famosa di Fiona, Pamela e Gina (la prima volta che l'ho letta mi sono chiesta che cosa avessero fumato quelli che l'avevano fatta, ma on second thought mi è apparsa in tutta la sua banalità).
Ho deciso a tavolino che non avrei risposto ad un certo tipo di domande, e infatti il signor X che davanti al giudice ha negato di aver rifiutato di aver affermato il falso (vado a memoria), ancora adesso non so se ha detto la verità o no, oppure non so ancora se prendendo un numero a caso di due cifre e facendo una serie di operazioni (moltiplicare per due, poi dividere e poi boh), alla fine ottengo un numero pari, dispari, di una, due o tre cifre.
Anyways (come dice la mia amica americana), questo non ha inciso particolarmente, anzi, avrei potuto fare a meno di rispondere anche a 10 domande.
Quindi questo fatto indebolisce un po' le teorie di quelli che si lamentano per non aver saputo di Fiona, Pamela e Gina e PER QUESTO non sono stati giudicati idonei.
In un altro blog ho commentato che a me non sembra così scandaloso che ad uno che vuole fare l'insegnante sia richiesto di sapere la lingua italiana, quindi i plurali, i tempi verbali corretti da usare nelle frasi e il significato delle parole E che sia dotato di logica, perché la logica sta alla base di tutto. Sono stata criticata da una persona che mi ha detto che non è la logica, è la lingua (mi sembrava di aver detto la stessa cosa, se vogliamo sottilizzare su cosa viene prima e cosa dopo tra due cose importanti, facciamo pure).
Concludo con una nota a margine, che tanto a margine non è:
Il SenzaVergogna, ha preparato una verifica di storia per Susannatuttapanna e Fonzie. La prima domanda era : quando ci fu' la guerra ..... (per i puristi degli accenti, con l'i-coso non riesco a mettere le lettere accentate, soprattutto se non sono previste nella lingua italiana)
E quando gli ho chiesto come mai nella sua programmazione mancassero degli argomenti che avevamo concordato, più volte, di mettere, la risposta è stata : non ci stavano nel foglio.
Non aggiungo altro.
martedì 18 dicembre 2012
Open day allo scientifico
Ci si presenta alle 14,25 (inizio delle danze 14,30). Gli studenti, con la maglietta con il logo del liceo, ci danno un bigliettino colorato con orario inizio visita, noi abbiamo quello delle 14.30, evvai! Abbiamo fatto bene ad arrivare presto.
Nello spazio di cinque minuti, quando uno studente trafelato chiede quante persone hanno il biglietto con 14,30, e tutti alzano la mano, ci rendiamo conto che c'è stato un overbooking... l'aula magna è già ai limiti della capienza, dovremo aspettare il prossimo turno alle 15,00.
Prima cosa sconvolgente: i ragazzi chiedono se gentilmente potremmo aspettare il prossimo turno... io dico "sì, ok", ma sono l'unica. Tutti gli altri - genitori - dicono "No".
Come "no"?
In particolare noto una signora abbronzatissima (lampados più terra indiana/cipria/fondotinta, qualsiasi cosa sia trendy oggi) coi boccoli.
Nonostante i "no", siamo tutti fatti accomodare al piano di sopra dove ci sono le aule mentre aspettiamo il turno delle 15,00.
Tutti cambiano il loro bigliettino con uno nuovo per prossimo "spettacolo".
Boccolosa no, lei si abbarbica al suo bigliettino "arancione-14,30" e rimane lì, proprio davanti all'entrata dove ci avevano detto di non sostare per non impedire il passaggio.
Dieci minuti dopo arrivano due studentesse che invitano il gruppo con foglietto rosa a seguirle. Non è difficile, se hai il foglietto rosa vai con loro, se hai il foglietto arancione o azzurro devi seguire altre studentesse con badge arancione o azzurro. Tutti fanno lo stesso giro, ma dividendosi in gruppi sarà più agevole la visita ai laboratori.
Ci portano al piano seminterrato a vedere il bar, tanto per aspettare il nostro turno. Passiamo di nuovo davanti all'entrata e Boccolosa, che vede movimento, dice ad uno studente che lei è lì dalle 14,30 quindi vuole aggregarsi al gruppo. Lo studente stremato le dice "allora vada pure". Quindi lei, col suo bigliettino arancione-14,30 si aggrega al gruppo rosa-15,00.
Arrivati al bar, Boccolosa dà altri segni di impazienza e comincia a commentare "ma io non capisco perchè siamo venuti al bar", "ma dov'è l'aula magna? E' qui vicino? Ci portate voi?"
Arriva il nostro momento: gruppo rosa-15,00 più Boccolosa arancione-14,30 (e forse altri che io non ho notato) si dirige all'aula magna.
Again, siamo in troppi! Un prof chiede alle persone rimaste in piedi di uscire, per motivi di sicurezza e anche perché se il gruppo è troppo grande non si riesce poi ad entrare nei laboratori che dovremo vedere dopo. Il prof in questione è un insegnante di filosofia, non proprio di primo pelo, nel senso che dovrebbe incutere rispetto, e che spiega bene la situazione, si scusa del disagio, dice che sono centinaia le persone che vengono all'open day e gli spazi sono quello che sono. Dopo tutta la spiegazione con dovizia di particolari, nessuno accenna ad andarsene.
"Allora state lì, farete una visita scadente".
Alla fine procediamo, presentazione con slides e poi giro dei laboratori di scienze, lingue, informatica e biblioteca. E tutto è bene ciò che finisce bene.
Ma la morale? La morale è che anche quando sto dall'altra parte della barricata tendo a simpatizzare con gli operatori della scuola, ma cosa si fa - mi chiedo - se un genitore fa i capricci, ad una semplice richiesta dice no e non vuole sentire ragioni?
E poi, la preoccupazione di avere dei futuri compagni di classe per mio figlio, figli di tanti genitori.
Forse mi sto preoccupando troppo... e poi non si sa se sarà lo scientifico ;-)
Ma la morale? La morale è che anche quando sto dall'altra parte della barricata tendo a simpatizzare con gli operatori della scuola, ma cosa si fa - mi chiedo - se un genitore fa i capricci, ad una semplice richiesta dice no e non vuole sentire ragioni?
E poi, la preoccupazione di avere dei futuri compagni di classe per mio figlio, figli di tanti genitori.
Forse mi sto preoccupando troppo... e poi non si sa se sarà lo scientifico ;-)
lunedì 17 dicembre 2012
Chi ben comincia...
E con 47 risposte esatte, 2 non date e 1 sbagliata, totalizza 46.5 punti!
Se state pensando che me la tiro troppo, avete ragione!
Se state pensando che me la tiro troppo, avete ragione!
venerdì 23 novembre 2012
se il buongiorno si vede dal mattino
Il concorso per 11.000 e rotti posti da insegnanti comincia così:
ci sono state 320.000 domande, ma molti di quelli che si sono iscritti l'hanno fatto pur non avendo i requisiti per l'accesso, in previsione di un bel ricorso.
Oggi, stava nel decreto, dovevano essere rese note le date, le sedi e le 3500 domande delle prove preselettive. Rimandato il tutto a martedì.
ci sono state 320.000 domande, ma molti di quelli che si sono iscritti l'hanno fatto pur non avendo i requisiti per l'accesso, in previsione di un bel ricorso.
Oggi, stava nel decreto, dovevano essere rese note le date, le sedi e le 3500 domande delle prove preselettive. Rimandato il tutto a martedì.
orgoglio giallo
E' con immensa gioia che questa settimana partecipo alla tradizionale iniziativa del venerdì del libro con un bel giallo.
Prima di tutto perchè sono una grande appassionata del genere, e poi per rispondere alle critiche un po' snob che gli vengono rivolte (ma questo commento lo capirete meglio più avanti quando vi parlerò di un altro libro, e soprattutto di un altro autore che ho "incontrato" questa settimana ad una presentazione con l'autore).
Si tratta di un'autrice svedese, che in questi ultimi anni stanno riscuotendo molto successo, e secondo me giustamente.
Qui c'è ovviamente il delitto: la bella, ricca e perfetta Alex viene trovata morta nella vasca da bagno coi polsi tagliati, nella sua casa di campagna, che è anche la sua casa d'infanzia. Il riscaldamento è rotto e quindi l'acqua è ghiacciata, da qui il titolo.
Tante trame e sottotrame si intrecciano. Siamo in un paesino dove tutti sanno tutto e non si sfugge al passato. Ed è proprio nel passato che bisogna scavare per risolvere quello che apparentemente è un suicidio, ma che ovviamente si scopre subito essere un omicidio. Non manca neanche la detective improvvisata, la storia d'amore e le tante storie di sopraffazione che donne e uomini subiscono tutti i giorni, a rendere la storia vera e a tuttotondo.
L'unico rammarico sono un paio di vicende lasciate un po' in sospeso, ma potrebbe anche starci. Se l'ottica è fare una foto di un paio di settimane di vita di un paesino, c'è tutto un prima e tutto un dopo che non possono entrare in 458 paginee che, ancora una volta, rendono tutto più vero.
Quindi un consiglio appassionato e un augurio di buona lettura...anche quando non c'è tempo per fare niente (ogni riferimento è proprio voluto), si riesce sempre a ritagliarsi un po' di spazio per un giallo ;-)
Prima di tutto perchè sono una grande appassionata del genere, e poi per rispondere alle critiche un po' snob che gli vengono rivolte (ma questo commento lo capirete meglio più avanti quando vi parlerò di un altro libro, e soprattutto di un altro autore che ho "incontrato" questa settimana ad una presentazione con l'autore).
Si tratta di un'autrice svedese, che in questi ultimi anni stanno riscuotendo molto successo, e secondo me giustamente.
Qui c'è ovviamente il delitto: la bella, ricca e perfetta Alex viene trovata morta nella vasca da bagno coi polsi tagliati, nella sua casa di campagna, che è anche la sua casa d'infanzia. Il riscaldamento è rotto e quindi l'acqua è ghiacciata, da qui il titolo.
Tante trame e sottotrame si intrecciano. Siamo in un paesino dove tutti sanno tutto e non si sfugge al passato. Ed è proprio nel passato che bisogna scavare per risolvere quello che apparentemente è un suicidio, ma che ovviamente si scopre subito essere un omicidio. Non manca neanche la detective improvvisata, la storia d'amore e le tante storie di sopraffazione che donne e uomini subiscono tutti i giorni, a rendere la storia vera e a tuttotondo.
L'unico rammarico sono un paio di vicende lasciate un po' in sospeso, ma potrebbe anche starci. Se l'ottica è fare una foto di un paio di settimane di vita di un paesino, c'è tutto un prima e tutto un dopo che non possono entrare in 458 paginee che, ancora una volta, rendono tutto più vero.
Quindi un consiglio appassionato e un augurio di buona lettura...anche quando non c'è tempo per fare niente (ogni riferimento è proprio voluto), si riesce sempre a ritagliarsi un po' di spazio per un giallo ;-)
martedì 13 novembre 2012
A single stone is just a rock but a group of stones is a temple
Il giorno dopo il dibattito televisivo dei candidati alle primarie del centro sinistra, e il giorno dopo la notizia che non verrà aumentato l'orario degli insegnanti, mi affiora alla mente un parallelismo.
Apparentemente le due notizie sono slegate e diversissime.
Io invece ci vedo delle analogie.
Partiamo dai candidati: il fair play, il modo civile in cui si sono confrontati, i salamelecchi. Tutti contentoni di potersi confrontare e the more the merrier.
Lì di fronte alle telecamere.
Invece sappiamo benissimo che le differenze ci sono e non mancano le frecciatine e financo le pugnalate alle spalle.
Insegnanti: insegnanti di scuola primaria, insegnanti di scuola secondaria, educatori, personale ATA.
Same-o same-o (cioè vedi sopra).
Stamattina, entrando a scuola,è partita la discussione. L'educatore, del quale ho già parlato, ieri ha espresso il suo malcontento con la bidella (non certo con noi), che non siano passate le 24 ore per i docenti. Perché a lui sembra che noi non facciamo niente, e gli sembra anche che non facciano niente anche gli ATA. Il fatto in sé potrebbe anche starci, ma quello che non ci sta è che lui pensi di essere l'unico a lavorare seriamente.
Strano è che invece proprio lui non fa una mazza (ma questo è un altro discorso).
Il punto qui è che non solo l'opinione pubblica è compatta contro di noi, a volte anche senza averne motivo o per le ragioni sbagliate. Il punto è che noi stessi siamo contro di noi. Ecco perché non riusciamo a dare un'immagine credibile e ad essere considerati dei professionisti.
Apparentemente le due notizie sono slegate e diversissime.
Io invece ci vedo delle analogie.
Partiamo dai candidati: il fair play, il modo civile in cui si sono confrontati, i salamelecchi. Tutti contentoni di potersi confrontare e the more the merrier.
Lì di fronte alle telecamere.
Invece sappiamo benissimo che le differenze ci sono e non mancano le frecciatine e financo le pugnalate alle spalle.
Insegnanti: insegnanti di scuola primaria, insegnanti di scuola secondaria, educatori, personale ATA.
Same-o same-o (cioè vedi sopra).
Stamattina, entrando a scuola,è partita la discussione. L'educatore, del quale ho già parlato, ieri ha espresso il suo malcontento con la bidella (non certo con noi), che non siano passate le 24 ore per i docenti. Perché a lui sembra che noi non facciamo niente, e gli sembra anche che non facciano niente anche gli ATA. Il fatto in sé potrebbe anche starci, ma quello che non ci sta è che lui pensi di essere l'unico a lavorare seriamente.
Strano è che invece proprio lui non fa una mazza (ma questo è un altro discorso).
Il punto qui è che non solo l'opinione pubblica è compatta contro di noi, a volte anche senza averne motivo o per le ragioni sbagliate. Il punto è che noi stessi siamo contro di noi. Ecco perché non riusciamo a dare un'immagine credibile e ad essere considerati dei professionisti.
sabato 10 novembre 2012
Senza parole
Il Senzavergogna, tornato dalla sua prima malattia, ci prova ancora una volta.
Maaaa, iooooo..... Non ho ancora messo mano al PEI perché, sai, con questa storia dell'avente dirittoooo.......
Io sono buona e cara (quando dormo in particolare), ma quando sento certe cose la rabbia mi monta a livelli critici e la devo sfogare per non rimanerne avvelenata. Quindi gli dico semplicemente che lui lo deve fare, anche se non sa quanto resterà tra noi (ho paura che non ce lo ruberà nessuno).
Senza contare che non ha ancora fatto uno straccio di programmazione, una verifica qualsiasi e non ha ancora preso appuntamento con gli psicologi.
Maaaa, iooooo..... Non ho ancora messo mano al PEI perché, sai, con questa storia dell'avente dirittoooo.......
Io sono buona e cara (quando dormo in particolare), ma quando sento certe cose la rabbia mi monta a livelli critici e la devo sfogare per non rimanerne avvelenata. Quindi gli dico semplicemente che lui lo deve fare, anche se non sa quanto resterà tra noi (ho paura che non ce lo ruberà nessuno).
Senza contare che non ha ancora fatto uno straccio di programmazione, una verifica qualsiasi e non ha ancora preso appuntamento con gli psicologi.
mercoledì 7 novembre 2012
Due cartoline da Venezia
Come precedentemente annunciato, il ponte dei morti l'ho passato a Venezia.
Di questo viaggio voglio condividere due cose, non perché siano state le uniche degne di nota, ma perché sono forse le più utili a chi vorrà andare a visitare questa città. Ora, non avete certo bisogno di consigli per andare in Piazza San Marco o a Rialto, all'Arsenale o a spasso in vaporetto per il Canal Grande.
Il primo consiglio riguarda un luogo da visitare per passare un pomeriggio.
L'isola di San Lazzaro, o isola degli Armeni.
Per raggiungere questa isoletta, prendete il vaporetto linea 20 da San Marco-San Zaccaria (a destra della piazza se ci si mette con le spalle al mare).
Attenzione: dovete prendere il vaporetto che parte alle 3.10, perché solo a quell'ora è possibile effettuare la visita guidata.
Si scende alla seconda fermata (la prima è l'isola di San Servolo, anche qui ci si può fermare, ma è più complicato perché bisogna prenotare prima, e insomma, noi non ci siamo riusciti). Comunque, dicevo, si scende alla seconda fermata, dopo 15 minuti circa di viaggio. Arrivati qui ci accoglie un bel giardino curato e una bellissima barca ormeggiata, l'Armenia appunto. Sulla destra c'è l'ingresso del monastero, dove un monaco accoglie i visitatori all'entrata, € 6 per gli adulti e € 3 per i bambini, e poi comincia la visita guidata.
Il monaco ha accompagnato i visitatori armeni, mentre a noi è toccata una studentessa di teologia e beni culturali dell'Università di Venezia, molto carina e molto preparata.
Entriamo in un chiostro, sempre perfettamente mantenuto, poi andiamo a visitare la chiesa
La foto non rende benissimo l'idea, perché scura, fatta senza flash. Vi assicuro però che la chiesa è spettacolare.Si tratta di una chiesa e di un monastero mechitarista, dal suo fondatore Mechitar. Qui trovate tutte le informazioni e le foto di quello che abbiamo visto, chiesa, biblioteca, refettorio, reperti, spiegato molto meglio di come farei io...
La visita finisce dopo un paio d'ore, giusto in tempo per prendere il vaporetto delle 17.25 che vi riporta in Piazza San Marco.
Per continuare la giornata e finire in bellezza, ecco il secondo consiglio, vi propongo una cena al Gam Gam, un ristorante kosher nel ghetto ebraico, dove potete gustare dei cibi deliziosi, con un ottimo rapporto qualità prezzo, camerieri giovani, simpatici e gentilissimi. Obbligatorio prenotare allo 041 5231495, si trova a Cannaregio 1122, c'è una fermata del vaporetto proprio di fronte (linea 4.2 o 5.2, si prende anche a San Marco-San Zaccaria... non mi ricordo il nome della fermata ma è l'ottava partendo da San Marco).
Da provare gli assaggi israeliani, humus con falafel, latkes con patate e carciofi fritti. Sono antipasti ma sufficienti a saziare, se proprio avete uno stomaco senza fondo potete prendere del cous cous sia con carne che con solo verdure, oppure la mussaka (carne con melanzane) o lo shwarma (pollo con salsina speziata). Molto buono anche il vino bianco della casa, che è un sauvignon.
Infine, un ultimissimo consiglio, anzi, un avvertimento per chi ancora non se ne fosse reso conto da sè... non ditelo a nessuno, ma alla televisione mentono... mentre al telegiornale strillavano che a Venezia c'erano 120 cm di acqua alta, la situazione era piuttosto questa
Di questo viaggio voglio condividere due cose, non perché siano state le uniche degne di nota, ma perché sono forse le più utili a chi vorrà andare a visitare questa città. Ora, non avete certo bisogno di consigli per andare in Piazza San Marco o a Rialto, all'Arsenale o a spasso in vaporetto per il Canal Grande.
L'isola di San Lazzaro, o isola degli Armeni.
Per raggiungere questa isoletta, prendete il vaporetto linea 20 da San Marco-San Zaccaria (a destra della piazza se ci si mette con le spalle al mare).
Attenzione: dovete prendere il vaporetto che parte alle 3.10, perché solo a quell'ora è possibile effettuare la visita guidata.
Si scende alla seconda fermata (la prima è l'isola di San Servolo, anche qui ci si può fermare, ma è più complicato perché bisogna prenotare prima, e insomma, noi non ci siamo riusciti). Comunque, dicevo, si scende alla seconda fermata, dopo 15 minuti circa di viaggio. Arrivati qui ci accoglie un bel giardino curato e una bellissima barca ormeggiata, l'Armenia appunto. Sulla destra c'è l'ingresso del monastero, dove un monaco accoglie i visitatori all'entrata, € 6 per gli adulti e € 3 per i bambini, e poi comincia la visita guidata.
Il monaco ha accompagnato i visitatori armeni, mentre a noi è toccata una studentessa di teologia e beni culturali dell'Università di Venezia, molto carina e molto preparata.
Entriamo in un chiostro, sempre perfettamente mantenuto, poi andiamo a visitare la chiesa
La foto non rende benissimo l'idea, perché scura, fatta senza flash. Vi assicuro però che la chiesa è spettacolare.Si tratta di una chiesa e di un monastero mechitarista, dal suo fondatore Mechitar. Qui trovate tutte le informazioni e le foto di quello che abbiamo visto, chiesa, biblioteca, refettorio, reperti, spiegato molto meglio di come farei io...
La visita finisce dopo un paio d'ore, giusto in tempo per prendere il vaporetto delle 17.25 che vi riporta in Piazza San Marco.
Per continuare la giornata e finire in bellezza, ecco il secondo consiglio, vi propongo una cena al Gam Gam, un ristorante kosher nel ghetto ebraico, dove potete gustare dei cibi deliziosi, con un ottimo rapporto qualità prezzo, camerieri giovani, simpatici e gentilissimi. Obbligatorio prenotare allo 041 5231495, si trova a Cannaregio 1122, c'è una fermata del vaporetto proprio di fronte (linea 4.2 o 5.2, si prende anche a San Marco-San Zaccaria... non mi ricordo il nome della fermata ma è l'ottava partendo da San Marco).
Da provare gli assaggi israeliani, humus con falafel, latkes con patate e carciofi fritti. Sono antipasti ma sufficienti a saziare, se proprio avete uno stomaco senza fondo potete prendere del cous cous sia con carne che con solo verdure, oppure la mussaka (carne con melanzane) o lo shwarma (pollo con salsina speziata). Molto buono anche il vino bianco della casa, che è un sauvignon.
Infine, un ultimissimo consiglio, anzi, un avvertimento per chi ancora non se ne fosse reso conto da sè... non ditelo a nessuno, ma alla televisione mentono... mentre al telegiornale strillavano che a Venezia c'erano 120 cm di acqua alta, la situazione era piuttosto questa
pochi centimetri solo in alcuni punti di Piazza San Marco...
venerdì 2 novembre 2012
Man and boy
Situazioni da evitare mentre ci si prepara per il proprio fondamentale, finalmente-sono-diventato-un-adulto trentesimo compleanno.
Fare una scappatella con una collega
L'avventato acquisto di beni di lusso che non ti puoi permettere
Farsi lasciare dalla moglie
Perdere il lavoro
Diventare improvvisamente genitore single
Se state per compiere trent'anni, qualsiasi cosa facciate, non fate nessuna di queste cose
Vi fottera' l'intera giornata.
Harry è il protagonista di questo divertente e a tratti commovente romanzo di Tony Parson del 1999.
L'estratto riportato sopra è l'incipit, naturalmente Harry ha fatto tutte quelle cose!
Ho scoperto Tony Parson più o meno subito dopo la pubblicazione di man and boy, consigliatomi da un'amica inglese come autore nuovo e moderno (avevo l'esigenza di ampliare la mia conoscenza della letteratura inglese che era fino ad allora essenzialmente basata sui classici).
All'epoca mi era piaciuto tantissimo, tanto da aver poi comprato anche i romanzi successivi con lo stesso protagonista
One for my baby (2001)
Man and wife (2003)
The family way (2004)
Stories we cold tell (2006)
My favourite wife (2007)
Starting over (2009)
Purtroppo non so se sono stati tradotti in italiano perché on line non li ho trovati.
L'impressione che ne ho avuto io, riprendendolo oggi, è che si trattasse del corrispettivo maschile della Chick Lit, e giuro che non sapevo neanche esistesse un termine apposito, invece consultando wikipedia, ho scoperto che esiste la Men Lit.Un'occasione per leggere cosa pensa e cosa prova l'altra metà del cielo. E dopo aver letto Bridget Jones, è un'interessante insight, per questo lo consiglio alle amiche del Venerdì del Libro da una Venezia probabilmente con l'acqua alta...
mercoledì 31 ottobre 2012
Quelli che non lavorano mai
Quale altra categoria lavorativa si spara 12 ore di corso sulla sicurezza, fuori dall'orario di servizio, obbligatorio e non retribuito?
domenica 21 ottobre 2012
L'insegnante di sostegno
Sarà colpa della crisi, dei tagli, o della sfiga, quest'anno Aliceland si è dovuta accontentare di un part-time (3 classi in meno a livello di istituto cominciano a fare le prime vittime).
Si dà il caso che lo stipendio a metà non basti, quindi si è offerta di prendere anche quello spezzone di sostegno per arrivare ad un numero congruo di ore; quindi, dopo aver verificato che non ci sia proprio nessun altro a cui spetta quello spezzone, fino all'avente diritto, veste i panni di insegnante di inglese in tre classi, e sostegno in una quarta in un'altra sede.
Ciò ha comportato che non ha il giorno libero, ed è stato stabilito ed accettato con chi deve far quadrare l'orario su tre sedi con prof che hanno classi su una, o due, o tre; e non ultimo, con le esigenze del sostenuto, Linus, che non poteva avere il sostegno in ginnastica o artistica, ma ne aveva bisogno in italiano, inglese e matematica.
"In questo periodo" le è capitato di osservare che esistono due tipologie di insegnanti di sostegno non specializzato:
tipo A
Insegnante di sostegno non specializzato 1
Viene contattato dalla segreteria della scuola sabato con presa di servizio al lunedì seguente.
Il lunedì, approfittando di due ore buche, va a prendere servizio e chiede di esaminare il fascicolo di Linus con diagnosi, interventi fatti, terapie, piano di lavoro individualizzato. Perché si immagina che dovrà preparare la programmazione differenziata, contattare lo psicologo per prendere i primi accordi per la compilazione del piano di lavoro individualizzato e fissare un appuntamento prima di dicembre.
Torna nella sua sede attuale di lavoro per fare l'ultima ora della giornata.
Durante la prima settimana prende accordi con le insegnanti delle varie discipline e prepara una bozza di programmazione (mancano pochi giorni alla data stabilita per la consegna delle programmazioni al coordinatore di classe) e decide il tipo di lavoro da fare con Linus.
Alla fine della prima settimana, dopo aver partecipato al primo consiglio di classe al venerdì, bisogna preparare la verifica di scienze differenziata. Quindi sabato, durante l'ora buca, prende il libro di scienze e prepara la verifica. Tornata a casa, dopo aver pranzato, si mette al computer e scrive la verifica con word, utilizzando bolle con dentro definizioni da abbinare, tabelle con elementi da completare o riordinare, freccette per unire, alcune domande aperte.
A metà del lavoro va via la corrente perchè Mastro Birraio ha fatto partire la lavatrice e poi ha acceso il forno (qualcuno dovrà pure fare qualcosa in casa), ma questo non c'entra.
Poi prepara anche due cosette per la settimana successiva per le altre classi, perchè sta facendo un po' di CLIL e deve preparare il materiale graduato.
La seconda settimana, giovedì mattina le viene detto che deve preparare la verifica differenziata di aritmetica per il giorno dopo, e dato che il giorno dopo sarà nell'altra sede, decide di approfittare di un'ora buca per andare in laboratorio informatico e farla.
Neanche a parlarne, la stampante non funziona, il pc è lento, non resta altro da fare che aspettare il pomeriggio. Con i potenti mezzi a casa propria (un pc), prepara la verifica e alle 3 del pomeriggio la invia via mail all'insegnante di matematica che la stamperà a casa sua con i suoi potenti mezzi (un pc e una stampante) e la somministrerà l'indomani.
Intanto, già che c'è, cerca anche del materiale per fare la Reading Comprehension lunedì in terza, una prova d'esame, con domande di comprensione e personali sul tema affrontato nell'ultima unit.
Tra una verifica differenziata, una programmazione annuale e le lezioni varie, approfittando di essere sempre davanti al pc, trova finalmente tempo di iscriversi al quizzone che precede il concorsone...non si sa mai!
tipo B
insegnante di sostegno non specializzato 2
Viene contattato il sabato per presa di servizio il lunedì della settimana seguente. Fa presente alla segreteria che durante il week-end deve andare al paesello a prendere la macchina, perchè la scuola è in posizione scomoda e lontana rispetto a dove alloggia attualmente.
Al lunedì mattina si presenta per la presa di servizio in tempo utile, ma compare nella sede assegnata due ore dopo.
Mette subito in chiaro che lui non è specializzato, e che quindi avrà bisogno di un tempo per capire cosa deve fare.
Va bene. Allora noi, gli insegnanti di classe, spieghiamo la situazione dei due rampolli, perché li conosciamo, e spieghiamo anche il percorso che hanno avuto lo scorso anno con l'altro insegnante di sostegno.
Lo informiamo che deve prendere visione della documentazione in sede centrale, e che poi bisognerà decidere la programmazione delle varie materie.
Bisogna poi mettersi in contatto con gli psicologi, perchè soprattutto una mamma è parecchio in fibrillazione e tutti i giorni viene a chiedere se è arrivato l'insegnante per la sua Susannatuttapanna.
Fa presente che non ha ancora ricevuto il registro, e che quindi avrà bisogno di un po' di tempo (?)
Fa presente che non ha mai fatto sostegno e che ha bisogno di un po' di tempo
E' attentissimo a mettere la firma sul registro di classe, occupando tutta la striscia per la firma quando dovrebbero starcene due, e nella striscia della materia ne occupa 3/4 per scrivere SOSTEGNO, alla materia rimane 1cm quadrato (la mamma gli ha insegnato che l'unica cosa importante è compilare registri e firmare presenze).
Fa presente che lui ha due anni di esperienza in ***, quindi l'inglese non se lo ricorda, non lo fa dal liceo, la matematica la deve riprendere in mano, non c'era matematica alla sua facoltà... e quindi ha bisogno di un po' di tempo.
Gli spieghiamo che assieme a Susanatuttapanna e Fonzie, i due sostenuti, ce ne sono anche altri che avrebbero bisogno di una mano, gente che non ha diritto al sostegno ma che ha problemi dichiarati e certificati. L'anno scorso, infatti, l'insegnante dava un occhio un po' a tutti.
Fa presente che a lui hanno detto che ha due alunni.
Si informa sull'abilitazione posseduta dalla sottoscritta, e poi commenta che non può fare il concorso, troppo giovane. Alla domanda se non avesse fatto il TFA risponde con -risatina- ma si sa come funzionano quelle cose -risatina.
Comunque fa presente che lui lavora già da due anni, e nel resto d'Europa sarebbe già stato abilitato automaticamente, e se siamo in Europa dovrebbero valere le stesse regole.
Faccio presente che nel resto d'Europa se vuoi lavorare in una scuola ti vai a fare il tuo bel colloquio e se ti ritengono adatto ti assumono, altrimenti no, niente liste da cui bisogna pescare obbligatoriamente cani e porci.
Tempo una settimana e il corpo docente che ha a che fare con questo essere - si accettano suggerimenti per un nick - fa il segno di spararsi in bocca quando è girato e gli sguardi che dicono più di mille parole non si contano...
Applichiamo ora indifferentemente a Tipo A e Tipo B un orario di 24 ore settimanali e stiamo a vedere cosa succede.
Beh, uno probabilmente ha un crollo di nervi dopo il primo quadrimestre (non senza prima aver abbandonato a se stessi casa, figli, marito); l'altro continua ad ammorbare con la sua inutile presenza il corpo docente e gli alunni che se lo devono sorbire, blaterando dei suoi diritti acquisiti che questo stato così poco attento non gli vuole proprio riconoscere. Alla prima occasione (perché prima o poi ci sarà), approfittando di uno dei soliti cambiamenti delle regole in corso di gioco che piacciono tanto al Ministero della Distruzione, prenderà abilitazione e ruolo, magari approfittando di quello zio disabile opportunamente messo a risiedere presso il suo domicilio o di un pollice valgo.
Si dà il caso che lo stipendio a metà non basti, quindi si è offerta di prendere anche quello spezzone di sostegno per arrivare ad un numero congruo di ore; quindi, dopo aver verificato che non ci sia proprio nessun altro a cui spetta quello spezzone, fino all'avente diritto, veste i panni di insegnante di inglese in tre classi, e sostegno in una quarta in un'altra sede.
Ciò ha comportato che non ha il giorno libero, ed è stato stabilito ed accettato con chi deve far quadrare l'orario su tre sedi con prof che hanno classi su una, o due, o tre; e non ultimo, con le esigenze del sostenuto, Linus, che non poteva avere il sostegno in ginnastica o artistica, ma ne aveva bisogno in italiano, inglese e matematica.
"In questo periodo" le è capitato di osservare che esistono due tipologie di insegnanti di sostegno non specializzato:
tipo A
Insegnante di sostegno non specializzato 1
Viene contattato dalla segreteria della scuola sabato con presa di servizio al lunedì seguente.
Il lunedì, approfittando di due ore buche, va a prendere servizio e chiede di esaminare il fascicolo di Linus con diagnosi, interventi fatti, terapie, piano di lavoro individualizzato. Perché si immagina che dovrà preparare la programmazione differenziata, contattare lo psicologo per prendere i primi accordi per la compilazione del piano di lavoro individualizzato e fissare un appuntamento prima di dicembre.
Torna nella sua sede attuale di lavoro per fare l'ultima ora della giornata.
Durante la prima settimana prende accordi con le insegnanti delle varie discipline e prepara una bozza di programmazione (mancano pochi giorni alla data stabilita per la consegna delle programmazioni al coordinatore di classe) e decide il tipo di lavoro da fare con Linus.
Alla fine della prima settimana, dopo aver partecipato al primo consiglio di classe al venerdì, bisogna preparare la verifica di scienze differenziata. Quindi sabato, durante l'ora buca, prende il libro di scienze e prepara la verifica. Tornata a casa, dopo aver pranzato, si mette al computer e scrive la verifica con word, utilizzando bolle con dentro definizioni da abbinare, tabelle con elementi da completare o riordinare, freccette per unire, alcune domande aperte.
A metà del lavoro va via la corrente perchè Mastro Birraio ha fatto partire la lavatrice e poi ha acceso il forno (qualcuno dovrà pure fare qualcosa in casa), ma questo non c'entra.
Poi prepara anche due cosette per la settimana successiva per le altre classi, perchè sta facendo un po' di CLIL e deve preparare il materiale graduato.
La seconda settimana, giovedì mattina le viene detto che deve preparare la verifica differenziata di aritmetica per il giorno dopo, e dato che il giorno dopo sarà nell'altra sede, decide di approfittare di un'ora buca per andare in laboratorio informatico e farla.
Neanche a parlarne, la stampante non funziona, il pc è lento, non resta altro da fare che aspettare il pomeriggio. Con i potenti mezzi a casa propria (un pc), prepara la verifica e alle 3 del pomeriggio la invia via mail all'insegnante di matematica che la stamperà a casa sua con i suoi potenti mezzi (un pc e una stampante) e la somministrerà l'indomani.
Intanto, già che c'è, cerca anche del materiale per fare la Reading Comprehension lunedì in terza, una prova d'esame, con domande di comprensione e personali sul tema affrontato nell'ultima unit.
Tra una verifica differenziata, una programmazione annuale e le lezioni varie, approfittando di essere sempre davanti al pc, trova finalmente tempo di iscriversi al quizzone che precede il concorsone...non si sa mai!
tipo B
insegnante di sostegno non specializzato 2
Viene contattato il sabato per presa di servizio il lunedì della settimana seguente. Fa presente alla segreteria che durante il week-end deve andare al paesello a prendere la macchina, perchè la scuola è in posizione scomoda e lontana rispetto a dove alloggia attualmente.
Al lunedì mattina si presenta per la presa di servizio in tempo utile, ma compare nella sede assegnata due ore dopo.
Mette subito in chiaro che lui non è specializzato, e che quindi avrà bisogno di un tempo per capire cosa deve fare.
Va bene. Allora noi, gli insegnanti di classe, spieghiamo la situazione dei due rampolli, perché li conosciamo, e spieghiamo anche il percorso che hanno avuto lo scorso anno con l'altro insegnante di sostegno.
Lo informiamo che deve prendere visione della documentazione in sede centrale, e che poi bisognerà decidere la programmazione delle varie materie.
Bisogna poi mettersi in contatto con gli psicologi, perchè soprattutto una mamma è parecchio in fibrillazione e tutti i giorni viene a chiedere se è arrivato l'insegnante per la sua Susannatuttapanna.
Fa presente che non ha ancora ricevuto il registro, e che quindi avrà bisogno di un po' di tempo (?)
Fa presente che non ha mai fatto sostegno e che ha bisogno di un po' di tempo
E' attentissimo a mettere la firma sul registro di classe, occupando tutta la striscia per la firma quando dovrebbero starcene due, e nella striscia della materia ne occupa 3/4 per scrivere SOSTEGNO, alla materia rimane 1cm quadrato (la mamma gli ha insegnato che l'unica cosa importante è compilare registri e firmare presenze).
Fa presente che lui ha due anni di esperienza in ***, quindi l'inglese non se lo ricorda, non lo fa dal liceo, la matematica la deve riprendere in mano, non c'era matematica alla sua facoltà... e quindi ha bisogno di un po' di tempo.
Gli spieghiamo che assieme a Susanatuttapanna e Fonzie, i due sostenuti, ce ne sono anche altri che avrebbero bisogno di una mano, gente che non ha diritto al sostegno ma che ha problemi dichiarati e certificati. L'anno scorso, infatti, l'insegnante dava un occhio un po' a tutti.
Fa presente che a lui hanno detto che ha due alunni.
Si informa sull'abilitazione posseduta dalla sottoscritta, e poi commenta che non può fare il concorso, troppo giovane. Alla domanda se non avesse fatto il TFA risponde con -risatina- ma si sa come funzionano quelle cose -risatina.
Comunque fa presente che lui lavora già da due anni, e nel resto d'Europa sarebbe già stato abilitato automaticamente, e se siamo in Europa dovrebbero valere le stesse regole.
Faccio presente che nel resto d'Europa se vuoi lavorare in una scuola ti vai a fare il tuo bel colloquio e se ti ritengono adatto ti assumono, altrimenti no, niente liste da cui bisogna pescare obbligatoriamente cani e porci.
Tempo una settimana e il corpo docente che ha a che fare con questo essere - si accettano suggerimenti per un nick - fa il segno di spararsi in bocca quando è girato e gli sguardi che dicono più di mille parole non si contano...
Applichiamo ora indifferentemente a Tipo A e Tipo B un orario di 24 ore settimanali e stiamo a vedere cosa succede.
Beh, uno probabilmente ha un crollo di nervi dopo il primo quadrimestre (non senza prima aver abbandonato a se stessi casa, figli, marito); l'altro continua ad ammorbare con la sua inutile presenza il corpo docente e gli alunni che se lo devono sorbire, blaterando dei suoi diritti acquisiti che questo stato così poco attento non gli vuole proprio riconoscere. Alla prima occasione (perché prima o poi ci sarà), approfittando di uno dei soliti cambiamenti delle regole in corso di gioco che piacciono tanto al Ministero della Distruzione, prenderà abilitazione e ruolo, magari approfittando di quello zio disabile opportunamente messo a risiedere presso il suo domicilio o di un pollice valgo.
venerdì 19 ottobre 2012
Dreamcatcher
Un giorno alla biblioteca del paesello, la bibliotecaria, conoscendo la mia passione per i gialli, mi dirigeva verso alcuni scatoloni tutti impolverati (avevano appena finito di ristrutturare).
"Tutti quei libri non ci interessano più, non sappiamo dove metterli. Se trovi qualcosa che ti interessa..."
Mi avvicino come una bambina ad una barretta di cioccolato incautamente dimenticata dalla mamma in bella mostra sul tavolo di cucina. Trovo alcuni gialli mondadori (che hanno il loro perché) e ne scelgo alcuni, poi vedo un sacchetto di carta gigante pieno di libri in lingua originale del Re, Steven King!!!
Chiedo "Ma anche questi non ti interessano?"
"No, figurati, portali a casa anche tutti"
La donna più felice del mondo, neanche un solitario nel bichiere dello champagne avrebbe sortito lo stesso effetto :-D
Grande lettrice di King parecchi anni fa (ai tempi di It e Precious Things), l'avevo abbandonato. Quale occasione migliore per rimettermi in pari?
Quindi ho cominciato la full immersion con Dreamcatcher, in questo romanzo c'è un po' tutto, l'elemento autobiografico: il protagonista è vittima di uno spaventoso incidente, viene investito da una macchina mentre attraversa la strada, proprio come l'autore. E la sofferenza fa parte della genesi del libro e traspira nel racconto. Il libro è stato scritto proprio durante la lunga convalescenza.
L'elemento visionario: sogno e realtà si mischiano. Mi è capitato di pensare che se fossi "entrata" nel racconto a metà avrei pensato che erano tutti pazzi, protagonisti e scrittore, ma dall'interno tutto era perfettamente logico.
La tensione: non ti molla mai durante tutto il racconto, non c'è una singola pagina, come dire, non essenziale allo scopo.
Il finale: apparentemente lieto, ma con ombre che si addensano all'orizzonte e fantasmi, tanti fantasmi.
Per quanto riguarda la trama, preferisco sempre lasciarla scoprire ai lettori, ma comunque si può dire che è ambientato nel Maine, e parla di cinque ragazzi che formano un gruppo molto particolare, e non solo per l'affiatamento e perché si incontrano alla scuola media e rimarranno amici fino all'età adulta.
Ci sono di mezzo inoltre sogni che non sono sogni, telepatia, esseri provenienti da altri pianeti e paura, nel migliore stile King.
E con questo post partecipo come sempre al Venerdì del Libro
"Tutti quei libri non ci interessano più, non sappiamo dove metterli. Se trovi qualcosa che ti interessa..."
Mi avvicino come una bambina ad una barretta di cioccolato incautamente dimenticata dalla mamma in bella mostra sul tavolo di cucina. Trovo alcuni gialli mondadori (che hanno il loro perché) e ne scelgo alcuni, poi vedo un sacchetto di carta gigante pieno di libri in lingua originale del Re, Steven King!!!
Chiedo "Ma anche questi non ti interessano?"
"No, figurati, portali a casa anche tutti"
La donna più felice del mondo, neanche un solitario nel bichiere dello champagne avrebbe sortito lo stesso effetto :-D
Grande lettrice di King parecchi anni fa (ai tempi di It e Precious Things), l'avevo abbandonato. Quale occasione migliore per rimettermi in pari?
Quindi ho cominciato la full immersion con Dreamcatcher, in questo romanzo c'è un po' tutto, l'elemento autobiografico: il protagonista è vittima di uno spaventoso incidente, viene investito da una macchina mentre attraversa la strada, proprio come l'autore. E la sofferenza fa parte della genesi del libro e traspira nel racconto. Il libro è stato scritto proprio durante la lunga convalescenza.
L'elemento visionario: sogno e realtà si mischiano. Mi è capitato di pensare che se fossi "entrata" nel racconto a metà avrei pensato che erano tutti pazzi, protagonisti e scrittore, ma dall'interno tutto era perfettamente logico.
La tensione: non ti molla mai durante tutto il racconto, non c'è una singola pagina, come dire, non essenziale allo scopo.
Il finale: apparentemente lieto, ma con ombre che si addensano all'orizzonte e fantasmi, tanti fantasmi.
Per quanto riguarda la trama, preferisco sempre lasciarla scoprire ai lettori, ma comunque si può dire che è ambientato nel Maine, e parla di cinque ragazzi che formano un gruppo molto particolare, e non solo per l'affiatamento e perché si incontrano alla scuola media e rimarranno amici fino all'età adulta.
Ci sono di mezzo inoltre sogni che non sono sogni, telepatia, esseri provenienti da altri pianeti e paura, nel migliore stile King.
E con questo post partecipo come sempre al Venerdì del Libro
giovedì 18 ottobre 2012
Mini-break a Venezia
Si ripete la fuga a Venezia, per il secondo anno di seguito, per il ponte dei morti.
L'anno scorso siamo andati un po' così, tanto era la prima volta ed era tutto nuovo.
Abbiamo camminato sempre (tranne un giorno, quando siamo andati alle isole Murano, Burano e Torcello), ci siamo persi nei campi, campetti, viuzze, ponticelli. Quando arrivavamo in un posto guardavamo la guida per vedere cosa diceva. Insomma, abbiamo usato il metodo induttivo.
Questa volta, invece, la cosa si presenta come decisamente più organizzata.
Dal sito Venice Connected, ho prenotato il pass per i mezzi di trasporto per 48 ore (€30 a testa), ho anche prenotato la connessione a internet (72 ore a €15) e con un comodo PIN, che si chiama PNR, ritirerò i miei biglietti da una qualsiasi macchinetta automatica. Tempo due minuti ho ricevuto via mail lo username e la password per la connessione wifi una volta arrivata a Venezia (prima controllare quali sono le zone coperte della città).
Ora che siamo tutti belli pronti, ovviamente si accettano suggerimenti su mete papabili, ma soprattutto chiedo ai veneziani e/o frequentatori di Venezia, dove cenare ad un prezzo modico, che sennò noi ci siamo informati e ci sono ben due McDonald's, che non si può lasciare tutti i giorni 150€ solo per mangiare!
L'anno scorso siamo andati un po' così, tanto era la prima volta ed era tutto nuovo.
Abbiamo camminato sempre (tranne un giorno, quando siamo andati alle isole Murano, Burano e Torcello), ci siamo persi nei campi, campetti, viuzze, ponticelli. Quando arrivavamo in un posto guardavamo la guida per vedere cosa diceva. Insomma, abbiamo usato il metodo induttivo.
Questa volta, invece, la cosa si presenta come decisamente più organizzata.
Dal sito Venice Connected, ho prenotato il pass per i mezzi di trasporto per 48 ore (€30 a testa), ho anche prenotato la connessione a internet (72 ore a €15) e con un comodo PIN, che si chiama PNR, ritirerò i miei biglietti da una qualsiasi macchinetta automatica. Tempo due minuti ho ricevuto via mail lo username e la password per la connessione wifi una volta arrivata a Venezia (prima controllare quali sono le zone coperte della città).
Ora che siamo tutti belli pronti, ovviamente si accettano suggerimenti su mete papabili, ma soprattutto chiedo ai veneziani e/o frequentatori di Venezia, dove cenare ad un prezzo modico, che sennò noi ci siamo informati e ci sono ben due McDonald's, che non si può lasciare tutti i giorni 150€ solo per mangiare!
venerdì 12 ottobre 2012
Pecoranera
Questa settimana ho letto un libricino che vorrei proporre alle amiche del venerdì del libro, si tratta di "Il cibo frugale di pecora nera"
un e-book che potete scaricare gratuitamente nel sito di Devis Bonanni, l'autore.
E' un ragazzo che vive in provincia di Udine. A vent'anni prende la decisione di cambiare stile di vita, quindi ristruttura una casetta di legno in campagna e comincia a fare il contadino.
Questo libro parla dei piatti che si prepara con i frutti del suo orto, seguendo il ritmo delle stagioni e le tradizioni della sua terra.
Diventa anche vegetariano, una scelta che gli permette di vivere più a contatto con la terra e la natura, ma, cosa apprezzabile per me, non diventa un "integralista", non lo fa per moda, ma semplicemente per vivere una vita semplice e sensata (senza comprare le zucchine in inverno e lamentarsi del prezzo della verdura, per esempio).
Dopo tre anni decide di fare un passo importante: lascia il suo lavoro da tecnico informatico e cerca di vivere solo del suo lavoro da agricoltore. Come fare? All'inizio si fa bastare i risparmi accumulati col suo lavoro da tecnico informatico, e poi comincia ad escogitare sistemi per guadagnare quel poco che gli basta.
A questo punto, lo trovate nel suo sito, è combattuto tra l'idea di trovarsi lavoretti extra o creare una piccola azienda agricola. Per il momento, in alcuni periodi dell'anno, ospita persone che hanno voglia, in cambio di vitto e alloggio, di aiutarlo a fare alcuni lavori (anche questo lo trovate sul sito).
Quindi, se avete voglia di andarlo a trovare potete contattarlo, ma intanto potete sicuramente leggere questo libro per farvi un'idea.
Buona lettura e buon we a tutte!
un e-book che potete scaricare gratuitamente nel sito di Devis Bonanni, l'autore.
E' un ragazzo che vive in provincia di Udine. A vent'anni prende la decisione di cambiare stile di vita, quindi ristruttura una casetta di legno in campagna e comincia a fare il contadino.
Questo libro parla dei piatti che si prepara con i frutti del suo orto, seguendo il ritmo delle stagioni e le tradizioni della sua terra.
Diventa anche vegetariano, una scelta che gli permette di vivere più a contatto con la terra e la natura, ma, cosa apprezzabile per me, non diventa un "integralista", non lo fa per moda, ma semplicemente per vivere una vita semplice e sensata (senza comprare le zucchine in inverno e lamentarsi del prezzo della verdura, per esempio).
Dopo tre anni decide di fare un passo importante: lascia il suo lavoro da tecnico informatico e cerca di vivere solo del suo lavoro da agricoltore. Come fare? All'inizio si fa bastare i risparmi accumulati col suo lavoro da tecnico informatico, e poi comincia ad escogitare sistemi per guadagnare quel poco che gli basta.
A questo punto, lo trovate nel suo sito, è combattuto tra l'idea di trovarsi lavoretti extra o creare una piccola azienda agricola. Per il momento, in alcuni periodi dell'anno, ospita persone che hanno voglia, in cambio di vitto e alloggio, di aiutarlo a fare alcuni lavori (anche questo lo trovate sul sito).
Quindi, se avete voglia di andarlo a trovare potete contattarlo, ma intanto potete sicuramente leggere questo libro per farvi un'idea.
Buona lettura e buon we a tutte!
venerdì 28 settembre 2012
Venerdì storico
Questa settimana, per il venerdì del libro, vi propongo tre libri dello stesso autore, Edward Rutherfurd. il primo, New York
Sarum parla della storia dell'Inghilterra, viene scelta Sarum, la piana di Salisbury, dove si trova Stonehenge, perchè è il fulcro della storia dell'isola. Luogo fortunato per la posizione strategica, dove si incrociano cinque fiumi, e dove si sono succedute tutte le civiltà dalla preistoria ad oggi.
Qui la narrazione è più complessa, per ovvi motivi, la storia dell'Inghilterra non comincia nel 1600, ma nella preistoria. Quindi non sarebbe stato possibile utilizzare lo stesso metodo di New York, qui l'autore parla di una serie di famiglie, all'inizio ce ne sono solo due: Hwll e Akun, che vengono dal nord, e Tep, abitante della valle dei cinque fiumi.
Ogni capitolo parla di ere diverse, quindi ci sono dei salti temporali di secoli, e man mano che si procede si aggiungono nuove famiglie: i Nooma all'epoca degli henge (oggi Mason), gli Aelfwald all'epoca dei normanni (oggi Shockley), e così via.
L'origine dei nomi è interessantissima, ovviamente anche in questo caso sono personaggi fittizi.
Per quanto riguarda la narrazione, risulta meno scorrevole di New York, perchè quando ci sono i salti temporali ci vuole un po' per "ambientarsi" e capire tutti i collegamenti tra i personaggi e con la storia.
Consiglio però di tenere duro, se necessario tornare indietro per capire meglio qualche passaggio, perché alla fine ne vale la pena.
Per quanto riguarda l'ultimo che ho letto, I Principi d'Irlanda, ovviamente si tratta della storia dell'Irlanda, in particolare dell'area di Dublino, culla della civiltà irlandese, come Sarum lo è della civiltà inglese.
Stesso impianto di Sarum, abbiamo i Fergus, famiglia celta che viveva nei forti ad anello, gli Smiths, i Mac Gowan (i fabbri), gli Harold e i Doyle(vichinghi), i Walsh (mercenari).
Stesso difetto di Sarum, verso la metà si rischia di impantanarsi e si fa un po' di fatica, e stessa soddisfazione quando si è finito di leggerlo. I Principi d'Irlanda arriva fino al 1500, ma credo esista la seconda parte che non ho letto.
Questa volta i libri che vi consiglio non sono libri da week-end, bisogna prevedere un certo lasso di tempo per affrontarli.
del quale ha già parlato qualche tempo fa Michela, e che proprio per la sua recensione sono andata a leggere.
Si tratta di un romanzo che, a partire dalla storia di un olandese che viveva a New York quando si chaimava ancora New Amsterdam, e successivamente dei suoi discendenti fino ai giorni nostri, traccia la storia di questa città. Uno degli elementi che collega il tutto è una cintura wampum, indiana, che attraverso i secoli viene tramandata da padre in figlio, l'ultimo giorno di questa cronaca finisce l'11 settembre. Man mano che si procede con la narrazione si aggiungono altri personaggi e altre famiglie che con la prima si intrecciano per matrimoni, incontri, o per parentele varie. I personaggi non sono reali ma verosimili, a partire dai cognomi, dei cognomi che esistono e che fanno parte della storia di questo luogo.
Questo romanzo è molto godibile, è un bel tomo, di quelli che piacciono agli amanti della lettura.
L'unico appunto che a me è venuto da fare è che si percepisce come la cosa più importante per tutti i personaggi siano i soldi, il successo e il potere. Ma non solo i soldi, questo non basta, l'old money.
Confesso che, a me, dopo un po' viene a noia questa smania di appartenere a una certa classe sociale e di rimanervi avvinghiati con le unghie e con i denti. Però riconosco che potrebbe essere un effetto voluto dell'autore, infatti, quali sono i valori fondanti dell'America?
Mentre leggevo questo romanzo, mi è stato fatto notare che in casa c'erano altri due romanzi dello stesso autore, Sarum
e I Principi d'Irlanda
anche questi molto corposi. Ed anch'essi romanzi storici.Sarum parla della storia dell'Inghilterra, viene scelta Sarum, la piana di Salisbury, dove si trova Stonehenge, perchè è il fulcro della storia dell'isola. Luogo fortunato per la posizione strategica, dove si incrociano cinque fiumi, e dove si sono succedute tutte le civiltà dalla preistoria ad oggi.
Qui la narrazione è più complessa, per ovvi motivi, la storia dell'Inghilterra non comincia nel 1600, ma nella preistoria. Quindi non sarebbe stato possibile utilizzare lo stesso metodo di New York, qui l'autore parla di una serie di famiglie, all'inizio ce ne sono solo due: Hwll e Akun, che vengono dal nord, e Tep, abitante della valle dei cinque fiumi.
Ogni capitolo parla di ere diverse, quindi ci sono dei salti temporali di secoli, e man mano che si procede si aggiungono nuove famiglie: i Nooma all'epoca degli henge (oggi Mason), gli Aelfwald all'epoca dei normanni (oggi Shockley), e così via.
L'origine dei nomi è interessantissima, ovviamente anche in questo caso sono personaggi fittizi.
Per quanto riguarda la narrazione, risulta meno scorrevole di New York, perchè quando ci sono i salti temporali ci vuole un po' per "ambientarsi" e capire tutti i collegamenti tra i personaggi e con la storia.
Consiglio però di tenere duro, se necessario tornare indietro per capire meglio qualche passaggio, perché alla fine ne vale la pena.
Per quanto riguarda l'ultimo che ho letto, I Principi d'Irlanda, ovviamente si tratta della storia dell'Irlanda, in particolare dell'area di Dublino, culla della civiltà irlandese, come Sarum lo è della civiltà inglese.
Stesso impianto di Sarum, abbiamo i Fergus, famiglia celta che viveva nei forti ad anello, gli Smiths, i Mac Gowan (i fabbri), gli Harold e i Doyle(vichinghi), i Walsh (mercenari).
Stesso difetto di Sarum, verso la metà si rischia di impantanarsi e si fa un po' di fatica, e stessa soddisfazione quando si è finito di leggerlo. I Principi d'Irlanda arriva fino al 1500, ma credo esista la seconda parte che non ho letto.
Questa volta i libri che vi consiglio non sono libri da week-end, bisogna prevedere un certo lasso di tempo per affrontarli.
martedì 25 settembre 2012
Il bell'Antonio
Vorrei riprendere la discussione sul famoso sex simbol che si è ridotto a parlare con una gallina...e che alcune di noi trovano, comunque, ancora un bel bocconcino.
Va detto che, si sa, la massaia media non brilla certo per acume, o per lo meno così la si vuole dipingere, vedi le varie casalinghe di Voghera (cosa avranno mai fatto per meritare il pubblico ludibrio) e via discorrendo.
Ma quando mi/ci si vuole far credere che la cottura a vapore comporterebbe una maggiore leggerezza del biscotto, rispetto alla cottura al forno, io mi domando quante casalinghe, massaie, madri di famiglia o semplicemente persone che fanno la spesa e che consumano, penseranno: evviva, posso scofanarmi un intero pacco di biscotti...tanto sono cotti a vapore, senza grassi!
Sarebbe una ricerca sociologica interessante.
venerdì 21 settembre 2012
Doppio venerdì
Dopo qualche settimana di latitanza torno tra le amiche del venerdì del libro con una doppia proposta.
Entrambi gli autori sono dei colleghi, e le loro proposte sono molto diverse, infatti il prof. Perboni si cimenta in un giallo/noir, mentre la prof. Belottiin un chick lit.
Entrambi sono ironici, auto ironici nel caso del prof. Perboni, divertenti e ottimi per passare un weekend.
Aggiungiamo poi che sono entrambi bloggers qui e qui. Cosa chiedere di più?
Buon we e buone letture!
Entrambi gli autori sono dei colleghi, e le loro proposte sono molto diverse, infatti il prof. Perboni si cimenta in un giallo/noir, mentre la prof. Belottiin un chick lit.
Entrambi sono ironici, auto ironici nel caso del prof. Perboni, divertenti e ottimi per passare un weekend.
Aggiungiamo poi che sono entrambi bloggers qui e qui. Cosa chiedere di più?
Buon we e buone letture!
martedì 18 settembre 2012
Irlanda: giorno 18
14 agosto. Ultimo giorno.
Siamo arrivati alla fine della nostra vacanza, abbiamo l'aereo alle 4.30 del pomeriggio. Di solito, quando si arriva a questo punto di una vacanza, soprattutto se è stata abbastanza lunga come questa, si sente un po' il bisogno di tornare a casa, anche per riposarsi.
Devo dire che questa volta non è così, se potessi rimarrei ancora senza fatica alcuna!!
Ad ogni modo, abbiamo ancora la mattinata da sfruttare, e quindi andiamo a vedere il castello di Malahide.
Il nostro ospite ci racconta che il castello è in fase di ristrutturazione e non è visitabile, e ci racconta anche la storia molto singolare del suo ultimo proprietario, Lord Talbot, che era piuttosto originale. Morto anni fa senza eredi, il castello è stato ereditato dalla comunità, ed ora sta per essere aperto al pubblico (l'apertura era credo il 19 settembre, quindi in questi giorni), castello, giardino botanico e parco... e l'immancabile visitors' centre con negozi di prodotti rigorosamente irlandesi.
Il parco, che è immenso (riusciamo anche a perderci), si può visitare, quindi ci andiamo.
Troviamo un parco giochi dove passiamo un paio d'ore e Calvin si sfoga, ci sono degli scivoli mega
Siamo arrivati alla fine della nostra vacanza, abbiamo l'aereo alle 4.30 del pomeriggio. Di solito, quando si arriva a questo punto di una vacanza, soprattutto se è stata abbastanza lunga come questa, si sente un po' il bisogno di tornare a casa, anche per riposarsi.
Devo dire che questa volta non è così, se potessi rimarrei ancora senza fatica alcuna!!
Ad ogni modo, abbiamo ancora la mattinata da sfruttare, e quindi andiamo a vedere il castello di Malahide.
Il nostro ospite ci racconta che il castello è in fase di ristrutturazione e non è visitabile, e ci racconta anche la storia molto singolare del suo ultimo proprietario, Lord Talbot, che era piuttosto originale. Morto anni fa senza eredi, il castello è stato ereditato dalla comunità, ed ora sta per essere aperto al pubblico (l'apertura era credo il 19 settembre, quindi in questi giorni), castello, giardino botanico e parco... e l'immancabile visitors' centre con negozi di prodotti rigorosamente irlandesi.
Il parco, che è immenso (riusciamo anche a perderci), si può visitare, quindi ci andiamo.
Troviamo un parco giochi dove passiamo un paio d'ore e Calvin si sfoga, ci sono degli scivoli mega
e poi vediamo il castello da fuori
Lasciamo il castello, non senza qualche problema a ritrovare il parcheggio, e poi andiamo alla spiaggia di Malahide
A questo punto è ora di andare all'aeroporto.
L'aeroporto di Dublino è il paradiso dello shopping, non mi sorprenderebbe se la Kinsella avesse la cittadinanza onoraria di tale non luogo. Come sempre quando l'offerta è eccessiva, io non riesco a processarla, quindi non compro niente, a parte un paio di bottiglie d'acqua per il viaggio.
Presto arriva il momento dell'imbarco, quindi slàn a fhàgàil ag Eirinn, arrivederci Irlanda!
lunedì 17 settembre 2012
Irlanda: giorno 17
13 agosto. Dublino.
Si chiude il cerchio. eravamo partiti 17 giorni fa da Dublino, ed ora siamo tornati. Una giornata da passare nella capitale.
Prendiamo l'autobus (al piano alto) e ci troviamo ancora davanti a the spike (l'ago di acciaio).
Charlie Brown vorrebbe andare a vedere lo stadio, ma non quello di calcio, il GAA stadium, quello dove si giocano hurling e calcio gaelico. Lo accontentiamo. Prendiamo un bus per Croke Park. Dopo qualche avventura con il bus (l'autista si dimentica di dirci qual è la fermata), e un bel pezzetto a piedi, ci arriviamo.
Lo stadio è molto più grande di quello di calcio, la celebrazione della "irlanditudine" è qui al suo apice!
Seguiamo la nostra guida (non è possibile il fai da te) attraverso varie tappe, gli spogliatoi, la sala dei giocatori - dove i giocatori e i loro famigliari si possono rilassare dopo la partita -, il campo, le tribune, la sala stampa e i settori distinti.
Dopo la visita torniamo in centro, un veloce pranzo da McDonald e poi un giretto a Marrion Square, famosa per le case georgiane e il parco nel centro.
C'è anche la casa dove Oscar Wilde ha vissuto da bambino e di fronte il suo monumento.
Le case
Si chiude il cerchio. eravamo partiti 17 giorni fa da Dublino, ed ora siamo tornati. Una giornata da passare nella capitale.
Prendiamo l'autobus (al piano alto) e ci troviamo ancora davanti a the spike (l'ago di acciaio).
Charlie Brown vorrebbe andare a vedere lo stadio, ma non quello di calcio, il GAA stadium, quello dove si giocano hurling e calcio gaelico. Lo accontentiamo. Prendiamo un bus per Croke Park. Dopo qualche avventura con il bus (l'autista si dimentica di dirci qual è la fermata), e un bel pezzetto a piedi, ci arriviamo.
Lo stadio è molto più grande di quello di calcio, la celebrazione della "irlanditudine" è qui al suo apice!
Seguiamo la nostra guida (non è possibile il fai da te) attraverso varie tappe, gli spogliatoi, la sala dei giocatori - dove i giocatori e i loro famigliari si possono rilassare dopo la partita -, il campo, le tribune, la sala stampa e i settori distinti.
Dopo la visita torniamo in centro, un veloce pranzo da McDonald e poi un giretto a Marrion Square, famosa per le case georgiane e il parco nel centro.
C'è anche la casa dove Oscar Wilde ha vissuto da bambino e di fronte il suo monumento.
Le case
il parco
le porte
dopo questa bella scarpinata torniamo a Malahide.
Cena al McGovern's Restaurant and Wine Bar.
domenica 16 settembre 2012
Irlanda: giorno 16
12 agosto. Da Adare (Limerick) a Malahide (Dublino).
Oggi è domenica, ce la prendiamo comoda e avvisiamo Pauline, la nostra ospite, che faremo colazione verso le 9.00.
Il giorno prima abbiamo lodato gli scones preparati da Pauline, e lei ce li fa trovare anche al mattino sul tavolo della colazione, assieme a pane tostato, burro e marmellate. Con gran soddisfazione imburriamo, marmellatiamo, beviamo il nostro caffè, succo e il latte coi cereali.
Di solito, se si vuole la full Irish breakfast, bisogna dirlo a volte la sera prima, altre al mattino. Noi non l'abbiamo ordinata oggi, quindi siamo convinti che quello che c'è sul tavolo sia tutto.
Invece, quando pensavamo di aver finito, si presenta Pauline con la full Irish breakfast!!!
A questo punto saremmo già strapieni, ma come si fa? Non ce la sentiamo di rifiutare la gentilezza della nostra ospite, e riusciamo solo a farcene portare due invece di quattro.
Pauline comunque dice di fare con calma, non c'è fretta, e tanto per gradire ci porta anche il salmone affumicato!
Naturalmente è tutto buonissimo, si aggiunge anche Pauline al podio delle migliori colazioni!
Dopo penso più di un'ora, riusciamo ad alzarci da tavola, prepariamo i bagagli e partiamo.
A pochi kilometri a sud di Limerick, c'è un lago Lough Gur, dove si trovano numerosi resti preistorici.
Arriviamo al Visitors Centre ma è ancora chiuso, è domenica ed aprono a mezzogiorno, ma intanto aspettiamo di fronte al lago che è molto bello, e poi c'è il sole...il verde dei prati e l'azzurro dell'acqua del lago sono brillantissimi, soprattutto quando c'è il sole
punto panoramico sul lago
e infine l'immancabile circolo di pietre, Great Stone Circle, e questo è veramente great
Abbiamo ancora una tappa da fare prima di prendere la strada per Dublino, ed è Tipperary. Giusto perché it's a long way to Tipperary, it's a long way from home...
Dopodiché, siamo in modalità rientro, prendiamo l'autostrada. Andare a Dublino con l'auto non ci attira particolarmente, quindi suggerisco l'alternativa Malahide. Si tratta di un sobborgo di Dublino, a nord, molto vicino all'aeroporto, sul mare. Tra l'altro ho rischiato lo scorso anno di portarci i ragazzi della scuola per un viaggio-studio che poi è saltato per vari motivi. A questo punto non posso farmi sfuggire l'occasione di vedere questo mitico posto.
Arriviamo alle 6 di sera, troviamo alloggio presso l'Heatherview, camera quadrupla a 108 euri a notte (ci fermeremo due notti), internet, no carte di credito.
Il piccolo centro, sono quattro vie ci spiega la nostra landlady, è pieno di vita, ristoranti, locali, students friendly direi. Malahide è famosa per la varietà dei ristoranti, dice la brochure, e in effetti c'è un po' di tutto. Noi optiamo per un ristorante cinese, the Orchid Restaurant, dove mangiamo molto bene. C'è anche un children's menu con piatti semplici, tipo pollo e patatine, e tra l'altro è gratis.
Oggi è domenica, ce la prendiamo comoda e avvisiamo Pauline, la nostra ospite, che faremo colazione verso le 9.00.
Il giorno prima abbiamo lodato gli scones preparati da Pauline, e lei ce li fa trovare anche al mattino sul tavolo della colazione, assieme a pane tostato, burro e marmellate. Con gran soddisfazione imburriamo, marmellatiamo, beviamo il nostro caffè, succo e il latte coi cereali.
Di solito, se si vuole la full Irish breakfast, bisogna dirlo a volte la sera prima, altre al mattino. Noi non l'abbiamo ordinata oggi, quindi siamo convinti che quello che c'è sul tavolo sia tutto.
Invece, quando pensavamo di aver finito, si presenta Pauline con la full Irish breakfast!!!
A questo punto saremmo già strapieni, ma come si fa? Non ce la sentiamo di rifiutare la gentilezza della nostra ospite, e riusciamo solo a farcene portare due invece di quattro.
Pauline comunque dice di fare con calma, non c'è fretta, e tanto per gradire ci porta anche il salmone affumicato!
Naturalmente è tutto buonissimo, si aggiunge anche Pauline al podio delle migliori colazioni!
Dopo penso più di un'ora, riusciamo ad alzarci da tavola, prepariamo i bagagli e partiamo.
A pochi kilometri a sud di Limerick, c'è un lago Lough Gur, dove si trovano numerosi resti preistorici.
Arriviamo al Visitors Centre ma è ancora chiuso, è domenica ed aprono a mezzogiorno, ma intanto aspettiamo di fronte al lago che è molto bello, e poi c'è il sole...il verde dei prati e l'azzurro dell'acqua del lago sono brillantissimi, soprattutto quando c'è il sole
quando apre il centro visitatori ci spiegano come funziona: si fa una breve passeggiata che porta ad alcuni monumenti, the limekiln, un forno
the wishing seat
e poi si prende la macchina e si fa un percorso attorno al lago con vari punti di interesse. Il primo sono due forti ad anello: i Carraig Aille Ring Fort, ci si ferma sul ciglio della strada, si seguono i cartelli che indicano un campo (privato). Arriviamo in cima al prato e vediamo i resti dei forti ad anello. Non ci sono documentazioni fotografiche perché appena arrivati sul luogo siamo investiti da un acquazzone potentissimo che ci fa scappare di corsa verso la macchina. Inutile dire che quando ci arriviamo siamo zuppi!
La seconda tappa è una tomba megalitica chiamata "Giant's Grave"
passiamo poi alla New Church, "Teampall Nua"e infine l'immancabile circolo di pietre, Great Stone Circle, e questo è veramente great
Abbiamo ancora una tappa da fare prima di prendere la strada per Dublino, ed è Tipperary. Giusto perché it's a long way to Tipperary, it's a long way from home...
Dopodiché, siamo in modalità rientro, prendiamo l'autostrada. Andare a Dublino con l'auto non ci attira particolarmente, quindi suggerisco l'alternativa Malahide. Si tratta di un sobborgo di Dublino, a nord, molto vicino all'aeroporto, sul mare. Tra l'altro ho rischiato lo scorso anno di portarci i ragazzi della scuola per un viaggio-studio che poi è saltato per vari motivi. A questo punto non posso farmi sfuggire l'occasione di vedere questo mitico posto.
Arriviamo alle 6 di sera, troviamo alloggio presso l'Heatherview, camera quadrupla a 108 euri a notte (ci fermeremo due notti), internet, no carte di credito.
Il piccolo centro, sono quattro vie ci spiega la nostra landlady, è pieno di vita, ristoranti, locali, students friendly direi. Malahide è famosa per la varietà dei ristoranti, dice la brochure, e in effetti c'è un po' di tutto. Noi optiamo per un ristorante cinese, the Orchid Restaurant, dove mangiamo molto bene. C'è anche un children's menu con piatti semplici, tipo pollo e patatine, e tra l'altro è gratis.
sabato 15 settembre 2012
Irlanda: giorno 15
Prima tappa della giornata, Kinsale, le vie del centro e la chiesa St Multose
Poi ci dirigiamo verso nord, a Cork. Vincendo la nostra abituale riluttanza ad andare nelle grandi (ma anche medie) città, andiamo in centro, parcheggiamo in un autosilo e facciamo un giretto. Nel frattempo il tempo diventa piovoso.
A Cork, scopriamo, producono una birra simile alla Guinness (almeno nell'aspetto), la Beamish. La proviamo e la troviamo anche meglio. Solo che la Guinness si trova in tutto il mondo, mentre per bere la Beamish bisogna andare a Cork... neanche in Irlanda, proprio a Cork (e dintorni). Questa cosa ci piace: già per tutto il Paese, vale il detto "I'm Irish and I'm proud", e qui è "I'm Corkonian and I'm proud".
Dopo Cork ci addentriamo verso nord, verso Limerick, ma due città nello stesso giorno sarebbe troppo. Decidiamo di andare ad Adare, località appena a ovest di Limerick.
Troviamo posto all'Elm Tree, 85 euri per due camere doppie, no internet, carte di credito accettate.
Anche qui tè all'arrivo con i migliori scones di tutta l'Irlanda (e probabilmente anche della Scozia).
Cena al Pat Collins Bar ad Adare.
Troviamo posto all'Elm Tree, 85 euri per due camere doppie, no internet, carte di credito accettate.
Anche qui tè all'arrivo con i migliori scones di tutta l'Irlanda (e probabilmente anche della Scozia).
Cena al Pat Collins Bar ad Adare.
venerdì 14 settembre 2012
Irlanda: giorno 14
10 agosto. Contea Cork.
Abbiamo percorso quasi tutta la costa ovest, penisole comprese, ed ora siamo nella penisola di Beara, ce ne sono altre due, e anche se siamo sicuri varrebbe la pena visitarle, dobbiamo anche fare i conti col calendario e con l'inesorabile data del 14 agosto che ci vuole a Dublino per prendere un aereo.
Ci avviamo, dunque verso la punta della penisola di Beara, ultima propaggine verso l'Oceano.
All'estremità di Beara c'è, come spesso accade, uno stretto e un'isoletta. La particolarità stavolta è che all'isoletta, Dursey Island, ci si arriva con una specie di funivia. In pratica un cassonetto azzurro, dove i locali e le pecore hanno precedenza d'imbarco
La giornata è molto limpida e un po' ventosa.
Durante il tragitto, ci fermiamo a vedere delle spiagge
E dopo Beara, tagliamo verso sud e percorriamo la costa meridionale.
Ci fermiamo a Timoleague a vedere i resti di un'abbazia francescana
Vorremmo arrivare a Kinsale, una località sotto la città di Cork, ma poi cambiamo idea e ci facciamo tentare da Courtmacsherry, un luogo che, dicono sia una "tranquilla stazione di villeggiatura adatta alle famiglie".
Courtmacsherry è senz'altro carina, ma la quantità di gente a cavallo e le barche parcheggiate al porto ci fanno capire si tratti di località esclusiva. In effetti, non troviamo posto nella pensione raccomandata dalla guida, e l'hotel è molto caro. Ripieghiamo sull' Harbour Crest, un B&B con vista su una spiaggia immensa, di fronte a Courtmacsherry e poco lontano da Timoleague.
Nan, la landlady, è molto carina e ci offre un meraviglioso tè all'arrivo.
Camera quadrupla, 90 euri, internet, no carte di credito.
Questa è la vista dal finestrone del salotto
questo è il salotto dove abbiamo preso il tè
A cena avevamo raccolto delle recensioni positive per il Pink Elephant, quindi andiamo a vedere, ma una rapida occhiata al menu esposto sulla lavagna all'ingresso, ci convince a cercare un altro posto, sia per i piatti troppo elaborati che per i prezzi. Mentre stavamo uscendo dal parcheggio, un signore si sbraccia e ci ferma... era del ristorante, e ci dice che quello sulla lavagna non è tutto il menu, ma solo i piatti speciali. Ci invita a tornare dentro per vedere il menu completo.
Accettiamo, ma il menu principale non aggiunge molto agli specials, a questo punto riguadagnamo l'uscita sperando di non essere visti dal solerte cameriere, maitre, proprietario (non si sa)!!
Andiamo quindi a Timoleague, dove ci sono dei pub, ceniamo in uno di questi, il Grainne's Bar. Non è male, anche se Calvin ordina le lasagne e non è una bella scoperta ;-)
Abbiamo percorso quasi tutta la costa ovest, penisole comprese, ed ora siamo nella penisola di Beara, ce ne sono altre due, e anche se siamo sicuri varrebbe la pena visitarle, dobbiamo anche fare i conti col calendario e con l'inesorabile data del 14 agosto che ci vuole a Dublino per prendere un aereo.
Ci avviamo, dunque verso la punta della penisola di Beara, ultima propaggine verso l'Oceano.
All'estremità di Beara c'è, come spesso accade, uno stretto e un'isoletta. La particolarità stavolta è che all'isoletta, Dursey Island, ci si arriva con una specie di funivia. In pratica un cassonetto azzurro, dove i locali e le pecore hanno precedenza d'imbarco
La giornata è molto limpida e un po' ventosa.
Durante il tragitto, ci fermiamo a vedere delle spiagge
E dopo Beara, tagliamo verso sud e percorriamo la costa meridionale.
Ci fermiamo a Timoleague a vedere i resti di un'abbazia francescana
Vorremmo arrivare a Kinsale, una località sotto la città di Cork, ma poi cambiamo idea e ci facciamo tentare da Courtmacsherry, un luogo che, dicono sia una "tranquilla stazione di villeggiatura adatta alle famiglie".
Courtmacsherry è senz'altro carina, ma la quantità di gente a cavallo e le barche parcheggiate al porto ci fanno capire si tratti di località esclusiva. In effetti, non troviamo posto nella pensione raccomandata dalla guida, e l'hotel è molto caro. Ripieghiamo sull' Harbour Crest, un B&B con vista su una spiaggia immensa, di fronte a Courtmacsherry e poco lontano da Timoleague.
Nan, la landlady, è molto carina e ci offre un meraviglioso tè all'arrivo.
Camera quadrupla, 90 euri, internet, no carte di credito.
Questa è la vista dal finestrone del salotto
questo è il salotto dove abbiamo preso il tè
A cena avevamo raccolto delle recensioni positive per il Pink Elephant, quindi andiamo a vedere, ma una rapida occhiata al menu esposto sulla lavagna all'ingresso, ci convince a cercare un altro posto, sia per i piatti troppo elaborati che per i prezzi. Mentre stavamo uscendo dal parcheggio, un signore si sbraccia e ci ferma... era del ristorante, e ci dice che quello sulla lavagna non è tutto il menu, ma solo i piatti speciali. Ci invita a tornare dentro per vedere il menu completo.
Accettiamo, ma il menu principale non aggiunge molto agli specials, a questo punto riguadagnamo l'uscita sperando di non essere visti dal solerte cameriere, maitre, proprietario (non si sa)!!
Andiamo quindi a Timoleague, dove ci sono dei pub, ceniamo in uno di questi, il Grainne's Bar. Non è male, anche se Calvin ordina le lasagne e non è una bella scoperta ;-)
giovedì 13 settembre 2012
Irlanda: giorno 13
9 agosto. Da Portmagee (Kerry) a Eyeries (Beara).
Passiamo la mattina a Portmagee per aspettare il bucato, che ci verrà consegnato verso le 11.00.
Intanto riusciamo, grazie alla gentilezza della nostra ospite del Waterfront, a stampare le nostre carte d'imbarco per il viaggio di ritorno.
Ricominciamo in tarda mattinata a percorrere il Ring of Kerry. Anche oggi c'è nebbia, ma meno di ieri, quindi siamo convinti che sarà una bella giornata, e non ci sbagliamo. Infatti questa si rivelerà la giornata più calda della nostra vacanza e anche di tutta l'estate irlandese.
Ci fermiamo allo Staigue Fort, un forte ad anello di almeno 2000 anni, con muri in pietra a secco alti 5 metri, circondati da un fossato, ed in ottimo stato di conservazione
Poco dopo vediamo una stradina che porta ad una spiaggia, White Strand, e ci andiamo. Una meraviglia! Peccato non poter fare il bagno, i costumi li ho portati, ma i teli mare no, e non è consigliabile fare il bagno senza avere la possibilità di asciugarsi.
Molto a malincuore, proseguiamo e ci fermiamo a Sneem. Pranziamo in un parco con delle mince-pie calde (tortine ripiene di carne) e facciamo una vasca in centro. Anche qui non mancano souvenir, maglioni di Aran e tutto l'armamentario per il turista.
Lasciamo quindi il Ring of Kerry e andiamo nella Penisola di Beara, che si trova metà nel Kerry e metà nel Cork.
Nella parte del Kerry, quella più a nord, troviamo lo Uragh Stone Circle, un circolo di pietre preistorico "in una posizione magica". In effetti il paesaggio circostante è notevole. Tuttavia il circolo di pietre, che si raggiunge dopo una scarpinata non tanto lunga, ma sotto il solleone che è uscito diventa faticoso, è un tantino deludente,
Per raggiungere il circolo di pietre bisogna attraversare dei terreni che appartengono a privati, quindi chiedono gentilmente di lasciare 1 euro. Troviamo un vecchietto che vende cartoline, decliniamo gentilmente, e lui ci dice che dobbiamo pagare 1 euro. Incautamente glieli diamo. Il vecchietto ci ringrazia profusamente e si mette gli euri in tasca.
Non appena si sposta verso la sua auto lì parcheggiata notiamo una cassetta di ferro (tipo salvadanaio) su un paletto.. ops!
Ormai è fatta, abbiamo fatto del bene sicuramente al vecchietto, per i proprietari dei terreni sarà per la prossima volta :-)
Verso sera siamo nella parte meridionale della Penisola, ci fermiamo a Eyeries a dormire, al Coulagh Bay House, 80 euri per una camera quadrupla, no internet, carte di credito accettate.
Ceniamo a Eyeries, all'Aunt Mays (unico ristorante del paesino), anche qui non accettano carte di credito.
Nota di costume: al ristorantino hanno vino, ma non birra, però c'è il pub di fronte, quindi ordiniamo la nostra solita Guinness e la cameriera va a prenderla al bar, normale amministrazione!
Passiamo la mattina a Portmagee per aspettare il bucato, che ci verrà consegnato verso le 11.00.
Intanto riusciamo, grazie alla gentilezza della nostra ospite del Waterfront, a stampare le nostre carte d'imbarco per il viaggio di ritorno.
Ricominciamo in tarda mattinata a percorrere il Ring of Kerry. Anche oggi c'è nebbia, ma meno di ieri, quindi siamo convinti che sarà una bella giornata, e non ci sbagliamo. Infatti questa si rivelerà la giornata più calda della nostra vacanza e anche di tutta l'estate irlandese.
Ci fermiamo allo Staigue Fort, un forte ad anello di almeno 2000 anni, con muri in pietra a secco alti 5 metri, circondati da un fossato, ed in ottimo stato di conservazione
Poco dopo vediamo una stradina che porta ad una spiaggia, White Strand, e ci andiamo. Una meraviglia! Peccato non poter fare il bagno, i costumi li ho portati, ma i teli mare no, e non è consigliabile fare il bagno senza avere la possibilità di asciugarsi.
Molto a malincuore, proseguiamo e ci fermiamo a Sneem. Pranziamo in un parco con delle mince-pie calde (tortine ripiene di carne) e facciamo una vasca in centro. Anche qui non mancano souvenir, maglioni di Aran e tutto l'armamentario per il turista.
Lasciamo quindi il Ring of Kerry e andiamo nella Penisola di Beara, che si trova metà nel Kerry e metà nel Cork.
Nella parte del Kerry, quella più a nord, troviamo lo Uragh Stone Circle, un circolo di pietre preistorico "in una posizione magica". In effetti il paesaggio circostante è notevole. Tuttavia il circolo di pietre, che si raggiunge dopo una scarpinata non tanto lunga, ma sotto il solleone che è uscito diventa faticoso, è un tantino deludente,
Per raggiungere il circolo di pietre bisogna attraversare dei terreni che appartengono a privati, quindi chiedono gentilmente di lasciare 1 euro. Troviamo un vecchietto che vende cartoline, decliniamo gentilmente, e lui ci dice che dobbiamo pagare 1 euro. Incautamente glieli diamo. Il vecchietto ci ringrazia profusamente e si mette gli euri in tasca.
Non appena si sposta verso la sua auto lì parcheggiata notiamo una cassetta di ferro (tipo salvadanaio) su un paletto.. ops!
Ormai è fatta, abbiamo fatto del bene sicuramente al vecchietto, per i proprietari dei terreni sarà per la prossima volta :-)
Verso sera siamo nella parte meridionale della Penisola, ci fermiamo a Eyeries a dormire, al Coulagh Bay House, 80 euri per una camera quadrupla, no internet, carte di credito accettate.
Ceniamo a Eyeries, all'Aunt Mays (unico ristorante del paesino), anche qui non accettano carte di credito.
Nota di costume: al ristorantino hanno vino, ma non birra, però c'è il pub di fronte, quindi ordiniamo la nostra solita Guinness e la cameriera va a prenderla al bar, normale amministrazione!
mercoledì 12 settembre 2012
Irlanda: giorno 12
8 agosto.
Ci svegliamo avvolti dalla nebbia, non mi sorprenderebbe che da qualche parte ci fosse un druida che celebra un rito.
Nonostante il tempo a dir poco bizzoso, ci troviamo talmente bene qui a Portmagee che chiediamo alla nostra ospite se possiamo fermarci un'altra notte. Possiamo!
Eravamo rimasti in sospeso con la mazza da hurling. Naturalmente in valigia non ci sta. Portarla a mano non se ne parla neanche, quindi ci rimane solo un'alternativa: fare un pacco e spedirlo a casa.
Dopo aver girato, nei giorni scorsi alcuni uffici postali, la maggior parte piccoli uffici all'interno di negozi di alimentari che al massimo spediscono lettere o cartoline, riusciamo a recuperare un paio di bustone di carta con plastica all'interno (grazie alla gentilezza di un'impiegata di uno degli uffici postali), compriamo dello scotch, e oggi siamo finalmente pronti per confezionare il nostro pacco.
Dopo colazione prepariamo il tutto e andiamo all'ufficio postale, e per la modica cifra di euri 7.50, spediamo la mazza.
Stamattina a Portmagee ci sarà il mercatino, dalle 11 all'1. E' ancora presto, allora andiamo a prendere la macchina e ci avviamo verso lo Skelling Ring, una strada ad anello (appunto) che passa da Portmagee e percorre la costa, con scogliera a picco, spiagge, punti panoramici.
La sera prima ne abbiamo fatto un pezzetto a piedi prima di cena, oggi arriviamo fino alle scogliere. Per andarci bisogna pagare 4 euri a testa. Non è tanto per la cifra, ma consideriamo che di scogliere simili ne abbiamo viste a mazzi e, last but not least, con la nebbia che c'è rischiamo di andare lì e non vedere niente! Quindi decliniamo e proseguiamo, dovrebbe esserci una fabbrica di cioccolato poco più avanti, la Skellings Chocolate Factory.
Prima della fabbrica di cioccolato, troviamo una spiaggia, la St. Finian's Bay
troviamo un gruppo di bambini che sta facendo un summer camp, hanno fatto dei giochi con la sabbia
ed ora si stanno preparando per andare a fare surf. Scambio due parole con la loro maestra, e lei mi dice che con una giornata simile è un peccato stare in casa. In effetti, non fa freddo, anche se a me verrebbe voglia di stare davanti a un caminetto acceso con una tazza di tè in mano. Ho scoperto che il concetto di bel tempo non è oggettivo, ma negli occhi di chi guarda!
A proposito, non fa freddo è relativo, infatti a fare surf vanno con la muta... speriamo che non se ne perda nessuno nella nebbia!!!
Poco più avanti c'è la fabbrica di cioccolato, entriamo, è tutto a vista e c'è una ragazza che ci fa provare tutti i loro prodotti, i truffles ai vari gusti. Compriamo dei truffles alla nocciola e altri alla vaniglia-ganache ad un prezzo assurdo, e dei chocolate chip ad un prezzo normale. I truffles sono ribattezzati toffolette (c'è qualche lettore dei Peanuts qui), e felici come solo la teobromina può rendere, proseguiamo. Ci dovrebbe essere un'altra spiaggia più avanti.
Non ci possiamo andare perchè la strada è interrotta, pare ci sia un camion rovesciato che occupa la carreggiata, già stretta di suo.
Si torna a Portmagee per fare un giro al mercatino.
C'è un po' di tutto, da chi vende frutta e verdura (e noi compriamo le fragole), a chi artigianato, diaciamo così, di classe (foto artistiche, maglioni di Aran, creazioni col legno e con il feltro), a chi cose usate. Tra le cose usate trovo un libro di Colin Dexter a 3 euri e una bellissima borsa rossa a forma di gatto, perfetta, nel senso che non ha un segno o un graffio a 5 euri. E' una bellissima idea regalo che so già a chi fare.
Nella sala del mercatino, vedo che si affaccia una lavanderia. A questo punto del viaggio comincio ad avere una discreta quantità di panni da lavare, già a Kinvarra la gentile padrona del Mountain View mi aveva fatto una lavatrice, ed ora vado a chiedere se posso fare il bucato.
In Irlanda non esistono le lavanderie a gettoni o fai da te, di solito devi lasciare i tuoi vestiti e te li rendono il giorno dopo, anche qui è così, ma a noi va bene perchè tanto abbiamo deciso di fermarci a Portmagee.
Nel pomeriggio il tempo migliora, la nebbia si alza. Andiamo a Ballinskelling, spiaggia che volevamo vedere la mattina. La strada è ancora interrotta a St. Finian's Bay, ma c'è un omino vicino alla transenna che ci spiega la strada alternativa per Ballinskelling. In effetti la spiaggia non è niente male. Ci sono anche delle rovine di un'abbazia, costruita dai monaci di Skelling Michael nel XII secolo, che dall'isola si sono trasferiti qui. Per arrivarci bisogna mettere i piedi in acqua, e allora via scarpe e calze. Andiamo alle rovine e poi camminiamo un po' sulla battigia, la spiaggia è lunghissima
verso sera rientriamo a Portmagee con un sacco di conghiglie e sabbia nei piedi.
La sera si cena al Bridge Bar, le chele di granchio sono buonissime, e poi giro al porto, cioè attraversiamo la strada...
Un gruppo di bambini, chiaramente locali, fanno il bagno. Si tuffano dal molo e dalle barche attraccate, alcuni con la muta, altri solo col costume, spettacolo!
Ci svegliamo avvolti dalla nebbia, non mi sorprenderebbe che da qualche parte ci fosse un druida che celebra un rito.
Nonostante il tempo a dir poco bizzoso, ci troviamo talmente bene qui a Portmagee che chiediamo alla nostra ospite se possiamo fermarci un'altra notte. Possiamo!
Eravamo rimasti in sospeso con la mazza da hurling. Naturalmente in valigia non ci sta. Portarla a mano non se ne parla neanche, quindi ci rimane solo un'alternativa: fare un pacco e spedirlo a casa.
Dopo aver girato, nei giorni scorsi alcuni uffici postali, la maggior parte piccoli uffici all'interno di negozi di alimentari che al massimo spediscono lettere o cartoline, riusciamo a recuperare un paio di bustone di carta con plastica all'interno (grazie alla gentilezza di un'impiegata di uno degli uffici postali), compriamo dello scotch, e oggi siamo finalmente pronti per confezionare il nostro pacco.
Dopo colazione prepariamo il tutto e andiamo all'ufficio postale, e per la modica cifra di euri 7.50, spediamo la mazza.
Stamattina a Portmagee ci sarà il mercatino, dalle 11 all'1. E' ancora presto, allora andiamo a prendere la macchina e ci avviamo verso lo Skelling Ring, una strada ad anello (appunto) che passa da Portmagee e percorre la costa, con scogliera a picco, spiagge, punti panoramici.
La sera prima ne abbiamo fatto un pezzetto a piedi prima di cena, oggi arriviamo fino alle scogliere. Per andarci bisogna pagare 4 euri a testa. Non è tanto per la cifra, ma consideriamo che di scogliere simili ne abbiamo viste a mazzi e, last but not least, con la nebbia che c'è rischiamo di andare lì e non vedere niente! Quindi decliniamo e proseguiamo, dovrebbe esserci una fabbrica di cioccolato poco più avanti, la Skellings Chocolate Factory.
Prima della fabbrica di cioccolato, troviamo una spiaggia, la St. Finian's Bay
troviamo un gruppo di bambini che sta facendo un summer camp, hanno fatto dei giochi con la sabbia
ed ora si stanno preparando per andare a fare surf. Scambio due parole con la loro maestra, e lei mi dice che con una giornata simile è un peccato stare in casa. In effetti, non fa freddo, anche se a me verrebbe voglia di stare davanti a un caminetto acceso con una tazza di tè in mano. Ho scoperto che il concetto di bel tempo non è oggettivo, ma negli occhi di chi guarda!
A proposito, non fa freddo è relativo, infatti a fare surf vanno con la muta... speriamo che non se ne perda nessuno nella nebbia!!!
Poco più avanti c'è la fabbrica di cioccolato, entriamo, è tutto a vista e c'è una ragazza che ci fa provare tutti i loro prodotti, i truffles ai vari gusti. Compriamo dei truffles alla nocciola e altri alla vaniglia-ganache ad un prezzo assurdo, e dei chocolate chip ad un prezzo normale. I truffles sono ribattezzati toffolette (c'è qualche lettore dei Peanuts qui), e felici come solo la teobromina può rendere, proseguiamo. Ci dovrebbe essere un'altra spiaggia più avanti.
Non ci possiamo andare perchè la strada è interrotta, pare ci sia un camion rovesciato che occupa la carreggiata, già stretta di suo.
Si torna a Portmagee per fare un giro al mercatino.
C'è un po' di tutto, da chi vende frutta e verdura (e noi compriamo le fragole), a chi artigianato, diaciamo così, di classe (foto artistiche, maglioni di Aran, creazioni col legno e con il feltro), a chi cose usate. Tra le cose usate trovo un libro di Colin Dexter a 3 euri e una bellissima borsa rossa a forma di gatto, perfetta, nel senso che non ha un segno o un graffio a 5 euri. E' una bellissima idea regalo che so già a chi fare.
Nella sala del mercatino, vedo che si affaccia una lavanderia. A questo punto del viaggio comincio ad avere una discreta quantità di panni da lavare, già a Kinvarra la gentile padrona del Mountain View mi aveva fatto una lavatrice, ed ora vado a chiedere se posso fare il bucato.
In Irlanda non esistono le lavanderie a gettoni o fai da te, di solito devi lasciare i tuoi vestiti e te li rendono il giorno dopo, anche qui è così, ma a noi va bene perchè tanto abbiamo deciso di fermarci a Portmagee.
Nel pomeriggio il tempo migliora, la nebbia si alza. Andiamo a Ballinskelling, spiaggia che volevamo vedere la mattina. La strada è ancora interrotta a St. Finian's Bay, ma c'è un omino vicino alla transenna che ci spiega la strada alternativa per Ballinskelling. In effetti la spiaggia non è niente male. Ci sono anche delle rovine di un'abbazia, costruita dai monaci di Skelling Michael nel XII secolo, che dall'isola si sono trasferiti qui. Per arrivarci bisogna mettere i piedi in acqua, e allora via scarpe e calze. Andiamo alle rovine e poi camminiamo un po' sulla battigia, la spiaggia è lunghissima
verso sera rientriamo a Portmagee con un sacco di conghiglie e sabbia nei piedi.
La sera si cena al Bridge Bar, le chele di granchio sono buonissime, e poi giro al porto, cioè attraversiamo la strada...
Un gruppo di bambini, chiaramente locali, fanno il bagno. Si tuffano dal molo e dalle barche attraccate, alcuni con la muta, altri solo col costume, spettacolo!
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